Un giardino di melograni
Quando ero ragazzo, la mia prima esperienza con un melograno avvenne con l’albero di un vicino. Attendevamo la maturazione perché gli alberi producevano delle eccellenti ‘bombe a mano’ da scagliare contro i ragazzi dell’altra parte della città. A tal proposito, il termine “granata” è corretto a livello letterale: si tratta del nome francese del melograno. Se si era fortunati nel lancio, i frutti esplodevano e centinaia di chicchi purpurei spruzzavano l’avversario con un colore pressoché indelebile, con la garanzia che, una volta tornato a casa, il ragazzo colpito avrebbe passato guai seri.
A parte questo futile svago, a quei tempi in Australia vi erano ben pochi impieghi per il melograno, e l’ignoranza in tal senso permane quasi immutata ai nostri giorni. Quello che all’epoca ignoravamo era che in seguito il succo del melograno avrebbe rivelato di possedere ben altre qualità oltre all’intenso colore purpureo indelebile; ora sappiamo che in esso sono presenti preziosi fitofenoli in forma di super-antiossidanti – di fatto in misura maggiore rispetto a vino rosso e tè verde messi assieme. Una disamina della storia, del simbolismo e delle recenti scoperte di natura medica inerenti a questo misterioso frutto lo pongono sotto una luce completamente nuova, in particolar modo per quanto riguarda la salute.
Proprio l’altro giorno, mentre scartabellavo alcuni testi nel negozio di libri usati della mia zona, mi sono imbattuto in un raro volume del Dr. Israel Regardie, denominato A Garden of Pomegranates.1 Regardie, deceduto nel 1985, è rinomato come moderno occultista nonché storico delle filosofie ermetiche occidentali e, nel secolo scorso, si è occupato di una serie di libri concernenti la tradizione dell’occultismo, in particolare quello legato alla Cabala. Il filo conduttore, o struttura simbolica, di tale antico sistema di indagine filosofica è l’Albero della Vita – secondo le parole di Regardie, “quel preziosissimo gioiello del pensiero umano, quella disposizione geometrica di Nomi, Numeri, Simboli ed Idee…”
Naturalmente esistono numerosi legami simbolici con l’originario Albero della Conoscenza presente in molti miti, in particolare nell’Antico Testamento. Regardie stava operando una connessione che è stata ripetutamente realizzata nel corso dei secoli – quella fra il frutto dell’albero di melograno e gli antichissimi miti e simboli della filosofia e della religione esoterica. Nel caso specifico, faceva riferimento al Pardes Rimonim, ovvero Un frutteto di melograni, libro scritto nel sedicesimo secolo dal rabbino Moses ben Jacob Cordovero, il quale desunse il titolo da un versetto del Cantico dei Cantici: “I tuoi germogli sono un giardino di melograni”.
Regardie, considerato uno dei massimi interpreti della Cabala, ha scritto che “…è possibile allestire un autentico giardino dell’anima; …dove ciascuno di noi può scoprire ogni genere di frutto esotico e leggiadro fiore dal mirabile colore. Il melograno, mi viene da aggiungere, è sempre stato per i mistici di ogni dove soggetto prediletto di simbolismo recondito.”
Come vedremo, gran parte di tale simbolismo fa riferimento alla profonda considerazione assegnata a questa pianta in epoche diverse da numerose culture, fra cui la nostra, mentre sempre più studi evidenziano gli effetti salutari indotti da questo frutto, che si presenta pieno di semi, di vita e di potenzialità.
Un breve excursus storico sul melograno
Andando a ritroso nel tempo, troviamo il melograno esaltato nei papiri egizi, citato nell’Antico Testamento con la denominazione di rimmon, presente nella mitologia greca, nella storia romana e nel Corano. Molto prima dell’era cristiana, i melograni vennero introdotti in Cina da Samarcanda. Questa pianta ha fatto la sua comparsa nel corso della storia in alcuni fra i documenti di maggiore importanza, nell’arte e nell’architettura, da Homer a Chaucer, da Shakespeare a Raffaello e, in tempi più recenti, Cézanne.
La convinzione comune è che il melograno abbia avuto origine in Persia, quindi si sia lentamente diffuso in India, Africa settentrionale, Europa, Cina e Americhe. Si tratta di uno dei primi frutti coltivati: almeno dal 3.000 a.C., e forse da molto prima, nelle vallate formate dai fiumi Nilo, Indo e dalla coppia Tigri-Eufrate vi erano appezzamenti coltivati a uva, olive, fichi, mandorle e melograni.
