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L’analisi dei risultati delle elezioni europee in Italia

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A circa una settimana dal voto per l’elezione dei deputati al parlamento europeo riflettiamo su questi risultati. È stato detto tutto? I media di regime, la stampa e la TV ufficiale hanno esaltato la grande vittoria del PD, ora “legittimato” a continuare a ridimensionare i diritti dei cittadini e dei lavoratori, a tagliare le pensioni, ad aumentare  l’età pensionabile, a tagliare la spesa pubblica, a privatizzare o meglio svendere le imprese pubbliche rimaste in mano dello stato, a privatizzare la sanità, l’educazione, etc..

I media alternativi in linea di massima hanno imprecato contro gli italiani che hanno votato chi li sta affogando con la politica dell’austerità, con l’incremento delle tasse, lo smantellamento dei diritti acquisiti in decenni di lotte sociali e sindacali; gli italiani non avrebbero capito che questo governo, cui hanno dato la fiducia, sta operando esattamente come tutti quelli che si sono susseguiti dalla caduta del muro di Berlino e la fine dei grandi partiti ideologici. Infatti, dopo la dissoluzione dei grandi partiti ideologici (Democrazia Cristiani, Partito Comunista, Partito Socialista, etc.), tutti i governi non hanno fatto altro che portare avanti una politica incentrata sulla riduzione del debito pubblico, attraverso un aumento delle tasse ed un taglio alla spesa pubblica. I due governi Amato, il Governo Ciampi, i  quattro Governi Berlusconi, il Governo Dini, i due Governi Prodi, i due Governi D’Alema, il Governo Monti, il Governo Letta ed oggi il Governo Renzi hanno sempre e solo parlato di austerità, che in poche parole si traduce in un taglio agli investimenti nel campo sociale (educazione, sanità, previdenza ed assistenza sociale) e nello smantellamento dei diritti acquisiti, dunque minor protezione per le classi più deboli, facilità di licenziamento, sempre più precarietà e disoccupazione. Molti si sono chiesti come sia possibile che il popolo voti per il partito di governo che lo sta impoverendo.

Alcuni (vedasi il sito Anticorpi) per spiegare l’inaspettata vittoria del PD hanno ipotizzato anche brogli elettorali, adducendo una serie di ragioni, tra cui il fatto che nessun sondaggio aveva previsto una vittoria così schiacciante del PD ed alcuni “Exit Poll” italiani diffusi in Gran Bretagna negli ambienti della finanza alle ore 20 della domenica, quando in Italia erano ancora in corso le votazioni; questi exit poll annunciavano il sorpasso del M5S ai danni del PD: 30% circa contro il 29% circa. A volte, anzi spesso gli exit poll sono stati un disastro, ma mai il voto ufficiale ha ribaltato questi sondaggi in tali proporzioni.
Personalmente non ho prove per dire che i risultati delle elezioni siano stati manipolati, ma francamente non ho nessuna fiducia nel sistema elettorale italiano, per il semplice fatto che mi sembra assurdo che le elezioni siano organizzate e gestite dal Ministero degli Interni, ossia un organo di parte, interessato e direttamente coinvolto nel risultato.

In Italia si parla spesso (senza mai apportare soluzioni) di conflitto di interesse; uno dei principali conflitti di interesse riguarda proprio l’organizzazione delle elezioni. Le elezioni dovrebbero essere organizzate e gestite da un organo imparziale. In molti paesi civili esiste un organo indipendente chiamato generalmente “Consiglio Nazionale Elettorale” dedito esclusivamente all’organizzazione di tutte le operazioni elettorali di un determinato paese. In Italia non esiste; le elezioni sono gestite dal Ministero degli Interni, un organo del Governo, sempre interessato al risultato delle elezioni. È come dire che una partita di calcio sia arbitrata dal presidente di una delle due squadre! Nel mondo del calcio sarebbe una assurdità, però nel caso delle elezioni italiane succede proprio questo: il rappresentante di uno dei partiti in lotta, il Ministro degli Interni, è l’arbitro, colui che organizza  e gestisce le elezioni. Per me questa situazione non garantisce imparzialità. In politica si parla di divisione dei poteri, ma poi si finisce per assegnare ad una parte in competizione la gestione delle elezioni. Anche senza avere prove di possibili brogli elettorali, con questo sistema vigente non si possono escludere.

