Rapporti di testimoni oculari indicano che un'antica "installazione" ad alta tecnologia situata nelle remote regioni siberiane fu responsabile di aver inviato, nel 1908, armi sferiche al plasma guidate a distanza destinate a distruggere un meteorite nei celi sopra Tunguska. L'incredibile narrazione degli eventi, ricostruita da Valery Uvarov, continua ed entra nel vivo…
– Continua dalla Prima parte –
COSA SI CELA DIETRO L'ESPLOSIONE DI TUNGUSKA
Fra alcuni anni [l'articolo è stato scritto nel 2003, ndr], il 30 giugno 2008, ricorrerà il 100° anniversario di una delle più misteriose catastrofi: l'esplosione di un oggetto proveniente dallo spazio nei pressi del Podkamennaya Tunguska River, in Siberia. Difficilmente un qualsiasi altro evento del secolo scorso può reggere il confronto con questo. La potenza complessiva dell'esplosione fu superiore di 2.000 volte a quella delle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki messe assieme! A parte questo, l'esplosione di Tunguska determinò i seguenti effetti:
- un anomalo bagliore nel cielo, che rimase visibile sino a 10 giorni dopo l'evento, e una consistente presenza di nubi argentate;
- intense radiazioni di luce e calore;
- interruzione dell'ordinario funzionamento delle attrezzature meteorologiche e piccole scosse sismiche di superficie;
- una tremenda onda sonora che fece due volte il giro del pianeta;
- la caduta di alberi in un'area di oltre 2.000 chilometri quadrati;
- lievi tracce di radioattività, individuate in alberi e negli strati di ghiaccio polare risalenti al 1908;
- anomale caratteristiche del suolo e dei minerali nella zona dell'esplosione di Tunguska;
- la crescita insolitamente rapida della vegetazione in corrispondenza dell'epicentro dell'esplosione di Tunguska;
- raffreddamento del clima terrestre negli anni successivi all'evento.
Nonostante il fatto che un evento di tale portata non sia passato inosservato, i primi tentativi di scoprire cosa fosse realmente accaduto nella remota taiga siberiana ebbero luogo solo molti anni più tardi, nel 1927. Da allora, dozzine di spedizioni di ricerca hanno esaminato l'area, si sono redatti documenti scientifici a centinaia e si sono avanzate altrettante ipotesi sulle cause dell'evento; nessuna di queste, tuttavia, è riuscita a spiegare completamente i complessi fenomeni che hanno preceduto ed accompagnato l'esplosione di Tunguska. Alcuni dei fenomeni osservati dai testimoni oculari semplicemente non rientrano nello schema delle teorie esistenti, mentre la moderna prospettiva dell'attuale pensiero scientifico non è in grado di spiegare gran parte di quanto accaduto.
Oltre a questo, si ha la persistente impressione che ci siamo imbattuti in qualcosa di completamente avulso dai confini della nostra ordinaria comprensione del mondo che ci circonda. Forse oggi siamo vicini come non mai alla soluzione del mistero che costituirà un punto di svolta della coscienza umana; questo comunque richiederà una certa audacia, la capacità di guardare con mente aperta, non vincolata dai dogmi della scienza attuale, con l'intento di valutare adeguatamente gli aspetti più inspiegabili dell'evento.
Il lavoro svolto da generazioni di scienziati e ricercatori ci ha fornito una ricca mole di fatti e di materiale scientifico, che ha reso possibile far luce sulle reali cause e la natura dei fenomeni avvenuti quasi 100 anni fa nell'area del Podkamennaya Tunguska.
In questa sede non esamineremo gli elementi fondamentali delle principali ipotesi ma, piuttosto, concentreremo la nostra attenzione su quei fatti che sono rimasti nell'ombra e, per qualche strano motivo, non hanno mai avuto l'attenzione che meritano. Sorprendentemente questi fatti, associati ad un antico poema epico, presentano un quadro del tutto differente dell'evento accaduto agli inizi del secolo scorso.
Nelle primissime fasi del presente studio dovremmo sottolineare il fatto che prima e dopo l'esplosione di Tunguska si sono verificati molti altri eventi ad essa in qualche modo legati, essendo anelli di un'unica catena. Quindi, utilizzando i metodi impiegati nelle indagini criminali, li riuniremo in un singolo "caso". Al fine di vedere la realtà che da così lungo tempo sfugge agli occhi dei ricercatori, volgeremo il nostro sguardo a ritroso e in avanti nello spazio e nel tempo, prendendo in considerazione eventi separati da decine, o persino centinaia di anni.
A tale scopo faremo riferimento ai resoconti dei testimoni oculari che, pure in una Siberia con densità di popolazione assai bassa, si contarono a migliaia; ancora alla fine degli anni '60 era possibile reperire qualcosa come 3.000 individui che ricordavano quello straordinario evento!
