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L’antico sapere sui leucociti

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Fino alla metà del XVII secolo, gli antichi medici conoscevano l’importanza dell’umore sanguigno per la salute e le funzioni immunitarie. Pur utilizzando terminologie diverse, erano al corrente dell’esistenza dei leucociti, o globuli bianchi, e prescrivevano persino alimenti che ne miglioravano la produzione.


"Il nostro cibo dovrebbe essere la nostra medicina e la nostra medicina dovrebbe essere il nostro cibo"
Ippocrate

La riscoperta di un umore dimenticato

I leucociti sono i milioni di cellule incolori del sangue, note colloquialmente come globuli bianchi, che si formano nel midollo osseo e circolano nel corpo attraverso le vene. Queste cellule ameboidi o “striscianti”, che diversamente dai globuli rossi contengono un nucleo, oggi sono considerate essenziali per mantenerci in buona salute. Ce ne sono di almeno cinque tipi, e ciascun tipo svolge una funzione specifica per proteggerci dalle infezioni. Se nel corpo si verifica una carenza di queste cellule ne risulta una minore immunizzazione contro le malattie, ma come vedremo esistono diverse azioni che possiamo compiere per aumentare la conta dei leucociti. Nonostante la diffusa idea che la natura e le funzioni dei globuli bianchi siano una scoperta relativamente recente nella storia della medicina, qui dimostrerò che già all’epoca dell’umoralismo queste cellule erano legate a uno dei quattro elementi.

L’umoralismo è la teoria/pratica medica dei tempi antichi, che pur avendo resistito alla prova del tempo fu erroneamente screditata da alcuni medici, ma non certo da tutti, nel XIX secolo.
2.500 anni fa, il padre della medicina occidentale, Ippocrate, spiegò ai suoi lettori che per mantenersi in buona salute e curare le malattie del corpo e della mente occorreva raggiungere un delicato equilibrio fra i quattro umori del corpo,(1) ovvero la bile gialla (collera) e la bile nera (atrabile) e gli altri due umori che ai giorni nostri sono associati alla flemma e al sangue. Questo equilibrio si ottiene quando le persone riconoscono le proprie caratteristiche umorali e poi applicano nella vita quotidiana sei regole d’oro (anticamente note come “non naturali”). Tali regole sono: praticare attività fisica del giusto tipo e nella giusta misura in base alle caratteristiche individuali; respirare aria di buona qualità, non inquinata; evacuare regolarmente e puntualmente feci, urine, seme, fluidi mestruali e sudore; dormire sonni profondi nei giusti orari; evitare l’ansia, la confusione e il disordine mentale provocati da pensieri incontrollati di preoccupazione e brutti sogni; e infine, di grande importanza è seguire un’alimentazione basata sulle caratteristiche individuali, diversamente da come avviene oggi con i consigli alimentari preconfezionati che partono dall’errato presupposto che gli stessi cibi facciano bene o male a gran parte dell’umanità. (2)

Gli umori si sono dimostrati difficilmente conciliabili con la medicina moderna, perché i nomi – aggettivi e sostantivi – con cui li si chiamava nei tempi antichi sono stati presi alla lettera. E forse questa distanza non sorprende, dato che la nostra conoscenza della medicina umorale ci giunge dagli studiosi del XVI-XVII secolo che avevano adottato questo sistema insieme a molti concetti del sapere greco-romano durante l’epoca del Rinascimento. Ma in realtà non era stato neppure lo stesso Ippocrate a inventare il sistema. Infatti egli indicava l’umoralismo come qualcosa che era già antico ai suoi tempi, dunque forse potremmo iniziare a cercare il significato degli umori nei testi delle civiltà antiche più avanzate. È quasi assiomatico dire che coloro che ci hanno tramandato un’astronomia di elevata precisione scoprendo anche i pianeti esterni del sistema solare, immense strutture allineate perfettamente ai corpi celesti, i calendari e la misurazione del tempo, la trigonometria, gli atti notarili e contabili, dovevano senza dubbio possedere anche conoscenze mediche avanzate.

Qual era dunque la concezione della natura degli umori? Ho trattato l’argomento in un articolo in due parti su NEXUS (nr.i 116 e 117) e nel mio ultimo libro, Become Your Own Doctor, dunque non mi ripeterò in questa sede.

