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    RASSEGNATI O PLAGIATI di Paolo Cortesi

    Oggi assistiamo alla
    sistematica
    manipolazione della realtà, che viene presentata al pubblico
    secondo le
    versioni utili ai fini di chi detiene il potere.

    Abbiamo visto, ad
    esempio, che la
    guerra d’invasione dell’Iraq è stata motivata da un pretesto
    (armi di
    distruzione di massa) che si è rivelato inconsistente.

    Chi ha una pur modesta
    pratica del
    mondo dell’informazione, nota con sgomento che le notizie vengono
    regolarmente
    filtrate; alcune sono semplicemente ignorate.

    Quando la notizia non la
    si può
    proprio tacere, la si “distilla” in modo che ne esca un prodotto
    innocuo al
    potere, anzi addirittura ad esso benefico: la formazione artificiale
    (non
    storica) di un mastodontico impero come l’Europa Unita viene dipinto
    come la
    più sublime realizzazione della fratellanza dei popoli, e la
    colonizzazione
    dell’Iraq è una missione
    di
    pace
    .

    I mass media inventano e
    alimentano una mitologia fantastica, ma che viene ripetuta così
    spesso,
    secondo
    una ritualità decennale, tale da creare la
    versione ufficiale della realtà
    .

    Non importa se poi, ad un
    esame
    più profondo, questa realtà si rivela falsa.

    Il potere sta assumendo
    caratteristiche metafisiche, ultraumane: è così
    onnipresente e
    onnipotente che
    si può pensare –senza ironia o provocazione- che abbia preso il
    posto
    di Dio il
    quale, se non è morto come taluni vogliono, oggi di certo non
    vive
    momenti di
    gloria.

    La quantità di
    leggi e
    regolamenti
    cui siamo sottoposti è forse la più alta nella storia
    dell’umanità.

    Mai, neppure sotto Attila
    o Nerone, la
    vita pubblica e privata era così minuziosamente, così
    nevroticamente
    codificata.

    Sotto Napoleone (che
    pure
    fu un
    dittatore sanguinario) i francesi godevano di alcune libertà che
    oggi
    ci
    sembrano addirittura impensabili: si potevano vendere alimenti e
    bevande purché
    se ne avessero; si apriva un negozio, un caffè, un ristorante,
    un
    albergo
    purché si disponesse delle stanze in cui farlo e del personale
    da
    impiegare.

    Provate a farlo adesso!…

    Laurence Sterne
    compì
    il
    suo
    celebre viaggio senza avere passaporto e attraversando senza problemi
    nazioni in
    guerra fra di loro: provate a farlo adesso!

    Oggi, periodo in cui a
    scuola
    insegnano che lo stato siamo noi e
    godiamo della più ampia libertà possibile, le leggi e i
    regolamenti ci
    sovrastano e ci guidano, come fili invisibili delle marionette che
    siamo diventati.

    Tutto ciò che
    riguarda
    l’esistenza
    umana, dalla culla alla tomba, è stabilito da leggi, le quali
    sono
    ovviamente
    ben corredate da minacce, sanzioni, punizioni, ammende eccetera.

    (Tutto ciò,
    beninteso,
    vale solo
    per coloro che non hanno santi in paradiso, che non godono di efficaci
    coperture, che non esercitano professioni particolari, che insomma non
    riescono
    a mettere neppure un dito nella torta del potere).

    Restano davvero poche
    attività in
    cui possiamo esercitare liberamente e completamente la nostra
    volontà.

    Non solo, ma l’estensione
    del
    potere coercitivo è continua, inarrestabile. Appena si trova una
    residua
    attività non regolamentata, il potere provvede a ricoprirla, a
    cristallizzarla
    con la sua legge astratta, generica, ferrea. La vita, insomma, l’intera
    vita
    umana viene fagocitata dal Leviatano, e ci viene sputata fuori come un
    astruso,
    gelido elenco di “si può”, “non si può”.

    Arriveremo a leggi che
    determineranno le forme delle crostate e vieteranno, con la medesima
    intransigenza, di sbucciare le mele in senso antiorario.

    Ecco: la
    parossistica mania legiferante del potere
    stupirà lo storico
    del
    2200, il quale si chiederà come abbiamo fatto a vivere come le
    disciplinate,
    sottomesse formiche operaie.

    Egli si chiederà,
    ancora
    più
    angosciato, come abbiamo fatto a tollerare che, mentre noi eravamo
    addestrati a
    bastone e carota, una oligarchia di onnipotenti faceva quello che
    voleva,
    vivendo sopra le leggi che, troppo
    spesso, imponeva alla gente e violava impunemente.

    Egli si
    sbalordirà, non
    meno, per
    la docilità con cui la gente subisce tutto ciò: tasse,
    miseria,
    sperequazioni,
    ingiustizie, corruzione, militarizzazione della società, mass
    media
    inquinati,
    condizionamento occulto…

    Forse troverà
    inquietante
    la
    mansuetudine con cui milioni di uomini e donne hanno permesso che poche
    centinaia di infami figuri disponessero delle loro vite, dei loro
    destini e del
    futuro del pianeta.

    Se mi soffermo sulla
    storia dei
    secoli scorsi, noto con stupore che le rivoluzioni – in quei tempi –
    scoppiavano per molto meno!

    La gloriose Giornate di
    Luglio
    1830, che detronizzarono Carlo X di Francia,
    furono scatenate dal
    tentativo del
    re di imbrigliare la stampa.

    Enrico conte di Chambord
    perse il
    trono per aver preteso di sostituire il tricolore con il vessillo
    bianco col
    giglio dei Borbone!

    La Rivoluzione Americana
    fu, in
    buona sostanza, una sommossa organizzata dai borghesi e dai mercanti
    delle
    colonie americane contro il Regno Unito al quale non intendevano
    più
    versare le
    tasse previste dalla legge britannica.

    Quando penso alla
    mansuetudine
    bovina con cui le folle subiscono leggi, decreti, ordini, imposizioni
    non posso
    fare a mano di chiedermi se certe ipotizzate forme di controllo
    psichico di
    massa siano già attive…

    Mi domando: l’inerzia con
    cui
    accogliamo tutto ciò che dispone delle nostre vite è
    rassegnazione o
    siamo
    tutti vittime del più colossale plagio della storia umana?

    Non è inquietante
    la
    rigorosa
    repressione del dissenso organizzato che è invece molto
    misurato,
    pacato, quasi
    folcloristico più che sovvertitore?

    Esiste qualche segreta
    forma di
    dominio a distanza? (Oltre, beninteso, alla televisione, che sta
    svolgendo
    egregiamente la sua missione di ottundimento e disumanizzazione).

    Abbiamo perso il nobile
    senso
    dello sdegno morale, della grandezza della dignità umana?

    Siamo esseri umani
    diversi da
    coloro che proclamarono i diritti fondamentali dell’uomo?

    Siamo tutti plagiati o
    rassegnati?



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