Ricordate che fine fecero le riserve auree della Banca Centrale Libica? Sottratte dai colonizzatori occidentali, che mossero guerra alla Jamahiriya ormai due anni fa. Nell’Eurozona, invece, la guerra è psicologica e finanziaria e si inserisce all’interno di una vera e propria corsa all’oro globale: basti pensare alla richiesta di Berlino di recuperare le riserve auree depositate presso la Federal Reserve. Ci si sta preparando, in sordina, ad un ritorno allo Standard Aureo, come scriveva anche Ambrose Evans Pritchard qualche mese fa? Chi ci guadagna e chi ci rimette in questo gioco?
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La prima volta che i soci più reazionari della Troika tentarono di imporre una (non troppo) velata confisca dell’oro di un paese europeo insolvente era l’inizio del 2012, quando, come parte del più recente piano di salvataggio della Grecia si stilò un MOU, che – poi è stato scoperto – prevedeva che “i creditori della Grecia avrebbero avuto il diritto di incamerare le riserve auree della Banca di Grecia secondo i termini del nuovo accordo.”
Tuttavia, l’indignazione pubblica era tanto forte che la Troika non ha avuto altra scelta che accantonare i suoi piani e procedere in alternativa ad una ristrutturazione completa dei fondi obbligazionari. Ma il progetto si è fatto di nuovo avanti prontamente la settimana scorsa, quando “l’avidità dell’Europa per l’oro fisico” è tracimata di nuovo, questa volta è rispuntata fuori da un comma dell’ “Analisi sulla sostenibilità del debito di Cipro”, e dalle successive osservazioni di Mario Draghi. Si è chiesto che la minuscola Cipro, la cui opposizione era già stata stroncata dalla confisca dei depositi non assicurati, e che pertanto avrebbe molto meno da protestare di quanto fece la Grecia, svenda € 400 milioni, cioè quasi tutto il suo oro sovrano, “oltre 10 delle sue 13,9 tonnellate” totali, per coprire gli ulteriori costi non pagati con i soldi di quel salvataggio del suo debito sovrano che continua a non decollare.
Allora, chi sarà il prossimo? Resta da vedere, anche se siamo certi che ci sarà una chiara correlazione che permetterà di scoprire il prossimo paese su cui si accaniranno verificando se il suo oro sarà “acquistato” da quelli dello “status quo”.
Vediamo che succederà nei prossimi due o tre mesi, se ci sarà qualche paese a cui si chiederà di vendere il proprio oro e se l’ammontare del totale dei prestiti dello stesso paese sarà “classificato non –performing dai bilanci delle banche.” Nel prospetto qui di seguito troveremo qualche sorpresa:
E, nel gergo di Goldman Sachs, sarebbe meglio per questi paesi che si sbrigassero a vendere, vendere e vendere subito. Prima che l’ oro non valga più niente, o addirittura vada in negativo.
Fonte: “World Gold Council”
Traduzione per www.ComeDonChisciotte.org a cura di BOSQUE PRIMARIO
Fonte in lingua originale : zerohedge.com
Fonte italiana: comedonchisciotte.org