Bassorilievo della dea Kububa, con un melograno nella mano destra e uno specchio nell'altra.
Statua etrusca in terracotta di Persefone con un melograno
La Madonna del Melograno di Botticelli
Il simbolismo del melograno e l’Albero della Vita
Il frutto è citato in varie culture e religioni. Si dice che l’albero di melograno sia fiorito nel Giardino dell’Eden e, molto probabilmente, è il celebre “pomo” della vicenda di Adamo ed Eva narrata nella Genesi, prodotto dal misterioso Albero della Vita.
Il melograno ha sempre simboleggiato numerose virtù, fra cui in particolare amore e fertilità, nonché salute ed abbondanza. Il consistente numero di semi (secondo stime ottimistiche, sino a 800 per frutto) indicava tali virtù, nonché una dimensione spirituale. Il suo succo è stato paragonato al sangue, la sua forma a quella del seno femminile e la evidente “corona” ha suggerito connessioni regali.
In una delle storiche sette meraviglie del mondo, ovvero i Giardini Pensili di Babilonia, nell’attuale territorio del martoriato Iraq, i melograni si stagliavano fra i tesori di Nabucodonosor II. In questa regione, nell’antichità nota con il nome di Mesopotamia, il melograno è tuttora apprezzato tanto come medicinale quanto come simbolo di bellezza, longevità, fertilità e saggezza.
Le mitologie greca e persiana menzionano il frutto come simbolo della vita, di rigenerazione e del matrimonio. Dato il suo ruolo nella leggenda greca di Persefone, il melograno finì per rappresentare la fertilità, la morte e l’eternità, e fu un emblema dei Misteri Eleusini. Gli antichi Cinesi ritenevano che i semi simboleggiassero longevità ed immortalità.
Nella tradizione ebraica, il melograno compare in numerosi contesti religiosi e culturali; veniva utilizzato come simbolo decorativo nel Tempio di Salomone, nelle insegne di re e regine, nonché sugli abiti talari dei sacerdoti. Di fatto, un melograno in avorio delle dimensioni di un pollice, recante un’antica iscrizione in ebraico, è l’unica reliquia mai recuperata dal Tempio di Salomone.
Secondo JewishJournal.com, “il Talmud afferma che se un saggio sogna un melograno, è un auspicio di saggezza; se a sognarlo è un ignorante, allora è auspicio di buone azioni. I saggi ebrei insegnavano che il melograno è significativo poiché, diversamente da altri frutti, la sua polpa rossa – di primario interesse per il fruitore umano ma di scarsa rilevanza per l’albero, dato che la sua funzione è unicamente quella di proteggere il seme – ed il seme, che il fruitore tende a buttar via, sono la medesima cosa. Primario e secondario, parti futura e presente del frutto sono unite; questo aspetto, sostengono i saggi, rappresenta un elevato livello di benedizione, un segno di totalità e perfezione, un simbolo perfetto del Nuovo Anno.”2
Nel mondo cristiano il frutto del melograno è simbolo di resurrezione e vita, mentre nell’arte cristiana rappresenta la speranza; è inoltre uno dei tre “frutti benedetti” del buddismo.
Cosa è dunque questo strano frutto?
Il nome botanico del melograno è Punica granatum – Punica trae il proprio nome dall’antica città fenicia dell’Africa settentrionale in cui i soldati romani, mentre si dirigevano a combattere la prima delle tre Guerre Puniche del terzo secolo a.C., si imbatterono per la prima volta nell’albero di melograno; granatum significa “granulato”. Il melograno ha questo nome in quanto assomiglia ad una mela e presenta numerosi semi al suo interno. Secondo una leggenda ebraica vi sono esattamente 613 semi in ogni frutto, uno per ciascuno dei comandamenti ebraici, tuttavia in realtà solitamente i semi ammontano ad almeno 200 e, in un frutto particolarmente grande, possono arrivare a 800. Sotto il profilo botanico, la Punica granatum condivide il nome della famiglia soltanto con il suo raro progenitore genetico, la Punica protopunica, il cui habitat è limitato all’isola di Socotra, nell’Oceano Indiano (Yemen).
