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La tecnologia di Tesla e il potere delle piramidi

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Il Dr. Nikola Tesla ha riscoperto quello di cui erano a conoscenza gli antichi costruttori delle piramidi: piramidi, obelischi e pietre erette generano un flusso costante di ioni negativi, utilizzabili per migliorare gli ecosistemi e rinverdire i paraggi circostanti.

di Hrvoje Zujić © 2009
Email: [email protected]
Sito web: http://www.scribd.com/hrvojezujic

Nikola Tesla (1856-1943) è stato con tutta probabilità il massimo, pressoché insuperabile inventore nei campi dell’elettricità e del magnetismo. Nel 1977, in occasione delle Celebrazioni per il centoventesimo anniversario della sua nascita, organizzate dall’Accademia Yugoslava delle Arti e delle Scienze, la casa editrice Školska knjiga di Zagabria ha pubblicato Le mie invenzioni, l’autobiografia di Tesla, libro nel quale l’inventore descrive (fra l’altro) la concezione originaria e lo scopo della costruzione della Wardenclyffe Tower a Long Island, che per vari motivi non venne mai ultimata né resa operativa. Segue uno stralcio del capitolo cinque del libro.

Un giorno, mentre girovagavo in montagna, cercai riparo da un’imminente tempesta. In cielo si addensarono grevi nubi, tuttavia in qualche modo la pioggia tardava a cadere sino quando, all’improvviso, vi fu il bagliore di un fulmine e, pochi momenti dopo, si scatenò un diluvio. L’osservazione di questo fatto mi indusse a meditare. Risultava evidente che i due fenomeni erano strettamente correlati da un rapporto di causa-effetto e, dopo una breve riflessione, giunsi alla conclusione che l’energia elettrica implicata nella precipitazione dell’acqua era irrilevante, essendo la funzione del fulmine assai simile a quella di un sensibile innesco. Vi era la possibilità di conseguire fantastici traguardi. Se riuscissimo a produrre effetti elettrici della qualità richiesta, sarebbe possibile trasformare l’intero pianeta e le condizioni di esistenza su di esso. Il sole fa evaporare l’acqua degli oceani e i venti la trasportano in regioni lontane, dove permane in uno stato di delicatissimo equilibrio. Se avessimo la facoltà di capovolgerlo dove e quando desiderato, questo imponente flusso di sostentamento della vita potrebbe essere controllato a piacimento. Potremmo irrigare aridi deserti, creare laghi e fiumi nonché fornire forza motrice in quantità illimitata. Questo sarebbe il modo più efficiente di sfruttare il sole per utilizzi da parte degli esseri umani. Il coronamento di tale obiettivo dipendeva dalla nostra capacità di sviluppare forze elettriche del medesimo ordine di quelle presenti in natura.
[Il grassetto è aggiunto.]
Sembrava un’impresa disperata, tuttavia decisi di provarci e appena di ritorno negli Stati Uniti, nell’estate del 1892…si diede inizio a un lavoro per me ancor più allettante, in quanto un mezzo dello stesso tipo era necessario per la riuscita trasmissione di energia senza l’uso di fili.