Basti dire che avere una quantità eccessiva o carente di un qualsiasi umore in relazione agli altri può essere dannoso per la salute fisica e mentale, e la mancata applicazione delle sei regole d’oro può indurre gli umori a mescolarsi fra loro, nuocendo alla salute in diversi modi.
Esistono numerosi trattati medici del Cinquecento e Seicento che sono sopravvissuti alla prova del tempo. Questi trattati parlano delle qualità di un “umore sanguigno” e descrivono in modo particolareggiato che cosa può succedere alla mente e al corpo quando ce n’è troppo o non ce n’è abbastanza, o quando la qualità della sostanza è compromessa. I trattati spiegano anche come correggere questi problemi. (3) Dato che i nostri antenati non potevano certamente avere accesso a conoscenze mediche sofisticate – secondo l’attuale mentalità convenzionale – si dà per scontato che il loro “umore sanguigno” debba indicare il sangue stesso. Dopotutto, dato che si ritiene che il tempo e la conoscenza viaggino di pari passo in un’unica direzione, un sapere approfondito e complesso risalente a migliaia di anni fa è un concetto alieno per molte persone oggigiorno. Tuttavia, offrirò ora delle prove che indicano con chiarezza, almeno per quanto riguarda l’umore sanguigno, che gli esperti medici dell’antichità sapevano molto di più di quanto la scienza moderna non voglia dar loro credito.
Alcuni medici europei vissuti nel Rinascimento e all’inizio dell’Evo moderno riconoscevano che il “sangue” è composto da minuscole “particelle”, come del resto tutti gli umori in generale. (4) Malgrado siano tutt’altro che specifici sull’esatta natura delle particelle, dalla mia ricerca è evidente che quando i saggi che vissero in tempi antichissimi parlavano di umore sanguigno in realtà si riferivano ai neutrofili, ai linfociti e ad altri tipi di leucociti che costituiscono l’1% del sangue nel nostro corpo. È l’umore caldo e umido che gli antichi medici insistevano nell’indicare come il più importante dei quattro: deve essere presente nella giusta quantità per proteggere il corpo dalla cattiva salute, e non deve essere corrotto dagli altri tre.

Oggi: globuli bianchi e salute

I vari elementi che costituiscono i leucociti, quando funzionano correttamente, insieme segnalano al corpo l’invasione di agenti infettivi. Attaccano e distruggono le cellule tumorali e respingono le allergie; uccidono ed eliminano i batteri e funghi indesiderati; difendono il corpo dai virus e producono gli anticorpi che vengono immessi nel flusso sanguigno per raggiungere tutto il corpo. È possibile avere un eccesso di globuli bianchi, e questo può indicare un’infezione di qualche tipo, tuttavia una conta alta non indica necessariamente un’infezione specifica o attuale. (5)

Oppure, si può avere una carenza di leucociti, ma secondo Med-Health.net è possibile correggerla in vari modi. Regolare il proprio stile di vita – ci dicono gli esperti di questo sito – è essenziale per ottenere il livello corretto di leucociti necessario per garantire un buono stato di salute. In sostanza si tratta di: svuotare la vescica, fare esercizio fisico nella giusta quantità, rilassarsi a sufficienza, evitare lo stress, consumare cibi e bevande che ne aumentano la produzione. Vi ricorda qualcosa? Aggiungiamo all’elenco respirare aria di buona qualità e avremo i sei “non-naturali” di Ippocrate.
Per allungare il brodo, per così dire, il sito Med-Health.net consiglia anche di bere molta acqua. Così si eliminano attraverso il tratto urinario “le tossine che potrebbero incidere sulla diminuzione dei globuli bianchi nel corpo”. Si consiglia anche di fare regolarmente attività fisica perché è “un ottimo modo per potenziare il sistema immunitario”, ma facendo notare che “è meglio che l’attività fisica sia moderata perché quando è eccessiva può incidere negativamente sulla salute e il benessere”. (6)
Poi veniamo informati che il rilassamento non fa bene solo al sistema immunitario ma serve anche a mantenere una buona salute generale. Sotto questo aspetto, cosa potrebbe esserci di meglio di un buon sonno, per il giusto numero di ore e nei momenti più adatti?
Evitare lo stress, che incide negativamente sul sistema immunitario, è il successivo consiglio per regolare la quantità di globuli bianchi. Le situazioni stressanti e l’agitazione sono da evitarsi il più possibile.

