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Forse non tutti ricordano che Carla del Ponte è stata il perno dell'accusa – fallimentare, si può dire a questo punto – del processo all'altro "Satana" di fine millennio, il dittatore serbo Milosevic, morto in prigione all'Aja in attesa di giudizio. Se c'è stato un processo "politico" nella recente storia internazionale è sicuramente quello, e anche il modo in cui è stato trattato Milosevic aveva "ben poco a che vedere con la giustizia": fisicamente rapito da una nazione sovrana, la sua, dopo che la medesima era stata aggredita in violazione delle più elementari leggi internazionali, Milosevic è stato tenuto fino alla fine dei suoi giorni in un isolamento crudele e ininterrotto, e quando ha chiesto, ormai malato, di essere curato da dottori di sua fiducia, il permesso gli è stato negato, finendo per morire in circostanze tutt'altro che chiare.

Sempre dall'agenzia svizzera leggiamo: " 'Una parte delle vittime (del regime di Saddam Hussein) ha ottenuto riparazione. Ma migliaia di vittime non hanno avuto giustizia', ha detto [la Del Ponte] ricordando che un processo era ancora in corso al momento dell'esecuzione dell'ex dittatore, avvenuta il 30 dicembre".

Esattamente come la procura di Baghdad, anche la Del Ponte aveva scelto per Milosevic il vile escamotage uno-per-tutti: cercare di far condannare l'imputato per un singolo reato, relativamente insignificante, nell'intento di "fargli pagare" i presunti "crimini contro l'umanità" (se sono così mostruosi, questi crimini, perchè mai non si dovrebbe poterli dimostrare alla luce del sole?) La differenza è che la Del Ponte con Milosevic non era nemmeno riuscita a dimostrare quello, pur avendo avuto a disposizione lunghissimi mesi per l'istruttoria, e gli ingenti mezzi messi a sua disposizione da un tribunale sostenuto praticamente da tutte le maggiori nazioni della NATO. Tutte le vittime di Milosevic quindi – presunte o reali che siano – sono ancora in attesa di riparazione.

Conclude swissinfo: "La procuratrice ticinese si è inoltre detta dispiaciuta per il fatto che l'ex dittatore non sia stato giudicato davanti a un tribunale internazionale. Davanti al tribunale penale iracheno non vi erano tutti gli elementi per un processo equo, ha puntualizzato la procuratrice il cui mandato a capo del TPI termina in settembre".

Dov'era la Del Ponte quando il processo di Saddam è iniziato? Perchè non si è fatta sentire quando tutti abbiamo saputo che Saddam non avrebbe avuto nemmeno la possibilità di parlare, prima di essere condannato? Perchè la Del Ponte non si è rivolta – lei stessa – ad un tribunale internazionale, per denunciare questi fatti?

Forse perchè lei stessa non ci crede? Forse perchè sa benissimo che quei tribunali sono solo una buffonata mediatica come tutti gli altri?

O perchè conviene a tutti che Saddam taccia per sempre, esattamente come è convenuto a tutti che lo facesse Milosevic?

(Tratto da www.luogocomune.net)

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