È notizia della settimana scorsa la presa di posizione della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo) sul tema delle vaccinazioni, che negli ultimi anni si sono ridotte enormemente a causa, secondo la Fnomceo e il Ministero della Salute, di disinformazione diffusa in ambito medico e non, o forse invece proprio grazie ad una informazione più completa in materia, come quella che sin dalla nascita di una realtà come NEXUS ci ha contraddistinti.
La Fnomceo, in un documento che potete leggere qui, sostiene la campagna di adesione alle vaccinazioni rivolta principalmente a personalità della medicina e della scienza, promossa dal Ministero della Salute, e propone addirittura la possibilità di procedimenti disciplinari contro i medici che sconsigliano i vaccini, fino anche alla loro radiazione dall'Ordine dei Medici. Contestualmente, è di queste settimane anche la decisione della Regione Emilia Romagna di introdurre l'obbligatorietà del vaccino come prerequisito obbligatorio per l'iscrizione dei bimbi all'asilo nido.
Proprio su questo verte la lettera che segue, scritta dal Dr. Dario Miedico, che si rivolge direttamente alla Fnomceo per spiegare perché da medico non si riconosce nel documento sui vaccini. [Redazione]
Il sottoscritto, impegnato da ormai più di trent’anni a sostegno di famiglie di soggetti danneggiati da vaccinazione, ribadendo ancora una volta l’uso scorretto del termine antivaccinatori utilizzato dalla stampa, poiché non vi è alcuno che non riconosca i benefici introdotti dalla pratica vaccinale, ritiene che il recente documento prodotto dalla FNOMCEO nazionale a proposito di vaccinazioni sia un documento ascientifico, generico, scorretto e pericoloso, ma soprattutto denuncia il fatto che sia stato accompagnato da dichiarazioni fuorvianti e presentato dai media in modo talmente sedizioso da far pensare ad un uso terroristico dello stesso nei confronti dei medici “non allineati”.
Ascientifico perché non tiene conto dei dubbi, delle ricerche scientifiche e dei risultati di queste nell’evidenziare i possibili danni delle vaccinazioni. Un conto è sostenere che anche attualmente e nei paesi industrialmente avanzati i benefici siano tutt’ora maggiori dei rischi, opinione da dimostrare ma comunque legittima, un conto è fornire falsi elementi tranquillizzanti sostenendo che non vi possono essere reazioni avverse (la frase riportata esattamente è: “ne rendono sicura la somministrazione”), affermazione impossibile da sostenere quando qualunque scienziato sa che ogni farmaco (e quindi anche i vaccini) può provocare reazioni avverse anche gravi e perfino mortali.
Non solo, ma questo documento ignora altresì i numerosissimi casi di reazione avversa documentati, accertati come tali e in parte (purtroppo minima ma comunque significativa) anche risarciti.
Generico perché non differenzia tra vaccinazioni obbligatorie e facoltative, non distingue tra vaccinazioni della prima infanzia e vaccinazioni di tipo diverso (antinfluenzale o antimeningococcica, ad esempio) e banalizza il problema del crescente numero di vaccinazioni cui la popolazione è continuamente chiamata o quello delle molte vaccinazioni eseguite contemporaneamente su bimbi appena nati.
Scorretto perché accusa genericamente chiunque sia critico sulla prassi delle vaccinazioni di massa così come vengono applicate attualmente, di essere un ciarlatano, un guaritore improvvisato, un truffatore, un imbonitore, inserendo in un unico calderone sia chi effettivamente può essere annoverato in queste categorie sia chiunque segua forme di medicina non convenzionale (ma non per questo priva di scientificità) e spesso frutto di culture millenarie.
Pericoloso perché conduce a passi da gigante nel solco del pensiero unico, contrario al pluralismo che è indispensabile in una società democratica che si confronta su tesi plurime ed anche antitetiche su qualsiasi argomento, compresa la scienza che necessita di dubbi per proseguire nell’innovazione, ma soprattutto perché invita la magistratura, impegnata nei tribunali a pronunciarsi in specifici casi individuali ed alla luce di una Legge di natura previdenziale, la 210/92, ad esprimere sentenze non basate sul merito della reale possibilità che vi sia stata una reazione avversa ma in modo ideologico e generalizzante.
Anche nei confronti dei medici, tenuti per etica e per codice deontologico prima ancora che per legge a fornire tutte le informazioni necessarie al paziente prima di ogni prassi sanitaria, quindi ad informare sui possibili rischi connessi a quella prassi, questo documento invita alla superficialità, all’adeguamento acritico e quindi ad un atteggiamento contrario alla propria professionalità, con grave rischio per la salute dei propri pazienti e irrisione della completezza del consenso informato.
Ho usato infine il termine sedizioso perché nella presentazione del documento alla stampa sono state adombrate possibili radiazioni (che il documento non richiama in alcun modo) che non sono previste nel caso di comportamenti che, pur non coincidenti con le prese di posizione dell’Ordine, rientrano nella libertà individuale, nell’esercizio libero della professione e nei principi di libera scelta della proposta terapeutica, concetti che comunque il documento mortifica.
Per tutti questi motivi il sottoscritto dichiara di non identificarsi nel documento firmato dal proprio Ordine Nazionale.
Dr. Miedico Dario, medico legale fra i fondatori di Medicina Democratica Movimento di Lotta per la Salute.
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