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LA STRATEGIA DEL TERRORE di Giovanni Russo

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sabbia, procurarti scorte idriche e alimentari, far man bassa di
medicinali,
mettere nastro adesivo alle finestre e aspettare l’arrivo del
prossimo aereo
dirottato sulle nostre città.

Il
governo italiano, infatti, ogni giorno utilizza i media per divulgare
le
minacce di questa o quella fazione fondamentalista Islamica pronta a
fare
strage, prendendosi poi la briga di confortarci con il fatto che il
livello di
guardia è stato alzato e che le misure preventive di controllo
sono
straordinarie.

Tutto
bene allora, direte voi…

Peccato
però che spesso dalle parole ai fatti la differenza è
siderale.

Lo
scorso week-end mi sono recato per motivi familiari a Roma, che tra
l’altro è
l’obiettivo primario del prossimo attentato di mister Osama & Co.

Credendo
di partire per una vacanza in zona di guerra, appena arrivato a Termini mi sono
reso conto che le fantomatiche straordinarie misure di controllo erano
inesistenti.

Di
polizia nelle principali fermate della metropolitana
(Ottaviano-San Pietro, Termini,
Colosseo, Barberini, Spagna, etc..) nemmeno l’ombra.

Arrivato
a San Pietro,
dopo 20 min. di fila sotto la calura, per entrare in Basilica
arrivo al primo varco di controllo sotto il colonnato e…Accidenti! Mi
ricordo
all’ultimo momento di avere il palmare in tasca e
il metal-detector quando
passo puntualmente suona… mentre mi accingo a tirar fuori dalla tasca
dei
pantaloni il mio Tungsten
il poliziotto, con un secondo metal-detector in mano,
mi fa cenno che posso proseguire..? E se invece del mio palm ci fosse stato
qualcos’altro? Mentre mi incammino verso l’ingresso noto con piacere
che lo spazio
aereo sopra la basilica
non è per niente chiuso, anzi posso distintamente leggere
i codici e le insegne di un airbus della Iberia…alla
faccia dell’11 settembre,
delle minacce di Al Quaeda all’Italia, alla faccia della Iberia
compagnia di bandiera della Spagna già colpita nei mesi scorsi
dal terrorismo e alla faccia anche di chi afferma che
l’Italia è protetta da misure eccezionali di controllo, ma
andiamo avanti…

Prima
di entrare vedo che al secondo varco ci sono dei signori della security
vaticana che “gentilmente” allontanano i pellegrini (americani,
messicani e
alcuni polacchi) in abiti non consoni alla vista di chi è in
basilica per
pregare
; questa almeno era la spiegazione che veniva data nelle
varie
lingue ai cattolici che da varie parti del mondo, probabilmente per la
prima e
purtroppo forse ultima volta, stavano entrando in basilica e
venivano respinti perché
vestivano canottiere, shorts o bermuda. Dov’è lo scandalo nel
vedere il
polpaccio del turista di turno proprio non lo capisco, anzi trovo che
questo
sia un modo per allontanare la gente da una religione bigotta e poco
elastica
verso le reali esigenze di chi si fa ore di fila sotto il sole per
visitare i
luoghi sacri.

Il
problema, capite, non era il fatto che ero riuscito ad eludere il
controllo
della polizia senza la minima perquisizione (anche corporale) portando
dentro
200gr. di metallo, ma la lunghezza degli shorts che la gente indossava.
Ho
spesso subìto più controlli ai concerti o alle partite di
calcio che in San
Pietro sotto la minaccia di attentati.

Ma
il mio tour nella “Roma Blindata” non finisce qui, anzi potrei
raccontarvi che
entrare al Colosseo
non comporta alcun tipo di controllo, si fanno circa 30
minuti di fila per il biglietto ma vabbè, ci può stare
nella calda Roma di ferragosto
invasa dai turisti.

Potrei
raccontarvi anche che sono andato a bussare in modo scherzoso
all’ingresso
principale di Montecitorio
urlando: “..aprite ladri, ridatemi i miei soldi” e
che anche qui la presenza delle forze dell’ordine lasciava a
desiderare, i
carabinieri in servizio erano rintanati nell’unico angolo della piazza
in quel
momento all’ombra, sul lato opposto.

Potrei
entrare nel dettaglio raccontandovi come si può entrare nel Pantheon
tranquillamente con uno zainetto, senza che nessuno vi chieda nulla.

Allora
a questo punto a cosa e a chi si deve credere? Se è vero che il
fondamentalismo
Islamico si sta preparando a fare attentati nella penisola e nelle
città d’arte,
dove sono i controlli? E se invece tutto questo allarmismo è
parte di un
progetto predefinito di strategia del terrore, atto a creare un clima
di
tensione con l’unico scopo di riversare maggiori investimenti economici
al ministero degli interni, al ministero della difesa, al sismi
e al sisde?
In un’Italia
sempre più succube dei voleri guerrafondai degli alleati
c’è sempre più bisogno
di denaro pubblico per finanziare questa o quella operazione militare o
di
prevenzione sul suolo nazionale.

Tanto poi
comunque alla fine in un modo o nell’altro paghiamo sempre noi.

di Giovanni Russo

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