Prima di passare ai fatti, dovremmo rendere noto quanto abbiamo ipotizzato nel corso della nostra indagine: una teoria sull'esplosione di Tunguska che molti non si aspetteranno ma che è stata elaborata durante l'analisi di una grande quantità di dati. Attingendo alle testimonianze di migliaia di testimoni dell'esplosione, alle scoperte dei ricercatori, al testo dell'epopea Yakut Olonkho, alla cronologia ricostruita degli eventi e ad un'analisi delle conseguenze dell'esplosione descritta non solo nel poema epico ma anche attraverso gli sforzi dei ricercatori scientifici, è possibile avanzare la fondata ipotesi che nell'immenso territorio disabitato della Yacuzia nordoccidentale esista un'antica installazione sotterranea tecnologicamente avanzata.
In tempi remoti qualcuno ha costruito, in quella che è nota come "la Valle della Morte", un complesso che ancora oggi protegge la Terra da meteoriti ed asteroidi. Naturalmente un'ipotesi di questo genere è sconcertante; anche il solo contemplare una tale possibilità presenta notevoli difficoltà. Ne consegue che per migliaia di anni al nostro fianco è esistito qualcosa che non solo supera di gran lunga i nostri attuali traguardi tecnologici ma addirittura le nostre più audaci fantasie su quelli che potremmo conseguire in futuro — e non ci siamo accorti di nulla! Ovviamente nessuno fra coloro che hanno indagato sulle varie conseguenze scientificamente inspiegabili della catastrofe di Tunguska avrebbe potuto immaginare che tutte le tracce lasciate dalle esplosioni erano il risultato dell'attività di qualche antico sistema di difesa cosmica lasciato da ignoti costruttori!
Leggende locali e moniti degli sciamani
Vi presentiamo un particolare preservato nella memoria ancestrale della popolazione locale, tramandato nel corso dei millenni in un antico poema epico.
Le leggende tramandate per via orale narrano come questa terra un tempo venne improvvisamente avvolta da un'oscurità impenetrabile e la zona fu scossa da un rombo assordante; si levò un uragano di potenza mai vista e il terreno fu scosso da possenti colpi.
Una volta che tutto era tornato tranquillo e le tenebre si erano dissipate, agli occhi della popolazione si presentò un'inedita visione. Nel mezzo della terra bruciata si ergeva una struttura verticale, splendente nella luce solare e visibile ad una distanza di molti giorni di viaggio. Per un lungo periodo la struttura emise sgradevoli rumori assordanti quindi, gradualmente, diminuì in altezza sino a scomparire del tutto nel terreno; al suo posto rimase un immenso "orifizio" verticale a voragine.
Nel corso della nostra esposizione dei fatti sottoporremo alla vostra attenzione numerosi brani dell'Olonkho che, in virtù della ovvia natura tecnologica degli eventi descritti negli antichi racconti, corroborano con forza l'ipotesi avanzata; è sorprendente come coloro che hanno tradotto ed analizzato i testi in questione non abbiano notato e nemmeno sospettato tutto questo.
Iniziamo con una dettagliata ricostruzione degli eventi, cercando di comporre un quadro integrale di quanto accadde prima e dopo la catastrofe del 1908.
I primi a venire a conoscenza dell'incombente calamità furono gli sciamani delle tribù locali. Due mesi prima dell'esplosione nella taigà iniziarono a circolare voci sulla prossima "fine del mondo". Gli sciamani, spostandosi da un insediamento all'altro, avvertirono dell'imminente cataclisma le popolazioni, le quali cominciarono a trasferire le proprie mandrie dai settori superiori del Podkamennaya Tunguska allo Nizhniaya Tunguska ed oltre, verso il fiume Lena.
"Nonno" Matvei (108 anni, nel 2003), un testimone dell'eplosione di Tunguska del 1908, fotografato assieme all'autore nel 1997 presso l'insediamento Evenk di Siuldiukar.
L'esodo degli Evenk iniziò subito dopo un suglan (raduno) di tutti i clan nomadi che si spostavano nelle vicinanze, raduno che ebbe luogo nel mese di Teliat (maggio). Un convegno segreto degli anziani aveva stabilito che bisognava cambiare il tracciato ciclico delle loro peregrinazioni e che i clan dovevano spostarsi assieme lungo quello nuovo.
Quindi vi fu un'importante circostanza rituale nella quale il "Grande Sciamano" annunciò la "Fine del Mondo":
Gli antenati dissero che dovevano spostarsi dai loro luoghi tradizionali. Nessuno dovrebbe trovarsi lì dopo il mese di Teliat, ovvero nel mese di Munchun [giugno], così dissero gli antenati… Il popolo superiore desidera visitare Dulia… Nessuno dovrebbe esserne testimone.
Così i nomadi iniziarono a spostarsi attraverso la taiga…
Obbedendo a qualche senso interiore e confermando alla lettera le asserzioni degli sciamani, gli animali selvatici cominciarono ad andarsene. Gli uccelli abbandonarono le loro aree di nidificazione, i cigni lasciarono i laghi e i pesci scomparvero dai fiumi. Un'immensa distesa di taiga, estesa varie decine di migliaia di chilometri quadrati, perse la propria fauna; nella zona del pericolo rimasero soltanto coloro che non credevano alle parole degli sciamani.
