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Le parole che nessun politico italiano pronuncerà mai

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Rohani è stato definito “moderato” e “ragionevole” dalla stampa italiana. Le sue prime dichiarazioni:

1. Sanzioni ingiuste e ingiustificate;

2. Iran non sospenderà l’arricchimento dell’uranio;

3. Negoziati con gli Usa a condizione che riconoscano i diritti legittimi dell’Iran;

4. Iran contrario a ingerenze straniere in Siria;

Non vedo, francamente – e me ne compiaccio -, alcuna differenza rispetto al “grande demone” Ahmadinejad: l’uomo che ha promosso la causa della sovranità e dignità palestinese, che ha difeso il welfare, che voleva sviluppare l’economia iraniana, modernizzare il paese, ottenere una condanna delle politiche di Israele da parte delle Nazioni Unite, promuovere le donne in politica ai più alti incarichi, riformare le Nazioni Unite, contenere i costi della politica, denunciare i complotti della NATO e di Israele in Medio Oriente: http://svel.to/70z e http://svel.to/710

…già, CHE SCHIFO!

Ahmadinejad è stato accusato di populismo. Negli ultimi 40 anni, chiunque desideri fare qualcosa per i cittadini (es. investire in infrastrutture e in programmi di welfare) e arginare il potere delle oligarchie è condannato come populista dalle “democrazie” occidentali e dai loro media. L’Occidente è diventato una parodia orwelliana: la guerra (umanitaria) è pace, la schiavitù (flessibilità/precariato) è libertà, l’ignoranza (propaganda dei media) è forza, la democrazia è populismo, l’oligarchismo è democrazia e va esportato con la forza.

Ahmadinejad non ha mai dichiarato che l’Iran avrebbe distrutto Israele: si è limitato ad osservare che, continuando così, il sionismo avrebbe causato la sua distruzione, il che dovrebbe essere evidente a tutti e sottoscritto da tutte le persone che non hanno perso la bussola morale

[«… questo regime occupante Gerusalemme è destinato a scomparire dalla pagina del tempo… » – «…per quanto concerne le atrocità israeliane nei territori occupati, il regime criminale che sta sfruttando la ricchezza dell'oppressa nazione palestinese e sta uccidendo innocenti da 60 anni, ha raggiunto la sua fine e sparirà dalla scena politica…» –

chi non è d'accordo è meglio che si domandi quale sia la misura del lavaggio del cervello che ha subito].

È un ingegnere forse di discendenza ebraica persiana che ha evitato di creare un culto della personalità intorno a lui (Obamamania), è stato sindaco di Tehran (Obama diviene presidente senza l’esperienza necessaria a guidare la superpotenza egemone), usa i proventi petroliferi per varare una serie di programmi per aiutare disoccupati e giovani coppie (Obama ha salvato le banche zombie). Ha condotto una vita sobria (ogni tour di Obama costa decine di milioni di dollari).

Il suo slogan elettorale è “è possibile e possiamo farlo” (yes we can), si è battuto per eliminare il potere di veto delle grandi potenze sulle decisioni che riguardano l’intera umanità, ha promosso il legittimo e legale programma atomico civile iraniano a dispetto di sanzioni internazionali (che erano e restano illegali e un giorno saranno considerate un crimine contro l’umanità, come l’infame embargo all’Iraq). Ha continuato a finanziare Hezbollah (ritenuto un’organizzazione terroristica da quelle nazioni che si rifiutano di condannare le azioni terroristiche di Israele). Ha cercato di indebolire il potere dei conservatori in Iran e, per questo, lui ed i suoi fedelissimi sono diventati il bersaglio di una campagna prima denigratoria e poi giudiziaria per stroncare ogni prospettiva che un “Ahmadinejadista” arrivi di nuovo al potere. Ha fatto eleggere ad alti incarichi il maggior numero di donne nella storia dell’Iran (o della storia italiana). Nei confronti delle proteste di piazza non si è comportato diversamente da Erdogan, che non pare aver perso il sostegno delle democrazia occidentali, e meglio del governo del Bahrein o dello Yemen, alleati di ferro dell’Occidente.

Per tutte queste ragioni, la demonizzazione di Ahmadinejad da parte di governi alleati delle teocrazie e monarchie assolutiste del Golfo Persico e di Israele è una delle grandi infamie del nostro tempo.

L’Occidente non ha voluto ascoltare questo discorso, rivolto da Ahmadinejad all’assemblea delle Nazioni Unite. Se omettessi di dire che sono le sue parole, qualcuno potrebbe credere che siano uscite dalla bocca di papa Francesco, o di un segretario generale dell’ONU più coraggioso ed indipendente degli altri.

Ora che la vendetta degli ayatollah si sta per abbattere su chi ha osato sfidarli (http://svel.to/711) mi pare il momento opportuno per riproporre questo splendido appello all’umanità, che rimane tale a prescindere da ciò che uno possa pensare dell’ex presidente iraniano (giudizi non certo immuni dalla pesante ed unilaterale cappa mediatica occidentale).

“Le culture originali e preziose che sono l’esito di secoli di sforzi e sono il punto d’incontro dell’amicizia degli uomini e dei popoli e sono motivo di varietà e di ricchezza culturale e sociale sono minacciate ed in via di estinzione.

Con l’umiliazione e la distruzione sistematica delle identità culturali si propina alla gente un tipo di vita senza identità personale e sociale.

Le masse popolari non hanno mai desiderato fare conquiste ed ottenere con la guerra ricchezze mitiche. I popoli non hanno divergenze, non hanno avuto nessuna colpa nei fatti amari della storia, sono stati solo ‘le vittime’.