L’albero o arbusto di melograno cresce sino a raggiungere i 3-5 metri di altezza ed è contraddistinto da foglie caduche ovali o lanceolate di colore verde lucente, che in inverno cadono. Il frutto, che matura intorno a settembre (emisfero nord) ha la forma di una mela, di colore giallo-bruno rossastro, sormontato da un calice a forma di corona. Una volta rotta la coriacea scorza, si possono osservare frutti traslucidi di colore bianco, roseo o scarlatto, ben compattati all’interno; a seconda della varietà, talvolta i semi sono dolci, talaltra aspri e, prima di essere consumati, necessitano di qualche dolcificante. Il succo ottenuto dai semi viene trasformato in uno sciroppo per aromatizzare bevande e, in tempi remoti, se ne ricavava un vino.
Il frutto del melograno consta di tre parti principali, ciascuna delle quali ha una propria caratteristica metafisica, botanica e chimica. Le parti in questione sono il seme o “arillo”, il succo e la scorza. Inoltre corteccia, radici, foglie e fiori della pianta contengono tutti elementi specifici ed unici e ciascuno di essi, quando preparato come medicinale per esseri umani o animali, determina effetti interessanti e complessi.
Proprietà dell’albero e del frutto
I melograni viaggiavano a proprio agio nelle carovane arabe che trasportavano gioielli e spezie dall’Oriente nonché sostanze aromatiche dall’Africa. In quanto frutti ermeticamente racchiusi da una tenace scorza impregnata di tannino, erano ben protetti dai rigori di viaggi impervi e si mantenevano freschi per un periodo sorprendentemente prolungato; ricolmi di un succo ricco di minerali e vitamine, costituivano un’eccellente fonte alimentare nei viaggi ardui e quindi si ‘spostarono’ agevolmente in tutto il mondo antico, crescendo lungo, in prossimità e ben oltre le vie commerciali.
L’albero di melograno è assai adattabile a terreni diversi e tollera condizioni assai dure in termini di calore, aridità ed abbandono. Nessuna meraviglia, dunque, che il mondo dell’antichità fosse costellato di boschetti di melograni, che infine gli alberi selvatici risultassero sparpagliati in lungo e in largo, e che molti di quelli vecchi vivano ancora oggi.
In un villaggio di Minorca, nelle Isole Baleari, vi era un antico melograno che, in tarda età, riusciva a produrre solo uno o due frutti all’anno; doveva essere arrivato con i Fenici, instancabili viaggiatori e mercanti, i quali crearono vie e rotte commerciali e, nell’antichità, controllavano gran parte dei commerci dell’area del Mediterraneo. Si è asserito che l’albero di melograno sia in grado di crescere per 200 anni e oltre, tuttavia i dati relativi all’età esatta di questo melograno di Minorca particolarmente longevo sono vaghi.
La forza vitale del melograno
Un quesito sorge spontaneo: “Per quale motivo il melograno viene esaltato nella mitologia, nella storia e nella religione di così tante culture?” Dati i riferimenti risalenti all’alba dei tempi ed all’esistenza umana propri delle nostre cosmogonie, e dato il notevole interesse scientifico dell’era attuale, sembra quasi che questo frutto sia speciale rispetto a tutti gli altri, che sia stato scelto come dono per la razza umana.
Si pongono altri quesiti. L’albero di melograno vive molto a lungo e, come il frutto, non soffre di quasi alcuna malattia o danno da parassiti; è forse esso stesso a promuovere il proprio stato di salute? Sono anche i suoi potenti antiossidanti a mantenerlo sano? Per quale motivo, rispetto ad altri frutti, così tante culture e religioni hanno scelto proprio il melograno per rappresentare fertilità, salute e buona sorte?
Nel corso di anni di pratica in terapie naturali, l’estensore del presente articolo ha maturato una certa competenza in kinesiologia e radioestesia; il test eseguito su un certo succo di melograno georgiano di eccellente qualità, ricavato in modo naturale e privo di sostanze chimiche, ha manifestato una “forza vitale” particolarmente intensa. Ovviamente la cosa ha un carattere aneddotico, nondimeno coloro che hanno a che fare con le energie sanno quanto tali test possono risultare affidabili nel rivelare l’aspetto “energetico” di qualsiasi sostanza.
In fin dei conti abbiamo sempre a che fare con il sistema umano come “bio-campo”, ovvero campo di informazioni o energia, che al livello più fondamentale opera su energie di tutti i tipi.3, 4 In ultima analisi, tutti i medicinali e gli alimenti che consumiamo vengono assunti perché ci proponiamo di incorporare l’energetica di tali sostanze nei nostri campi energetici; e la qualità dell’energetica di qualsiasi sostanza che assumiamo è della massima importanza.
