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Lo Stato e l’evasione fiscale

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Voglio insistere nel descrivere in maniera chiara la situazione italiana, in quanto solo partendo da una visione globale si può comprendere a che punto siamo e in quale direzione dobbiamo spostarci. Il gioco di chi ci governa può andare avanti solo perché il cittadino medio non ha la più pallida idea di quello che sta realmente succedendo, né di quali sono i fini che spingono il Governo. Gli viene detto quello che sta succedendo dai tg, e lui, non essendo informato, ci crede e accetta supinamente ogni sacrificio. I parlamentari stessi non posseggono una lucidità sufficiente a comprendere quanto accade sotto i loro occhi. Credono nell’intoccabilità dell’euro perché questo gli è stato detto di credere.

Lo Stato va a chiedere i soldi alla BCE come un cittadino va dalla finanziaria privata, così ogni volta che ci prestano qualcosa c’indebitiamo sempre di più.

Una volta che usciamo dall’Euro recuperiamo la nostra capacità di battere moneta, quindi di pagare, e gli investitori non hanno più timore di investire in Italia perché capiscono che uno Stato in possesso di sovranità monetaria può sempre onorare il suo debito, in quanto – entro certi limiti – può tornare a fabbricare moneta. Gli investitori sono ben contenti di tornare a investire in Italia, perché quando non eravamo schiavi della BCE eravamo un Paese produttivo e affidabile, con un’economia prospera. Prima delle privatizzazioni degli anni ’90, durante le quali Amato, Ciampi, Dini e Prodi hanno permesso la svendita dei nostri beni pubblici, avevamo fra le industrie più grandi in Europa, e abbiamo tutt’ora una capacità aziendale di piccole e medie imprese che è la migliore al mondo.

Gli italiani sanno lavorare e sanno lavorare bene, sono un popolo che crea impresa, lo siamo sempre stati storicamente. Abbiamo sempre commerciato in tutto il mondo già da quando gli scambi si potevano fare solo sul dorso dei muli. Siamo il sesto maggiore esportatore di merci al mondo con una quota del 3,6% sul totale mondiale delle esportazioni. In Europa, l’Italia si colloca al primo posto come Paese con il minor costo d’insediamento per il settore delle biotecnologie, al secondo posto per i test su prodotto nelle attività di ricerca e sviluppo, nella chimica e nell’elettronica.

La nostra – “nostra” prima che venisse privatizzata – Italimpianti, per fare un esempio, ha realizzato opere di alta ingegneria in Messico, Brasile (Tubaron), Iran (Bandar Abbas prima e Mobarakeh – Isfahan poi), Unione Sovietica (Volžskij – Volgograd), Bahrain, Danimarca (il ponte sullo Kattegat), Emirati Arabi Uniti (Dubai e Abu Dhabi), Argentina.

Chi veramente conosce le situazione economica italiana queste cose le sa bene, ma non si vuole che queste informazioni giungano al cittadino, il quale deve restare nel terrore che se usciamo dall’Europa diventiamo come uno stato africano.

La coscienza del cittadino è obnubilata dalle ansie private che gli impediscono di informarsi e vedere oltre il suo naso. La situazione del cittadino medio in Italia è che deve lavorare 10 ore come uno schiavo semplicemente per riuscire a sopravvivere, sfogando le sue frustrazioni al sabato sera, laddove ha ancora i soldi per farlo. Deve pagare le bollette, pensare alla famiglia e allo stesso tempo difendersi da un sistema fiscale sempre più repressivo, oramai divenuto da caccia alle streghe. In questo quadro nessuno ha il tempo o la voglia di occuparsi di politica, anche perché il pensare comune è che chi si occupa di politica ed economia per mestiere sicuramente sta già facendo il meglio possibile per salvarci.

Un qualunque neolaureato alla facoltà di Economia e Commercio sa bene che la caccia alle streghe contro gli evasori, se portata avanti in un periodo di crisi, risulta controproducente… se lo scopo è salvare l’Italia. Se invece lo scopo è far giungere più soldi nelle tasche di “qualcuno”, allora la lotta all’evasione risulta essere un’ottima iniziativa per intascare soldi e al contempo recitare la parte del moralizzatore. Lavorando sul senso di colpa degli italiani, generando un clima intimidatorio, si possono infatti condurre lauti affari, in quanto tu, Stato, sei giustificato dallo spremere più soldi sia a dipendenti che imprenditori, dividendo moralmente il popolo fra “evasori cattivi” e “non-evasori buoni” che si guardano con sospetto reciprocamente senza accorgersi che il peggior nemico dello Stato in questo momento è proprio quel Governo che viene a moralizzarci. Divide et impera.