Tutto questo parla da sé. Ovviamente un qualche preallarme dell'evento incombente fu comunicato tramite gli sciamani che "parlarono con gli spiriti degli antenati". Gli animali, i pesci e gli uccelli reagirono istintivamente al pericolo in arrivo, rispondendo all'influsso negativo del crescente campo elettromagnetico terrestre in quella parte della taiga.
Dopo aver studiato il testo dell’Olonkho, parlando con i cacciatori del luogo e con coloro che sono ancora in vita e ricordano i remoti eventi, abbiamo avuto l'impressione che il complesso in questione sia disseminato in diverse parti della taiga e situato per lo più sottoterra.
Il generatore di energia della Installazione
La distruzione o la deviazione di meteoriti ed asteroidi si ottiene utilizzando un campo di forza convogliato in forma concentrata da un qualche tipo di formazioni elettromagnetiche che assomigliano ad ardenti sfere luminose; fondamentalmente sono come dei fulmini globulari, con la differenza che il più grande fulmine globulare conosciuto a livello scientifico ha un diametro di circa due metri, mentre le sfere utilizzate per distruggere o deviare meteoriti hanno dimensioni gigantesche — qualcosa come 60 metri di diametro!
Quello che nel 1908 migliaia di persone videro in gran parte della Siberia era il loro volo, con il risultato che i testimoni dell'evento di Tunguska attribuirono l'intero fenomeno alla comparsa di una serie di fulmini globulari!
Apparentemente le "sfere di plasma" sono prodotte da un generatore di energia situato nelle profondità della Terra, in un luogo deliberatamente scelto da qualcuno e associato ad una particolare area geofisica del pianeta: l'anomalia magnetica della Siberia Orientale. Il periodico Tekhnika Molodiozhi (numero 1, 1984) la definì
"una super-anomalia magnetica la cui origine si trova alla profondità di mezzo raggio terrestre".
In altri termini, il generatore di energia del complesso attinge all'energia del pianeta e in qualche misura è esso stesso, almeno così sembrerebbe, una delle cause della super- anomalia in questione.
I preparativi per contrastare l'arrivo del meteorite di Tunguska (era indubbiamente un meteorite; in un certo senso Kulik aveva ragione) iniziarono due mesi prima dell'esplosione, come confermato dal comportamento degli sciamani e degli animali della taiga. Circa 10 giorni prima del fenomeno, la "Installazione" situata nella Valle della Morte passò ad un fase attiva. Fu l'attivazione del generatore di energia, e l'aumento del suo livello energetico determinato dal complesso che iniziava i preparativi per la generazione dell'energia (sfere elettromagnetiche) che agiva sull'ambiente, a divenire la causa della comparsa di ragguardevoli anomalie atmosferiche associate alla crescente tensione del campo elettromagnetico terrestre.
L'effetto dell'Installazione fu così potente che nei 10 giorni antecedenti l'esplosione in molti paesi d'Europa, così come nella Siberia Occidentale, l'oscurità notturna fu sostituita da un'insolita luminosità, come se quelle aree stessero sperimentando il fenomeno delle "notti bianche" tipico dell'estate ad alta latitudine. Ovunque facevano la loro comparsa, risplendenti nella luce dell'alba e del crepuscolo, nubi argentee che si estendevano da est ad ovest lungo le linee di forza, come quelle dei poli di un magnete. Come ha notato E. Krinov, uno dei ricercatori che si occupano dell'esplosione di Tunguska, vi era la sensazione dell'avvici-narsi di qualche insolito fenomeno naturale.
Molti anni più tardi alcuni ricercatori di Tomsk si imbatterono in una pubblicazione dimenticata, scritta da un certo Professor Weber, relativa ad un potente disturbo geomagnetico; venne rilevato per tre giorni prima dell'intrusione dell'oggetto di Tunguska in un laboratorio dell'Università di Kiel, in Germania, e terminò esattamente quando il gigantesco bolide esplose sull'altopiano siberiano centrale.
Ricostruzione artistica degli anomali bagliori osservati dopo un'esplosione.
Il meteorite di Tunguska e le sfere "Terminator"
Passarono dieci giorni e poi, la mattina del 30 giugno 1908, un corpo proveniente dallo spazio esterno penetrò nell'atmosfera terrestre ad una velocità immensa. Seguiva una traiettoria che andava da sudest a nordovest; la determinazione della traiettoria esatta del meteorite riveste un'importanza fondamentale nell'indagine sull'evento, principalmente perché — come vedremo — nel cielo sovrastante la taiga siberiana vi era-no diversi oggetti in movimento, che si avvicinavano al luogo dell'esplosione da direzioni diverse. Le discrepanze fra i resoconti dei testimoni — che nello stesso momento osservarono oggetti al di sopra di aree della Siberia assai distanti le une dalle altre — hanno generato confusione fra i ricercatori, inducendo l'ipotesi che a manovrare sopra la taiga siberiana fosse probabilmente un'astronave.