Asserisco che il melograno è sempre stato riconosciuto come un frutto che possiede una carica energetica particolarmente elevata; lo si desume dall’aspetto del frutto, dal sapore del succo, dal colore degli arilli. Chiunque presti attenzione a quello che i sensi (compresi quelli più sottili) comunicano, si renderà ben presto conto se una sostanza accresce il sistema energetico o meno. I melograni selvatici ed il loro succo si trovano nelle zone alte della lista delle sostanze che accrescono il nostro sistema energetico.
Composizione chimica del succo di melograno
Valore nutrizionale per 100 g di porzione commestibile*
Calorie 63-78
Umidità 72.6-86.4 g
Proteine 0.05-1.6 g
Grassi Solo in traccia sino a 0.9 g
Carboidrati 15.4-19.6 g
Fibre 3.4-5.0 g
Cenere 0.36-0.73 g
Calcio 3-12 mg
Fosforo 8-37 mg
Ferro 0.3-1.2 mg
Sodio 3 mg
Potassio 259 mg
Carotene assente in traccia
Tiamina 0.003 mg
Riboflavina 0.012-0.03 mg
Niacina 0.180-0.3 mg
Acido ascorbico 4-4.2 mg
Acido citrico 0.46-3.6 mg
Acido borico 0.005 mgAnalisi di sacche di succo fresco eseguite da vari ricercatori (http://www.hort.purdue.edu/newcrop/morton/pomegranate.html).
Rinnovato interesse per il melograno negli USA
Negli ultimi tempi il venerando melograno sta diventando decisamente di moda. Secondo il direttore di Datamonitor’s Productscan Online, negli ultimi 18 mesi negli USA sono stati messi in commercio oltre 475 nuovi prodotti alimentari e bevande al melograno; si tratta virtualmente di una esplosione di interesse.
Il libro Pomegranates: Ancient Roots to Modern Medicine,5 pubblicato di recente per dare voce pubblica alla ricerca di N. Seeram e colleghi presso il Center for Human Nutrition dell’UCLA, testimonia un rinnovato interesse verso tale frutto. Uno studio divulgato da questo gruppo indica che l’assunzione quotidiana di un bicchiere di succo può contribuire a rallentare gli effetti del cancro alla prostata, consentendo alle persone colpite da tale patologia di vivere più a lungo; inoltre risulta possibile una riduzione dei sintomi della menopausa e post-menopausa, comprese le vampe di calore, indotta dai fitoestrogeni presenti nei semi del melograno che, a quanto pare, è una delle poche piante conosciute contenenti composti tipo estrogeni.
Lo stesso gruppo di ricerca sottolinea un altro aspetto importante, ovvero che, in virtù del fatto che il 70 per cento degli antiossidanti presenti nel succo deriva dalla scorza spremuta insieme al resto del frutto, è più salutare assumere del succo appropriatamente ricavato piuttosto che mangiare il frutto stesso.
Ancor più interessante, almeno per alcuni, è il fatto che secondo lo studio il melograno funge da “Viagra naturale”. Nel contesto dello studio si è misurata la funzione erettile di conigli, con il risultato che l’assunzione regolare di succo di melograno innalza i livelli di ossido nitrico e afflusso sanguigno, in un modo simile a quello rilevato in coloro che assumono Viagra. Ora, riscontri a sostegno di tale proprietà andrebbero certamente a corroborare la nozione che il melograno è l’Albero della Vita! Comunque sia, l’interesse va ben oltre. Attualmente negli USA è possibile trovare una gomma da masticare denominata Pomegranate Power, nonché una salsiccia di pollo al melograno prodotta dalla Jody Maroni’s Sausage Kingdom di Los Angeles. Nel 2006, in occasione della consegna dei premi Oscar, si potevano vedere celebrità che sorseggiavano martini al succo di melograno (mischiato ad altri ingredienti meno salutari). Il melograno viene impiegato come additivo antiossidante in prodotti di bellezza di una marca denominata Archipelago; il co-presidente di tale società sostiene che si tratta del prodotto di maggior successo che abbiano mai messo in commercio.
