La seconda volta però ha deciso di uscire con una sua collega per le strade di Teheran, recandosi in un bazaar dal quale i due volevano poi raggiungere un centro commerciale segnalatogli dall’albergo. Non sapendo l’indirizzo preciso, con il “cuore in gola” domandano informazioni a una donna, ovviamente coperta da capo a piedi con il velo nero, abbigliamento usuale delle donne iraniane in pubblico, senza il quale si possono passare seri guai con la giustizia. (Ci sono due corpi di polizia di cui uno viaggia con automobili identificabili da strisce blu sulla fiancata, e si occupa di ordine pubblico in generale, mentre il secondo viaggia con macchine con strisce verdi, ed è preposto all’osservanza dell’ortodossia etica iraniana: uso del velo, baciarsi in pubblico, ballare, ecc).
Con estrema sorpresa la donna non solo si dimostra gioviale e chiacchierona, ma esterna un’ospitalità e un’apertura mentale che neanche nelle nostre città italiane più cosmopolite siamo abituati a riscontrare.
La donna fa da cicerone ai due turisti “fai-da-te”, proponendogli di andare a visitare cose ben più interessanti di un centro commerciale, e si mette a loro disposizione addirittura come autista. Li porta al palazzo dello Scià, pagandogli il biglietto, e durante la visita ai giardini del palazzo hanno modo di farsi tante domande, sgretolando lentamente quel muro di pregiudizi che siamo abituati ad avere verso il mondo iraniano, e più in generale islamico.
Il famoso velo – viene così a sapere il mio amico – è usato solo per strada, dove appunto non è possibile andare scoperte, ma dentro casa il mondo iraniano che siamo abituati a vedere in televisione si trasforma in qualcosa di molto simile al nostro.
La donna li invita a un party, ma visto che in serata i nostri due “avventurieri” hanno già un impegno, li porta a casa sua per un thè, avvisando prima il marito che stava dormendo. (Se la moglie di un italiano portasse due turisti iraniani a casa mentre il marito dorme …..)
La casa è una casa “normale”, c’è la tv via satellite dove si può guardare anche MTV, che è una rete proibita in pubblico. Il marito – capelli lunghi e camicia hawaiana – fa il bagnetto alla bambina e la moglie mostra le foto di famiglia ai nostri amici.
Gli dice che i gruppi musicali iraniani girano i video a Los Angeles, che poi vengono trasmessi in Iran via satellite.
L’ospitalità di questa coppia è tale che i nostri avventurieri se ne vanno con le tasche piene di dolcetti e biscotti e con l’e-mail (sì! anche loro hanno internet) per tenersi in contatto.
Il mio amico mi ha fatto notare che non ha incontrato persone “speciali”, e confrontando la sua con le esperienze di altri suoi colleghi sembra proprio che questa esperienza sia semplicemente …normale .
Alla faccia di tutta la propaganda che dipinge gli iraniani come persone di un altro mondo, involuto e chiuso, quando invece conoscendoli di persona si dimostrano persone anche più aperte e ospitali di tanti noi italiani.
(Tratto da www.luogocomune.net)