Il 12 giugno 2016 uno squilibrato di nome Omar Mateen entra in locale gay della Florida – il Pulse, ad Orlando – uccide 49 persone e ne ferisce 53.
Mateen verrà ucciso in un blitz dalla polizia.
La strage di Orlando è la più grave strage commessa con armi fa fuoco negli Stati Uniti, e sconvolge il paese in un momento di campagna elettorale in cui uno dei candidati – la democratica Hillary Clinton – è da sempre contraria alla distribuzione popolare delle armi (cosa sancita dal secondo emendamento della Costituzione degli USA).
Omar Mateen è un cittadino americano incensurato, che si convertirà all’ISIS qualche ora prima dell’attentato, cosa che farà esultare l’organizzazione terroristica per un qualcosa che le è capitato semplicemente… “dall’alto”.
Stavolta il pretesto ideologico sarà l’omofobia provata da un ragazzo confuso sessualmente: altre volte sarà invece il razzismo, l’odio antiabortista, l’antisemitismo e via discorrendo.
Il giorno prima, nella stessa città, un uomo entra armato in un teatro e uccide con una pistola a sangue freddo e davanti a tutti Christina Grimmie, vincitrice nel 2014 del concorso canoro “The voice”.
Christina Grimmie
Il 14 giugno del 2016, ancora, il 25 enne Larossi Abballa uccide con nove coltellate a Parigi al grido di “Allah è grande” un vice comandante di polizia giudiziaria e sua moglie, anch’essa poliziotta. L’uomo prenderà in ostaggio il loro figlio di appena tre anni, Mathieu, fino all’arrivo delle solite squadre speciali che puntualmente lo uccideranno.
Dulcis in fundo – si fa per dire – un altro psicopatico – il 52 enne Tommy Mair – pochi giorni prima del 23 giugno, ovvero prima dell’importantissimo referendum per la Gran Bretagna per rimanere o meno all’interno dell’UE – uccide la deputata europeista e laburista Jo Cox al grido “Britain first” – “prima la Bretagna” -suscitando sgomento e orrore in tutto il paese e influenzandone emotivamente il risultato.
Tutti questi episodi sono solo gli ultimi di una lunghissima sequela dove uno psicopatico uccide all’improvviso destando orrore. E ciò, ormai, accade non solo nell’armatissima America, ma anche in Europa e nel caldo Medio Oriente, nei paesi cioè dove sono sorte delle guerriglie.
Sotto i colpi di psicopatici – se ci pensate bene – sono morti e ancora moriranno Presidenti, cantanti, attori, diplomatici, leader di ogni genere e finanche persone comuni.
Il filo rosso, in sostanza, è il seguente: abbiamo un uomo disturbato – spesso addirittura già attenzionato, se non rinchiuso da qualche parte – che improvvisamente diventa libero e uccide in modo spettacolare personaggi di medio ma anche di gran rilievo, spesso influenzando emotivamente un gran numero di persone.
La domanda a un certo punto sorge spontanea: e se queste persone fossero armate, in qualche modo?
O meglio: e se fossero rese “disturbate” per compiere determinate attenzioni dimostrative… utili ai veri poteri?
Il progetto MKULTRA era il nome in codice dato a un programma illegale e clandestino di esperimenti sugli esseri umani portato avanti dalla CIA (il servizio di intelligence degli Stati Uniti d’America) durante gli anni cinquanta e sessanta del XX secolo, che aveva come scopo quello di influenzare e controllare il comportamento di determinate persone (il cosiddetto controllo mentale).
Il progetto MKULTRA o Mk-Ultra fu ordinato dal direttore della CIA Allen Dulles il 13 aprile 1953, al fine di contrastare gli studi russi e cinesi sul cosiddetto controllo mentale (mind control).
Questa tecnica avrebbe dovuto portare numerosi vantaggi, come ad esempio la creazione di assassini inconsapevoli o il controllo mentale di leader stranieri scomodi.
Il progetto – e questa è storia, non complottismo! – sarebbe stato sovvenzionato per un totale di 25 milioni di dollari coinvolgendo istituzioni, università e addirittura ospedali.
Gli esperimenti consistevano in torture psicologiche atte a sviluppare sdoppiamenti della personalità, disturbi che potevano essere attivati con una parola o gesto “codice” che creavano immediatamente obbedienza o spietatezza, a seconda del risultato che si voleva ottenere.
Molto spesso si prendevano delle persone che erano già problematiche, in quanto con loro si poteva lavorare ancora meglio e in modo più veloce.
Il progetto MKULTRA venne portato all’attenzione del pubblico nel 1975, anche se gli esperimenti – almeno secondo la versione ufficiale – terminarono nel 1973.
Il film “Va e uccidi” del 1962 e “The Manchurian Candidate” del 2004 spiegano egregiamente queste realtà: entrambi tratti dal libro omonimo “The Manchurian Candidate”, il primo affronta gli esperimenti avvenuti durante la Guerra Fredda, il secondo ai tempi dell’operazione Desert Storm in Iraq nel 1991.
Insomma, i due film rappresentano un vero e proprio continuum cinematografico, al di là della fine ufficiale degli esperimenti – ripeto – avvenuta negli anni ’70.
L’ultimo film, in particolare, vede protagonista una squadra di marines americani che, nel mentre di un attacco notturno da chissà dove, in realtà viene sottoposta a un vero e proprio lavaggio del cervello, cosa che renderà eroe un elemento della stessa – il sergente Raymond Shaw – il quale, senza ricordarsi, avrà salvato tutti i commilitoni, e per questo suo atto di eroismo sarà successivamente candidato a Vice Presidente degli Stati Uniti d’America.
Il capitano della squadra sopravvissuto a quella notte, Bennet Marco – gli altri si suicideranno o moriranno in circostanze misteriose – scoprirà un microchip dietro la schiena, e avvertirà immediatamente il sergente.
Una volta scoperta la manipolazione mentale che fa compiere al Vice Presidente ben due omicidi “scomodi”, Bennet sarà usato dalla madre dello stesso Vice per uccidere il rivale politico del figlio durante un comizio, ma la parziale liberazione dell’uomo da questi “incantesimi” farà sì che alla fine colpirà – su input di quest’ultimo, che soffriva troppo – proprio l’ex sergente Raymond Shaw e sua madre, determinandone la morte.
Alla fine la Manchurian Global – la società collegata a una parte del governo e ai servizi che effettuava questi esperimenti per creare cavie umane – verrà smascherata e il capitano salvato.
Ritornando alla nostra attualità, ci si può e deve chiedere: perché tutti questi disturbati – anche oggi – non possono essere prodotto di questi esperimenti, magari diffusi ormai tanto in Europa quanto negli Stati Uniti?
Chi ci può assicurare il contrario? Ripeto, parliamo di omicidi spesso eccellenti, che devono produrre un determinato risultato politico, economico o sociale.
Perfino guerriglie come l’ISIS potrebbero – anzi sicuramente lo sono! – essere composte da uomini che hanno subito questo tipo di trattamenti tanto da arrivare…a farsi esplodere!
Certo, c’è sicuramente l’effetto gregge, ma i disturbi psichiatrici tra i terroristi dell’ISIS sono palesi a tutti, perfino ai musulmani, alias le loro prime vittime.
Insomma, al di là della guerriglia o del singolo terrorista, forse il terrore ha davvero una matrice diversa da ciò che pensiamo, origine che è molto lontana dalla “follia spontanea” che tutti noi comunemente immaginiamo.
Fonte: gabrielesannino.com