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Quando la famiglia Bin Laden faceva affari con la famiglia Bush di Giancarlo radice

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Fra i compagni d’avventura
imprenditoriale c’è anche James Bath, suo
vicino di casa, compagno di Air National Guard e amico
intimo. Ma soprattutto Bath è un collaboratore di lungo
corso della Cia e uomo di fiducia in America della
famiglia reale saudita. Nella Arbusto Energy, non a caso,
investono direttamente due fedelissimi della corona di Riad. I
loro nomi: lo sceicco Salem Bin Laden,
fratellastro di quell’Osama Bin Laden che
sarebbe diventato più tardi il principe nero del terrorismo
islamico, e Khaled Bin Mahfuz, uomo chiave dello scandalo
Bcci e oggi ritenuto uno degli alleati chiave di Osama.
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Ma
quella fra i Bush e i Bin Laden è una saga che in
realtà comincia a prendere forma molto prima. In Texas lo
sceicco Muhammad Bin Laden, il patriarca, inizia a
fare affari fin dai ’60. E nel 1968 muore in un misterioso
incidente aereo. Poi il testimone passa al figlio Salem.
Arriva in Texas nel 1973, costituisce ad Austin la compagnia
aerea Bin Laden Aviation ed entra presto nei
circoli che contano, fra alta finanza e politica locale.
L’obiettivo è di stringere i legami necessari per arrivare a
influenzare la politica Usa a favore degli interessi sauditi. La
chiave d’accesso è George Bush, padre
dell’attuale presidente, uomo collegato alla Cia fin
dai tempi della Baia dei Porci nel ’61, poi nominato a
capo della Cia nel ’76, salito alla Casa Bianca
nell’81 come vice di Ronald Reagan e infine, presidente
degli Stati Uniti dall’88 al ’92.
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Così,
fin dai primi anni ’70, le storie e gli interessi delle due
famiglie s’intrecciano a più riprese. Non solo negli affari
comuni in campo petrolifero e finanziario, ma soprattutto nelle
vicende che hanno scandito la politica Usa e internazionale. Un
esempio su tutti: l’ affaire Bcci, il più grande
scandalo criminal-finanziario del secolo, un magma di connivenze
che è servito a coprire le operazioni in Iran e nell’Iraq di Saddam
Hussein, nel Nicaragua diviso fra Sandinisti e Contras
come nell’Afghanistan dei mujaheddin. Ed è servito ad
alimentare il riciclaggio di uno spaventoso flusso di denaro
proveniente da traffico di droga e armi.
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Un
ruolo fondamentale nella liaison Bush-Bin Laden lo
svolge proprio James Bath. All’epoca della
Arbusto i suoi affari gravitano attorno a una serie di piccole
compagnie aeree (ottime clienti della Air America, che si scopre
poi essere una società di copertura della Cia). Ma Bath
è anche molto altro: informatore della Cia,
intermediario nella Bcci, uomo di fiducia in America di Bin
Laden, Mahfuz e, in definitiva, della Corona saudita. E’
lui uno dei grandi finanziatori di quella Arbusto che più
tardi, nell’82, George W. Bush trasforma in Bush
Exploration Oil, poi fonde con altre compagnie e infine
trasforma in Harken Energy, in una continua girandola di
nuovi finanziamenti provenienti da paesi arabi come da
personaggi del giro Bcci o fedelissimi di casa Bush
come James Baker (ex segretario di Stato Usa).
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A George
W. Bush le attività industriali fruttano molto
denaro, ruoli di primo piano nei consigli d’amministrazione e
ricchi contratti di consulenza, anche se le attività, in realtà,
vanno malissimo (per due volte la società arriva alle soglie
del fallimento, ma viene sempre salvata dal consueto circolo di
finanziatori). E fioccano le super-commesse. Come quella
dell’89, quando il governo del Bahrein straccia
improvvisamente un contratto con la Amoco e incarica la Harken
di un mega-progetto di estrazione petrolifera off shore , ben
sapendo che la Harken fino a quel momento non ha
realizzato altro che qualche piccola estrazione di greggio di
Oklahoma e Louisiana (mai in mare) e si trova in condizioni
finanziarie disperate.
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Solo
un anno prima, nell’88, muore Salem Bin Laden.
Anche lui in Texas. Anche lui precipitando in aereo in
circostanze misteriose. Ma le «strade parallele» fra i Bush,
Bath e le famiglie saudite non si fermano. Attraversano
buona parte degli anni ’90, per poi scomparire
progressivamente dai rapporti d’intelligence. In Afghanistan
la guerra anti-sovietica è finita da un pezzo. La «pecora nera»
della famiglia Bin Laden, Osama, è ormai la mente
occulta del terrorismo internazionale. E George W. Bush
comincia la sua marcia verso la Casa Bianca.

Dagospia.com 24 Settembre 2001

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