Negli ultimi tre anni la California è diventata la più grande produttrice di melograno degli USA, grazie agli sforzi di una coppia di Beverly-Hills, Stewart e Lynda Resnick, i quali hanno fondato la Pom Wonderful, un’azienda dedita alla coltivazione ed alla promozione dei melograni (esclusivamente la varietà Wonderful); attualmente è la più grande azienda statunitense di coltivazione e distribuzione di melograni.6
Contenuto di composti fitochimici
I fitochimici sono semplicemente sostanze chimiche derivate dalle piante. Nell’ultimo decennio, grazie alla ricerca che ha rilevato gli effetti protettivi e terapeutici degli antiossidanti, fra gli altri fitochimici, l’interesse per queste piante è aumentato in modo consistente. Vale la pena di notare che le piante, così come gli animali e gli esseri umani, hanno sviluppato metodi per proteggere la propria salute da tutte le devastazioni ambientali. Dato che le piante non sono mobili, le difese in questione si presentano in forma di potenti sostanze chimiche, le quali inoltre conferiscono alle piante stesse colore, sapore, profumo e struttura; sono proprio queste difese a dare origine alle potenti sostanze chimiche dimostratesi utili all’umanità e che promettono molto più di quanto sinora scoperto.
Una potente pianta come il melograno offre, letteralmente al consumo, un frutto che è un’equilibrata e complessa combinazione di molti composti utili alla salute; inoltre, a serbare il segreto a monte di questi effetti forse è proprio la combinazione dei composti invece che gli estratti ricavati da composti specifici isolati, come ad esempio l’acido ellagico7 – anche se in realtà tale estratto sta dando promettenti risultati in prove cliniche.
Circa il 75 per cento dei farmaci a livello mondiale deriva dalle piante; quindi il regno vegetale ci fornisce un enorme spettro di sostanze chimiche ed effetti. I fitochimici benefici sono classificati secondo varie prerogative. Una loro sottoclasse è quella dei fenolici, che comprende flavonoidi, flavonali, catechine, isoflavoni ed acidi fenolici. Ciascuno dei 5.000 fitochimici presenti nella sola sottoclasse dei flavonoidi è un antiossidante che contribuisce a rafforzare il sistema immunitario umano, ripristina il sistema cardiovascolare e rallenta l’invecchiamento.
Nella ex repubblica sovietica della Georgia, negli ultimi decenni i fitofarmaci si sono guadagnati una considerevolissima reputazione in virtù del fatto che provengono da fonti “naturali”, ovvero piante selvatiche; un tempo tali piante facevano parte di sistemi di frutteti diffusi in tutta la campagna. Di conseguenza, molte ricerche si sono concentrate su queste piante medicinali e, in particolare, sul melograno. Si sta sviluppando una piccola industria, con un occhio particolare rivolto agli elevati standard di raccolta e lavorazione. Le informazioni presentate più avanti sono state in gran parte incentivate dalla crescita di interesse verso i fitochimici georgiani ricavati in modo naturale.
Per ulteriori informazioni su questo ed altri studi supplementari citati più avanti, vedere 100 & Healthy – Living Longer with Phytomedicines from the Republic of Georgia di W. Shafer Fox.8
Composizione chimica
Le analisi chimiche dei melograni si sono concentrate per la maggior parte sul succo, sulla scorza/pericarpo e sull’olio derivato dai semi. Il succo/frutto contiene elevati quantitativi di tannini idrolizzabili, in particolare ellagitannini (acido gallico ed acido ellagico), antocianine (cianidina, delfinidina, pelargonidina), nonché acidi fenolici (acido ellagico, acido caffeico ed acido clorogenico). Anche il pericarpo è ricco di tannini idrolizzabili. (Nota: il pericarpo è la buccia che avvolge il seme, l’“arillo” vero e proprio. Il seme è soltanto il bianco seme interno duro; i rossi sacchi succosi commestibili, che includono il seme, sono denominati arilli.) La spremitura dell’intero frutto produce un succo assai più ricco di polifenoli del pericarpo.
Nelle scorze sono presenti anche luteolina, quercetina, kaempferol e narigenina. L’olio di semi è formato per circa il 63.5 per cento da acido punicico – un raro acido trans-grasso a 18 atomi di carbonio (strutturalmente collegato all’acido linoleico coniugato). Secondo una fonte, il seme inoltre contiene la più elevata concentrazione di estrone del regno vegetale – approssimativamente 17 mg/kg di seme essiccato.
Si è manifestato un accresciuto interesse per l’olio di melograno come potente fitoestrogeno e per le sue potenziali proprietà di prevenzione del cancro, in particolar modo riguardo al cancro al seno.