L’altra cosa che dobbiamo fare per aumentare la conta dei leucociti è consumare i cibi giusti. Secondo i più recenti consigli medici/dietetici, gli alimenti contenenti sostanze che favoriscono la produzione di leucociti sono:

  • Asparagi: vitamine C, B, A, acido folico, selenio, zinco
  • Broccoli (e altre brassicacee): vitamine E, A, B1, selenio, zinco, omega-3
  • Carote: zinco, rame, vitamine A, C, B, specialmente E
  • Aglio: zinco, selenio, allicina, vitamina C
  • Latte: vitamine E, C, proteina immunitaria, acido folico
  • Frutta secca (mandorle): vitamina E, zinco, omega-3
  • Arance (e altri agrumi): vitamine C, B1, acido folico
  • Ostriche: zinco, selenio
  • Salmone: omega-3, che rafforza e aumenta i leucociti
  • Tacchino: zinco

Si pensa che collettivamente questi cibi migliorino la produzione di globuli bianchi e proteggano il sistema immunitario che contribuisce a combattere le infezioni. Secondo uno studio,(7) seguire tutti questi consigli, e possibilmente adottare la dieta mediterranea, è il modo miglior per avere cura dei nostri leucociti. Ottenere il giusto equilibrio di queste cellule nel corpo aiuta a mantenersi in buona salute e allo stesso tempo contribuisce a prevenire raffreddori, influenza, disturbi polmonari, febbre e varie altre infezioni.

Nei tempi antichi: l’umore sanguigno e la salute

Partendo proprio dall’ultimo punto, la salubrità della dieta mediterranea è nota da almeno quattro secoli. In effetti se ne era preoccupato anche un ammiraglio della Marina inglese lamentandosi di non riuscire a svezzare i suoi marinai dall’abituale dieta a base di carne salata che causava loro lo scorbuto a favore di una più sana dieta mediterranea. (8)
Ma a proposito dei quattro umori del corpo, le fonti antiche insistevano che il più benefico fosse quello sanguigno, o le “particelle” contenute nel sangue. Esso garantisce la buona salute mantenendo un flusso libero nell’intero sistema e combattendo le infezioni così da prevenire le malattie prima del loro insorgere (cioè immunizzando). La presenza di troppa collera in rapporto all’umore sanguigno ci lascia suscettibili alla febbre; può attirare infezioni intestinali interne ed esterne, può causare costipazione e, sebbene acuisca la mente, può interferire negativamente con i ragionamenti. Il paziente può diventare aggressivo. Questo vale soprattutto per le persone giovani o fisicamente attive o coloro che hanno una natura umorale collerica. Una carenza dell’umore sanguigno relativamente a quello (finora non identificato) che gli antichi insistevano nell’indicare con la flemma può comportare: malattie da raffreddamento, malattie polmonari, cattiva digestione anche se il paziente ha un appetito apparentemente sano, polso più debole delle aspettative, aumento della motilità intestinale, stanchezza, confusione delle facoltà mentali con effetti avversi sulla memoria e il ragionamento. È particolarmente problematico per le persone di natura flemmatica, specialmente se esposte a condizioni di freddo e umidità.

Quando l’equilibrio degli umori si allontana dall’umore sanguigno verso la bile nera – che è a sua volta un prodotto del sangue – il corpo è fisicamente più lento del solito, la digestione rallenta e la persona assume un carattere melanconico, che si manifesta con una disposizione avvilita o pessimista che può portare anche alla depressione.
Avere troppo umore sanguigno rispetto agli altri induce un temperamento, per l’appunto, sanguigno, con un incarnato rubicondo e talvolta la tendenza a soffrire di emorragie dal naso e dagli occhi. Com’è possibile che una conta alta dei globuli bianchi produca questa condizione? Gli eritrociti (i globuli rossi) aumentano consumando certi alimenti, specialmente quelli contenenti acido folico, simili agli alimenti citati per l’aumento dei leucociti.
Al di là dei cambiamenti alimentari, agli occhi di Ippocrate, Galeno e altri rispettati esperti medici dell’antichità, com’è possibile aumentare l’umore sanguigno rispetto agli altri? La risposta è visibilmente analoga a quella che ci danno gli scienziati odierni per aumentare la conta dei leucociti…

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