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L’installazione. Un’intervista a Valery Uvarov

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Dopo aver pubblicato anche online l’articolo di Valery Uvarov sulla gemella nascosta della Terra e le origini della civiltà, diamo ulteriore voce allo studioso, a capo del Dipartimento di Ricerca sugli UFO, Paleoscienze e Paleoetnologia dell’Accademia per la Sicurezza Nazionale della Russia, che parla della misteriosa esplosione che avvenne a Tunguska, in Siberia, nel 1908 e dell’altrettanto misteriosa installazione che potrebbe trovarsi proprio in quella zona…


I seguenti brani sono stati trascritti da un'intervista video a Valery Uvarov, dell'accademia di Sicurezza nazionale della Russia, e condotta da Graham W. Birdsall, direttore della rivista britannica UFO Magazine. L'intervista si è svolta in occasione del 12th International UFO Congress Convention and Film Festival, tenutosi dal 2 all'8 febbraio 2003 al Laughlin, Nevada, USA.


Graham Birdsall (GB): Qual è il suo titolo ufficiale?
Valery Uvarov (VU): Sono capo del Dipartimento di Ricerca, Scienza e Tecnica UFO, Accademia di Sicurezza nazionale, San Pietroburgo, Russia.

GB: Si tratta, quindi, di un'agenzia governativa ufficiale’?
VU: Assolutamente. Devo rendere conto a due persone al di sopra di me, le quali a loro volta sono responsabili di fronte al loro diretto superiore, il nostro presidente [Putin].

GB: Qual è esattamente il suo campo d'intervento’?
VU: I nostri ambiti di ricerca si suddividono in due parti. In primo luogo analizziamo costantemente i dati provenienti da tutto il mondo; poi selezioniamo quelle che riteniamo essere le informazioni più interessanti attraverso il nostro database, assegnando loro priorità gialla o rossa, e quindi le diramiamo ai vari dipartimenti sparsi in tutto il paese.

L'altro aspetto della nostra ricerca è derivato dalla domanda: gli UFO esistono o no? Noi sappiamo per certo che esistono, ma cosa si cela dietro la loro attività è per noi l'argomento più importante. Ciò su cui concentriamo maggiormente le nostre indagini.

GB: Fra la NASA e i funzionari aerospaziali russi esiste un'attiva cooperazione a livello tecnico, scientifico e forse legami con organizzazioni d'oltreoceano analoghe alla sua?
VU: Le posso dire, in tutta franchezza, che appena un paio di giorni prima di recarmi negli Stati Uniti ho avuto un incontro con i miei, diciamo, i miei superiori; essi mi hanno detto di essere molto interessati a collaborare con altre organizzazioni, come dire, con i nostri amici occidentali. Quindi posso riferirle che questa particolare missione si trova agli inizi. Ho l'incarico di reperire le persone adeguate; una volta fatto ciò ed attivata la fase successiva, allora potremo fare dei passi concreti.

GB: Prima, mentre non registravamo, lei ha fatto delle allusioni ad alcuni importanti sviluppi relativi all'esplosione di Tunguska del 1908. Può dirci, per la cronaca, il motivo per cui ritiene di conoscerne la causa?
VU: Non si tratta di una convinzione; noi sappiamo che cosa la provocò. Fu una meteora, ma una meteora che venne distrutta da… diciamo da un missile.
Il missile ebbe origine da un'installazione fisica. Non sappiamo che la costruì, ma ciò avvenne molto, molto tempo addietro, ed essa si trova in Siberia, a svariate centinaia di chilometri di distanza da Tunguska.

Le posso dire che le nostre indagini hanno rivelato che a Tunguska si è verificata più di un'esplosione. Voglio condividere con lei alcune informazioni. L'ultima volta che questa installazione ha abbattuto una meteora è stato il 24/25 settembre dello scorso anno [2002, ndr]. Gli americani – loro dispongono di tre basi – hanno rilevato anche questa esplosione.

GB: Mi perdoni, ma qualcuno obietterà che sembra roba da fantascienza.
VU: Graham, lei sa che quando parliamo delle verità nascoste dietro questo argomento, lo facciamo soltanto con coloro che comprendono il genere di responsabilità inerenti; sa anche che ci stiamo occupando di una tecnologia assai più avanzata della nostra – che riesce a fare cose che noi non siamo in grado di fare.

GB: Può essere più specifico in merito alla collocazione di questa installazione?
VU: Cerchi il luogo dell'esplosione di Tunguska. A sud-est vi è il famoso ed steso lago Baikal; più in là, verso nord, vi è un enorme e desolato territorio di 100.000 chilometri, privo di città o metropoli e praticamente disabitato.
Questa è l'area di cui abbiamo localizzato l'installazione.