L’ingegneria della pioggia di Tesla
Il Dr. Nikola Tesla intuì con chiarezza che l’acqua è vita, elemento essenziale di origine e sviluppo della vita sul pianeta Terra. Nelle zone aride le forme di vita sono alquanto rare. Solo l’acqua è capace di rendere verde il deserto. Tesla intendeva fabbricare un dispositivo che creasse fulmini e in tal modo generasse pioggia, che a sua volta avrebbe determinato un clima favorevole nelle aree desertiche.
Il fulmine è un fenomeno di scarica elettrica, la cui percepibile manifestazione acustica è il tuono. Ancora oggi gli scienziati sono intenti a cercare di comprendere e spiegare determinati fenomeni correlati ai fulmini.
I processi di condensazione nell’atmosfera inducono l’accumulo di elettricità nelle nubi. La polarizzazione delle cariche all’interno delle nubi temporalesche determina un aumento del potenziale elettrico fra determinate parti, il che ha come esito una scarica elettrica. Le scariche elettriche possono manifestarsi all’interno di una nube, fra due nubi oppure fra una nube e il suolo. Quest’ultimo caso è quello che ci interessa, un gigantesco cortocircuito fra il cielo e la terra.
Nel 1750 Benjamin Franklin scoprì che l’elettricità non è uniformemente distribuita su tutti gli elementi della superficie di un conduttore (salvo che nel caso di una sfera); la sua distribuzione dipende dal grado di curvatura degli elementi della superficie considerata. In linea generale, la densità di carica più elevata è situata sui bordi, sulle parti sporgenti e acuminate piuttosto che su quelle tonde e piane. A livello statistico il fulmine colpisce seguendo il percorso maggiormente conduttivo, vale a dire quello con la più elevata densità di carica. Nel corso dei suoi esperimenti Franklin scoprì che quanto più acuminato e conduttivo era il parafulmine, tanto più facile risultava attrarre un fulmine nel corso di una tempesta elettrica. Questo è il motivo per cui egli progettò il suo parafulmine con la punta laminata d’oro.
Ad ogni modo, da allora imperversa il dibattito sull’eventualità che i parafulmini debbano avere un puntale sferico oppure acuminato. Nel 1892 Nikola Tesla predisse che l’antenna da parafulmine ideale – ricevitore ed emettitore di fulmini – doveva avere una punta arrotondata, non aguzza. Nel 1918 gli venne assegnato il brevetto USA nr. 1.266.175 per il progetto di un dispositivo di protezione dai fulmini in virtù di una pecca della teoria di Franklin: l’asta acuminata ionizza l’aria circostante, rendendo quest’ultima conduttiva ed elevando in tal modo la probabilità di un fulmine. Un documento dal titolo “Lightning Rod Improvement Studies” di C. B. Moore et al., pubblicato nel maggio 2000 sul Journal of Applied Meteorology, va a ulteriore conferma della teoria di Tesla (vedere http://tinyurl.com/d7mcne).
Quindi mentre Franklin inventava il parafulmine, la soluzione tecnica per attirare fulmini naturali dalle nubi, Tesla si proponeva di approntare un dispositivo che generasse fulmini in aree desertiche prive di copertura nuvolosa e in tal modo provocare precipitazioni.
Nel tunnel di scarica di un fulmine naturale la temperatura è pari a circa 30.000°C, la carica elettrica raggiunge 40 MV e la corrente elettrica si aggira attorno ai 110 kA. Si stima che l’energia di un fulmine corrisponda a circa 40MWh. Si presumeva che la Wardenclyffe Tower di Tesla impiegasse un trasformatore per creare alta tensione e, invece di fulmini naturali, producesse scarica ionica senza fiamma ad alta energia. Come base di questo congegno Tesla prefigurava una piramide a otto facce con un emisfero sulla cima. Per quale motivo?
Lo scienziato sosteneva che la Terra è un’armatura di condensatore sferica, mentre la ionosfera rappresenta l’altra armatura. Recenti misurazioni hanno determinato che la differenza di tensione fra la Terra e la ionosfera è pari a 400.000 volt. Le linee di forza della carica elettrica più i campi provenienti dal Sole agiscono verticalmente sui lati della piramide. Equipotenziali magnetici manifestano una grande densità del campo magnetico in cima o al vertice della piramide. La tensione del campo elettrico aumenta di 100 V/m in concomitanza con l’altezza. Il campo negativo terrestre raggiunge la massima intensità e densità in corrispondenza del vertice della piramide. Alla sommità della Piramide di Cheope (altrimenti nota come la Grande Piramide o Piramide di Khufu) vi è una tensione pari a 14.600 V. (Vedere fig. 1).

Figura 1: L’effetto della Piramide di Cheope sulla densità dei campi elettrici e magnetici.

