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    La privatizzazione dell’acqua potabile – di Emilio Molinari

    Con il colpevole, complice silenzio delle opposizioni parlamentari e della stampa, il governo di Berlusconi sta sviluppando il più pesante attacco all’acqua pubblica mai tentato.

    Il 9 settembre il consiglio dei ministri ha approvato un decreto legge che nella sostanza obbliga a consegnare ai privati il controllo di tutta l’acqua.

    La sacralità dell’acqua che accompagna la vita dalla sua origine ed è indispensabile al suo mantenimento viene così negata. L’acqua è considerata solo come oggetto di mercato e fonte di profitto.

    Il Decreto legge che dovrebbe essere tramutato in legge entro 60 giorni assume, infatti, un atteggiamento sprezzante verso questo bene essenziale e procede verso una definitiva riforma dei servizi pubblici locali (energia, gas, rifiuti, trasporto urbano, compreso la gestione dei servizi idrici) demandando alle imprese private e al mercato la loro regolamentazione sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.

    Il Comitato Milanese Acquapubblica invita tutti a diffondere l’informazione e a preparasi alle iniziative che saranno promosse contro il pericolosissimo attacco governativo. Il decreto deve essere convertito in legge entro il 9 novembre pena la decadenza.

    NON C’E’ TEMPO DA PERDERE, LA PRIVATIZZAZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI E SOPRATTUTTO L’ATTACCO ALLA FONTE DELLA VITA RICHIEDE UNA IMMEDIATA RISPOSTA DEL MOVIMENTO PER L’ACQUA BENE COMUNE CHE COINVOLGA L’INSIEME DEL MOVIMENTO IN LOTTA PER LA DIFESA E IL CAMBIAMENTO DELLE CONDIZIONI DI VITA.

    Quello che segue è parte di un articolo di Emilio Molinari, presidente del Comitato Italiano per un Contratto Mondiale sull'Acqua, pubblicato su Terra. Estratti del testo conosciuto del decreto con note di commento sono nell’allegato.

    Un brutto colpo a freddo il decreto legge approvato il 9.09.2009 dal Consiglio dei Ministri sulle privatizzazioni dei servizi pubblici locali. Un passaggio che chiude una epoca, preso ancora una volta senza informare i cittadini e coinvolgere i Comuni.

    Sono liquidati quei pochissimi margini concessi alle amministrazioni locali dalla legge del parlamento varata non più tardi dell'Agosto 2008, di mantenere la gestione in house nei servizi fondamentali come l'acqua.

     

    Il Decreto segna l'addio a queste gestioni, cade così l'ultimo bastione di “resistenza”eretto dai comuni e dalle province. Di questo si è trattato, ora è il via alla mercificazione totale dell'acqua potabile nel nostro paese.

    Ricordiamo che le gestioni in house sono in sostanza società interamente nelle mani dei comuni consorziati, sulla quale i comuni stessi esercitano il “controllo analogo” a quello dei propri uffici, è una modalità di gestione riconosciuta dalla normativa Europea tanto che è largamente utilizzata in Francia – a Parigi è stata recentemente superata dalla ripubblicizzazione attuata con gestione diretta della municipalità – La Spagna e la Germania la stanno applicando in alcune grandi città ed è tuttora adottata dal Belgio, dall'Olanda, dal Lussemburgo, nonché da 64 ATO italiani, 61 dei quali hanno passato il vaglio dell'autority, compresi quelli di Milano Città e Provincia.

    Il decreto legge del 9 settembre sancisce la chiusura di queste gestioni entro il 2011 e fa un passo in più, chiede che anche nell'affidamento tramite gara a società miste la quota di partecipazione del privato non possa essere inferiore al 40% e, nelle società quotate in borsa già esistenti, deve scendere al di sotto del 30% entro il 2012. E' un decreto palesemente incostituzionale che gli enti locali dovrebbero impugnare.

    Con il decreto cade la foglia di fico, l’imbroglio, con la quale molti amministratori, in particolare toscani ed emiliani hanno cercato di rintuzzarci nel passato, e cioè che con il 51% il loro controllo sarebbe stato garantito. Adesso cosa faranno? Domanda retorica….

    Siamo ad una svolta; dicevo che tutta la nostra acqua potabile sarà privatizzata e con questo come paese entriamo a piè pari nel disegno delle multinazionali di mercificare universalmente un bene comune fondamentale come l'acqua. Anzi ne siamo la punta avanzata.

    Entro il 2011 sarà obbligatorio mettere a gara l’intero Servizio idrico nazionale e tutti gli addetti ai lavori sanno benissimo che le gare le vinceranno tutte un cartello di imprese ben definito: ACEA – IRIDE/ENIA/ HERA – A2A dentro alle quali i pacchetti azionari di Suez Lyonnes des Eaux e Veolia la faranno da padroni, assieme ai Caltagirone, ai Pisante e alle banche.

    Poteri locali, partecipazione dei cittadini, democrazia, federalismo… parole…vuote. queste SPA verranno consegnati i rubinetti d'Italia e decideranno la politica dell’acqua in tutti i territori.

    Questa volta, il decreto porta la firma Fitto- Calderoli, si realizza cioè con l'accordo della Lega che si era sino ad oggi spesa per valorizzare il ruolo degli enti locali nella gestione dell’acqua. E’ questa la novità, che chiude il cerchio degli intrecci politico – affaristici.

    Quali siano le contropartite, cosa si sia giocata ancora una volta la Lega non mi è dato sapere, penso però che la Lega con l'acqua, dopo Alitalia…ecc si è giocata la credibilità di essere il partito dei territori, dei loro beni comuni e della loro autonomia.

    Ora la parola è ai movimenti sociali, ai giornalisti liberi, agli uomini di cultura, ai Sindacati (che si esprimano una buona volta) ai sindaci, alla loro capacità di indignarsi ancora e di sapersi mobilitare in due battaglie assolutamente complementari: sui tempi brevi quella di fermare o modificare il decreto e l’altra articolata sui territori di chiedere a comuni e regioni di cambiare statuti e leggi regionali affinché affermino che l’acqua è un bene pubblico privo di interesse economico.

    Emilio Molinari

     

    Scarica il testo del decreto legge in .pdf



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