qui. Riproduciamo una analisi acuta che Sbancor ha pubblicato
su Rekombinant:
in tempi di successo per Matrix Reloaded, Sbancor ci dimostra che
Matrix è già in funzione – qui e adesso. [gg]
Il
sistema capitalista mondiale assomiglia a Matrix. C’è, nascosta
da qualche parte una matrice che genera un mondo rovesciato, dove,
appunto "i rapporti fra gli uomini divengono rapporti fra
cose". Una volta fatta funzionare la matrice è impossibile tornare
indietro. O meglio indietro si può andare con funzioni sorico-mantiche,
ma anche in questo caso non riusciremo mai a ricostruire la "realtà".
Questa è andata irrimediabilmente perduta nel primo passaggio della
equazione matriciale. Potremo reiventare delle storie. Quasi nulla
sappiamo della guerra di Troia, molto conosciamo invece dell’Iliade.
Vista
in funzione nella sua forma elementare Matrix assomiglia al modello
dell’equilibrio generale di Warlas. In una perfetta concorrenza, merci
perfette incontrano mercati perfetti, minimizzando i prezzi e costruendo
quell’equilibrio che appunto viene definito generale. Leontiev cercò di
trasformare queste mirabili equazioni in un piano. Pensò cioè che un
Piano potesse riprodurre l’equilIbrio con la stessa efficienza, ma
questa volta coscientemente, fidando sulla ragione e non sugli
automatismi del mercato. Fu una catastrofe logica, prima ancora che
economico politica. Il pensato è molto più lento e fallibile di un
automatismo. La correzione degli errori è più lenta. E richiede
violenza manifesta, cosciente, li dove la violenza del mercato sembra
destino naturale e perciò incolpevole.
La
storia del socialismo sovietico è tutta inscritta in questo "prometeico"
errore. E ne paghiamo ancora le conseguenze. Loro, soprattutto. Matrix
intanto continuava a funzionare. Le equazioni divenivano sempre più
complicate. Gli addetti alla matrice (gli economisti) ormai non ne
capivano più il significato. Balbettavano come dei mantra dei pezzi di
teoria: "libero mercato… privatizzazioni… lotta
all’inflazione… contenimento della spesa pubblica improduttiva…
flessibilità… ottimismo… congiuntura pessimismo… superindice…
aggregata spesa pubblica aggregata …invariata domanda invariata,,,bad
loans, soft loans, bonds, equity highyeld bonds, junk bonds…
derivatives… emerging markets… asimettrie informative… moral
hazard… deregulation… innovazione tecnologica, di prodotto di
processo, deflazione recessione reflazione …" La figura era
penosa. Molti se ne accorgevano, ma nessuno poteva contraddire il
pensiero unico, perché era l’unico pensiero… Ma non si poteva più
staccare la spina senza annullare il mondo, questo mondo, perché altri
mondi non ne esistevano più. Il bello è che la matrice, Matrix,
continuava a produrre ricchezza. Delle nazioni crescevano a ritmi
impressionanti. In molti paesi si erano sconfitte le malattie, allungata
la vita, risolto il problema della fame. Un quarto o meno del mondo
aveva il problema dell’obesità. I tre quarti avevano ancora il problema
della fame. Ma non si poteva dare la colpa a Matrix.
Ora fra le centinaia di milioni di equazioni che svolgendosi
simultaneamente e ricalcolandosi all’ ennesima potenza, ve ne era una
particolarmente rischiosa.
Il nome in codice era "warfare". Essa descriveva l’impatto che
la spesa pubblica militare avrebbe avuto sotto diverse condizioni come
moltiplicatore del PIL.
La teoria del "moltiplicatore" era di un inglese depravato del
XIX secolo, con amicizie discutibili, appassionato alle signorine un po’
troppo virili di Bloomsbury. Uno speculatore di Borsa spesso fortunato
che aveva sempre confuso i conti di tutti, ed i suoi personali, con
quell’abilità truffaldina che costituisce l’intima essenza del genio.
