fbpx
giovedì - 5 Dicembre, 2024

Dal 1995 l'Informazione libera ed indipendente

Elevate your accessory game with OpClock's premium selection of Rolex Replica and meticulously designed replica watches. Explore now and redefine luxury.

Numero chiuso anche al liceo: ecco la scuola del non futuro

Data di pubblicazione:

Ultimi articoli

Nexus New Times #167

NEXUS NEW TIMES #167 Sempre Presente e Avvincente!  Ecco il nuovo numero di NEXUS New Times che ancora una volta non potrà deluderti. Oltre alle consuete notizie di Villaggio Globale, questo...

Nexus New Times # 166

Articoli più letti

Nexus New Times # 166

NEXUS New Times Nr.166: autentico e autorevole è ora disponibile! Gentili lettori, ci scusiamo per il ritardo d’uscita del presente Numero causato principalmente dalle novità straordinarie...

Nexus New Times #167

Social Network

21,000FansMi piace
5,000FollowerSegui
10,500IscrittiIscriviti
spot_img
Condividi l'articolo:

Chissà se l’ha chiesto l’Europa alla professoressa Cristina Bonaglia, preside del liceo Fermi di Mantova, di effettuare test di ingresso alla sua scuole, instaurando, per motivi di necessità, il numero chiuso.

“Siamo oltre i trenta alunni per ognuna delle nostre sei prime, troppi. Faremo come all’università: prova d’ammissione e numero chiuso. Useremo il criterio della meritocrazia, come ha già deciso il consiglio d’istituto. Invito i genitori a non allarmarsi”.

Con una circolare, la dirigente del provveditorato provinciale ha chiesto alle famiglie “in eccedenza” di accettare lo spostamento del figlio all’istituto indicato come seconda scelta”. Non è la prima e non sarà l’ultima, la preside Bonaglia: anche la seconda scelta minaccia di seguire il suo esempio: pochi professori, poche aule, rischio di affollamento e scarsa professionalità. Altri, come il convitto Umberto I di Torino, “approfittano” del test d’ingresso a gennaio, “per motivare maggiormente i futuri alunni del liceo”, per istruirli meglio con la cultura del mercato, della concorrenza e della competitività.

C’è poco da stupirsi: in Paesi ridotti come la Londra di Oliver Twist, la prossima procedura di selezione, già silenziosamente applicata in Grecia, consisterà nel somministrare sapere a chi non sviene dalla fame, far fare compiti in classe a chi si porta i fogli protocollo da casa insieme alla carta igienica, far pagare in forme dirette e indirette il diritto all’istruzione in modo che sia esplicitamente chiaro che non lo è più, un diritto, ma un privilegio, forse un’elargizione, offerta magari come negli Usa, a chi gioca bene a calcetto, e certamente una concessione.

In fondo qual è il rischio? Che si allarghi quella zona grigia, che si abbassi la sua età media, che cresca di numero, in tutto il Paese, quell’esercito di ragazzi e ragazzini che non vanno a scuola, non hanno l’età per accedere a un lavoro, che quando la raggiungono non hanno un mestiere, che comunque il lavoro non c’è, che non tentano più nemmeno concorsi che vanno deserti, che- li vediamo già – ciondolano in branco per strada, o stanno a casa, letargici, davanti al pc o alla tv, insomma che lieviti una moltitudine offerta al mercato della precarietà quando non alla manovalanza criminale.

Siamo ormai ridotti o ad accontentarci, o all’esercizio della nostalgia: di Dolci, di Capitini, di Don Milani, di Calamandrei, di maestri e maestre che pensavano – e militavano, quindi – che la scuola non fosse solo strumento di sapere, ma anche di conoscenza e coscienza di sé e del proprio valore, e motore di civiltà. I lumi scendevano verso le basi secondo vecchi sogni e utopie ora dismesse, per abbattere le barriere di classe, per permettere al popolo di sapere, e quindi di difendersi.

E’ grazie a loro, al vituperato ’68, a conquiste di diritti e garanzie del lavoro, cui obbligatoriamente ci hanno fatto rinunciare, che le scuole superiori si erano aperte ai “figli del popolo”, alla piccola e modesta borghesia che prima doveva ripiegare sulle magistrali per le ragazze o per gli istituti tecnici per i maschi, mentre alla borghesia veniva riservata la facoltà di inventarsi le sue scuole, affidate o meno a ordini religiosi, sensibili a perpetuarsi della cultura dominante e alla superiorità della classe dirigente.

Sembra sia rimasta a loro la vocazione. Ai preti e ai sacerdoti del mercato che promuovono le loro scuole e le loro università, nelle quali riaffermare la supremazia del profitto, propagare le credenza che un Paese progredisce se cresce il Pil, mentre diminuisce il numero di cittadini privati del diritto alla salute o all’istruzione.

La “vocazione” sembra non fare più parte dell’attrezzatura obbligatoria dei docenti, così come sono stati costretti a abbandonare la certezza del posto fisso. Senza la crudeltà del dottor Johnson che si riferiva all’esercito, grazie alla decadenza obbligatoria indotta dal pensiero forte berlusconiano e post berlusconiano, ai tagli, grazie al progressivo abbattimento, largamente suicida, dei valori della cultura, dell’istruzione, della conoscenza, anche come fattori di competitività e affermazione di un paese, la scuola è sospetta di diventare l’ultimo “rifugio degli imbecilli”, o dei frustrati, dei “remissivi”, degli amorfi, condannati a una grigia mediocrità

A meno che non rialzino la testa per la loro personale dignità, ma per il riscatto della scuola, della conoscenza, del sapere, che sono poi la vera arma da mettere in mano a chi vuole riprendersi il futuro.

Ecco adesso hanno il tempo e il motivo giusto per scendere in piazza ben oltre la battaglia sulle 20 ore, per dimostrare che la scuola, come i diritti e la bellezza, sono di tutti i cittadini e che la loro vocazione è insegnare per imparare, tutti, l’uguaglianza.

Anna Lombroso per il Simplicissimus

Fonte: http://ilsimplicissimus2.wordpress.com

Condividi l'articolo:

Potrebbe interessarti anche ...

BUKOVSKY: «LA UE STA DIVENTANDO COME L’URSS» di Maurizio Blondet

Bukovsky, 63 anni, ha fatto queste dichiarazioni a Bruxelles, dopo aver visitato il parlamento europeo su invito del Fidesz, il maggior partito di opposizione...

Fare il bagno… vicino al Cremlino. Sarà possibile dal 2018.

Una notizia positiva proviene dalla Russia, anzi proprio dalla capitale della nazione eurasiatica. Se sono rari i casi di corsi d'acqua nelle nostre città...

ATTACCO ALL’IRAN? SE NE TORNA A PARLARE di Maurizio Blondet

L’agenzia Novosti, il 30 marzo, ha dato voce ad una «fonte d’alto livello della sicurezza» che dice: «Le ultime informazioni d’intelligence segnalano un’intensificazione dei...

DRONI: QUANDO I VIDEOGIOCHI DIVENTANO REALTÁ

Molti videogiochi oggi simulano uccisioni plurime che vengono presentate come qualcosa di divertente e attrattivo per le masse. È “normale” che sia così, dato che,...

Abbonati a Nexus

Eventi Nexus

Nessun evento futuro al momento.

Eventi Segnalati

Iscriviti alla Newsletter

Rimani sempre aggiornato sul mondo Nexus.

[mailup_form]

Conferma la tua iscrizione tramite la mail che riceverai.

Sostieni Nexus Edizioni

spot_img

YouTube