glielo devo proprio dire, essendo sopravvissuto per 440 giorni alle sue
bugie, non ero sicuro di poterne sopportare ancora. Ho anch’io alcune
piccole verità da condividere con lei:
1) Non c’è nessuno in America che sia felice di andare alla guerra.
Esca dalla Casa Bianca e cerchi in qualsiasi strada d’America almeno
cinque persone felici di andare ad uccidere gli iracheni. Non li troverà.
Perché? Perché nessun iracheno è mai venuto qui a uccidere uno di
noi.
2) La maggioranza degli americani ovvero quelli che non hanno mai votato
per lei non ha perso la testa. Sappiamo bene cosa affligge le nostre
vite quotidiane: due milioni e mezzo di posti di lavoro persi da quando
lei si è insediato sulla poltrona presidenziale, la borsa diventata
ormai un gioco crudele, la benzina a due dollari. Bombardare l’Iraq non
risolve nessuna di queste questioni.
3) L’intero mondo è contro di lei, Signor Bush. E tra di loro metta
anche i suoi compatrioti Americani.
4) Il Papa ha detto che questa guerra è sbagliata, che è un peccato.
Il Papa! Quanto ci vorrà prima che lei realizzi che è solo in questa
guerra? Naturalmente, non la combatterà personalmente. Lascerà che
altri poveri disgraziati lo facciano al posto suo, proprio come lei fece
ai tempi del Vietnam. Si ricorda, vero?
5) Dei 535 membri del Congresso, solo uno ha un figlio o una figlia
nelle forze armate. Se vuole difendere l’America, per favore invii ora
le sue due figlie in Kuwait. E lo stesso facciano tutti i membri del
Congresso che abbiano figli in età da militare.
6) Certo, i francesi possono anche essere dannatamente noiosi. Ma non ci
sarebbe stata l’America se non fosse stato per i francesi, per il loro
aiuto nella guerra rivoluzionaria. La smetta di pisciare sui francesi e
li ringrazi. Ma sorrida, questa guerra non durerà a lungo perché non
saranno poi tanti gli iracheni pronti a sacrificarsi per Saddam. Si
impegni nella vittoria, sarà un bel viatico per le prossime elezioni.
Mantenga viva la speranza! Uccida gli iracheni che rubano il nostro
petrolio!!!
Suo, Michael Moore
(21 marzo 2003)