L’ex segretario di Stato USA Henry
Kissinger, autonominatosi portabandiera della guerra mondiale al
terrorismo, è un truffatore. Il 31 ottobre ha tenuto un discorso al
Center for Policy Studies, il pensatoio londinese della Mont Pelerin
Society, dichiarando che la salvaguardia "dell’ordine
mondiale" può essere garantita soltanto con la completa
distruzione del regime talebano e della rete terroristica Al Qaeda di
Osama Bin Laden.
Kissinger
ha elogiato la "special relationship" tra Inghilterra e Stati
Uniti di cui si fa promotore il governo di Tony Blair ed ha aggiunto :
"La guerra in Afghanistan dev’essere vista come un attacco al più
evidente protettore del terrorismo e contro il suo rappresentante più
simbolico, Bin Laden". Secondo Kissinger "non si può
accettare un risultato ambiguo: il governo talebano dev’essere eliminato
e la rete di Bin Laden dev’essere distrutta senza mezzi termini …
Perché se restano ancora in giro, i talebani diventeranno un emblema
del fatto che è possibile resistere alla più forte delle nazioni ed ai
suoi alleati … Ciò avrebbe un effetto pericoloso su tutti".
Kissinger ha minacciato quelle nazioni che fanno "il minimo
ritenuto opportuno" contro l’Afghanistan, come la Siria e l’Iran,
dicendo che arriverà il momento in cui "i paesi saranno obbligati
a scegliere tra la loro permanenza nella coalizione o impegnarsi in
operazioni di sostegno al terrorismo".
Nella
realtà dei fatti, fino solo a qualche tempo fa Kissinger è stato uno
dei principali apologeti e sostenitori del regime talebano insieme ad
Arnaud de Borchgrave, il direttore del Washington
Times del rev. Sun Myung Moon e della United Press International (UPI),
oggi anch’egli impegnato a caldeggiare l’obliterazione di Bin Laden e
dei tabelani.
È
dimostrato che i collegamenti tra ambienti di potere negli USA e Bin
Laden non cessarono all’epoca dei ritiro dell’Unione Sovietica
dall’Afghanistan nel 1989, ma che la sponsorizzazione di fatto dei
talebani è continuata fino all’estate del 2001.
Kissinger
si è attivamente adoperato a far sì che il regime talebano non finisse
sulla lista ufficiale degli sponsor del terrorismo, come riferisce anche
il Washington Post del 5
novembre in un articolo di prima pagina, firmato da Mary Pat Plaherty,
David Ottaway e James Grimaldi, intitolato "Come l’Afghanistan si
è sottratto alla lista degli sponsor del terrorismo".
Per
salvaguardare gli interessi della Unocal, che lo aveva ingaggiato come
consulente, Kissinger si sarebbe rivolto al Dipartimento di Stato per
chiedere che non fossero imposte sanzioni contro l’Afghanistan, dove la
Unocal aveva deciso di costruire un oleodotto, proveniente dall’Asia
Centrale, che doveva attraversare I’intero paese. "Per assicurarsi
i necessari finanziamenti di enti come la Banca Mondiale, la Unocal
aveva bisogno del riconoscimento formale del Dipartimento di Stato al
governo talebano in Afghanistan. La Unocal ingaggiò gente di casa al
Dipartirmento di Stato: l’ex segretario di Stato Henry Kissinger, l’ex
ambasciatore speciale John J. Maresca e l’ex ambasciatore in Pakistan
Robert Oakley", dice tra l’aItro l’articolo del Washington
Post.