La Piramide di Cheope dispone di una propria capacità elettrica, la prerogativa di accumulare un certo quantitativo di carica elettrica. Se sulla piramide converge troppa carica elettrica, quella in eccedenza si scarica presso la sommità. Secondo alcune voci, in origine il vertice della Piramide di Cheope consisteva in un pyramidion in oro massiccio – un eccellente conduttore.
La tensione alla sommità della struttura dipende esclusivamente dall’altezza, e questo è il motivo per cui Tesla predispose una torre, una struttura che si elevava in altezza; optò per una forma piramidale a otto lati, ma poteva essere una piramide a quatto lati, una con innumerevoli lati, un cono, la tensione sarebbe stata la medesima in ogni caso. La forma simmetrica della struttura ne avrebbe accresciuto la stabilità statica e la resistenza a fenomeni sismici.
Per quale motivo Tesla fabbricò una sfera, di ventuno metri di diametro, sulla cima della torre piramidale? Cosa si realizzò con tale iniziativa? Il fatto che la sfera fosse priva di punte comportava che la tensione si sarebbe distribuita in modo uniforme sulla sua intera superficie. La tensione scaricata dal vertice della piramide sarebbe stata acquisita dalla sfera, aumentando in tal modo la capacità elettrica complessiva dell’intera torre. Invece di verificarsi presso un punto alla sommità della piramide, la scarica si sarebbe prodotta presso numerosi punti su tutta la superficie della sfera. La conclusione è che aggiungendo la sfera al vertice della piramide, la capacità elettrica del dispositivo sarebbe risultata accresciuta, il che avrebbe aumentato la possibilità di generare fulmini di gran lunga più potenti.
La Wardenclyffe Tower di Tesla fu progettata per elettrificare l’atmosfera in un baleno e produrre un temporale accompagnato da pioggia, nonché per fungere da mezzo per una comunicazione senza fili su scala mondiale. Per nostra grande disdetta, la torre non venne mai ultimata; fu smantellata nel corso della Prima Guerra Mondiale. Tesla non ebbe mai occasione di effettuare gli esperimenti che aveva pianificato a Long Island, né di applicare l’ingegneria della pioggia in condizioni desertiche.

Ioni negativi ed effetti benefici connessi
Come funzionano i dispositivi d’avanguardia per il condizionamento dell’aria? Regolano umidità e temperatura dell’aria e, inoltre, generano ioni negativi. L’influsso degli ioni negativi sulla salute umana è noto da una sessantina d’anni, accompagnato da una grande mole di ricerche scientifiche.
Nell’organismo umano sono costantemente in atto processi biochimici di ossidazione e riduzione, il che richiede che ioni caricati negativamente funzionino in modo appropriato. Tutti gli esseri viventi ricevono dall’aria ioni caricati negativamente, attraverso la cute e gli organi respiratori. Quando in un locale vi sono ioni negativi a sufficienza, ne consegue un incremento del contenuto di ossigeno nel sangue e la normalizzazione del battito cardiaco, accelerando in tal modo l’eliminazione delle tossine. Grazie a un migliore afflusso di sangue al cervello, la concentrazione e altre facoltà mentali ne risultano rafforzate, le conseguenze dello stress vengono neutralizzate mentre tensione e mal di testa leniti. Gli ioni negativi si legano con le tossine dell’organismo, vale a dire che fungono da antiossidanti, prevenendo in tal modo lo sviluppo di malattie degenerative.
In natura la condizione più favorevole per la ionizzazione dell’aria si presenta dopo temporali, acquazzoni e rovesci, quando si verificano le scariche in atmosfera, ovvero quando nell’aria la quantità di ioni negativi è significativamente superiore a quella di ioni positivi. Accresciute concentrazioni di ioni di ossigeno negativi sono riscontrabili anche nei pressi delle cascate, nelle foreste di pini, in montagna, lungo la riva del mare e anche nelle caverne (il che ha dato origine alla speleoterapia; vedere http://tinyurl.com/ap9nyg).

Le piramidi come generatori di ioni negativi
Qual era la funzione delle piramidi? Produrre fulmini? Niente affatto. Le piramidi hanno funzionato per millenni, e continuano a farlo, come generatori di ioni negativi. Allo scopo di ionizzare costantemente l’aria circostante, le piramidi dovevano essere collegate a una fonte permanente di ioni negativi. Come si è ottenuto tale scopo? Dove si trovano le linee ‘elettriche’ che conducono alle piramidi?
La Piana di Giza nasconde acque sotterranee in abbondanza. Grossi fiumi sotterranei che scorrono attorno alle piramidi sono zeppi di ioni negativi e, tramite l’effetto piezoelettrico, ‘traspondono’ questi ioni a ciascuna piramide, la quale quindi li accumula e scarica l’eccedenza presso la sommità. Tutte le piramidi della piana sono costruite con pietra a elevato contenuto di cristallo, in grado di legare le cariche elettriche derivanti dall’acqua quando questa, nel sottosuolo, esercita una pressione meccanica contro il cristallo stesso. Se esponiamo il cristallo a deformazione meccanica, cariche elettriche orientate compaiono in superficie – fenomeno noto come effetto piezoelettrico. Il cristallo rappresenta il convertitore di energia meccanica in energia elettrica. In virtù del costante processo di carica e scarica della piramide, che viene caricata elettricamente dai fiumi sotterranei, la piramide stessa si contrae e si espande, determinando continui microterremoti.