Aveva convinto il Mondo che l’economia era ripartita dopo la Grande
Depressione grazie alle sue Teorie, tralasciando come insignificante la
II° guerra mondiale e l’impatto di distruzione.creatrice che aveva
avuto.
Cosa fosse il PIL pochissimi invece erano in grado di capirlo. Del PIL
dell’Indonesia, ad esempio faceva parte il petrolio estratto e i soldi
spesi per ripristinare i danno dell’estrazione del petrolio. Nei modelli
semplificati definiti di "partita doppia" inventati da un
monaco italiano (Pacioli) secoli prima che fosse apparso Matrix, le due
cifre andavano sottratte, come anche al più obnubilato senso comune
sembrerebbe logico fare. Invece no, chi officiava il rito del PIL le
sommava. Poi misurava incrementi e decrementi anno su anno e il
risultato, spesso assolutamente casuale di queste operazione misurava la
ricchezza delle nazioni e quello che esse avrebbero dovuto fare per
rispettare il "pensiero unico" amministrato dai sacerdoti
dell’IMF (International Monetary Fund) che era stata un’idea sempre
dello stesso Lord Keynes.
Insomma
"warfare" diceva che per 1 dollaro (che cosa fosse un dollaro
era anche questa questione aperta dopo il 1973 a Bretton Woods)
investito in armi il PIL sarebbe cresciuto circa di 2,5 dollari.
"Warfare" aveva funzionato già diverse volte. In Corea, nel
Vietnam, in Iraq, in Kossovo. Warfare funzionava anche se la guerra non
si faceva. "Lo scudo stellare" l’aveva dimostrato ai tempi in
cui un attore di terzordine aveva occupata la carica più alta
dell’Impero. Non si capiva perché non avrebbe dovuto funzionare anche
questa volta. La I° guerra islamica nacque così. C’era una sottile
strategia perfezionata negli ultimi anni. Il nemico veniva selezionato
con cura. Preferibilmente un agente ex stipendiato dall’Impero. Noriega,
Saddam, Milosevic, Osama Bin Laden. Nomi improbabili su cui un’accurata
indagine sui patrimoni e sulle relazioni personali avrebbe messo in luce
liasons inquietanti. Gruppi di "geopolitici", funzione
sacerdotale che prendeva sempre più importanza nell’Impero, disegnavano
prima strategie e mappe su cui orientare la guerra. Mass mediologi e
giornalisti (funzione assai screditata anche nel Basso Impero) si
incaricavano di creare i nemici. Terroristi. L’esercito assomigliava
sempre più alla polizia. E la Polizia all’esercito.
E se
uno sciagurato ex presidente democratico, divoratore di noccioline,
aveva messo fuori legge le "covert operations" particolarmente
"dirty" questo alla lunga si era rivelato un bene. Si erano
"privatizzati" i Servizi Segreti e di Sicurezza, creando una
rete di società di consulenza e servizi, specializzate proprio nelle
operazioni più sporche.
Tutto avrebbe funzionato anche stavolta. Fra l’altro, per qualche
maledetto calcolo di struttura errato questa volta sotto le Due Torri
erano rimaste un sacco di persone. L’emozione era forte. E con
l’emozione non si ragiona. E così a Bush II° poteva riuscire quello
che a Bush I° non era riuscito: fare la guerra e uscire dalla
depressione giusto in tempo per il secondo mandato imperiale. Bush I°
era stato tradito dai tempi e i benefici effetti economici della Guerra
nel Golfo li aveva incassati un imperatore democratico ed erotomane.
Questa volta tutto avrebbe funzionato. Il mondo di Matrix avrebbe
continuato a sopravvivere e a prosperare.