Trentotto minuti prima della distruzione del meteorite di Tunguska, il complesso della Valle della Morte entrò nella sua fase culminante; ebbe inizio la generazione delle sfere – che, per convenzione, chiameremo "terminator".
Presso la miniera di Stepanovsky (vicina alla città di Yuzhno-Eniseisk), 30 minuti prima della caduta del meteorite iniziò un terremoto.
Quando il terreno cominciò a tremare sotto i suoi piedi, un testimone di questi eventi si trovava nei pressi di un piccolo lago. Improvvisamente, dentro di lui, crebbe un 'inspiegabile, disumana sensazione di terrore; era come se una qualche forza lo stesse facendo allontanare dal lago. In quel momento l'acqua contenuta nel lago cominciò a calare e mentre defluiva, come in una fessura, comparve il fondo che sembrava aprirsi come i battenti di una porta. Sui bordi dei due giganteschi battenti erano visibili delle dentellature. Il testimone cadde preda di un impulsivo terrore animalesco e fuggi alla massima velocità consentitagli dalle sue gambe.
Dopo aver percorso una considerevole distanza, inciampò in un cespuglio e cadde; una volta rialzatosi si girò e, da quello che prima era il lago, vide innalzarsi una colonna di luce splendente, alla cui sommità comparve una sfera. Il tutto era accompagnato da un terribile, rimbombante ronzio; i suoi abiti presero ad ardere senza fiamma e le radiazioni gli bruciarono il viso e le orecchie…
Questo episodio coincide sorprendentemente bene con i testi della saga Olonkho e con i racconti degli anziani relativi al luogo denominato Tong Duurai, attraverso il quale scorre il torrente Ottoamokh ("buchi nel terreno"), dove vi sono pozzi di incredibile profondità conosciuti come "gli abissi ridenti". Secondo le leggende, da questi si librano turbini ardenti. Dopo un lungo periodo di calma, circa un secolo prima di ogni grande esplosione o serie di esplosioni, si dovrebbe verificare un evento di minore entità. Le leggende narrano che dall'"orifizio di ferro" emergeva un'esile colonna di fuoco, alla cui sommità compariva una grande palla di fuoco, accompagnata in volo dal suo seguito, "uno sciame di turbini fatalmente maledetti" che portavano devastazione nelle vicinanze. Accompagnata da quattro scoppi di tuono in successione, si librava ad un 'altezza ancora più elevata e volava via, lasciando dietro di sé una lunga "scia di fuoco e fumo". Poi, in distanza, risuonava il cannoneggiamento delle sue esplosioni…
Un aspetto degno di nota è che le leggende Yakut contengono davvero tanti riferimenti a esplosioni, turbini ardenti e al lancio di sfere fiammeggianti vomitate da "un orifizio che eruttava fumo e fuoco" con un "enorme coperchio d'acciaio", nelle cui profondità si trova un intero paese sotterraneo. Questo paese è abitato da un focoso furfante "il quale dissemina contagio e scaglia una sfera ardente" — il gigante Uot Usumu Tong Duurai (che si può tradurre come "il criminale straniero che ha perforato la terra e si nasconde nelle profondità, seminando tutt'attorno devastazione con un turbine ardente").
Leonid Kulik, primo ricercatore ad occuparsi dell'esplosione di Tunguska (Fonte: fotografia della Biblioteca KMET risalente agli anni '30)
Testimoni oculari
Quanto appena descritto è quanto narrano le leggende, mentre quello che segue è il resoconto di G. K. Kulesh, all'epoca osservatore meteorologico presso la stazione di Kirensk, a circa 460 chilometri dal luogo dell'esplosione di Tunguska:
Il 30 giugno, a nordovest di Kirensk, è stato osservato un insolito fenomeno, protrattosi ali 'incirca dalle 7.15 alle 8.00. Non lo ho visto personalmente, poiché stavo lavorando dopo aver registrato le letture degli strumenti di rilevazione meteorologica. Questo è quanto accaduto (riporto l'essenza di quanto riferito dai testimoni).
Alle 7.15 in direzione nordovest è comparsa una colonna di fuoco a forma di lancia, del diametro di circa quattro sagen [oltre 8 metri]. Una volta scomparsa la colonna, si sono udite quattro brevi intense detonazioni, come nitidi colpi di cannone a breve distanza l'uno dall'altro. Poi in quel luogo si è formata una densa nube. Circa 15 minuti più tardi si sono uditi scoppi dello stesso tipo, ripetutisi nuovamente dopo altri 15 minuti. Il traghettatore, ex soldato e in linea di massima individuo intelligente ed accorto, ha contato 14 scoppi suddivisi in tre gruppi. Le sue mansioni prevedevano che egli fosse sulla riva del fiume e quindi ha osservato e udito l'intero fenomeno dall'inizio alla fine [il grassetto è dell'autore].