Obelischi, chiese e moschee come ionizzatori
Gli obelischi funzionano in base a un identico principio. Sono pilastri fatti di pietra cristallina con un pyramidion in oro, argento o rame posto sulla sommità, e sono siti al di sopra di acque sotterranee. Un obelisco è di fatto uno ionizzatore d’aria.
Il succitato principio è stato applicato ad antiche chiese e moschee, costruite utilizzando pietra dall’elevato contenuto cristallino. Campanili e cupole di chiese e moschee erano in massima parte fatte di rame, argento od oro, e quasi tutte queste antiche costruzioni venivano situate al di sopra di corsi d’acqua sotterranei – fonti naturali di ioni negativi. Anche all’interno di queste chiese e moschee è avvertibile una proficua ionizzazione negativa.

Figura 2: Menhir bosniaci

Menhir come ionizzatori
I megaliti presenti in tutto il mondo rappresentano la forma più primitiva di ionizzatori. Questi menhir sono fatti di materiale cristallino e sono situati al di sopra di corsi d’acqua sotterranei, tuttavia non presentano il vertice aguzzo in materiale conduttivo e quindi la loro prerogativa di ionizzazione dell’aria ha una potenza inferiore, carenza risolta erigendo un consistente quantitativo di megaliti in determinate aree, il che ha incrementato la potenza complessiva.
I menhir bosniaci (figure 2 e 3) appartengono a tale gruppo, singolari e monumentali blocchi di pietra ampiamente diffusi sul territorio della Bosnia-Erzegovina, zone meridionali della Croazia, Montenegro occidentale e Serbia sud-occidentale. I menhir sono simboli di una comune usanza nazionale, e in quanto pietre tombali sono una traccia della cultura medievale di quelle regioni. Ad ogni modo, sono l’eredità e il tesoro autoctono di un’antica civiltà di cui storici e archeologi ignorano tuttora identità e cornice temporale (vedere figura 3).
Dubravco Lovrenović, PhD, membro della Commissione per la Tutela dei Monumenti Nazionali della Bosnia-Erzegovina, stima che solo in tale nazione esistano oltre 100.000 menhir; anche se questi solitamente sono sparpagliati e molti di essi sono stati spostati, mentre i tumuli annessi sono stati ricostruiti varie volte, le pietre sono disposte secondo striscie o linee, la cui direzione è quasi invariabilmente da sud verso nord.
Si stima che in realtà i menhir siano di gran lunga più numerosi di quelli bosniaci registrati a livello ufficiale. Molti di essi sono andati persi, sono stati distrutti, utilizzati per altre costruzioni o semplicemente non localizzati.

Figura 3: Posizione e densità dei menhir bosniaci

Tunnel e caverne come fonti di ioni negativi
Laddove obelischi e menhir bosniaci hanno un effetto esclusivamente esterno, una ionizzazione proficua è avvertibile all’interno degli spazi vuoti di una chiesa, moschea o piramide.
A parte i corsi d’acqua sotterranei, la piramide utilizza un’ulteriore fonte di ioni negativi: una caverna naturale, che intensifica il benefico effetto di ionizzazione della piramide stessa.
La Piramide di Cheope include una caverna (denominata “il Grotto”), situata alla sua base racchiusa nel granito, mentre la Piramide del Sole di Teotihuacan, in Messico, fu eretta sopra una caverna scoperta solo nel 1970. Qualsiasi piramide che non contenga una caverna è collegata, tramite un tunnel, a una caverna distante. I tunnel al di sotto delle piramidi svolgono la funzione di caverne “artificiali”; trascorrervi del tempo è assai salutare.
Gli esiti di misurazioni radar sulla Piana di Giza, effettuate dai geofisici egiziani Abbas Mohamed Abbas, El-said A. El-Sayed, Fathy A. Shaaban e Tarek Abdel-Hafez, sono stati pubblicati sul Journal of Geophysics dell’Egyptian National Research Institute of Astronomy and Geophysics NRIAG (edizione speciale 2006, pp. 1-16; vedere documento presso http://tinyurl.com/pbyltp).
A trecentocinquanta metri dalla Piramide di Cheope, in direzione sud-est, i geofisici egiziani hanno registrato il segnale di un potenziale tunnel. I valori dielettrici delle strutture sotterranee sono riportati in figura 4 (derivati dal documento di cui sopra, p. 13).
La capacità elettrica (C) di un conduttore che sia collocato nell’isolatore della costante dielettrica (ε) è: C = εC0, dove C0 rappresenta la sua capacità nel vuoto. Quanto più grande è la costante dielettrica del materiale, tanto più grande la capacità del condensatore. Con un vuoto, ε = 1; con l’idrogeno, ε = 1.2; con l’ossigeno, ε = 1.5; con il silicio, ε = 4.5; con il calcare, ε = 4-8; con l’acqua, ε = 81. Quanta più umidità è presente nel tunnel (ε1), tante più cariche elettriche può accumulare l’aria. Onde evitare che il calcare assorbisse tutte queste cariche negative dalla Piana di Giza (ε2), gli originari costruttori del complesso delle piramidi “isolarono” il tunnel con pietre (ε3) inserite nelle pareti del tunnel.