Ricerca e storia inerenti agli impieghi medicinali
Storicamente il succo di melograno è stato utilizzato per una moltitudine di malanni. Gli antichi medici greci lo utilizzavano come antinfiammatorio, antielmintico (per i vermi parassiti intestinali) e come sedativo per la tosse; veniva inoltre impiegato per curare la dissenteria e la diarrea cronica. In Georgia i suoi impieghi hanno incluso la cura di emissioni di muco, emorragie, sudorazioni notturne e diarrea; inoltre, per rafforzare i capillari e contribuire alla prevenzione di aterosclerosi, asma, tonsillite e bronchite. L’estratto di melograno miscelato ad aloe vera è stato utilizzato per attivare la rigenerazione delle ossa. Di recente si è lavorato anche sul suo uso come efficace trattamento delle scottature.
• Acido ellagico contro cancro
Uno degli aspetti più stimolanti dei tempi moderni è la scoperta, nel melograno, di quantitativi estremamente elevati di acido ellagico fenolico anticancro. Il melograno è una delle principali fonti note di acido ellagico, un potente fitochimico antiossidante ed anticancro descritto in oltre 500 studi pubblicati negli ultimi 40 anni.
Il Dr. Gary Stoner della Ohio State University ha diretto gran parte della ricerca a dimostrazione delle proprietà medicinali dell’acido ellagico in rapporto al cancro. Attualmente si riscontra che numerosi ricercatori stanno conducendo positive ricerche sul rapporto fra acido ellagico e cancro, in prove concernenti tanto roditori quanto esseri umani; molto lavoro è stato fatto sul cancro cervicale e al seno. La D.ssa Wendy Smith ed il suo team presso la University of Kentucky hanno dimostrato che l’acido ellagico contribuisce a prevenire le iniziali reazioni chimiche che potenzialmente inducono il cancro al seno. Il Dr. Kim della Pusan National University sudcoreana ha diretto un gruppo di scienziati, provenienti da Stati Uniti, Canada, Regno Unito ed Israele, che ha fatto importanti scoperte in merito all’azione dei composti fitochimici del melograno sulla riduzione della proliferazione del cancro al seno e della formazione di lesioni cancerose. Esistono numerosi studi, già ultimati e tuttora in corso, inerenti alla cura di varie tipologie di cancro, fra cui quello al seno, alla prostata ed ai polmoni, ed il potenziale utilizzo dei melograni sta rapidamente acquistando consistenza. Tali ricerche sono in gran parte riportate sul libro di Shafer Fox.
• Proprietà antiossidanti
Le proprietà antiossidanti del melograno sono inoltre efficaci contro altre patologie, fra cui aterosclerosi, infiammazioni del miocardio ed arteriose, pressione alta. Tali proprietà sono utili anche per proteggere fegato e reni dai danni provocati dai radicali liberi, per contrastare i batteri e per favorire l’attività di altri antiossidanti.
Negli ultimi anni alcuni ricercatori israeliani, capitanati dal Dr. Michael Aviram (Lipid Research Laboratory, Rappaport Family Institute for Research in the Medical Sciences, Rambam Medical Center, Haifa), hanno concentrato la loro attenzione sulle proprietà antiossidanti ed i potenziali benefici cardiovascolari del succo di melograno.9 In uno studio si è rilevato che tale succo riduceva la dimensione della lesione aterosclerotica in topi carenti di apolipoproteina E. Uno studio ex vivo con volontari maschi sani ha riscontrato che l’assunzione quotidiana di 50 mL di succo di melograno concentrato riduceva la suscettibilità dell’LDL all’ossidazione ed accresceva l’attività della paraoxonasi nel siero (PON1). Infine, in base agli esiti di una prova clinica, l’assunzione quotidiana di 50 mL di succo di melograno concentrato per un periodo di due settimane ha determinato una diminuzione, pari al 36 per cento, dell’attività dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) nel siero, nonché una riduzione, pari al 5 per cento, della pressione arteriosa sistolica in 10 pazienti (di età compresa fra i 62 ed i 77 anni) affetti da ipertensione. Lo studio, rivisto dai pari, sul succo di melograno è una prosecuzione del loro lavoro e, auspicabilmente, l’esordio di nuove stimolanti scoperte in relazione ai benefici per una sana condizione cardiovascolare.