Molti hanno visto la colonna di fuoco, ma molti di più hanno sentito gli scoppi. In città c 'erano molti contadini, provenienti dal villaggio di Korelinaya, che si trova a 20 verst [21 chilometri] da Kirensk sul vicinissimo Tunguska, i quali hanno riferito di essere stati colpiti da un terremoto di tale intensità da infrangere i vetri delle finestre delle case… il segno sul rullo del barografo lo conferma.
Negli archivi dell'ex Osservatorio Meteorologico e Magnetico di Irkutsk, i ricercatori sono riusciti a scovare delle annotazioni scritte da A. K. Kokorin, osservatore meteorologico presso la stazione sul fiume Kezhma, a circa 600 chilometri di distanza dal luogo dell'esplosione di Tunguska. Nel suo registro delle rilevazioni del giugno 1908, la sezione denominata "Note" contiene un'annotazione di eccezionale importanza, la quale indica che nella circostanza in questione vi era più di un corpo in volo.
Mappa della regione indicante le traiettorie aeree dei diversi oggetti.
Alle 7.00 due cerchi [sfere] infuocati di dimensioni gigantesche sono apparsi in direzione nord, per poi scomparire a distanza di 4 minuti; subito dopo la loro scomparsa si è udito un forte rumore, simile a quello del vento, che si propagava da nord a sud e che è durato circa 5 minuti; ad esso sono seguiti suoni e tuoni, come detonazioni di enormi armi da fuoco, che hanno fatto tremare le finestre. Queste sono durate 2 minuti e ad esse è seguito un suono secco come quello di un colpo di fucile; questi ultimi suoni sono durati 2 minuti. Tutto è avvenuto in piena luce del giorno.
In quel frangente T. Naumenko stava osservando il volo di una sfera dal villaggio di Kezhma, che si trova sul fiume Angara, ed ha dichiarato che il corpo era più grande della Luna e incrociava davanti al Sole, che in quel momento si trovava all'altezza di 27° sopra l'orizzonte. Nello stesso momento, il meteorite di Tunguska sorvolò il villaggio di Mironovo (58° 14' N, 109° 29' E).
I primi a vedere il volo di uno dei "terminator" che trasportavano una potente carica elettromagnetica furono gli abitanti del villaggio di Alexandrovka (territorio dell'Aitai meridionale), che dista circa 1.500 chilometri dal luogo dell'esplosione.
II resoconto lasciatoci da Ivan Nikanorovich Kudriavtsev, che fu testimone del volo della sfera ardente, contiene dettagli che indicano la natura elettromagnetica del "terminator":
…30 giugno 1908 era una giornata limpida… Io me ne stavo seduto davanti alla finestra, guardando verso nordovest. Il nostro villaggio, Alexandrovka, si estendeva lungo una gola… Dall'altra parte, sul crinale del Semi, si ergeva la cima del Monte Gliaden. Alle 7 del mattino il Sole era già sorto, ma non era ancora spuntato da dietro la montagna. Poi ali 'improvviso nel cielo è comparsa una sfera splendente, che è cresciuta rapidamente di dimensioni e di intensità luminosa; procedeva in direzione nordovest. La sfera volante era grande come la Luna, soltanto più luminosa, ma non di una luminosità accecante: si riusciva a seguirne la traiettoria senza distogliere io sguardo. Volava a velocità assai elevata, e si lasciava dietro una scia di fumo bianco, più grande della sfera stessa. Non appena la sfera ha fatto la sua comparsa, l'intera zona è stata illuminata da un qualche tipo di luce innaturale che non aumentava in modo progressivo, bensì secondo una qualche sorta di variazioni intermittenti, come bagliori a ondate. Non si udiva alcun rumore, nessun rombo accompagnava il volo della sfera, tuttavia la luce innaturale fluttuante ispirava una sorta di timore, di ansia… [il grassetto è dell'autore]
Ye. Sarychev, intervistato l’11 ottobre 1921 da D. F. Landsberg a Kansk, ebbe a dire:
In concomitanza con l'inizio del rumore nell 'aria è comparso una sorta di bagliore, di forma rotonda, grande circa la metà della Luna, dalle sfumature bluastre, che volava rapidamente da Filimonovo verso Irkutsk. Il bagliore lasciava una scia dalla forma di una striscia di colore bluastro pallido, che si prolungava per quasi l'intera lunghezza del suo itinerario, per poi svanire gradualmente nella parte terminale. Il bagliore è scomparso dietro la montagna senza sfaldarsi. Non sono riuscito a valutare la durata del fenomeno, ma è stato assai breve. Il tempo era assolutamente sereno.
Allo stesso tempo a sud del territorio di Krasnoyarsk, a 60 chilometri a nord di Minusinsk e a 930 chilometri dal luogo dell'esplosione, venne osservato il volo di un corpo celeste, che però si spostava seguendo una traiettoria diversa. Più o meno nello stesso arco di tempo fu avvistato un oggetto nella regione di Nizhneye-Ilimskoye, a 418 chilometri dal luogo dell'esplosione. Poi si è accertato con affidabilità che un corpo celeste sorvolò il villaggio di Preobrazhenka, che si trova sul fiume Nizhniaya Tunguska (inferiore). Tutti questi oggetti convergevano nella medesima direzione — verso un'unica destinazione: le aree dell'esplosione di Shishkov e Kulik ed il cratere di Voronov!
