Due giorni fa la borsa di New York ha subito un crash improvviso, perdendo 140 punti nell’arco di soli 2 minuti.
Questo fatto eccezionale è stato dovuto alla diffusione improvvisa della notizia che ci fosse stato un attentato alla Casa Bianca, poi risultata falsa.
Si è saputo infatti in seguito che un hacker era riuscito ad entrare sul sito della Associated Press, mandando a mezzo mondo un Tweet che diceva testualmente “Breaking: Two Explosions in the White House and Barack Obama is Injured.” (“Ultima ora: due esplosioni alla Casa Bianca, Barack Obama ferito”).
E’ bastato questo per lanciare l’indice della borsa in picchiata, con vendite frenetiche su ogni fronte dei mercati.
Ci sono voluti due minuti, prima che la Associated Press intervenisse con un comunicato che smentiva la notizia. A quel punto l’indice della borsa è risalito immediatamente, e le trattative a Wall Street sono riprese come prima.
Ma l’aspetto più sconvolgente di questa vicenda non è tanto il fatto che qualcuno sia riuscito ad hackerare il sito della AP (ormai a queste cose ci siamo abituati), ma piuttosto il fatto che la picchiata improvvisa non sia stata il frutto di decisioni umane, ma di decisioni prese esclusivamente da una serie di computer. […]
Come sappiamo infatti la follia delle borse è ormai diventata tale che per continuare a guadagnare soldi è diventato necessario affidarsi a una serie di supercomputer, collegati alle borse con linee iperveloci, che permettano di battere la concorrenza sul filo del nanosecondo.
Grazie ad una serie di complicatissimi algoritmi, questi computer riescono a svolgere nell’arco di pochissimo tempo una quantità di operazioni assolutamente impensabile per un essere umano.
A loro volta, i computer che gestiscono le compra-vendite in borsa sono collegati ad un sistema che “legge” costantemente le prime pagine di tutti i giornali più importanti (e delle agenzie di stampa, ovviamente). Questo sistema cerca di interpretare gli eventi positivi o negativi contenuti nelle notizie, tramite la ricerca di alcune parole chiave. Ecco quindi che parole come “attentato”, “esplosione”, oppure “Obama ferito” sono state interpretate negativamente dal sistema, che ha immediatamente scatenato la corsa alle vendite e la picchiata dell’indice.
Ci ritroviamo quindi in una situazione metafisica, dove l’unico essere umano che sia intervenuto in questa vicenda è stato l’hacker che è riuscito a mandare il falso Tweet della Associated Press. Tutto il resto è stato fatto dalle macchine: la diffusione in rete della notizia, la lettura in termini “negativi” di questa notizia da parte del sistema di monitoraggio, e la compravendita folle che ne è conseguita.
Se paradossalmente un agente di borsa si fosse allontanato un attimo prima per andare a fare la pipì, e fosse tornato dopo due minuti, rischiava addirittura di non accorgersi di nulla.
Anzi, a questo punto poteva anche restarsene a casa del tutto, tanto a quanto pare lui non serve più a nulla.
Articolo di Massimo Mazzucco
Fonte: luogocomune.net