Figura 4: Questo schema illustra la possibile presenza di pozzi nelle aree esaminate sulla Piana di Giza
 

Nella figura 4 (sopra) : pozzo riempito con materiali conduttivi
   ε1     costante dielettrica relativa dei materiali di riempimento del pozzo
ε2: costante dielettrica relativa del calcare della piana della piramide di Giza
ε3 costante dielettrica relativa delle pietre di rinforzo

 

Piramidi egizie e bosniache come giganteschi oscillatori
I geofisici russi O. B. Khavroshkin, PhD, e V. V. Tsyplakov, PhD, in forza allo Schmidt Institute of Physics of the Earth di Mosca, da molti anni analizzano microterremoti sulla superficie delle piramidi e hanno elaborato numerose teorie sulle loro cause. Gli studiosi hanno effettuato misurazioni dei rumori sismici su una sessantina di piramidi egizie (vedere, ad esempio, http://tinyurl.com/dn88sr); li ho incontrati nell’agosto 2007, allorquando stavano effettuando misurazioni sulle piramidi bosniache.
Ai piedi del lato sud della Piramide Piegata di Sneferu, i geofisici hanno registrato un’armonica più forte del microterremoto di 17 Hz, che rientra nella gamma degli infrasuoni (0Hz-20Hz) e non è percepibile dall’orecchio umano (figura 5).
Come possiamo spiegare la ragione di questo continuo microterremoto? La centrale idroelettrica di Aswan dista all’incirca 700 chilometri ed è difficile credere che la subarmonica registrata (F0 = 50 Hz / 3 = 16.67 Hz) derivi da generatori elettrici. Come ipotizzato dai geofisici, esiste forse la possibilità che la Piramide Piegata di Sneferu sia in realtà una stazione radio che capta un segnale dalla pulsar PSR 1913+16, che ha una frequenza pari a 16.95 Hz? (Vedere, ad esempio, http://www.cprm.gov.br/331GC/1184057.html.)
Siamo in grado di osservare che le piramidi egizie sono strumenti musicali accordati su frequenze di tono diverse (figure 5, 6 e 7); nelle piramidi bosniache riscontriamo il medesimo fenomeno (figure 8, 9 e 10).

Figura 5: Spettro del rumore sismico ai piedi del lato sud della Piramide Piegata di Sneferu, nella regione del Dahshur, Egitto

Figura 6: Spettro del rumore sismico proveniente dalla Piramide Rossa a Dahshur

Figura 7: Spettro del rumore sismico proveniente dalla Piramide di Micerino a Giza

Figura 8: Spettro del rumore sismico ai piedi della Piramide del Sole, in Bosnia, f 0 = 81 Hz

Figura 9: Spettro del rumore sismico proveniente dalla sommità della Piramide del Sole, in Bosnia, f = 83 Hz, 132 Hz, 147 Hz e 165 Hz

Figura 10: Spettro del rumore sismico ai piedi del Tempio della Terra, in Bosnia, f = 13 Hz

 