Il quadro formatosi in base ai resoconti dei testimoni oculari indica chiaramente che gli oggetti osservati da varie parti della taiga non potevano essere meteoriti; ve ne erano molti e seguivano traiettorie differenti, che però convergevano verso un unico punto. Sorprendentemente, scienziati e ricercatori che hanno interrogato così accuratamente i numerosi testimoni non sono riusciti ad individuare dai loro resoconti alcuna differenza fra il comportamento del meteorite e quello delle "sfere terminator" che in gran numero convergevano da diverse direzioni per distruggerlo; è risaputo che il volo di un meteorite nell'atmosfera è sempre assai breve (una questione di secondi) e assai veloce (fra i 6 e i 22 chilometri al secondo), secondo una traiettoria rettilinea e obliqua rispetto alla superficie terrestre, e produce una scia di fuoco e fumo lunga da 200 a 300 chilometri, che impiega qualche decina di minuti per dissiparsi.
I rapporti dei ricercatori e le spiegazioni degli scienziati parlano di un singolo oggetto di Tunguska, tuttavia i resoconti dei testimoni oculari relativi all'evento e i riscontri desunti dai ricercatori indicano caparbiamente che nel cielo erano presenti diversi oggetti, provenienti da direzioni diverse e che seguivano traiettorie differenti ma che, dato assai rilevante, si spostavano lentamente paralleli alla superficie terrestre, talvolta fermandosi e cambiando traiettoria e velocità — in altre parole, eseguendo manovre — il che esclude completamente l'ipotesi che gli oggetti avvistati fossero meteoriti o comete. Meteoriti e comete non sfrecciano in quel modo!
Non è possibile che migliaia di osservatori abbiano male interpretato quello che hanno visto, poiché quel mattino il cielo era terso. Le popolazioni che abitavano entro un raggio di 800 chilometri dalla zona in cui precipitò l'intruso cosmico osservarono l'insolito volo di enormi corpi infuocati che emettevano scintille e si lasciavano dietro scie multicolori. L'aspetto più importante, comunque, è che tutte queste persone non videro il medesimo singolo oggetto, bensì diverse "sfere terminator" che avevano aspetti e comportamenti diversi fra loro.
Una volta prodotti ed espulsi attraverso i pozzi dell'Installazione, i "terminator" iniziarono a spostarsi verso un qualche punto di controllo — il luogo della loro ultima ricognizione prima della distruzione del meteorite. Ad un certo punto del volo, le sfere si fermarono per regolare la loro posizione rispetto al meteorite cadente e quindi, partendo ad enorme velocità e con un rombo terribile, si precipitarono ad intercettarlo.
Quello che segue è un estratto del resoconto di un testimone che viveva nel villaggio di Moga sul Nizhniaya Tunguska, 300 chilometri ad est del luogo dell'esplosione; è citato sul libro di Yuri Sbitnev intitolato Echo, e non richiede ulteriori commenti.
…Ricordo molto bene quel frangente — allora avevo II anni. Mi svegliai abbastanza presto… La giornata era tersa e priva di nubi… La nostra abitazione si trovava dove si trova tuttora, su una collina. Stavo martellando la falce.
Mentre colpivo la falce, il suono sembrava provenire da un 'altra parte. Mi fermai e, dopo essermi messo ad ascoltare, iniziò un forte frastuono. Il cielo era quanto più sereno possibile, senza una sola nube ali 'orizzonte. Naturalmente a quei tempi non c 'erano aerei, né tantomeno elicotteri; solo successivamente diventarono familiari. Ma c 'era questo frastuono, che non assomigliava a quello prodotto da una tempesta, e continuava a crescere, sempre più intenso…
Improvvisamente comparve in cielo un secondo sole. In altre parole, il "nostro" sole stava alle mie spalle, mentre quello nuovo splendeva davanti ai miei occhi. Non riuscii a guardare; tutto si oscurò. Mi precipitai in casa ed il nuovo sole filtrava brillando attraverso questa finestra e si spostava lungo la stufa, in questo modo…Come la maggioranza delle case russe, la mia si ergeva sulla riva settentrionale dei fiumi, con le finestre che davano ad est e a sud. Una finestrella dava a nordovest e questo "sole" filtrava attraverso di essa, colorando di cremisi la bianca parete della grande stufa russa; il bagliore si spostava da destra a sinistra, verso est, mentre la luce del sole ordinario penetrava attraverso le altre finestre e sul! 'altra parete della stufa.
Volsi lo sguardo verso il sole che risplendeva sulla stufa attraverso la finestrella e rimasi a bocca aperta. Non avevo mai visto niente del genere. Il rumore continuava a rimbombare. Senza un attimo di sosta. Mio nonno si sedette sulla stufa ed iniziò a recitare una preghiera a voce alta, salmodiava e mi diceva, "Stiopa, prega! Pregate tutti! È accaduto… È arrivata… " [Lo sciamano aveva avvertito la popolazione riguardo alla fine del mondo].