Ma dentro Matrix c’era un "baco". Nessuno dei
sacerdoti-economisti aveva capito la sua natura, eppure era una
equazione assai banale. Tradotta in lingua comprensibile ai plebei più
meno diceva che se si aumenta la produttività, grazie all’uso di nuove
tecnologie e nuove organizzazioni del lavoro, se si mette al lavoro il
"general intellect", e contemporaneamente non si aumenta la
domanda aggregata, i prezzi sarebbero caduti rovinosamente. Era
un’antica imperfezione di Matrix, si era manifestata negli anni 30, un
periodo tremendo, ma poi non era più accaduto. Si chiamava Deflazione,
ed era l’esatto contrario del "grande nemico" dei sacerdoti
economisti, che invece si chiamava Inflazione.
Il primo paese dove questa epidemia si era diffusa era il Giappone. Qui
la produttività era cresciuta per anni esponenzialmente. L’Impero lo
aveva obbligato prima a rivalutare la moneta, in modo da smettere di
esportare, poi era crollato un indice che si chiama Nikkei, a cui si
dava grande importanza, poi era esplosa la bolla immobiliare, infine le
banche erano finite sull’orlo del fallimento. I giapponesi avevano già
provato tutti i riti propiziatori delle varie sette di
sacerdoti-economisti. Prima avevano abbassato a zero i tassi di
interesse. Poi avevano indebitato lo Stato. Adesso avevano cominciato a
stampare moneta. Niente. I prezzi continuavano a scendere. E quindi
conveniva detenere liquidità, anche a tassi zero piuttosto che
investire e consumare. La stessa cifra domani avrebbe acquistato più
beni di oggi. Trappolone della liquidità, come anche l’Inglese
depravato ben sapeva.
L’Impero pensava che questo poteva accadere solo in Giappone, paese che
non faceva guerre da quando due bombe nucleari erano cadute sul suo
territorio, bruciando migliaia di persone e uccidendone decine di
migliaia con la radioattività.
Ma invece poteva accadere anche nell’Impero.
Frugando fra le tabelle che Matrix produceva di continuo, spesso
cambiando le cifre per sembrare più bravo (anche le Matrici hanno i
loro piccoli default dell’ego) ne trovai di sconfortanti.
Ecco la deflazione in Giappone:
Ed ecco
quella americana:
Che
risulta più chiara se si guardano ai prezzi alla produzione:
Per
contro la produttività continua ad essere forte.
Troppo
forte: dal I° trimestre del 1994 al primo trimestre del 2001 è
cresciuta del 35%.
Di quando dovrebbe aumentare la "domanda" per reggere questi
incrementi di produttività?
Qui
la matrice si fa un po’ più imprecisa. Ma proviamo lo stesso. Dunque il
PIL americano, le spese personali e gli investimenti sono andate
ultimamente così:
L’ultimo
trimestre è già negativo, ed il quarto sarà ancora con il segno meno
d’avanti. Le spese reggono ancora fino al secondo trimestre 2001, mentre
gli investimenti iniziano a scendere già dal II trimestre dell’anno
scorso (2000). Il tasso di risparmio (savings rate) nell’Impero
tradizionalmente basso sta salendo. Forse è il primo segnale di
trappola della liquidità.
Ora
per far risalire il PIL di 1 punto percentuale, che è pari (ultimo
dato) a 10.225 miliardi di dollari, servirebbero circa 130 miliardi di
dollari in spesa militare (moltiplicatore 2,5) che darebbe appunto un
effetto di 325 miliardi di dollari in un anno. Ma se continua la
deflazione ai livelli attuali, -1,5% sui prezzi alla produzione, questa
cifra è assolutamente insufficiente, perché mi si svalorizza mentre la
spendo. Dunque servono altri soldi. Per riportare il PIL a una crescita
normale, pari al 3% iniziano a servire spese militari superiori ai 600
miliardi di dollari l’anno. Tralasciamo gli effetti sul debito pubblico,
la sottrazione di risorse ad altri settori dell’economia, le tasse che
prima o poi dovranno salire ecc. ecc. e tutti i "caveat" del
caso. Ma vi sembra razionale spendere 600 miliardi di dollari anno per
Osama bin Laden?
