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L’anello al naso

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colui che viene pervicacemente indicato dall’amministrazione Bush come il mandante e l’organizzatore delle stragi dell’11 settembre, il Ricercato Numero Uno in tutto il mondo, in realtà non è mai stato incriminato per quei fatti specifici in quanto, secondo l’FBI, “non ci sono prove concrete” (hard evidence). Potete leggere dell’incredibile vicenda nell’ottimo articolo di Maurizio Blondet.

 

Ma è con la buffonata della morte del mitico al Zarqawi che si è davvero superato ogni limite di decenza e di rispetto nei confronti dell’opinione pubblica. Una volta di più, è Blondet a riassumere nei termini più precisi ed incisivi la questione: imperdibile il suo cenno finale sui “luogotenenti di al Zarqawi” uccisi o catturati dalle forze USA!

 

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È sempre la solita pantomima: l’eliminazione dei figli di Saddam, la cattura di Saddam nella famosa “tana”, gli innumerevoli “luogotenenti” di al Zarqawi… basti osservare il continuo sovrapporsi di nuovi e contraddittori dettagli nella versione ufficiale. Sono morti dei bimbi fra le macerie? Era davvero vivo Zarqawi dopo quella devastazione? I soldati statunitensi lo hanno trovato e hanno cercato di soccorrerlo, come ha dichiarato un portavoce dell’esercito? O invece hanno picchiato a morte il terrorista ferito, come riportato da un testimone alla CBS? Lo hanno preso a calci nello stomaco urlandogli di rivelare il suo nome, come riportato sul Sunday Times di Londra da Hala Jaber, Sarah Baxter e Michael Smith? Ha mormorato qualche parola inintelleggibile prima di morire, come affermato dai primi resoconti dei militari? O invece gli ci sono voluti un’ora e quindici minuti, dopo essere stato estratto dalle macerie dai vicini di casa? E sono compatibili due bombe da 500 libbre con un edificio distrutto ma senza tracce apparenti di bruciature o incendi? È stato “venduto” da qualcuno della sua organizzazione, come dichiarato da qualche fonte americana? È stato rintracciato dall’intelligence giordana oppure consegnato dalla resistenza sunnita, stanca delle sue odiose tattiche? Ah, saperlo… ma una cosa è chiara: questo è il capitolo conclusivo di un’operazione psicologica messa in atto dall’intelligence statunitense (com’era peraltro emerso da alcuni documenti recentemente trapelati e indirettamente confermato da un alto ufficiale dell’esercito), con ogni probabilità coadiuvata o aiutata da quella di altri paesi. E giunge a puntino per distrarre l’opinione pubblica dagli orrendi crimini di guerra contro civili, commessi dalle truppe di occupazione, di cui si cominciava a discutere troppo.

 

Ma adesso sentiamo parlare di trecento terroristi suicidi, addestrati dall’imprendibile mutaforma prima di spirare, che sarebbero salpati per l’Europa pronti a colpire: magari, ai mondiali di calcio in Germania. Proprio un palcoscenico ideale per un attacco terroristico spettacolare, preparato da uno “specialista di esplosivi” che un video mostra impacciato mentre tenta di sparare a raffica con un fucile d’assalto, senza riuscirvi, e passa poi l’arma a un suo “luogotenente” che la prende tranquillamente per la canna, ustionandosi la mano! Sembrava più un remake di “Scemo & Più Scemo”… Insomma, diciamocelo chiaramente: chi ha diffuso e continua a diffondere la favola del famigerato terrorista al Zarqawi evidentemente reputa che abbiamo tutti l’anello al naso e una sveglia appesa al collo.

 

 

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Passando ad altro, non ho potuto fare a meno di pensare al controverso Julien quando ho appreso dello spettacolare meteorite precipitato in Norvegia il 9 giugno.

 

 

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Si ritiene sia il più grosso meteorite mai caduto in questo paese, ed era talmente brillante da essere stato osservato a centinaia di chilometri di distanza in pieno giorno. Coincidenza curiosa, proprio in questi giorni Russell Schweickart, ex astronauta della NASA e presidente della Fondazione B612, durante un convegno internazionale si è appellato al Congresso USA affinché metta in campo dei dimostratori tecnologici in grado di deviare i NEO, ovvero gli oggetti vaganti vicino al nostro pianeta, allo scopo di evitare una “Katrina dallo spazio profondo”.

 

Assai più significativa e preoccupante è invece la notizia secondo cui la NASA sta cancellando o posticipando la messa in orbita di un certo numero di satelliti destinati a fornire informazioni critiche sui cambiamenti climatici terrestri e altri dati ambientali di vario genere. In particolare, sorprende la cancellazione del Deep Space Climate Observatory, il quale avrebbe dovuto osservare fattori climatici quali la radiazione solare, l’ozono, la nuvolosità e il vapore acqueo con una precisione incomparabilmente migliore dei satelliti attualmente esistenti. Mi chiedo se tutto questo non abbia qualcosa a che fare con un argomento che ci preoccupa da parecchio tempo, ormai, ovvero le scie chimiche e le modificazioni climatiche ad esse associate. Tra le centinaia di foto che ricevo continuamente da tutta l’Italia o quasi, questa che vi propongo è particolarmente interessante alla luce della solita diatriba sulle scie chimiche che sarebbero normali scie di condensazione. Osservate i due aerei, ripresi più o meno alla stessa quota: notate qualche differenza?

 

 

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Già! Uno lascia una scia, e l’altro invece no…

 

Per concludere, grazie ad Alex Jones posso comunicarvi chi sarebbero i partecipanti italiani all’incontro dei Bilderberger che dovrebbe essersi tenuto l’8 giugno a Ottawa, in Canada:

 

• Franco Bernabé, vicepresidente, Rothschild Europe

 

• John Elkann, vicepresidente, Fiat S.p.A.

 

• Tommaso Padoa-Schioppa, ministro delle finanze

 

• Paolo Scaroni, amministratore delegato, Eni S.p.A.

 

• Giulio Tremonti, vicepresidente della camera dei deputati

 

Vi garantisco che il resto della lista non manca di sorprese, comunque sia chi sa leggere tra le righe capirà cosa possiamo presumibilmente aspettarci in futuro, tanto nel nostro paese che nel resto del mondo…

 

 

http://www.prisonplanet.com/articles/june2006/110606Attendees.htm

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