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NEXUS NEW TIMES #167 Sempre Presente e Avvincente!  Ecco il nuovo numero di NEXUS New Times che ancora una volta non potrà deluderti. Oltre alle consuete notizie di Villaggio Globale, questo...

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aveva numerosi amici ed estimatori, tra
i quali
il sottoscritto) che da anni ne seguivano le vicende accademiche e ne
apprezzavano la professionalità, il coraggio e l’onestà
intellettuale. John è
stato uno scienziato nel senso più autentico che si possa
attribuire a questo
termine, e il suo lavoro ha lasciato un segno indelebile nel campo
della
ricerca sui cosiddetti “rapimenti alieni”.

Nel
commosso editoriale che gli ha dedicato, Maurizio
Baiata (www.dnamagazine.it)
fra le altre cose
ha scritto:

“John
Mack è stato il professore docente
di psichiatria che ha sfidato la sua
università, Harvard, affermando che il
fenomeno delle abductions è reale, che le persone
non sono allucinate, che vanno aiutate, non
derise. Mack ha fatto migliaia di
chilometri
per parlarne alla gente, ha scritto dei libri, ha accettato di farsi
riprendere
gratuitamente in decine di interviste filmate, e aveva quel ‘tocco di
classe’
che altri non hanno.”

Mi
trovo assolutamente d’accordo con Maurizio: ho avuto il privilegio di
conoscere
John Mack l’anno scorso, a Firenze, e pur rischiando di sembrare
retorico devo
dire in tutta sincerità che si trattava di un personaggio
eccezionale, uno di
quelli che incontri una volta sola nella vita. Un
animo nobile, un gentiluomo come pochi, un ricercatore
lucido e tutto
d’un pezzo. Sapere che non è più fra noi mi addolora
immensamente, ma sapere
che è morto travolto da un’automobilista ubriaco mentre
attraversava sulle
strisce pedonali di una strada di Londra, dove si trovava lunedì
dopo aver
partecipato come oratore ad una conferenza su Lawrence d’Arabia
tenutasi la
domenica ad Oxford, be’, questo mi
fa impazzire! Comunque sia, per
approfondimenti vi rimando al suo stesso sito (http://www.johnemackinstitute.org).

Passando
ad altro, un argomento del quale si vociferava qualche anno fa torna
alla
ribalta: il 24 settembre la polizia britannica ha arrestato quattro
sospetti
che apparentemente tentavano di acquistare un ‘materiale radioattivo
estremamente potente, di origine russa, conosciuto come Mercurio
Rosso’. Sembra
che questi quattro individui fossero disposti a pagarlo 541.000 dollari
al
chilo, per conto di un arabo saudita non meglio identificato.

A
quanto si dice, questo esotico materiale fu sviluppato dagli scienziati
sovietici durante la Guerra Fredda, allo scopo di realizzare delle
“valigette
nucleari” in grado di uccidere chiunque entro alcuni isolati di una
città.

In
proposito Sam Cohen, il fisico che inventò la bomba a neutroni,
il 15 giugno
1997 ebbe a dire che la cosa più spaventosa fosse la
facilità con cui si
potevano creare bombe a neutroni tramite una sostanza chiamata mercurio
rosso,
il quale è un composto contenente mercurio sottoposto a
irradiazione.
Esplodendo, crea enorme calore e pressione, dello stesso tipo
necessario a
innescare un congegno a fusione, come una mini-bomba a neutroni delle
“dimensioni di una palla da baseball”.

In
precedenza, un ostacolo alla creazione di una bomba nucleare era la
necessità
di poter disporre di plutonio, il quale esplodendo creasse una reazione
di
fusione negli atomi di idrogeno; tuttavia questo mercurio rosso ha
cambiato le
cose: prodotto in Russia a basso prezzo, sarebbe in seguito venduto al
mercato
nero di tutto il mondo.

Secondo
la CIA il mercurio rosso non esiste,
eppure un sacco di terroristi in tutto il
mondo sembrano disposti a pagare somme enormi per entrarne in possesso…
d’altra
parte, pur essendo anni che se ne sente parlare, sinora non è
mai successo
nulla ad indicarne l’uso da parte di qualcuno. Speriamo bene…

Intanto,
lontano dai riflettori dei media, tutti puntati sulle vicende irachene,
la
tensione in estremo oriente sta salendo: qualche giorno fa il
vice-ministro
degli esteri della Corea del Nord, Choe Su Hon, ha esplicitamente
dichiarato
che il suo paese ha sviluppato un’arma nucleare e che se venisse
attaccato
dagli USA verrebbero colpite le basi statunitensi in Giappone.

Nel
frattempo negli Stati Uniti stanno circolando documenti e analisi
sempre più
intriganti a riguardo delle innumerevoli anomalie che circondano i
fatti
dell’11 settembre 2001 e la versione ufficiale che i media,
imperterriti,
continuano a propinarci. Un esempio è la questione del “pod”, un
oggetto
anomalo che si distingue, collocato sotto il ventre, in numerose
fotografie e
riprese video da svariate angolazioni del secondo aereo, il presunto
volo 175
della United Airlines, che va a schiantarsi contro il World Trade
Center
(vedere il precedente articolo nel
quale me ne ero occupato).



Naturalmente
sono insorti qua e là dei “debunkers” a spiegare a noi, i
“teorici della
cospirazione”, che in realtà sotto l’aereo non c’era niente, che
si trattava
soltanto di giochi di luci e di ombre, che avevamo preso un granchio
insomma (salvo
poi non saper dare una spiegazione plausibile al “lampo” che si
distingue
perfettamente in corrispondenza del misterioso oggetto, pardon, ombra,
nel
momento in cui l’aereo penetra nell’edificio…).

Bene,
l’Escola Universitaria Politécnica De Mataró, in Spagna,
ha effettuato una
dettagliata analisi delle immagini, usando le più sofisticate
attrezzature
disponibili, ed è giunta alla conclusione che quanto vi si
osserva non è frutto
di ombre bensì sono oggetti reali, solidi, per quanto non
identificabili con
certezza.

L’ufficio
commerciale della Boeing
a Seattle ha esaminato le fotografie per dieci giorni
e, pur avendo annunciato una spiegazione per il fenomeno, si è
poi rifiutato di
rilasciare una dichiarazione. Alla fine un portavoce ha dichiarato che
la Boeing non era in
grado di offrire un’opinione “per motivi di sicurezza” e
perché non aveva partecipato ufficialmente alle indagini sugli
attacchi.


In
attesa di potervi offrire ulteriori novità, sempre per rimanere
in ambito
aeronautico, in questi giorni di intensa attività di scie
chimiche nei cieli di
casa nostra, vi offro una bella immagine proveniente da oltreoceano che
mostra
in tutto il suo splendore un gigantesco “sprayer” all’opera…

…e
poi quella curiosa di un UFO dalla forma insolita: sembra quasi uno
sparviero
Klingon, o un incrociatore Vulcaniano con le sue due belle gondole di
curvatura…

Per
lasciarvi, un cartello di avvertimento: a buon intenditor…

Traduzione:

ATTENZIONE

Nuovo
Ordine Mondiale

I
potenziali rischi includono:

Leva
obbligatoria

Terza Guerra Mondiale

Vaccinazioni forzate

Complessi industriali penitenziari

Spopolamento
controllato dall’elite

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