DI DOUGLAS HAMILTON
Counterpunch
A circa 100 Km a est da Siviglia si trova una cittadina di 2.700 persone chiamata Marinaleda. È una delle numerose città e paesi agricoli nella provincia di Siviglia, circondata da miglia e miglia di distese pianeggianti e agricole. Ciò che contraddistingue Marinaleda da qualunque altro posto in Spagna e, se possibile, anche in Europa è che per gli ultimi trent’anni è stata il centro di continue lotte per il lavoro e un luogo dove è emersa un’attuale forma operante e in evoluzione di socialismo reale. Ho avuto la fortuna di visitare la città la scorsa settimana e, in un momento di profonda crisi economica e di cinismo politico, non sarei potuto rimanere più colpito davanti alle sue irripetibili imprese socialiste.
Negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, nel corso di una lotta per il lavoro e per una forma di agricoltura più giusta, i lavoratori di Marinaleda furono coinvolti in varie occupazioni ed espropriazioni di terre agricole in mano ai proprietari terrieri locali e delle loro vaste tenute, tipiche della regione. Le occupazioni erano guidate da un giovane, carismatico, radical-socialista di nome Juan Manuel Sánchez Gordillo, che guidava il Sindicato de Obreros del Campo (SOT) (Unione dei lavoratori agricoli).
Nella foto: Juan Manuel Sánchez Gordillo, sindaco di Marinaleda
Nel 1979 gli attivisti del SOT istituirono il Colectivo de Unidad de los Trabajadores – Bloque Andaluz de Izquierdas (CUT) (Collettivo per l’Unità dei Lavoratori – Blocco andaluso di Sinistra) per poter partecipare alle elezioni locali del 1979. Muovendo da una piattaforma di radical-socialismo che aspirava a una riforma agraria, i rappresentanti del CUT furono subito eletti, e Sánchez Gordillo divenne alcalde (sindaco). Da quel giorno il partito ha avuto la maggioranza nel Comune locale per più di trent’anni. Nel 1986 il CUT divenne parte dell’Izquierda Unida (IU) (Sinistra Unita), il principale raggruppamento politico dei partiti socialisti/comunisti/verdi in Spagna. Il Consiglio comunale di Marinaleda ad oggi ha sette consiglieri della IU e quattro del riformista Partido Socialista Obrero Español (PSOE) (Partito spagnolo dei lavoratori socialisti). Juan Manuel Sánchez Gordillo, che di solito indossa una keffiyeh (sciarpa) palestinese donatagli nel suo viaggio in Palestina, è un insegnante di storia nella città e, oltre a essere alcalde, è un membro della IU nel Parlamento andaluso, il portavoce nazionale del CUT e ministro dell’Edilizia Abitativa presso il comitato esecutivo federale della IU.
Marinaleda fece notizia quando i suoi lavoratori espropriarono con successo una tenuta di 3.000 acri al Duca di Infantado nel 1991. El Humoso, nome con cui la tenuta è nota, fu affidata alla gente del posto e ora include otto cooperative agricole all’interno della quali lavora la maggior parte della popolazione locale. Le cooperative sono dedite alla coltivazione intensiva di carciofi, peperoni, fagioli e anche grano e uliveti. Ogni lavoratore riceve lo stesso compenso: 47 euro per un giorno lavorativo di sei ore e mezzo. Tutto ciò in controtendenza con gran parte dell’agricoltura di quella zona che è basata sulla massiccia produzione intensiva di girasoli e grano. Secondo le statistiche ufficiali ci sono 130 disoccupati registrati nella città, numero che, in un periodo di profonda crisi economica e di disoccupazione in Spagna, è con ogni probabilità il più basso del paese e testimonia, in effetti, una situazione di piena occupazione. Marinaleda è un meraviglioso esempio di come proprietà sociale e creazione d’impiego possano andare di pari passo.
Oltre alla radicale riforma agraria, Marinaleda ha anche sviluppato una forma del tutto unica di distribuzione davvero socialista delle abitazioni. In contrasto con la dilagante speculazione e follia finanziaria che caratterizzano e hanno rovinato il mercato edilizio spagnolo, gran parte dell’edilizia d’alta qualità di Marinaleda è stata costruita dalle stesse persone del luogo che sono diventate di conseguenza proprietarie delle case a costi minimi. Le case sono costruite sul terreno comunale, con materiali forniti dal governo locale e regionale. Le persone del luogo pagano 15 euro al mese oltre a contribuire con un numero convenuto di ore lavorative al mese alla costruzione delle case. C’è un chiaro accordo che vieta loro di vendere le case in qualunque momento, in futuro. Il sistema fa sì che i proprietari delle case non siano vincolati da ipoteche e che non ci sia nessuna possibilità di speculazione finanziaria. Il lavoro di costruzione compiuto dalla gente è convertito in compensi che vengono sottratti dal costo di costruzione della casa. Il Consiglio promuove una serie di laboratori rivolti all’insegnamento delle tecniche di muratura, di impiantistica elettrica, idraulica, di carpenteria, di agricoltura ecologica, di tutto ciò che può essere usato a beneficio del programma sociale sull’edilizia.