GB: Lei è a conoscenza delle strane storie o dicerie riguardanti il cosiddetto "Pianeta X"? Se un qualche nuovo corpo celeste fosse penetrato nel nostro sistema solare, gli astronomi lo avrebbero sicuramente individuato e ne avrebbero resa nota la presenza.
VU: Non posso pronunciarmi per conto degli astronomi occidentali, ma gli astronomi della nostra Accademia ci informano che non abbiamo nulla da temere. Ho sentito delle persone parlare di una rotazione di 3.600 anni per questo pianeta, che segue un'orbita simile a quella della Terra ma nascosto dietro il Sole; sappiamo che questo pianeta e l'installazione in Siberia sono strettamente collegati. Lasci che le dica che noi riteniamo che l'installazione stia mantenendo quel pianeta in un'orbita stabile; se esso si dovesse spostare, o cambiare orbita, l'intero sistema solare diventerebbe instabile. Quelli di noi che fanno parte dell'accademia sono sicuri che questo pianeta sia abitato, e che lo scopo dell'installazione sia quello di proteggere noi e loro; siamo certi che non accadrà nulla di pericoloso, tutto è sotto controllo.

Le nostre indagini hanno rivelato che la terra ha un impulso – una frequenza accuratamente regolata che influisce su tutto, su ogni essere vivente. Circa 12.500 anni fa questo impulso corrispondeva ai 360 giorni dell'anno – esaminate l'antico calendario egizio – ma poi un asteroide colpì il pianeta; pensiamo che l'orbita della terra fu alterata artificialmente per compensare questo evento. In nostro pianeta si allontanò ulteriormente dal Sole, con un impulso di frequenza di 365.
Questo ci ha indotti a ritenere che abbiamo degli amici – amici che, silenziosamente, vegliano su di noi. All'epoca non permisero, e non lo permetteranno ora, che qualsiasi pianeta, cometa o asteroide colpisca e distrugga la terra; adesso questo dato è per noi assolutamente chiaro.

Coloro che vogliono armare lo spazio… a dire il vero, tutti noi che siamo coinvolti in questo progetto siamo addolorati. Ci troviamo tutti a indagare su questa installazione e su altro materiale, materiale concreto, e niente di tutto questo è stato costruito dagli americani o dai russi bensì da qualcun altro, qualcuno proveniente dallo spazio esterno; ci rattrista molto pensare a ciò che potrebbe accadere se nello spazio venissero collocati armamenti.

Lasci che le parli in tutta franchezza. L'installazione dispone di un sistema energetico, di una fonte di energia, che abbiamo individuato. Ciò è accaduto durante il conflitto nella ex-Yugoslavia, quando per la prima volta abbiamo notato un aumento nel flusso di tale energia; per noi fu incredibile, ma ora sappiamo che questa installazione reagisce ai rivolgimenti sociali ed ai conflitti.

Parte della nostra indagine implicò ricerche in antichi archivi e documenti e, in seguito, ci imbattemmo nei testi del Echutin Apposs Alanhor [sic]. Noi li chiamiamo l'Alanhor, e risalgono ad almeno 4.000 anni fa; essi descrivono in termini scientifici l'installazione, nonché quello che avveniva in quel luogo; è sbalorditivo.

Ho visitato l'area in due occasioni. La prima volta le nostre attrezzature rivelarono forti livelli di radiazioni, e devo dirle che era alquanto pericoloso, non potevamo proteggerci da esse. I pochi abitanti locali di quella zona ovviamente sapevano dell'installazione e ce la descrissero, parlando di strutture di tipo metallico, che hanno disegnato per noi. Abbiamo riportato tutto su una mappa. Queste persone, però, le loro famiglie, i loro animali, soffrivano di affezioni dovute a radiazioni.
Negli ultimi sei anni i livelli di radiazioni sono stati costantemente monitorati, ed ora tutti – animali compresi – hanno abbandonato la foresta.

Le voglio dire qualcosa a proposito dell'esplosione di Tunguska – qualcosa di cui non si è mai parlato prima. Due mesi prima dell'esplosione, ogni essere vivente aveva lasciato l'area; fu come se l'installazione si fosse caricata per affrontare l'asteroide e, in concomitanza, si verificò un aumento delle radiazioni. Oggi si sta verificando il medesimo fenomeno.

GB: Vi sono progetti per allestire una nuova spedizione nell'area e visitare l'installazione?
VU: Le radiazioni sono un problema, comunque sì, un'altra spedizione è progettata per la fine dell'anno in corso. Guardi, al riguardo vogliamo essere franchi e onesti. Diamo il benvenuto alla partecipazione internazionale, ma le persone che invitiamo devono essere responsabili di fronte al mondo. Vogliamo individui onesti, di larghe vedute e limpidi; desiderosi e disposti a cooperare, scambiare e quindi divulgare i dati scientifici.

Graham, io la invito a venire in Russia a visitare l'installazione in qualità di osservatore.

GB: Ne sarei onorato. La ringrazio.
VU: Può riferire al pubblico che noi, in Russia, abbiamo deciso che è giunto il momento che altre persone, non solo una manciata, vengano a conoscenza di tutto questo.


Il presente articolo è stato originariamente pubblicato, in traduzione italiana, su NEXUS New Times nr. 45 (agosto-settembre 2003). Ogni ripubblicazione è gradita previo riferimento alla fonte ed alla presente dicitura.


[Per informazioni a acquisto clicca qui]


[Immagini nell'articolo: dall'alto 1) foreste nell'area di Tunguska dopo l'esplosione avvenuta il 30 giugno 1908, 2) Valery Uvarov all'epoca dell'intervista, 3) collocazione geografica di Tunguska, in Siberia.]


 

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