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La Kabbalah in tasca: la prefazione di Piero Ragone

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AVVISO AI LETTORI: Pubblichiamo qui in anteprima la prefazione al libro "La Kabbalah in Tasca" di Ferdinando Moshe Pitari. Il libro è frutto di uno sforzo congiunto di varie persone, tra cui Piero Ragone, autore a cui siamo molto affezionati e che con Nexus e Verdechiaro ha pubblicato 3 libri fondamentali nel settore dell'esoterismo (o come lo si voglia chiamare!): Custodi dell'Immortalità, Dominion e Bloodlines. Abbiamo ritenuto importante pubblicare questa prefazione in versione integrale perchè descrive in maniera essenziale, senza sofismi e sviolinamenti vari, il lavoro semplice ma nel contempo profondissimo di Ferdinando. Buona lettura!  


 

La Scienza Mistica in Formato Tascabile
di
Piero Ragone

Il tempo relativo che ho potuto dedicare alla Cabbalà mi ha consentito di costruire un’opinione personale, indubbiamente parziale, ma che amo condividere e sottoporre all’attenzione di chi dispone di maggiori competenze.
L’aspetto più ostico e allo stesso tempo impareggiabile dello studio della mistica cabalistica è la sua struttura ramificata: chiunque abbia scelto di addentrarsi nella conoscenza degli insegnamenti esoterici dell’ebraismo rabbinico, avrà certamente realizzato che l’unica certezza è il punto di partenza, la scintilla che fa scoccare l’amore per questa antica eppur sempre attuale tradizione, ma non c’è modo di stabilire quando lo studio avrà termine.
In realtà, la composizione labirintica delle sue sfaccettature sembra suggerire che la Cabbalà non preveda un punto di arrivo: essa traccia un percorso evolutivo spirituale che ambisce ad accompagnare l’essere umano per tutta la vita, in ogni fase della crescita interiore, e solo quando si sceglie volontariamente di allontanarsene, la Cabbalà accetta di privarci del suo contributo, interrompendo un flusso altrimenti costante.
Per questo motivo, l’approfondimento di questa disciplina dai confini indeterminabili non può essere consumato in un weekend turistico tra le fronde dell’Albero della Vita, né può essere contenuta in un solo testo che esplichi l’intera gamma di infinite letture che la materia offre.
Questo implica tre spunti di riflessione: la Cabbalà non è una scienza matematica ma una scienza mistica e, in quanto tale, non può avvalersi di un unico punto di vista e di una sola visione: fornendo punti di vista differenti e non sempre concordanti, i cabalisti non corrono il rischio di confondere il fruitore ma sanno di mettere a disposizione una vastissima gamma di possibilità di scelta che arricchiscono il cammino dell’iniziato.
Arrendiamoci all’evidenza: la Cabbalà non si nutre di verità indissolubili ma di interpretazioni, ognuna valida di per sé perché il termine ebraico Qabbaláh/Kabbalah, oltre che «tradizione», significa anche «ricevere» e, per questo, la fruizione del singolo sarà sempre unica e irripetibile. La forza della Cabbalà è nella possibilità di personalizzare la sua ricezione senza mai tradire il messaggio originario: l’intero cosmo è un organismo vivente, il corpo di Dio di cui ogni sefirah è parte essenziale. In questo schema universale, ogni essere umano che procede sui sentieri della Cabbalà è consapevole di dover rendere il suo contributo essenziale alla sopravvivenza del Creato persistendo nella ricerca interiore e incoraggiando quella altrui.

Da cui il secondo spunto di riflessione: tra le dottrine esoteriche che sin dalle origini viaggiano parallelamente alle religioni istituzionali, la Cabbalà è uno degli insegnamenti che suscita maggior interesse ma che fatica a mantenere un seguito costante. Se non si è sufficientemente armati di caparbietà e dedizione, giungerà inevitabilmente il momento in cui si proclama la resa dinanzi al maestosa inaccessibilità dell’Albero della Vita. Quando si è scoraggiati dalla vastità del tema, dalla sensazione di aver appena colto l’essenza di qualcosa e, immediatamente dopo, di dover ricominciare da un altro punto di vista altrettanto valido, il neofita preferisce abbandonare il sentiero e dedicarsi a qualcosa di più pragmatico, essenziale e immediato.
Questa natura arcigna e impenetrabile conferisce alla Cabbalà una caratteristica proprietà selettiva naturale che è estranea a molte altre discipline: coloro che si avvicinassero per semplice curiosità, o che non fossero animati da una sincera forza di volontà, abbandoneranno presto il lavoro lasciandone l’approfondimento solo a chi è realmente interessato a smarrirsi nella sua multidimensionalità.
Tuttavia, la difficoltà resta innegabile: dinanzi a migliaia di testi e altrettante interpretazioni, qual è il primo passo da compiere per non vanificare i nostri sforzi?
Poiché la fruizione della Cabbalà è essenzialmente intuitiva e non cognitiva, il confronto con le interpretazioni di validi e affermati cabalisti dovrebbe costituire un momento successivo della ricerca, che segue l’apprendimento delle basi e lo sviluppo di un’adeguata dimestichezza con la terminologia specifica, e con le principali chiavi di lettura dottrinarie indispensabili.
Per questa ragione ritengo che il miglior punto di partenza per chiunque, anche per chi abbia maturato una discreta padronanza del tema (ogni maestro ha l’obbligo di restare un apprendista nello spirito), siano i testi introduttivi alla Cabbalà: fornendo gli strumenti consoni per ricevere nel modo più efficace e cogliere le sfumature di significato altrimenti sfuggenti, le opere che avviano alla comprensione della materia senza fornire un’interpretazione specifica sono certamente le più indicate per far scoccare la scintilla tra noi e la meravigliosa mistica della Cabbalà.
La Kabbalah in Tasca di Moshe Ferdinando Pitari costituisce una risorsa essenziale nella nostra personale biblioteca: pochi testi dedicati all’argomento sanno incuriosire, sollecitare e rendere persino semplice e divertente lo studio dei princìpi della Cabbalà.
In questo Ferdinando ha saputo essere abile e affabile: pur vantando nel suo curriculum un lungo ed invidiabile percorso di lavoro sul tema, Ferdinando scende dalla cattedra, slaccia la cravatta e siede tra i banchi con i suoi lettori; non si limita a spiegare e indottrinare ma parla loro creando una continua interazione. Questo encomiabile approccio trasforma il testo in un flusso così godibile e leggero da non apparire un lavoro complesso e gravoso ma una leggera ed autorevole premessa ad un Paese delle Meraviglie che non vediamo l’ora di esplorare.
Non poteva esserci titolo più conforme per quest’opera da portare sempre con sé e che si presta ad una lettura riflessiva o estemporanea, uno studio preparatorio per i prossimi livelli o una piacevole compagnia per allietare un viaggio, o un momento di relax; pratica, esaustiva ed essenziale, se ne può usufruire in qualunque momento della giornata.
Se ho imparato ad amare la Cabbalà è anche grazie a questo avvincente lavoro di rielaborazione e sintesi.
Un autore da scoprire. Un libro da saggiare.

 

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