Regolazione automatica del funzionamento delle piramidi
In base alle tabelle dei rumori sismici stilate dai geofisici russi, possiamo osservare che ciascuna struttura di forma piramidale presenta caratteristiche di frequenza differenti. Questo aspetto è del tutto logico, in quanto non esistono due piramidi che presentino dimensioni, materiali di costruzione o strutture sotterranee uguali.
Risulta chiaro che ciascuna piramide concentra onde sismiche sfruttando una o più frequenze risonanti. A seconda dell’elettricità atmosferica, la piramide modifica la quantità di cariche negative che assorbe da caverne, gallerie e acque sotterranee, rilasciandole nell’atmosfera; quindi, in virtù dell’effetto piezoelettrico, anche ampiezze e frequenze dei microterremoti subiscono lievi modifiche.
La corrente elettrica inizierà a fluire fra due elementi con carica diversa e la sua intensità dipenderà dalla differenza di potenziale degli elementi stessi. Più elevata la tensione, più intensa la corrente, e viceversa. In condizioni più soleggiate l’aria è più ricca di cariche positive, quindi, per neutralizzarle, la piramide attrae più ioni negativi da caverne, gallerie e acque sotterranee. Dopo la pioggia, la differenza di potenziale è inferiore e la pressione elettrica più debole, quindi la piramide riduce l’intensità della ionizzazione.

Compendio
Una piramide cristallina, unitamente ai relativi fiumi, caverne e tunnel sotterranei, agisce come un generatore di utili ioni negativi, dotato della facoltà di regolazione automatica dell’intensità.
Nel 1892 il Dr. Nikola Tesla ebbe l’idea di realizzare una macchina per la produzione di pioggia che avrebbe creato condizioni favorevoli alla vita in alcune regioni. Si presumeva che tale macchina funzionasse in base al principio di una forte ionizzazione dell’atmosfera, pressoché istantanea.
Mentre l’idea di Tesla era quella di ionizzare l’atmosfera tramite scariche elettriche, gli originari costruttori delle piramidi possedevano una tecnologia in grado di ionizzare l’atmosfera in modo meno potente, ma continuo e quasi impercettibile.
A migliaia d’anni dalla loro costruzione, le piramidi bosniache funzionano ancora in modo eccellente. Sono ricoperte dalla vegetazione e il territorio circostante è caratterizzato da verdi vallate con abbondanza di benefiche cariche negative provenienti da sotto le piramidi. La costante ionizzazione dell’atmosfera preserva gli ecosistemi locali. L’intera Valle delle Piramidi di Bosnia ospita una rete di tunnel e fiumi sotterranei, come confermato da numerose falde di acqua freatica.
Il fatto che attualmente le piramidi egizie si trovino in un ambiente desertico, privo di vegetazione, mi induce a concludere che non stiano funzionando a dovere; si deve essere verificata qualche avaria nel sistema.
Forse i tunnel sotterranei sono crollati; forse qualcuno ne ha deliberatamente chiusi alcuni, ostruendo in tal modo il flusso di ioni negativi; forse alcune sorgenti sotterranee d’acqua si sono prosciugate o una grande alluvione ne ha provocato una deviazione dei flussi. Il mistero permane.
A distanza di novantadue anni ricordiamo la torre di Tesla, con la sua forma piramidale e la sfera posta sulla sommità. Tesla si trovava nella fase iniziale della ricerca relativa a una tecnologia che forse era già stata elaborata e utilizzata da antichi costruttori delle piramidi. Confidiamo che il retaggio scientifico di questo genio dimenticato, Nikola Tesla, ispiri alcuni ricercatori a realizzare la sua idea per risolvere il mistero delle piramidi di tutto il mondo.    ∞

L’autore:
Hrvoje Zujić è nato nel 1970 a Osijek, in Croazia. Laureato in Ingegneria Elettronica, è un ingegnere abilitato alla progettazione e al controllo di installazioni elettriche. Dal 1998 è membro del gruppo di ingegneri elettrici in forza all’Associazione Croata degli Architetti e Ingegneri Edili (http://www.hkaig.hr). Da un quindicennio svolge ricerche su radiazioni geopatiche, bioenergia, biofisica, elettronica biomedica e polycontrast interference photography. Hrvoje è un esperto di piramidi nonché ricercatore nelle aree di confine della scienza; è coautore (assieme a Vilim Kanjski) di the Secrets of the Pyramids Revealed (ISBN 978-953-244-047-8). Per contatti via email: [email protected]. Visitate il suo indirizzo SCRIBD presso http://www.scribd.com/hrvojezujic.

Articolo di Hrvoje Zujić, pubblicato su Nexus New Times nr. 82 (edizione italiana).


Se questo articolo ha suscitato la tua curiosità, potrebbe interessarti anche La scoperta del più antico complesso di piramidi europeo di Philip Coppens, pubblicato su Nexus New Times nr. 80, che racconta nei dettagli la scoperta delle antiche 'colline piramidali' della Bosnia.

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