Senza alcuna interpretazione ne ha dedotto una cifra che poi è stata trasformata in una bufalata da oscar. Ebbene, secondo questa "ultimissima" i ghiacci artici quest'inverno non solo non avrebbero guadagnato un centimetro quadrato di superficie ma sarebbero addirittura andati sotto di ben oltre 720 mila kmq.
Lanciato il sasso però è sparita subito la mano. Del grafico in questione nessuna traccia. Ben consci del ciclo annuale ablativo (in estate) e ricostruttivo (in inverno) della banchisa artica, siamo dunque andati a guardare come stanno effettivamente le cose e abbiamo dedotto quanto segue:
La superifcie dei ghiacci artici oceanici mentre scriviamo ammonta a 13.436 mila kmq. Il 10 aprile del 2008 la stessa ammontava a 13.210 kmq. L'attuale estensione, riferita alla media trentennale calcolata dal 1979 al 2000 risulta in deficit di 534 mila kmq. L'anomalia rispetto allo scorso anno dunque non si è aggravata ma si è ridotta di quasi 230 mila kmq.
Passiamo in rassegna altri numeri: il flusso solare risulta ancora molto basso, a stento raggiunge il valore di 70 Watts. Questa mancanza di nerbo da parte della nostra Stella pare stia iniziando a infulenzare seriamente la circolazione generale dell'atmosfera incidendo sulla collocazione delle varie "celle" nelle quali è suddivisa.
Il fatto ha indotto alcuni climatologi a rivedere al ribasso l'episodio di Nino che avrebbe dovuto prendere piede a partire dalla prossima estate. Qualcuno ha addirittura abbozzato un ulteriore prolungamento della fase neutra o di Nina debole. In sostanza il Pacifico equatoriale, spia primaria dell'energia diretta ricevuta dal Sole, pare stia rispondendo in modo ormai piuttosto evidente al citato prolungato minimo solare, se non altro per quanto riguarda i bilanci totali tra termoclino e massa d'acqua mescolata.
Altro elemento di non indifferente importanza: le temperature superficiali dell'oceano Atlantico (indice AMO). Contro ogni ipotesi, il ciclo multidecennale (dura di norma tra i 20 e i 40 anni) delle onde di acqua calda trasportate dalle latitudini tropicali del nostro oceano verso quelle settentrionali, sta perdendo numerosi colpi. Entrato ufficialmente in fase positiva, quindi con acque calde al largo del nostro Continente, nel 1998, l'indice relativo a tale ciclo, è sceso in terreno negativo con netto anticipo rispetto alla norma.
Il dato dell'AMO riferito al mese di marzo risulta -0,114°C, segue quello d febbraio, -0,112°C e di gennaio, -0,007°C. Il trend di discesa consecutivo, pur già accennato seppur in modo non scalare nel 2000/2001 con i valori di novembre 2000 pari a -0,001°C, dicembre con -0,077°C e gennaio 2001 con -0,076°C, risulta in calo regolare e inizia ad assumere una inoppugnabile importanza sotto il punto di vista della circolazione atmosferica destinata al nostro Continente. Anche in questo caso, tuttavia, occorrerà attendere le reazioni del termoclino al prosieguo della stagione prima di trarre conclusioni.
In ogni caso, mentre ricorderemo senz'altro i terribili anticicloni erettisi in tempi di AMO positiva e di Nino alle stelle, in particolare tra il 1998 e il 2007 (ad eccezione dell'estate 2001), converrete con noi che da mesi ormai il nostro Paese e il bacino del Mediterraneo non si trovano più alle prese con quelle mostruose figure. Insomma, il tempo è cambiato, ancora una volta e in questo frangente anche in modo molto rapido e imprevisto. E ancora una volta qualcuno non ci capisce niente e spare cifre sperando nell'audience e nella solita improbabile vincita, quella di una lotteria che è già persa in partenza.