Nei giorni scorsi vi abbiamo segnalato la decisione presa dal governo ungherese di concludere i propri rapporti con il Fondo Monetario Internazionale, dopo aver restituito il prestito erogato. Non l’unica decisione inusuale presa dal governo di Viktor Orbán, che ha già fatto parlare di sè per aver disposto un controllo pubblico sulla Banca Centrale (attraverso la riforma della Costituzione) e per aver fatto bruciare 500 ettari di grano geneticamente modificato della Monsanto (unico modo per evitare che le spore OGM contaminino le altre coltivazioni). Decisioni che, secondo il quotidiano ungherese Magyar Nemzet (ripreso anche da Nouvelles de France), avrebbero spinto l’attuale vicepresidente della Commissione Europea Vivianne Reding a guidare una campagna di stampa contro Orban in vista delle elezioni del 2014. Il progetto, che coinvolgerebbe alcune ONG finanziate dall’amministrazione USA e l’ex premier Bajnai (membro dell’Atlantic Council), sarebbe stato reso noto durante la riunione a porte chiuse del Club Bilderberg, tenutasi dal 6 al 9 giugno scorsi al Grove Hotel di Watford, in Inghilterra. Ufficialmente sia la Reding sia Bajnai hanno smentito l’accusa del quotidiano magiaro, bollata come “teoria del complotto”.
Nella tarda serata del 26 giugno scorso, però, il sito ufficiale del governo ungherese comunicava che nel pomeriggio il convoglio che accompagnava il Primo Ministro, in visita in Ungheria, aveva subito un grave (e sospetto) incidente. Questo il comunicato ufficiale, tradotto da nocensura.com (qui la fonte originale):
Il convoglio che accompagna il primo ministro Viktor Orbán, in cammino verso la Balvanyos Summer University con scorta della polizia rumena, ha subito un incidente il Venerdì pomeriggio tra Kelementelke e Erdőszentgyörgy in Romania. L’auto con a bordo il primo ministro non è stata coinvolta nell’incidente.
Il Capo dell’Ufficio Stampa del Primo Ministro, Bertalan Havasi, ha detto che il convoglio si stava dirigendo verso Tusnádfürdő quando si è verificato l’evento sfortunato. Il Console Generale ungherese in Csíkszereda, il suo vice e tre persone dell’Ufficio del Primo Ministro stavano viaggiando nell’auto coinvolta nell’incidente e sono stati portati in ospedale in Romania.
In considerazione del fatto che il convoglio è stato scortato dalla polizia rumena e l’indagine sulla scena è stata effettuata anche da loro, ulteriori informazioni su ciò che è accaduto possono essere fornite dalle Forze di Polizia rumene, dal Capo dell’Ufficio Stampa del Primo Ministro. (1)
Dopo il tragico incidente, che desta più di qualche sospetto, il premier ungherese Orbán ha pronunciato un discorso “senza peli sulla lingua”, di cui vi proponiamo il video ed una sintesi (tratti da stampalibera.com).
Orban: discorso in Romania dopo l’attentato
Riassunto a cura di Klara Nagy
Riassumendo: Orbán ha parlato principalmente della sua lotta contro le multinazionali, le banche e l’Unione europea. Ha iniziato il suo discorso facendo riferimento all’importanza della sua permanenza come premier ed ha continuato elencando le politiche che intende fare che, secondo lui, porteranno ad una completa trasformazione del sistema politico ed economico in Ungheria.
La prima parte del discorso è focalizzata sulla sua teoria originale riguardo al declino dell’Occidente e la sua previsione di uno scontro politico e militare tra l’Occidente guidato dagli Stati Uniti e l’Asia guidata dalla Cina. Non è certo un mistero la sua intensa avversione per gli Stati Uniti che accusa continuamente di “tentare in ogni modo di impedire ad altri paesi di mettersi al passo economicamente”.
Ha parlato del predominio dei grandi stati membri all’interno dell’Unione europea (in sostanza la Germania e la Francia), e della sua convinzione che i “poteri forti”, in realta’, sfruttino i paesi piccoli drenando via da essi risorse finanziarie ed umane. “L’obiettivo di Ungheria – dice Orbán – è quello di prevenire e contrastare tale sfruttamento e la fuga di cervelli”. Questa è l’essenza della strategia nazionale ungherese.
Poi ha parlato a lungo di tutto il percorso storico dell’Ungheria, partendo dalla prima guerra mondiale, fino all’attuale crisi finanziaria, che a suo parere non puo’ essere risolta con l’Unione europea. Il quadro istituzionale dell’Unione, la Commissione europea, e il Parlamento europeo, “non sono adatti per gestire le sfide storiche che ci attendono”. Il rimedio per Orbán è quello di restituire il potere ai singoli Stati nazionali perché sono i soli in grado di superare la crisi attuale. Ha citato, poi, un verso di Sándor Kányádi, poeta ungherese della Transilvania, la cui traduzione è: “Il cane è lo stesso, solo la catena è stata cambiata”. Ed ha proseguito: “Appena andati via i carri armati sono arrivate le banche!”
Poi si è profuso in una spiegazione delle differenze tra il prodotto nazionale lordo (PIL) e il reddito nazionale lordo (RNL). Il PIL è il valore di mercato di tutti i beni e servizi prodotti all’interno di un paese in un dato periodo di tempo. Il RNL è un concetto meno familiare, costituito da tutto il reddito prodotto all’interno di un paese.
Il RNL dell’Ungheria, sostiene Orbán, è maggiore del suo PIL. La differenza, circa due trilioni di fiorini all’anno, viene trasferita all’estero da banche e società estere. Quando i governi nazionalisti (come il suo) sono al potere, ha sostenuto, la differenza tra PIL e RNL si restringe. Quando governano invece i socialisti e i liberali, questo divario si allarga. In sostanza con socialisti e liberali la ricchezza abbandona il paese.
Ha iniziato poi col tema preferito della sua campagna elettorale: la lotta contro le multinazionali e le banche straniere colpevoli di essere lo strumento mediante il quale gli ungheresi si impoveriscono a favore dei “poteri forti” europei al cui vertice ci sono la finanza USA e la grande industria tedesca. Dopodiche’ ha elencato undici realizzazioni del suo governo di cui è fiero. Sarebbe troppo lungo elencarle tutte e persino noioso, ma una vale la pena di indicarla. Parlando infatti di uno studio di Carmen Reinhart e Ken Rogoff, due economisti da lui molto rispettati, intitolato “Crescita al tempo del debito”, ha spiegato perché una delle misure principali del governo sia stata quella di creare posti di lavoro anche a costo di fare altro debito. Orbán, come i due economisti, è convinto che se il debito nazionale di un paese supera il 90% del PIL, non ci puo’ essere crescita economica. L’UE sostiene che solo la crescita economica puo’ favorire una maggiore occupazione, mentre Viktor Orbán è convinto esattamente del contrario. Per lui, in primo luogo, si devono creare i posti di lavoro, e sarà questo ad innescare di conseguenza la crescita economica.
È esattamente, sostiene Orbán, ciò che è accaduto negli Stati Uniti nel 1930, e sebbene lui stesso ammetta che le due situazioni non siano esattamente uguali, perché gli Stati Uniti erano abbastanza ricchi per dare il via a tale politica, mentre l’Ungheria è un paese povero, è convinto altresì che la stessa strategia possa funzionare anche in Ungheria. (2)
Note:
(1) (2) revisione redazionale di nexusedizioni.it