Specificato questo ed assumendo che i risultati elettorali di domenica scorsa non siano stati manipolati passiamo ad analizzarli nella sostanza.
I media di regime, i servi del regime ovviamente hanno esaltato la vittoria del PD, facendo enfasi sul fatto che il 40%, anzi il 41% del popolo italiano lo abbia votato.
Innanzitutto la vittoria del PD non è così stratosferica come vogliono farla apparire. Questo partito è un carrozzone nato dalla confluenza di ampi settori dei principali partiti di un tempo; infatti nel PD sono confluiti una parte consistente della DC, del PCI, del PSI, del PSDI e di altri piccoli partiti. I media di regime esaltano la percentuale del 41% di voti presi dal PD, ma dimenticano di evidenziare il numero di voti effettivi, pari a 11.203.231. Sia nelle elezioni europee del 1979 che in quelle del 1984 e del 1989 la DC da sola prendeva più voti che l’attuale PD. Non dimentichiamo che Renzi non solo storicamente appartiene ad una famiglia democristiana, ma lui stesso proviene dalle file della DC e del partito Popolare successore della DC, prima di confluire nel PD.
Insomma i principali partiti confluiti nel carrozzone PD insieme sommavano 28,5 milioni di voti nel 1979, 28,4 milioni nel 1984 e 27,1 milioni nel 1989. Poi questi partiti come detto si sono sciolti e ampi settori sono successivamente confluiti nel carrozzone del PD.

È una grossa bugia che il popolo italiano abbia votato massivamente per il PD. Gli elettori iscritti a votare erano in totale 50.662.460; il PD avendo preso 11.203.231 di voti significa che solamente il 22% degli italiani lo ha votato, ossia solamente un italiano su 5!
I media di regime hanno nascosto, o meglio non hanno evidenziato come avrebbero dovuto fare, il dato dell’astensionismo: 21.671.202 italiani non si sono recati a votare, 579.353 hanno preferito votare scheda bianca e 959.231 hanno annullato la scheda (Voto nullo); in totale 23.209.786 di italiani sono contrari a tutti i partiti presenti in questa competizione. Ovviamente qualcuno di questi avrebbe voluto volare, ma non è potuto andare magari per una malattia; ma indubbiamente la stragrande maggioranza di questi oltre 23 milioni di italiani non è andato a votare perché non condivide nessun partito o addirittura non condivide il sistema. Gli italiani che non hanno votato sono più del doppio di coloro che hanno votato per la “Nuova Democrazia Cristiana”, ovvero il PD. È un dato di fatto inconfutabile, totalmente sottaciuto dai media di regime.

Il dato dell’astensionismo in Italia è in forte aumento, se si pensa che nel 1979 gli astenuti (sommando coloro che non sono andati a votare a coloro che hanno votato scheda bianca o nulla) erano 7.160.804 (il 16.97% del totale degli elettori); sono stati 9.806.700 nel 1984 (21,82%); 11.542.644 nel 1989 (24,90%), 15.512.067 nel 1994 (32,01%), 18.215.883 nel 1999 (36,97%), 17.287.841 nel 2004 (34,71%) e 19.718.313 nel 2009 (39,17%).
Dal grafico sottostante si evince chiaramente il continuo aumento dell’astensionismo e la relativa riduzione dei voti validi.


Nota: Elaborazione Attilio Folliero su dati del Ministero degli Interni

Qualcuno sicuramente dirà che nella democrazia rappresentativa contano solo i voti espressi. Certamente un governo sarà sempre costituito sulla base dei soli voti espressi, anche se a votare fossero solo poche migliaia di persone. Ciò, però non significa che il popolo appoggi un governo uscito dalle urne.

Dove ha preso i voti il PD? Diciamo subito che anche da queste elezioni esce una Italia divisa in due: i cittadini delle regioni ricche del centro nord sono andati a votare ed hanno votato per il PD, mentre quelli delle regioni più povere del sud si sono astenuti ed al PD hanno dato meno voti.
In otto regioni (Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Molise e la nordica Valle d'Aosta) ha prevalso maggioritariamente l’astensione; in Sicilia l’astensionismo ha superato il 60%. Nelle otto regioni citate erano iscritti 16.694.068, dei quali 9.295.931 (il 55,68% degli aventi diritto) hanno scelto di non votare; inoltre coloro che hanno votato non hanno certo appoggiato il PD. La disoccupazione, la precarietà, il malcontento, la diffidenza verso lo stato ed il governo “ladro” hanno convinto la maggioranza dei cittadini del sud a boicottare le urne e penalizzare il principale partito di governo, il PD, che qui raccoglie il voto del 15,65% degli iscritti, ossia solamente 2.612.541 di cittadini hanno votato per il PD.
In cinque regioni (Trentino Alto Adige, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo e Liguria) l’astensionismo è stato superiore al 40%: su 9.048.373 di cittadini iscritti a votare ben 4.075.639 si sono astenuti, ovvero il 45,04%. Il PD ha preso 1.900.748 voti, ossia è stato preferito dal 21.01% degli iscritti di queste regioni.
Infine, ci sono sette regioni (Veneto, Marche, Piemonte, Lombardia, Toscana, Umbria ed Emilia Romagna) dove l’astensionismo è stato inferiore, pur essendo sempre abbastanza alto: 36,19%. In queste regioni, notoriamente tra le più ricche d’Italia, il PD ha raccolto 6.659.572 di voti; il 28,32% dei cittadini di queste regioni. In queste regioni si concentra di fatto il 60% di tutti i voti che ha preso il PD in Italia.