Quale preghiera? Volevo scappare da qualche parte, ma non c'era alcun luogo in cui fuggire. Il rumore era tutt'attorno. E una palla infuocata si stava dirigendo verso di noi. Continuava a strisciare lungo la stufa… Poi si fermò…
La sfera infuocata, apparsa in un cielo terso e senza nubi, si avvicinava alla terra con un crescente frastuono, cresceva a vista d 'occhio, fiammeggiava e la sua luce ardente divenne così intensa che era impossibile fissarla. Ad un certo inafferrabile momento, il terribile frastuono si tramutò in un rombo incessante e la sfera smise di muoversi, librata al di sopra del terreno, proprio come il Sole sta sospeso all'orizzonte prima del tramonto. Difficile stabilire la durata del periodo in cui stette immobile, tuttavia la sfera infuocata rimase così abbastanza a lungo perché la sua immobilità si imprimesse su una mente umana stupefatta.
Avevo paura di guardare fuori dalla finestra, ma sulla stufa potevo vedere che si era fermata. Poi, ali 'improvviso, acquistò
rapidamente velocità, sfrecciò lungo la stufa e scomparve. Il rombo fu terrificante. La terra tremò. Io venni sbattuto sul pavimento e il vetro della finestrella andò in mille pezzi verso l'interno, come se qualcuno l'avesse colpito… Non rimasi a terra a lungo. Balzai in piedi, pensando, "Dov'è il nonno? Non mi dite che è rimasto ucciso! " Egli giaceva pancia a terra sul bordo della stufa e continuava a domandarmi, "Stiopa, che diavolo è? Stiopa, che diavolo è? " Era fradicio e pallido, pallido… Credo che la terra stesse ancora tremando, il pavimento si muoveva sotto i miei piedi, o forse erano le mie gambe a tremare. Fu orribile!…Nessuno riusciva a capire dove quel sole fosse finito. Solo un attimo prima risplendeva, così intensamente da far scomparire istantaneamente le ombre, e la luce, scontrandosi con altra luce, toglieva al mondo le sue piacevoli e familiari sembianze. Tutto, dal più esile filo d'erba sino ali 'albero di cedro, di punto in bianco appariva diverso da come era sempre stato. I colori svanirono, e così l'ordinaria tridimensionalità del mondo, il calore, la delicatezza. Il nostro mondo aveva avuto termine…
A giudicare dai dettagli di questo racconto, il narratore era assai vicino al luogo in cui era stata generata una "sfera terminator"; in altri termini, nelle immediate vicinanze di uno dei pilastri di energia (turbini ardenti) per il cui tramite il "terminator" giungeva in superficie.
Il racconto di Sbytnev comprende il seguente importante elemento:
Qualcuno vide anche un pilastro ardente che scendeva dalla sfera di fuoco e per un istante vi fu come una sorta di enorme albero dalla fiammeggiante chioma rotonda. Qualcuno notò che questo violento fascio di luce sputò, per così dire, un 'altra palla che si diresse precipitosamente verso terra. Secondo altri invece non vi era stata alcuna seconda palla ma fu quello stesso bagliore, quello stesso sole a scagliarsi obliquamente verso il basso.
Lo videro in molti e le versioni dell 'accaduto erano varie. Tutti comunque concordavano sul fatto che il misterioso corpo ardente bloccò il proprio movimento e rimase immobile per un certo periodo sospeso in aria. E si sentiva un rombo… Poi vi fu qualcosa come un 'esplosione — la terrà tremò e vi fu un rapido spostamento, un decollo, e il solito rombo, che però iniziava a scemare, e la diminuzione delle fiamme — sempre meno, sino a che nella bianca distesa del cielo si riusciva a malapena a scorgere l'oggetto. Poi scomparve e il frastuono calò, diminuì ulte-riormente e infine cessò… era lì — e se ne volò via… [il grassetto è dell'autore]
La Saga Olonkho
Disseminando una bufera di pietre,
Facendo balenare lampi
E rimbombare un quadruplice tuono
Dietro di sé
Niurgun Bootur volava senza deviare…
Un attento studio dell 'Olonkho induce un'importante conclusione. Alcuni elementi della saga descrivono uno schema degli eventi che riflette con precisione le fasi della concatenazione degli eventi che ricorrono periodicamente nei cieli della tundra siberiana. Diventa chiaro il motivo per cui i testi dell’Olonkho contengono tali sorprendenti echi dei resoconti dei testimoni. Ve ne proponiamo altre strofe:
A tre giorni di viaggio
Si scorgeva il fumo salire
Si propagava come un fungo.
Il terreno circostante si coprì
Di polvere e cenere.
Denso e nero
Il fumo vorticò,
Ascese al cielo in una nube cupa
Ed oscurò la luce del sole.