Io non credo che le masse musulmane, cristiane, ebraiche, induiste, buddiste ed ecc… abbiano dei problemi fra di loro. Loro si amano facilmente, vivono in una atmosfera di amicizia, e vogliono tutti purezza giustizia ed affetto.

In generale le richieste dei popoli sono sempre state positive e l’aspetto comune tra di loro, è la loro propensione per istinto verso la bellezza e le virtù divine ed i valori umani.

È giusto dire quindi che la responsabilità dei fatti amari della storia e delle condizioni inconvenienti di oggi, è della gestione del mondo e dei potenti del mondo che hanno venduto l’anima a Satana.

L’ordine mondiale di oggi è un ordine che ha le sue radici nel pensiero anti-umano dello schiavismo, nel colonialismo vecchio e nuovo, ed è responsabile della povertà, della corruzione, dell’ignoranza, dell’ingiustizia e della discriminazione diffusa in tutte le parti del mondo.

La gestione attuale del mondo ha delle caratteristiche ed io ne voglio citare qualcuna.

Primo: è basata sul pensiero materiale e per questo non sente il dovere di rispettare i principi morali.

Secondo: è basato sull’egoismo, l’inganno e l’odio.

Terzo: effettua una classificazione degli uomini, umilia certi popoli, usurpa i diritti di altri ed è basata sul dominio.

Quarto: è alla ricerca della diffusione del dominio attraverso l’intensificazione delle divisioni e delle divergenze tra i popoli e le nazioni.

Quinto: cerca di concentrare nelle mani di pochi paesi il potere, la ricchezza, la scienza e la tecnologia umana.

Sesto: l’organizzazione politica dei centri principali del potere mondiale, è basata sul dominio e sulla forza che un paese ha e che è superiore a quella di altri paesi. Gli enti internazionali pertanto sono centri per acquisire potere, ma non per creare pace e servire tutti i popoli.

Settimo: il sistema che domina il mondo è discriminatorio e basato sull’ingiustizia.

Come deve essere il nuovo ordine mondiale?

Amici e colleghi cari!

Cosa bisogna fare? Qual’è la soluzione? Non c’è dubbio che il mondo ha bisogno di nuovo pensiero e nuovo ordine. Un ordine in cui:

1- L’uomo venga riconsiderato la più eccelsa creatura divina e ad esso venga riconosciuto il diritto di avere una vita caratterizzata da aspetti sia materiali che morali e venga riconosciuto il valore elevato della sua anima e venga riconosciuta legittima la sua propensione istintiva alla giustizia ed alla verità.

2- Invece dell’umiliazione e della classificazione degli uomini e delle nazioni, si pensi alla rinascita della dignità e del carattere sacro dell’uomo.

3- Si cerchi di creare, in tutto il mondo, pace, sicurezza stabile e benessere.

4- La nuova struttura venga costruita sulla base della fiducia e dell’amore tra gli uomini, si cerchi di avvicinare i cuori, le menti, le mani ed i governanti imparino ad amare la gente.

5- Venga applicato un unico standard nelle leggi e tutti i popoli vengano presi in considerazione alla pari.

6- Coloro che gestiscono il mondo si sentano al servizio della gente e non superiori alla gente.

7- La gestione venga considerato un incarico sacro affidato dalla gente alle persone e non una opportunità per arricchirsi.

Come si realizza il nuovo ordine?

Signor Segretario, Signore e Signori!

– Un ordine del genere può realizzarsi senza la cooperazione di tutti alla gestione del mondo?

– È chiaro che queste speranze avranno una probabilità per avverarsi solo quando tutte le nazioni inizieranno a pensare in dimensione internazionale e saranno seriamente decise a partecipare all’amministrazione del mondo.

– Con l’aumento del livello di consapevolezza, ci sarà sempre una maggiore richiesta per una nuova gestione del mondo.

– Questa è l’era dei popoli e la loro volontà sarà determinante per il domain del mondo.

Pertanto è degno un impegno collettivo in queste direzioni:

1) Fare affidamento al Signore ed opporsi con tutta la forza alle ambizioni ed a coloro che vogliono più di quanto spetta loro per isolarli ed indurli a rinunciare al vizio di voler decidere al posto dei popoli.

2) Credere nell’aiuto divino e cercare di compattare ed avvicinare le comunità umane. I popoli ed i governi eletti dai popoli devono credere fermamente nelle proprie capacità e devono avere la forza per lottare contro il sistema ingiusto vigente e difendere i diritti umani.

3) Insistere nell’applicazione della giustizia in tutte le relazioni e rafforzare l’unità e l’amicizia, ampliare le relazioni culturali, sociali, economiche e politiche nell’ambito delle ong e delle organizzazione specializzate, in modo da preparare il terreno fertile per l’amministrazione collettiva del mondo.

4) Riformare la struttura dell’Onu sulla base degli interessi di tutti ed il bene del mondo intero. Bisogna ricordare che l’Onu appartiene a tutti i popoli e per questo discriminare i membri è una grande offesa alle nazioni. L’esistenza di differenze, vantaggi, diritti e privilegi non può essere accettabile, in nessuna forma ed in nessuna misura.

5) Cercare di produrre leggi e strutture basate sempre più sulla letteratura dell’amore, della giustizia e della libertà. L’amministrazione collettiva del mondo è una garanzia per la pace stabile” [http://svel.to/712]

Articolo di Stefano Fait

Fonte: informarexresistere.fr

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