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    Le verita’ nascoste

    coscienziale che
    sembra
    avvolgere come una cappa la nostra cosiddetta civiltà. Si
    comincia a
    comprendere sempre di più quanto siamo interdipendenti e legati
    allo stesso
    destino planetario, caratterizzato da cambiamenti di portata epocale
    ormai
    talmente evidenti da non poter più essere negati.

    I mezzi d’informazione
    sembrano aver adottato la strategia della “normalizzazione”, dando ad
    intendere
    che l’umanità è destinata a convivere con gli imminenti
    cambiamenti climatici
    indotti dal riscaldamento globale di origine industriale, e trattano
    quasi come
    una curiosità il fatto che a Mosca ci siano stati i dieci giorni
    consecutivi
    più caldi mai registrati nella storia, numerosi gradi al di
    sopra delle medie
    stagionali. In tutto il mondo, gli alpinisti raccontano dei ghiacciai
    che si
    stanno sciogliendo, mentre ben poco si parla dell’insolita
    attività solare,
    particolarmente intensa in questi giorni con forti emissioni sulla
    banda X.


    E mentre nelle zone
    tailandesi colpite dallo Tsunami si moltiplicano le segnalazioni di
    fantasmi
    delle vittime che fanno avvertire la loro presenza in quei luoghi nei
    modi più
    svariati, in India le popolazioni dei villaggi presso le città
    di Khopoli, Uran e Panvel sono state
    testimoni di una palla di
    fuoco dal cielo, probabilmente un meteorite, che precipitando avrebbe
    addirittura prodotto una piccola scossa sismica. Non vi sembra un
    copione già
    visto? Ultimamente segnalazioni di eventi di questo e di altri tipi si
    stanno
    moltiplicando, a indicare quanto meno che qualcosa di realmente anomalo
    sta succedendo
    sul (e al) nostro pianeta.

    Nel frattempo in
    Iraq, alla faccia di chi si ostina a sostenere che il 30 gennaio vi
    saranno
    regolari elezioni, siamo arrivati alla farsa: di molti candidati non si
    potrà
    conoscere l’identità sino al momento del voto! Poco male, visto
    che ormai ben
    53 partiti e organizzazioni politiche locali e 30 individui, contrari
    ad
    elezioni sotto occupazione statunitense, hanno chiesto di essere
    rimossi dalle
    liste elettorali…

    Per quanto riguarda quello
    che veramente accade laggiù, se si deve dar credito alle fonti
    della
    resistenza, le perdite sono assai più elevate di quanto
    dichiarato
    dall’amministrazione statunitense: il Pentagono ha
    rilasciato un rapporto
    aggiornato al 14 gennaio, secondo il quale sinora le perdite durante
    l’occupazione
    ammontano a 1.361 morti e oltre 10.000 feriti; c’è chi invece
    sostiene che i
    dati reali siano circa 6.000 e 48.000 rispettivamente. Riesce difficile
    dar
    credito a queste cifre, ma le immagini che giungono da laggiù (e
    che i media
    occidentali si guardano bene dal diffondere) non aiutano certo a fugare
    queste
    stime…

    Di seguito trovate una
    piccola selezione tratta dall’ampia documentazione fotografica che
    potete
    visionare qui:
    http://www.rense.com/general61/loses.htm



    E per concludere, in questi
    giorni di frenesia nazionale per il problema delle polveri sottili e
    dei
    blocchi del traffico, una piccola notazione: possibile che a nessuno
    venga in
    mente di mettere in relazione le polveri sottili con le scie chimiche?
    L’incredibile attività aerea in corso quotidianamente nei nostri
    cieli, che
    comporta l’immissione costante e massiccia di minuscolo particolato
    nell’atmosfera, deve senz’altro incidere in qualche modo con i
    quantitativi
    fuori misura di polveri sottili riscontrati al suolo. Basterebbe
    un’analisi di
    queste polveri che riscontrasse la presenza di quantità anomale
    di metalli come
    l’alluminio o il bario, e questa ipotesi sarebbe dimostrata oltre ogni
    ragionevole dubbio.

    Ma eccovi le immagini
    scattate da un pilota professionista con dodici anni di servizio, che
    ricorda
    come sino a qualche anno fa gli aerei che incrociava in volo a 10.000
    metri e
    oltre producevano, ma non sempre, normali scie di condensazione che si
    dissolvevano entro breve, al contrario di queste che vedete.








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