In momenti diversi, migliaia di persone sono state testimoni di questo scenario. Fra i resoconti più interessanti di questo tipo vi è un rapporto, trovato da I. V. Bogatyrev nell'Archivio Statale della Marina dell'URSS, del Barone de Bij, ambasciatore olandese:
Il 2 (13) aprile 1716, il secondo giorno dopo le festività pasquali, verso le 21.00 nel cielo nitido e privo di nubi è comparso un meteorite luminosissimo, la cui traiettoria è acclusa al presente documento.
Nella parte nordorientale del cielo inizialmente è salita dall'orizzonte una nube assai densa, appuntita nella sua parte superiore e larga alla base; è ascesa così velocemente che in non più di tre minuti era già alta metà dello zenit.Proprio quando è apparsa la nube scura, a nordovest è comparsa un 'enorme cometa risplendente che è salita a 12° rispetto ali 'orizzonte, quindi da nord è giunta un 'altra nube scura che è salita rapidamente verso l'altra nube, che si avvicinava ad essa più lentamente. A nordest fra le due nubi si è formata una luce a forma di colonna, che per svariati minuti non ha mutato posizione, mentre la nuvola apparsa da ovest si spostava verso di essa ad altissima velocità; è entrata in collisione con l'altra nube con una forza talmente terribile che [vi è stata] una grande fiammata generata dalla collisione stessa e accompagnata da fumo, mentre il bagliore si estendeva da nordest verso ovest. Il fumo effettivo è salito a 20° rispetto ali 'o- rizzonte, mentre i raggi della fiamma lo intersecavano continuamente in tutte le direzioni, proprio come se si stesse svolgendo una battaglia fra molteplici flotte ed eserciti.
Questo prodigio è andato avanti per un buon quarto d'ora nella sua forma più abbacinante, quindi ha preso a diminuire a poco a poco, sino a terminare in concomitanza con la comparsa di una schiera di brillanti dardi che hanno raggiunto gli 80° sopra l'orizzonte. La nube comparsa ad est si è dissolta, dopo di che anche l'altra è svanita del tutto, cosicché alle 22.00 il cielo era diventato nuovamente limpido e costellato dì stelle luccicanti.
Non si può immaginare il terrore provocato dal fenomeno al momento della collisione delle due nubi, quando entrambe si sono, per così dire, frantumate a causa del possente urto, e quando sono state accompagnate a velocità eccezionale da una torma di piccole nubi dirette verso ovest. Le fiamme che emanavano assomigliavano a scoppi di tuono, eccezionalmente luminose ed abbaglianti.
Genio high-tech dietro l'installazione
Analizzando le conseguenze delle esplosioni avvenute negli ultimi 100 anni sopra la taiga siberiana, si prova una stringente sensazione di gratitudine e soggezione verso la capacità intellettuale di coloro che, migliaia di anni orsono, costruirono un complesso per difendere il nostro bel pianeta azzurro e tutti i suoi abitanti. Anche il primo colpo, inferto quando un meteorite si trova ancora a molti chilometri di distanza dalla Terra, imprime alla sua traiettoria una deviazione sufficiente a mutarne tutti i possibili seguenti esiti, mentre tutte le conseguenze delle esplosioni che distruggono il meteorite si verificano lontano da zone densamente popolate, in un'area meno pericolosa!
– Fine della Seconda parte –
Continua…
Il presente articolo è stato pubblicato originariamente su NEXUS New Times n. 57 (Agosto – Settembre 2005). Ogni ripubblicazione è gradita previo riferimento all’autore ed a questa citazione.
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L’autore:
Il Dr. Valery Mikhailovic Uvarov, a capo del Dipartimento di Ricerca sugli UFO, Paleoscienze e Paleoetnologia dell’Accademia per la Sicurezza Nazionale della Russia, ha dedicato quasi un ventennio allo studio dell’ufologia e al retaggio delle civiltà antiche. Il Dr. Uvarov è autore di numerosi documenti nell’ambito della paleotecnologia e della paleoscienza, nonché dell’ufologia e dell’esoterismo, pubblicati sulla stampa russa ed estera. Ha avviato e ha partecipato a una serie di spedizioni in India, Egitto e Siberia, alla ricerca di prove concrete degli antichi saperi. Partecipa regolarmente in veste di oratore a convegni ufologici internazionali e tiene seminari e conferenze in Russia, Regno Unito, USA, Germania e Scandinavia; è stato presente come oratore ai convegni di NEXUS tenutisi ad Amsterdam nel 2004 e 2005, nonché a quello tenutosi a Brisbane nel 2004.
Il suo articolo in quattro parti, “I Misteri della Valle della Morte siberiana”, è stato pubblicato su NEXUS, nr.i 51, 57, 58, 59; il suo articolo "La gemella nascosta della Terra e la nascita della civiltà" su NEXUS nr. 78 [puoi leggerlo integralmente qui]. Una sua intervista è stata pubblicata su NEXUS nr. 45 [puoi leggerla integralmente qui].
Il presente articolo è una versione ridotta di una parte del suo libro The Pyramids, disponibile anche come e-book in PDF e scaricabile a pagamento dal sito web di NEXUS australiano http://www.nexusmagazine.com. Per contatti via email: [email protected] e [email protected].