E se poi tutti questi investimenti mi continuano a far crescere la
produttività e ad abbassare i prezzi?
Fino a quando la "spesa militare" dovrà espandersi, per
coprire una domanda di beni e servizi "non militari" in
diminuzione?
Fra un anno serviranno oltre 1.000 miliardi di dollari e così via.
Matrix è in "loop".
Il fatto è che non posso essermene accorto solo io. Altri lo sanno.
Altri sanno che il "programma warfare" ha un baco nella serie
di equazioni che descrivono gli investimenti militari, gli incrementi di
produttività, e l’andamento dei prezzi. Perché una guerra abbia
effetto su una economia come quella attuale deve essere davvero una
Grande Guerra, non una azione di polizia internazionale.
Lo
"scontro di civiltà", la guerra islamica non è una guerra
seria. C’è un unico vero grande avversario: La Cina.
Questo Matrix aveva cominciato a calcolarlo nei primi mesi dell’impero
di Bush II°. Aveva mandato un aereo nello spazio aereo cinese. Aveva
scatenato un casino. Ma qualcuno gli staccò i contatti, rendendosi
conto che la guerra contro 1,5 miliardi di cinesi, come già aveva
capito il Generale Mc Arthur in Corea, è una guerra termonucleare. E
quella nessuno se la può permettere.
Li
hanno lasciati giocare con l’Afghanistan. Hanno rimesso in piedi i conti
della Loockhed, hanno evitato il crollo di Wall Street a settembre.
Tutti risultati tattici. Adesso siamo al punto di prima.
Domani o fra un mese o fra tre si riverseranno sul mercato le
"sofferenze" delle banche giapponesi.
Il debito Argentino al confronto è uno scoperto di conto corrente in
una agenzia di periferia. Sono 152 trilioni di Yen. Il 30% del PIL
Giapponese. E solo 70 sono coperti da garanzie. Tradotto in bilanci
bancari vuol dire che le prime cinque banche giapponesi hanno perso metà
del loro patrimonio netto di vigilanza. E le altre non lo hanno
semplicemente più. I dati sono del F.M.I., e perciò sicuramente
ottimisti.
I giapponesi erano "the lender of last resource".
Il prestatore di ultima istanza. Appunto. Lo erano.
Il futuro non è più quello di una volta…. Ed è difficile
interpretarlo
Ma "Qualcuno" ha staccato la spina…"Qualcuno" sa
che Matrix ci porterà alla rovina…"Qualcuno" che ancora
oggi non è uscito fuori, allo scoperto. "Qualcuno" che
aspetta che Bush II° arrivi alla fine della corsa, per buttarlo giù da
cavallo.
Questo "qualcuno" potrebbe essere una lobby dell’Impero,
certo. Anche nell’Impero ci sono "illuminati". Oppure questo
"qualcuno" potremmo essere noi stessi. Migliaia, centinaia di
migliaia di operai del lavoro mentale, annidati ovunque. Nelle banche,
nei Centri di ricerca, nell’industria dello spettacolo, nelle agenzie di
pubblicità, nell’industria del software, nelle case editrici….in un
qualsiasi posto in cui ti chiedono di usare il tuo cervello, le tue
capacità di relazione, la tua affettività per il lavoro. Centinaia di
migliaia di empati, che fra un giro su Internet, una "relazione che
deve essere pronta fra un’ora", fra le coscie della segretaria o
rimirando le virilità supposte del collega, stanno scambiando
informazione, lanciando disperati messaggi di aiuto"…Mayday …Mayday…Matrix
è in loop…. Red Alert….Mayday. Se ci sono essere umani in
circolazione fatevi sentire. Subito."
2003 02:55 AM