A emblema dell’ideologia socialista di Marinaleda e della credenza che il potere debba essere messo nelle mani della gente del luogo, il Consiglio comunale ha creato delle Assemblee Generali dove si incontrano dalle 400 alle 600 persone del luogo 25 o 30 volte all’anno per dar voce alle loro preoccupazioni e votare sulle questioni all’ordine del giorno. Le Assemblee Locali hanno inoltre luogo, all’interno della città, proprio nelle strade o nei posti dove i problemi in questione si sono sollevati. In più, ci sono Gruppi d’Azione che si occupano di problemi specifici come la cultura, i festival, la pianificazione urbanistica, lo sport, l’ecologia e la pace. Un ulteriore esempio della particolare forma di democrazia locale del Consiglio è l’uso del “bilancio partecipativo” attraverso il quale ogni anno gli investimenti e le spese proposte dal Consiglio sono presentati negli spazi della comunità per essere discussi. Nelle “Red Sundays” [“Domeniche rosse”, ndt] la gente del posto presta servizio volontario per migliorare le strade, i giardini, le case, e fa altri lavori utili, migliorando così lo spazio pubblico ma costruendo anche la coscienza collettiva di chi abita quello spazio.
Un altro esempio delle politiche radical-socialiste della città è il fatto che alcuni anni fa il Consiglio decise di non avere una corpo di polizia locale, proponendosi così di risparmiare quantità significative del denaro delle risorse finanziarie (intorno ai 260.000 euro all’anno) che possono essere utilizzate per altre forme più benefiche di fondi sociali. Questa è con tutta probabilità una posizione politica unica in Spagna, se non nel resto d’Europa, e una posizione che sembra aver avuto successo.
Nel corso della mia breve e approssimativa visita a Marinaleda, i fondi sociali e quelli per l’istruzione della città mi hanno impressionato. Ci sono scuole moderne, un comprensorio sanitario attrezzato di modo che la gente non debba spostarsi per usufruire di trattamenti standard, un attivo ayuntamiento (Edificio Comunale), un centro sportivo moderno e ben equipaggiato, servizi a domicilio per gli anziani, un centro per i pensionati, un ampio centro culturale, una piscina, un campo sportivo da calcio, e un parco con giardini nel pieno rispetto della natura. Forse la cosa che desta più impressione in città è l’asilo, che è aperto dalle 7 alle 16 e costa appena 12 euro per bambino al mese, prezzo che include colazione e pranzo per i bambini: un supporto enorme per i genitori che lavorano. L’ampiezza dei fondi sociali è di gran lunga al di sopra di quel che ci si aspetterebbe in una città di appena 2.700 abitanti.
La città ha anche un proprio servizio di radio e televisione, dal momento che avverte l’esigenza di opporsi ai media mainstream e tradizionali. Oltre a offrire una vasta gamma di musica, dibattiti, notizie e programmi culturali, Radio/TV Marinaleda promuove un’ideologia alternativa basata sulla solidarietà, sulla generosità e sullo spirito collettivo. Radio e televisione sono aspetti importanti della politica del Consiglio per la diffusione di filosofie politiche alternative basate sul pensiero radical-socialista e su una serie di attività solidali, in particolare a supporto delle lotte in Palestina, nel Sahara occidentale e nelle zone dell’America Latina. Mentre girovagavo per la città ho visto strade che portano il nome di Che Guevara e Salvador Allende, e altre chiamate Solidarietà, Fraternità e Speranza. Insieme a molti murales e graffiti a sfondo politico, tutto questo gioca la sua parte nella crescita di una coscienza politica e nell’apporto di valori alternativi a quelli promossi dal capitalismo.
Un aspetto affascinante della città che mi ha colpito molto è stato che non ci sono quasi cartelli pubblicitari lungo le strade. I negozietti locali non avevano insegne all’esterno o alle vetrine e perfino i bar non avevano le pubblicità della birra fuori. Non so se è una politica intenzionale, ma posso solo supporre che ciò è dovuto al predominio della pubblicità che sfigura il resto della Spagna. Se così fosse, è davvero confortante vedere una città priva di oppressivo mercantilismo.
In un’era di neo-liberalismo globale dilagante e di crisi economica, Marinaleda e il suo percorso di radicalismo politico sono un esempio meraviglioso di ciò che può essere fatto quando la gente si unisce nella lotta per l’attuazione di politiche radical-socialiste. Per qualcuno come me che ancora crede nella speranza di una società basata sull’uguaglianza socialista, sulla giustizia e sullo sviluppo, gli abitanti di Marinaleda meritano la più grande approvazione e supporto per quello che hanno realizzato nel corso degli ultimi trent’anni. Possiamo solo sperare che continuino su questa strada anche in futuro. In un periodo in cui il cinismo è così endemico in politica, Marinaleda offre un esempio meraviglioso e confortante di ciò che si può ancora fare. Un mondo diverso e migliore è ancora possibile.
Douglas Hamilton vive a Cadiz, Spagna. Lo si può contattare all’indirizzo: [email protected]
Titolo originale: "A Town Called Marinaleda"
Fonte: http://www.counterpunch.org
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30.04.2010
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di STELLA SACCHINI