Tabella 1
Riepilogo del voto nelle venti regioni italiane

Nota: Elaborazione Attilio Folliero su dati del Ministero degli Interni.

Tabella 2
Riepilogo del voto nelle diverse circoscrizioni

Nota: Elaborazione Attilio Folliero su dati del Ministero degli Interni.

Tabella 3
Riepilogo del voto secondo l’astensionismo nelle regioni

Nota: Elaborazione Attilio Folliero su dati del Ministero degli Interni

Chi ha votato per il PD? Indubbiamente le classi oligarchiche e le classi ricche di questo nostro paese hanno votato il PD, il partito di governo, perché con la sua politica tutela proprio queste classi. Ovviamente in Italia non ci sono 11 milioni di oligarchi e ricchi; significa che altre classi hanno votato per il partito di governo. Ha votato per il PD la classe media alta e quella parte di italiani che dai media di regime sono ormai considerati dei “privilegiati”, ossia una parte dei 18 milioni di pensionati ed una parte dei milioni di impiegati e dipendenti pubblici. Coloro che hanno un reddito mensile sicuro derivante dal lavoro impiegatizio o dalla pensione sono ormai considerati dei privilegiati a fronte dei milioni di precari, part-time, sfruttati, disoccupati e sottoccupati che un reddito fisso stabile se lo sognano. Ovviamente noi non consideriamo un impiegato, un dipendente pubblico o un pensionato come un privilegiato. Consideriamo dei privilegiati coloro che hanno dei redditi e delle pensioni altissime, e non certo chi pur avendo uno stipendio mensile o una pensione a mala pena arriva alla fine del mese.
Non è dunque un caso che il PD abbia preso più voti proprio nelle regioni più ricche. In sostanza ad appoggiare il PD non sono certo le classi più umili. Ad appoggiarlo sono quelle classi tutelate dal governo, quelle stesse classi che da 20 anni appoggiano il neoliberismo e che prima appoggiavano il regime democristiano e prima ancora il fascismo.

In conclusione, i media di regime hanno esaltato la vittoria del PD, quando bisognava mettere in evidenza che solamente un italiano su cinque circa lo ha votato. Il vero vincitore di questa elezione è l’astensione. Comunque, grazie alla propaganda di regime, tutti o quasi, inclusi coloro che fanno informazione alternativa sono caduti nella trappola di pensare e scrivere che il PD abbia l’appoggio di una gran parte degli italiani, quando in realtà ha l’appoggio solamente di un italiano su 5. Ed ora grazie alla legittimazione non dei risultati usciti dalle urne, ma dei media di regime il governo potrà continuare tranquillamente nella sua politica tendente a ridurre i diritti di cittadini e lavoratori, potrà aumentare le tasse, potrà tagliare le pensioni, aumentare l’età pensionabile, ridurre gli investimenti nel sociale (educazione, sanità, previdenza), potrà tranquillamente continuare a svendere, a prezzi di saldi le ultime imprese pubbliche e potrà continuare a finanziare banche e banchieri. Insomma potrà continuare a togliere ai poveri per dare ai ricchi. Il tutto nel silenzio generale e soprattutto con la convinzione di tutti che sia necessario.

Di seguito, le prime pagine dei principali quotidiani italiani all'indomani delle elezioni europee. Trionfo, vittoria, valanga, boom, campioni d'Europa … questi i principali titoloni per esaltare la vittoria di Renzi. Nessuno ha evidenziato l'enorme astensionismo, nessuno ha evidenziato che la maggioranza degli italiani non ha affatto votato per Renzi.

 

Attilio Folliero, Caracas 29/05/2014

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