• Il melograno contro la placca arteriosa e l’aterosclerosi
Una ricerca pilota ha implicato 19 anziani affetti da aterosclerosi, ovvero l’ispessimento dell’intima delle arterie, in cui la placca si era già sviluppata ad un livello pericoloso. Dieci pazienti, i quali hanno assunto 50 mL di succo di melograno al giorno per un anno, presentavano una riduzione, sino al 30 per cento, dello spessore del rivestimento dell’arteria carotide, mentre il gruppo di controllo formato dagli altri nove soggetti, i quali non hanno assunto il succo, di fatto presentavano un aumento pari al 9 per cento. Per di più, coloro che hanno assunto il succo di melograno hanno manifestato una riduzione, pari al 21 per cento, della pressione arteriosa sistolica.10
Come riportato sul numero di Atherosclerosis dell’agosto del 2006: “Il succo di melograno può ridurre il rischio di aterosclerosi, e di conseguenza il rischio di esiti letali per i diabetici, poiché tale affezione comporta l’ispessimento e l’indurimento delle pareti arteriose, nonché il decesso dell’80 per cento dei malati di diabete; inoltre, secondo studi condotti presso il Technion-Israel Institute of Technology, il succo riduce l’assorbimento di colesterolo cattivo…”11
• Benefici in caso di cancro alla prostata
Secondo uno studio condotto su persone anziane, pubblicato sul numero del 1° luglio 2006 di Clinical Cancer Research, il succo di melograno assesta al cancro alla prostata un duro colpo che prolunga il tempo di raddoppio del PSA post-chirurgico, fa diminuire la proliferazione delle cellule cancerose e fa morire le cellule del cancro alla prostata.12
In base ai risultati di esperimenti di laboratorio condotti presso la University of Wisconsin di Madison, l’estratto di melograno può prevenire il cancro alla prostata o rallentarne la crescita. Quando si sono iniettate in topi cellule del cancro alla prostata di esseri umani, la somministrazione di estratto di melograno agli animali ha ritardato l’insorgenza dei tumori, la cui crescita è stata significativamente inibita consentendo una sopravvivenza più prolungata. In uomini affetti da cancro alla prostata recidivante, l’assunzione quotidiana di 8 once liquide di succo di melograno riduce significativamente il tempo necessario ad un aumento dei livelli dell’antigene prostatico specifico (PSA), marcatore tumorale del cancro alla prostata.13
• Supporto all’ossido nitrico
Il succo di melograno è stato sottoposto ad analisi per sondare la sua capacità di proteggere l’ossido nitrico (NO) dalla distruzione ossidativa. Ne è risultato che il succo è un potente inibitore della scomparsa dell’NO mediata dall’anione superossido; il succo si è rivelato assai più potente del succo di uva Concord, del succo di mirtillo, del vino rosso, dell’acido ascorbico e del dl-alfatocoferolo. Questi riscontri indicano che il succo di melograno presenta una potente attività antiossidante che ha come esito una rilevante protezione dell’ossido nitrico dalla distruzione ossidativa, il che a sua volta comporta un accrescimento delle azioni biologiche dell’NO.14
• Ulteriori ricerche inerenti al melograno
Oltre ai summenzionati studi positivi, sulla pagina web del Dr. Ray Sahelian http://www.raysahelian.com/pomegranate.html è possibile consultare i dati relativi ai risultati delle seguenti ricerche:
• Estratti di frutto del melograno possono inibire gli enzimi che contribuiscono all’osteoartrite, rallentando il deterioramento della cartilagine.
• Il consumo di succo di melograno durante la gravidanza può contribuire a ridurre il rischio di lesioni cerebrali nei bambini.
• L’estratto di frutto del melograno può inibire la formazione di tumori cutanei, quantomeno in topi esposti ad agenti cancerogeni. Per di più, topi trattati con melograno hanno sviluppato meno tumori cutanei rispetto ai loro simili non trattati.
• Il succo di melograno concentrato migliora i profili lipidici nei malati di diabete con iperlipidemia e può modificare i fattori di rischio delle cardiopatie.
• In pazienti affetti da stenosi dell’arteria carotide, il consumo di succo di melograno per un periodo di tre anni riduce lo spessore dell’intima-media carotidea, la pressione sanguigna e l’ossidazione dell’LDL.
• Il succo di melograno può determinare effetti positivi contro il morbo di Alzheimer.
Numerosi studi di ricerca forniscono riscontri dei positivi influssi dei derivati del melograno su ipertensione, infiammazioni del miocardio ed arteriose, per la protezione di fegato e reni e nel contrastare malattie di origine batterica.
