Qualche mese fa il giornale online EUobserver segnalava l’esistenza di un documento informale redatto su iniziativa della Gran Bretagna, della Lituania, dell’Estonia e della Danimarca, che chiedeva di dotare la UE di mezzi d’informazione comuni volti a “decostruire… la propaganda ostile” che i media russi rappresenterebbero nella cornice del conflitto ucraino. La contrapposizione tra il blocco americano-occidentale e la Russia ha in effetti permesso che si rendesse evidente l’irregimentazione dei grandi media occidentali sui temi geopolitici e strategici, ed ha permesso a numerosi cittadini europei, alla ricerca di un’informazione realista ed oggettiva, di informarsi fuori dalla sfera d’influenza americana attraverso i grandi media russi come Russia Today, che dispone ora di un’edizione in lingua francese. Il semplice raffronto tra le informazioni diffuse all’interno del blocco NATO e quelle circolanti al di fuori della sfera di influenza americana-occidentale, permette effettivamente di prendere coscienza della propaganda di guerra all’opera nei media europei e della loro manipolazione dell’informazione.
Il documento, probabilmente d’origine statunitense, prevedeva dunque la messa in opera a livello europeo di una
“piattaforma permanente nell’ambito della quale la UE e la NATO possano scambiare i loro punti di vista sulla comunicazione strategica”
e chiamava i produttori mediatici ad
“incoraggiare gli scambi tra le produzioni dei diversi Paesi (intrattenimento, film, documentari) al fine di fornire delle alternative competitive alla produzione russa sul mercato europeo della televisione”.
Il consiglio europeo del 19 e 20 marzo scorsi ha adottato a questo scopo una “tabella di marcia” concernente la messa in atto delle misure preconizzate da quel documento, sotto la supervisione del capo della diplomazia europea Federica Mogherini, al fine di
“supervisionare il nuovo programma di ampia scala per contrastare il lavoro dei media russi”.
Quest’ultima ha segnatamente dichiarato il 19 gennaio:
“Noi lavoriamo alla messa in opera di una strategia di comunicazione per fronteggiare la propaganda in lingua russa”.
A questo fine, é previsto il lancio di un grande media in lingua russa destinato a promuovere la visione atlantista nella sfera d’influenza della Russia ed a contrastare Russia Today, sul modello dei vecchi media operati dalla CIA ai tempi della guerra fredda, come Radio Liberty o Radio Free Europe. Il documento, che non é stato reso pubblico e sarà classificato come “top secret” ma di cui alcuni elementi sono filtrati, invita i giornalisti d’investigazione ad accostarsi a strutture quali lo European Endowment for Democracy, guidato dalla CIA.
Russia Today, come primo media internazionale russo, è il bersaglio principale di questa campagna. In Gran Bretagna, l'Office of Comunications, la struttura di regolamento dei media, ha espresso in dicembre un avvertimento a Russia Today, minacciandola del ritiro della licenza se la testata non dovesse tenere conto delle sue osservazioni.
All’inizio dell’anno, il redattore capo del quotidiano americano The Economist, Edward Lucas, ha qualificato i dipendenti di RT come “eccentrici e propagandisti” ed ha invitato al loro boicottaggio. In particolare ha affermato:
“Chiunque poggerà il suo CV sulla mia scrivania, non appena io veda che ha lavorato per RT o Sputnik o qualche cosa del genere, il CV sarà gettato nell’immondizia. Dobbiamo essere capaci di umiliare questi canali, queste persone e le persone che le hanno nominate, i produttori che li hanno lanciati, e ricacciarli al margine del mondo dei media, così che non li si consideri come dei veri giornalisti o dei veri canali ma come degli eccentrici e propagandisti”.
Un primo passo nella messa in opera di una strategia europea di propaganda di massa è appena stato compiuto con la firma di un’alleanza tra sette grandi quotidiani nazionali che comprende Le Figaro per la Francia, Le Soir per il Belgio, La Repubblica per l’Italia, El Pais per la Spagna, La Tribune de Genève e il Tages-Anzeiger per la Svizzera, e che sarà diretta da Javier Moreno, ex direttore de El Pais. Gli obiettivi ufficiali sono “la messa in comune delle competenze, così come la promozione del giornalismo di qualità”.
Questa alleanza é stata chiamata Leading European Newspaper Alliance (LENA) e si é data come obiettivo operativo di costruire una “piattaforma di cooperazione tra editori per condividere le loro esperienze nell’era digitale”, ovvero che proporrà una piattaforma di condivisione reciproca dei contenuti. Questa condivisione avrà per conseguenza una riduzione della diversità editoriale ed una uniformizzazione dei contenuti su scala europea, il che faciliterà l’imposizione e la circolazione della propaganda atlantista su scala continentale. L’obiettivo dichiarato è così quello di “fare emergere un’opinione pubblica in Europa”…
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Articolo di Guillaume Borel apparso su Le moutons enragés il 21/03/2015
Taduzione in italiano a cura di Fulvio per sakeritalia.it
Fonte: sakeritalia.it
Vedi anche:
Verso la fine della propaganda statunitense, di Thierry Meyssan
Russia Today: guerra mediatica o libertà di informazione?, pubblicato su PuntoZero n. 10 (Sotto la lente)