Il 12
febbraio 1998 Maresca, in veste di vice presidente dei rapporti
internazionali della Unocal,testimoniò alla Sottocommissione Asia e
Pacifico del Congresso USA caldeggiando la costruzione dell’oleodotto
afgano, che avrebbe tagliato fuori la Russia e l’Iran dall’importante
mercato del petrolio e del gas dell’Asia Centrale. Maresca notò che un
oleodotto in Iran era fuori discussione a motivo delle sanzioni
USA vigenti, per cui "l’unica opzione che resta è l’oleodotto che
attraversa l’Afghanistan". Disse anche che l’Unocal "non
favorisce nessun gruppo" tra le fazioni rivali afgane, ma desidera
che gli USA sostengano i talebani riconoscendone il governo. Qualche
giorno prima di tale testimonianza la Unocal aveva invitato a Washington
una delegazione talebana per incontrare parlamentari ed esponenti del
governo.
Il
caso di Borchgrave é ancora più palese. Nel giugno 2001 lui era a
Kandahar in Afghanistan, per intervistare il capo talebano Mohammed Omar
Akhund. L’intervista, diffusa dalla UPI il 14 giugno, elogiava il leader
talebano presentandolo come un eroe rimasto ferito ben cinque volte
nella guerra contro l’aggressore sovietico. De Borchgrave presentava
Omar come colui che si stava seriamente occupando di mettere Bin Laden
sotto controllo, esprimendo rammarico per la mancata collaborazione
degli USA che non trasmettevano le prove richieste a carico di Bin Laden,
affinché potesse essere processato da un tribunale afgano.
Dopo
l’11 settembre però, Kissinger e de Borchgrave e altri
"amici" dei talebani sono diventati i più accesi sostenitori
delle operazioni militari in Afghanistan. Il 23 settembre l’UPI ha
denunciato l’intero clero islamico pakistano come sostenitore del
terrorismo talebano.
Nel
discorso di Londra, Kissinger si è dimostrato un portavoce di quegli
"ambienti canaglia" che si sono alleati all’Inghilterra per
condurre gli USA in uno scontro di civiltà. "Non parlo solo per
conto dell’amministrazione Bush", ha infatti detto Kissinger ai
suoi 800 ascoltatori, prima di passare a spiegare la sua tesi di fondo
secondo cui la pace con l’lslam è impossibile. C’è una differenza
fondamentale "che forse soltanto l’Inghilterra e l’America"
riescono a capire ha detto Kissinger. Ha poi detto che l’11 settembre ha
risvegliato gli americani dall’indifferenza forse di più di quanto non
avvenne con Pearl Harbor. "Fino a quel momento il pubblico
americano si sarebbe meravigliato a sentir dire che tra gli Stati Uniti
e l’Islam vi sono differenze fondamentali … che potesse esistere
qualcosa come la guerra tra le civiltà".
Dopo
aver ammesso la sua "impazienza", di fronte alla lentezza
delle operazioni militari, Kissinger ha aggiunto che "se la
vittoria in Afghanistan è l’unico scopo … finiremo per scoprire che
il terrorismo tornerà a colpire". Invece, la presa di posizione di
un paese di fronte al terrorismo costituirà il modo in cui
"ridefinire il sistema internazionale". Ha detto anche che la
politica dell’amministrazione Bush essenzialmente concede ai gruppi
palestinesi "di circolare liberamente".
Oggi
Kissinger è un esponente del Defence Policy Board, organismo di
consulenza del Pentagono, in cui è stato ammesso dal presidente
dell’organismo Richard Perle. Perle a sua volta appartiene alla
cosiddetta "cabala di Wolfowitz" composta dai personaggi più
impegnati a trasformare la "guerra al terrorismo" nella terza
guerra mondiale. Kissinger e Perle caldeggiano l’espansione delle
operazioni della "coalizione anti-terrorismo" per estendere
simultaneamente le ostilità contro diversi paesi islamici, a cominciare
dall’Irak. Sia Perle che Kissinger figurano ai vertici dell’impero
massmediale Hollinger Corp, un ente spionistico di fatto, con centro a
Londra che pubblica tra l’altro il Daily
Telegraph e Jerusalem Post, ed è presieduto dal canadese Konrad Black. Il Telegraph,
insieme alle pubblicazioni di Moon, è il portabandiera della propaganda
di guerra sui mass media.