Di questo aspetto in realtà ho già parlato nel post Evasione fiscale – Arma di distrazione di massa. In questa sede aggiungo che il fenomeno dell’evasione fiscale danneggia il funzionamento dello Stato solo in minima parte, molto meno di quanto si vuol far credere, ma è piuttosto un fenomeno che indica allo Stato che c’è una maggiore richiesta di soldi da parte del popolo. E come fa lo Stato a creare più soldi? Non certo prendendoli nelle tasche di quegli stessi cittadini che gli stanno dicendo che hanno bisogno di più soldi!

Se togli i soldi ai cittadini con una tassazione eccessiva, questi non hanno fisicamente la liquidità per gli investimenti e per gli acquisti: lavorano meno, comprano meno e contribuiscono meno alla crescita. Questo semplice principio economico viene spiegato in tutte le università del mondo a tutti gli studenti di economia ed è conosciuto come “curva di Laffer”.

Non è un mistero, né tantomeno fa parte di una teoria complottista!

Se l’Italia dovesse andare a chiedere i soldi in Europa, ogni volta s’indebiterebbe di più, allora l’Italia è costretta a spremere quei soldi da quegli stessi cittadini che le dicono di averne bisogno… ma questo è un cane che si morde la coda, in quanto i cittadini non pagano le tasse perché non possono o non vogliono farlo. A questo punto non è così importante capire perché non pagano, ma è essenziale prendere atto della situazione e trovare il modo di ovviare alla questione senza spremere ulteriormente i cittadini. I quali… o non hanno davvero i soldi per pagare, oppure piuttosto che pagare chiudono l’azienda. In entrambi i casi non si ottiene crescita economica.

Il giornalista Paolo Barnard afferma che l’evasione fiscale non è un vero crimine e la definisce semplicemente come “un’espansione informale della spesa della Stato”. Lo Stato, cioè, è costretto a spendere di più perché i cittadini vogliono pagare di meno. La questione qui non è se il cittadino non paga perché vuole costruirsi una villa con due piscine oppure perché non arriva a fine mese e non riesce a tenere aperta la sua attività. Lo so che il primo ci sta istintivamente antipatico mentre il secondo lo giustifichiamo, ma queste sono meschine considerazioni dalle quali non dobbiamo lasciarci irretire, che servono solo ad alimentare invidie e risentimenti fra cittadini. Sono considerazioni che spostano il focus dal punto davvero essenziale, e cioè se effettivamente è colpa del negoziante evasore se io non posso mandare mio figlio in un asilo pubblico. Perché è questo che la gente crede!

Tutti i sondaggi rilevano che gli italiani sono arrabbiati contro gli evasori fiscali. La povere gente crede che basterebbe costringere gli evasori a pagare e come d’incanto avremmo risolto tutti i nostri problemi economici. Non è così… ma è così che ci fanno credere. E quando, pur sentendoci strozzati, paghiamo le nostre brave imposte, ci viene detto che stiamo pagando tanto, troppo, solo perché il nostro vicino di casa è uno sporco evasore, e se noi fossimo bravi cittadini lo cattureremmo e lo consegneremmo con le nostre mani alle autorità! Ci vogliono far credere che stiamo pagando tanto perché troppi fra di noi sono disonesti, non perché veniamo amministrati male.

Non fraintendetemi, torno su questo punto non perché io voglia difendere gli evasori, o non voglia che la giustizia faccia il suo corso, ma perché so che mettere i cittadini uno contro l’altro – fornendo a tutti un facile capro espiatorio per le difficoltà finanziarie personali – rappresenta una via senza ritorno: la via del sospetto e dell’odio reciproco.

Ricordiamoci che il denaro che viene evaso rimane comunque in circolazione, perché prima o poi viene speso. Se io evado per comprarmi la piscina, in ogni caso faccio circolare il denaro, perché darò lavoro agli operai che installano la piscina e alla ditta che costruisce le piscine. Nessuno evade per tenere i soldi sotto il materasso, ma evade perché vuole spendere di più. Se invece quei soldi finiscono nelle mani della solita oligarchia finanziaria – per esempio, in ottemperanza agli accordi presi con il MES (10 miliardi di euro già versati dall’Italia) – non circolano e non sono utili all’economia reale: quella fatta da chi vende e da chi compra, l’economia che rende vitale un Paese.

Dobbiamo cominciare a ragionare mossi dalla logica e dal Cuore, non dall’odio, dalle invidie e dai pregiudizi. Io resto fiducioso nella capacità di risvegliarsi delle persone, le quali, se davvero non vogliono più essere trattate come polli da spennare, devono dimostrarlo con i fatti. Questo significa “fare politica”.

Salvatore Brizzi

NON DUCOR DUCO

(non vengo condotto, conduco)

Fonte: larinascitaitalica.com

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