Cosa cercare nei prodotti derivati dal melograno
Un aspetto della massima importanza nella scelta di prodotti derivati dal melograno, come nel caso di qualsiasi estratto di piante, riguarda l’eventuale impiego di sostanze chimiche tossiche quali erbicidi, pesticidi e solventi chimici nella coltivazione o nella lavorazione del prodotto. I residui di tali composti spesso permangono nella materia vegetale, producendo potenti radicali liberi. Per fare un esempio di fonte affidabile, in linea generale i melograni georgiani sono coltivati e raccolti da terra senza che vi siano contaminazioni di tal genere. A quanto mi risulta, anche la società californiana Pom Wonderful è apprezzata per i suoi metodi di coltivazione ed estrazione. Le sostanze nutritive vegetali vengono per la maggior parte estratte utilizzando solventi organici tossici, i cui residui permangono nella materia vegetale contenuta nel prodotto – quindi, consumatori, state in guardia!
Cosa si prova mangiando un melograno?
Ora potete comprendere come mai nell’antichità il melograno veniva trasportato in viaggi prolungati, nonché il motivo per cui viene definito il “frutto più impegnativo donatoci da Madre Natura”! È resistente, non è preda di parassiti e non marcisce facilmente, ed è alquanto difficile mangiarlo rapidamente.
Provate voi stessi. Acquistate un bel frutto tondeggiante e apritelo; troverete un labirinto di sacche bianche attorno ai gruppi di semi o arilli, fittamente raggruppati, di intenso ed affascinante colore scarlatto scuro. A questo punto avrete già l’acquolina in bocca… Tuttavia la scorza è tenace, così come dovete essere voi per romperla, quindi è necessario pelare con delicatezza le membrane biancastre che racchiudono il seme. Una volta ‘esposti’ gli arilli, potete finalmente assaporarli e farvi colare il succo purpureo dalla bocca, dopo aver preso la precauzione di non indossare abiti bianchi, delicati o particolarmente sensibili alle macchie. Già, quando si mangia un melograno è meglio essere nudi! Mangiatene uno con un/a amico/a, poi fatevi la doccia. Vi garantisco che avrete un’esperienza che rievocherà le Mille e una Notte, sensuali piaceri, lunghi languidi intrecci notturni…
Vedete, magari potete concedervi questa digressione nella sensualità una volta alla settimana, tuttavia forse vi renderete conto che per la prima colazione è più agevole servirsi di una bottiglia di succo, che ignoti lavoratori hanno amorevolmente estratto da melograni selvatici colti su pendii pedemontani. Vi raccomando vivamente di reperire questo succo, fare un favore a voi stessi e berne in quantità. Poi, nei fine settimana, mangiate il frutto! ∞
Note
1. Regardie, Israel, A Garden of Pomegranates, Llewellyn Publications, 1992 (prima pub. 1932)
2. Wenig, Gaby, "Pomegranates: The Healthy, Spiritual High Holiday Fruit", 19 settelbre 2003, http://www.jewishjournal.com/home/ searchview.php?id=11077
3. McTaggart, Lynne, The Field: The Quest for the Secret Force of the Universe, HarperCollins, UK, 2001
4. Scott-Mumby, Keith, Virtual Medicine: A New Dimension in Energy Healing, Thorsons, 1999
5. Seeram, Navindra P., Risa N. Schulman e David Heber (ed.), Pomegranates: Ancient Roots to Modern Medicine, CRC Press, USA, 2006
6. Per informazioni sugli studi scientifici inerenti al melograno, vedere http://www.pomwonderful.com.
7. Lansky, E. P., "Beware of Pomegranates Bearing 40% Ellagic Acid", J. Medicinal Food 9(1):119-122, marzo 2006, http://www.liebertonline.com/doi/abs/10.1089/jmf.2006.9.119
8. Shaffer Fox, W., 100 & Healthy – Living Longer with Phytomedicines from the Republic of Georgia, Woodland Pub., USA, 2004
9. ibid.
10. http://www.pomwonderful.com/carotid_thickness.html
11. http://www.seniorjournal.com/NEWS/Nutrition-Vitamins/6-08-24-PomegranateJuice.htm
12. http://www.seniorjournal.com/NEWS/Health/6-07-01-PomegranateJuice.htm
13. http://www.raysahelian.com/pomegranate.html
14. Shaffer Fox, op. cit.
L'autore:
Tom Storey è lo pseudonimo di uno scrittore e terapeuta naturale, dedito da oltre un trentennio alla medicina vibrazionale. Tom lavora in Australia ed in Sud America. Per contatti, [email protected].
Articolo tratto dal NEXUS nr. 69, agosto-settembre 2007; reperibile presso http://shop.nexusedizioni.it/nexus-nr-69.html