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La risposta del sistema: attacco frontale

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Dopo lo “scivolone” mediatico di Antonio Raschi, direttore dell’istituto di biometeorologia del CNR, che il 6 novembre in diretta alla trasmissione “Porta a porta” su Rai Uno, condotta da Bruno Vespa, si era fatto scappare che «Siamo al centro di un esperimento planetario», «Un esperimento di cambiamento del clima, del quale non sappiamo ancora quali saranno gli effetti nel lungo periodo», la reazione popolare (perlomeno di quella porzione di opinione pubblica ancora disposta e in grado di ragionare con la propria testa) non si era fatta attendere. Un gran numero di persone aveva inoltrato una mail indirizzata al Presidente della Repubblica e ad altre autorità affinché si prendesse atto di tali dichiarazioni da parte di un funzionario del CNR e del fatto che i cittadini sono assolutamente contrari a queste sperimentazioni condotte senza il loro consenso. La risposta, come documenta il video e le immagini che seguono, non si è fatta attendere.

Alla luce di quanto sopra, trovo risibili le spiegazioni fornite a Massimo Mazzucco dallo stesso Raschi in merito alle sue dichiarazioni in diretta televisiva. Lascio giudicare a voi.

Il punto importante di tutta questa situazione è che uno dei principali ispiratori di queste iniziative di reazione popolare è stato Enrico Gianini, addetto aeroportuale (ormai ex, essendo stato licenziato) che da mesi ha fornito precise e documentate indicazioni sulla responsabilità di certi aerei di linea e relative compagnie aeree (per non parlare dei tanker militari) in merito alle irrorazioni clandestine che ormai da parecchi anni proseguono sopra le nostre teste praticamente senza soluzione di continuità, con le conseguenze che conosciamo. Un uomo integro ed estremamente coraggioso, che non ha lesinato i suoi ringraziamenti a chi, come il sottoscritto, si occupa da parecchio tempo di divulgare questo genere di informazioni allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto sta accadendo. Per quanto mi riguarda, sono io a voler manifestare la mia immensa gratitudine nei suoi confronti: a lungo abbiamo sperato che qualcuno “dall’interno” ci fornisse quelle conferme obiettive e necessarie a convalidare le nostre ricerche e le nostre ipotesi di lavoro.

Il punto, dunque, è proprio questo: a fronte di dichiarazioni talmente precise ed allarmanti da parte di una persona qualificata che ci ha messo la faccia, cosa fa la magistratura? Niente. Non un solo magistrato che finora si sia adoperato per indagare su una questione così importante allo scopo di verificarne o smentirne le premesse, o che anche solo abbia denunciato Gianini per il reato di procurato allarme. Nella migliore delle ipotesi, siamo di fronte alla più totale incompetenza e superficialità da parte di un organo dello stato di importanza vitale per il funzionamento e la credibilità dello stesso. Nella peggiore, lascio ad ognuno di voi trarre da sé le proprie conclusioni. in realtà, sono più che certo che esistano magistrati integri e coraggiosi che non aspettano altro che si segua il corretto iter procedurale per avviare le necessarie indagini…

Rimanendo in tema di manipolazioni climatiche e relative tecnologie, in particolare quelle di natura elettromagnetica come il famigerato HAARP, ho ricevuto svariate segnalazioni dello stesso tenore, provenienti dall’altopiano di Asiago recentemente devastato oltre ogni immaginazione. In particolare, sta circolando questa testimonianza: “Ieri una mia amica mi ha raccontato che due giorni dopo il 29, la mattina hanno trovato le due macchine con la batteria scarica… il meccanico le ha detto di aver avuto tutta la settimana piena di lavoro per lo stesso problema […] non era mai successo, tanto che anche lui ha cominciato a preoccuparsi…
Sempre questa ragazza tre giorni fa con il marito e il figlio, sono passati in macchina nei luoghi dove sono caduti gli alberi… a un certo punto il motore si è spento, ma la macchina ha fatto lo stesso qualche metro in salita, come se qualcuno avesse tolto le chiavi, però i fanali erano accesi…
Il marito scettico ha riacceso la macchina e sono ripartiti. Al ritorno sulla stessa strada la cosa si è ripetuta. A quel punto il marito, che se ne intende di motori, è rimasto scioccato…”
Mi appello a chiunque possa darmi conferma di questi fatti, in questi tempi in cui una bufala creata ad arte potrebbe screditare tutto il lavoro che si sta facendo per venire a capo di quanto sta accadendo.

 

 

 

 

 

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