Le macchie solari sono oscuramenti della fotosfera solare (la superficie visibile) dovuti ad interazione fra il campo magnetico e la materia fluida del Sole.
Il numero delle macchie non rimane costante, ma varia ciclicamente seguendo il cosiddetto ciclo solare, dall'andatura sinusoidale, avente un periodo intercorrente tra i due rispettivi minimi di 11 anni.
(la foto è del 24.09.2008)
Fin qui, tutto nella norma, se non fosse che il ciclo 23, che ha avuto il suo picco nel 2001, ha raggiunto il minimo (e dunque la sua potenziale conclusione) già da un po' – diciamo un paio d'anni. Solitamente, a seguito del minimo si verifica una ripresa dell'attività solare, con nuove macchie a segnalare l'inizio di un nuovo ciclo.
Questa volta, invece, il ciclo 24 fa le "bizze".
Gli scienziati, ansiosi di tranquillizzare noi "poveri ignoranti", nel corso di questi ultimi due anni hanno più volte preannunciato l'inizio del ciclo 24, prendendo spunto da alcune sparute "macchiette". Quella del 31 Luglio 2006, ad esempio, era orientata magneticamente al contrario rispetto a quelle che solitamente si generano in quella zona solare. E poi durò solo tre ore (!) … Quella del 10 gennaio resistette per ben tre giorni, cosa che fece vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso, come si suol dire; incautamente: infatti l'ultima della serie, apparsa lo scorso 21 settembre, è vissuta per sole 48 ore, dopo di che è scomparsa nel nulla, lasciando la superficie solare intonsa. Anche quest'ultima presenta un'inversione magnetica, cosa che dovrebbe segnalare l'inizio dell'ormai mitico ciclo 24, se non fosse per la sua brevità (la stessa cosa vale, ovviamente, anche per le altre).
Non dimentichiamoci che la comunità scientifica è concorde nel ritenere che il prossimo ciclo sarà eccezionalmente movimentato, forse il più tempestoso da molti decenni a questa parte.
Ma insomma, cosa succede al Sole? Da quando abbiamo iniziato ad osservarlo, la sua attività è stata pressoché regolare, con alcune variazioni che tuttavia rientravano nella norma (quella "norma" che abbiamo definito noi, ovviamente). Ora scienziati, astrofisici ed esperti di tutto il mondo non sanno più che pesci pigliare per spiegare questo vistoso "ritardo" della nostra stella preferita. Ormai non riescono più a nascondere la polvere sotto il tappeto, e inviano sonde nello spazio per "studiare da vicino l'attività solare" come fossero bruscolini…perché? Perché, se è tutto normale (come si ostinano a farci credere), l'attività di osservazione e di studio sul Sole sta affannosamente aumentando?
Notizia dell'ultim'ora: in un briefing al quartier generale della NASA, i fisici solari hanno annunciato che il vento solare (il flusso di particelle irradiate dal Sole) sta perdendo di potenza, e che quello misurato in questi giorni è il più debole degli ultimi cinquant'anni – cioè da quando hanno iniziato a monitorarlo.
Nell'immagine si può notare in verde la traccia della pressione del vento solare nel periodo 1992-1998, in blu quella del 2004-2008. Dati della sonda Ulisse.
"Il vento solare non sta riempiendo la eliosfera (in poche parole la zona di influenza del Sole – nda) come solitamente fa", spiega Dave McComas del Southwest Research Institute di San Antonio, Texas. "Questo significa maggior vulnerabilità ai raggi cosmici provenienti dall'esterno".
Mi vengono in mente le parole di un grande – e sottovalutato – astrofisico, Paul La Violette, che nel suo Earth Under Fire1 dimostra che da svariati carotaggi di ghiaccio effettuati in diverse zone emerge che, a intervalli regolari, la superficie terrestre è interessata da uno straordinario – e improvviso – aumento di particelle di materiale cosmico proveniente dall'esterno del sistema solare.
Detto en passant, tali periodi di "invasione cosmica" coincidono con grandi sconvolgimenti climatici e magnetici globali…
Note:
http://www.astronomia.com/2006/08/18/macchie-solari-inverse/
http://science.nasa.gov/headlines/y2008/10jan_solarcycle24.htm
http://science.nasa.gov/headlines/y2008/23sep_solarwind.htm