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Quei ricercatori di vita extraterrestre morti in circostanze misteriose…

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Alcuni ricercatori molto attivi nel campo della ricerca sulla vita extraterrestre nel decennio tra il 1970 e il 1980 sono morti in circostanze misteriose. Secondo alcuni investigatori potrebbero essere stati assassinati per insabbiare il frutto delle loro ricerche.

A questa conclusione è giunto Timothy Hood, ex consigliere del governo degli Stati Uniti e astronomo amatoriale, il quale ha divulgato la sua idea in una conferenza internazionale tenutasi ad Amsterdam, dedicata alla ricerca di vita extraterrestre.
Secondo Hood, questa affermazione non riguarda tanto i cacciatori di UFO, ma gli scienziati che hanno dedicato i loro studi alla ricerca di vita extraterrestre intelligente nel cosmo, compresi alcuni astrofisici. L’ex consigliere governativo è giunto a questa conclusione dopo uno studio sull’argomento durato circa 30 anni.

 

Tra le morti misteriose, bisogna ricordare quella dell’astronomo, scrittore e ricercatore americano Morris K. Jessup, i cui libri sulla vita intelligente extraterrestre sono diventati dei best sellers.
La vicenda che lo vide coinvolto nei fatti del “Philadelphia Experiment” fu archiviata come un caso di suicidio, in quanto Jessup, secondo la ricostruzione ufficiale, mise fine alla sua vita chiudendosi nella sua autovettura, dopo aver collegato un tubo alla marmitta e messo in moto il motore.

Il professor James Edward McDonald, che per molti anni è stato a capo dell’Istituto di Fisica dell’Atmosfera della Terra. Dalla metà degli anni sessanta cominciò ad interessarsi intensamente di ufologia e cercò di promuovere l’interesse della comunità scientifica verso la materia. Egli considerava seriamente l’ipotesi extraterrestre. Fu trovato morto con una pallottola in testa.

Edward Ruppelt, che per anni ha guidato un progetto per lo studio degli oggetti non identificati nei cieli degli Stati Uniti, è morto per una crisi cardiovascolare all’età di soli 37 anni. Il suo contributo maggiore è consistito nell’avere fatto elaborare un questionario standard per i testimoni di avvistamenti di UFO, al fine di razionalizzare i dati e poterli consegnare ad esperti per fare analisi statistiche.

Il caso più emblematico è quello di Milton William Cooper, un famoso ricercatore del fenomeno UFO, che più volte, nel corso della sua vita, ha accusato il governo degli Stati Uniti di nascondere la verità sull’esistenza di vita extraterrestre. Ebbene, il 5 novembre 2001, Cooper fu ucciso dalla polizia mentre si trovava in casa sua.
Come riporta Margarita Troitsina sulla Pravda, le cronache raccontano che Cooper si era fornito di un considerevole numero di armi per combattere un fantomatico governo segreto guidato dagli alieni e da lui scoperto qualche anno prima. Secondo i rapporti della polizia, Cooper, prima che fosse freddato dalla polizia, stava minacciano alcuni residenti da lui creduti agenti segreti inviati dal governo per spiarlo.

Nel mese di ottobre del 1986, il professor Arshad Sharif fu trovato impiccato ad un albero. Pochi giorni dopo, un altro ricercatore, Vimal Dazibay, si suicidò gettandosi dal Ponte di Bristol. Entrambi avevano collaborato allo sviluppo di armi elettroniche per il programma spaziale del governo inglese, simile al progetto americano “Star Wars”.

Nel febbraio del 1987, un altro scienziato, Peter Pippel, morì travolto dalla sua stessa auto nel garage di casa sua!
Nel marzo del 1987, David Sands si suicidò schiantandosi con la sua auto contro un edificio.

Nel mese di aprile del 1987, quattro sviluppatori dei programmi spaziali segreti americane morirono in circostanze non chiare: Mark Wiesner si impiccò, Stuart Gooding fu assassinato, David Greenhalgh cadde giù da un ponte e Shani Warren fu trovato annegato. Nel maggio dello stesso anno, Micheal Baker morì in un incidente d’auto.

In un tempo relativamente breve, 25 persone che hanno lavorato nel settore spaziale a vario titolo, sono morte per i più svariati motivi. Sidney Sheldon, ricercatore e scrittore scopritore di questo tragico fenomeno, è seriamente convinto che tutte queste morti hanno a che fare con il complotto per nascondere l’esistenza degli alieni.
Secondo Timothy Hood, queste morti non sono accidentali, ma opera dei servizi speciale che hanno eliminato quelle persone che sapevano troppo.
Tra il 1970 e il 1980, negli Stati Uniti sono stati portati avanti diversi progetti segreti per la ricerca sul fenomeno UFO, come il “Blue Book”, “Aquarius”, “Area 51″, “Majestic 12″ e GEIPAN.
Sebbene ufficialmente questi progetti non sono più operativi, i teorici delle cospirazione sono convinti che si tratta di protocolli funzionanti a pieno regime. Forse i fatti di cui parla Sheldon non hanno a che fare con gli alieni, ma con i segreti militari. Fatto sta che l’intrigo rimane.

Titolo originale: Quei ricercatori di vita aliena morti in circostanze misteriose…

Fonte: ilnavigatorecurioso.it


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