Con il trapasso della regina Elisabetta II e la successione al trono britannico del re Carlo III, milioni di persone hanno potuto vedere sui propri schermi diverse cerimonie, tra i funerali e la proclamazione del nuovo sovrano, la cui origine risale a tanti secoli fa.
Tralasciando gli aspetti più superficiali di critica politico-sociologica, da una parte, o di tipo meramente celebrativo, dall’altra, questi eventi ci danno lo spunto per indagare diversi aspetti di tipo religioso-esoterico e simbolico. Ad esempio, si potrebbe dire tanto sul simbolismo cosmologico del rito funebre e dell’anticipazione rituale ed estatica della morte, argomenti trattati da Mircea Eliade in Occultismo stregoneria e mode culturali (Sansoni 1983).
Ma in questa sede invece di parlare di esoterismo inglese, affrontiamo un argomento un po’ fuori dai soliti schemi: la tesi, esposta nel 2015, che Carlo d’Inghilterra sia l’Anticristo. Tale concetto viene affrontato da un giovane studioso finlandese, Samuel Tuominen, in un corposo libro intitolato To Whom the Kingship has not been Conferred: The Antichrist Revealed? (“Colui al quale la regalità non è stata conferita: l’Anticristo rivelato”); ci limiteremo ad esaminare un articolo dello stesso autore (“27 Reasons Why I Believe that Prince Charles is the Biblical Antichrist”,(1) ossia “27 motivi per cui credo che il principe Carlo sia l’Anticristo biblico”) in cui egli riassume i contenuti della propria tesi.
Tale approccio si ricollega, peraltro, ad una pubblicistica diffusa in una certa area culturale influenzata dal fondamentalismo cristiano protestante, infusa da un tipo di millenarismo talmente radicato nella cultura statunitense da influire sulla politica. Ma si va a sposare anche con un certo mondo “alternativo” influenzato da personaggi come David Icke ed altri, in cui si è diffusa la convinzione che i membri della classe al vertice del potere globale sarebbero in qualche modo sotto il controllo di entità variamente descritte come demoniache o extraterrestri. Argomenti, a nostro avviso da non prendersi alla leggera, ma solo nella misura in cui fanno riferimento ai grandi insegnamenti sapienziali di tutti i tempi.
Tornando comunque all’articolo, l’autore afferma esplicitamente la propria adesione al dispensazionalismo. Di che si tratta? Questa corrente del protestantesimo si distingue per l’affermazione di una particolare visione dei cicli storici, ognuno dei quali è governato da regole diverse (anche morali) e da una umanità diversa. In sintesi, si afferma che dalla lettura della Bibbia si possano anche capire gli eventi futuri, e che l’umanità attuale sia l’ultima prima della venuta dell’Anticristo, seguita poi dalla venuta di Cristo. Il dispensazionalismo attribuisce una particolare importanza al Tempio di Gerusalemme; la ricostruzione di tale edificio e la ripresa del culto antico comprensivo di sacrifici animali segnerà la “fine dei tempi”. Un altro segno della “fine” sarà lo stato del “rapture” (estasi o rapimento) in cui gli eletti svaniranno dalla Terra per essere trasportati nel regno dei cieli.
Qualche lettore si ricorderà l’emergere di queste tematiche tra personaggi americani di spicco, specialmente durante la presidenza di G.W. Bush agli inizi del 2000.
Questa corrente o setta venne fondata verso la fine dell’800 da John Nelson Darby (1800-1882), figlio di una antica famiglia di possidenti anglo-irlandesi. I dispensazionalisti hanno anche una Bibbia di riferimento: la Bibbia di Scofield del 1917, un commentario che da un secolo forma la base dei tentativi di scorgere negli eventi attuali dei riferimenti biblici, soprattutto nei libri profetici; ad essa si associano numerosi diagrammi, sovente revisionati in funzione degli eventi e con la reiterazione di profezie che non si avverano mai.
Lo scrittore e studioso Joseph P. Farrell è intervenuto più volte sulla natura eterodossa del dispensazionalismo, rispetto al cristianesimo ortodosso sacramentale, sottolineando il rischio di guardare solo alle presunte profezie, trascurando invece gli insegnamenti morali del cristianesimo. Ma oltre alla questione storica e dottrinale, Farrell ci avverte di non sottovalutare l’adesione al dispensazionalismo da parte di alcuni esponenti politici e militari statunitensi. Mentre per una parte della popolazione si presenta come un’espressione religiosa, tra i ranghi dell’oligarchia diventa una forma di manipolazione sociale in cui presidenti e generali giustificano le varie guerre e in particolare il sostegno allo Stato di Israele “costi quel che costi”, con la scusa di dover compiere un presunto “piano divino”. Tale manipolazione sarebbe avvenuta nel mondo anglosassone proprio attraverso la Bibbia di Scofield, edita dalla prestigiosa Università di Oxford, centro culturale delle élite inglesi, con i relativi legami alla massoneria.
Farrell osserva peraltro che tale fatalismo getta alle ortiche il concetto di libero arbitrio e del compito di ognuno, dal punto di vista cristiano, di giungere alla redenzione non solo attraverso la fede ma anche attraverso le opere: “li riconoscerete dalle loro opere”.
Era importante questa lunga premessa per non prendere alla leggera la tesi di Carlo d’Inghilterra come l’Anticristo. Essa rientra, come accennato, nell’affermazione che sia giunta la “fine dei tempi” e che tra i vari personaggi in campo ci siano materialmente i protagonisti della lotta tra il bene e il male. Anche se, a quanto pare, sarebbero gli anglosassoni a giocarsi la partita in casa, con il presunto Anticristo in Inghilterra, da una parte e i presunti combattenti del Bene negli USA, dall’altra. Con tanti saluti al resto della razza umana…
Passiamo in rassegna alcuni dei punti trattati da Tuominen; ogni punto è corredato di citazioni dal Vecchio e dal Nuovo Testamento e da altri riferimenti bibliografici:
1. Carlo è nato nel 1948, lo stesso anno in cui l’Impero Britannico concede l’indipendenza allo Stato d’Israele;
2. L’Anticristo sarà un principe nato nei confini dell’antico Impero Romano, che comprendeva il Galles;
3. Carlo è nato 666 anni dalla conquista del Galles da parte di Edoardo I, il cui figlio divenne Principe di Galles;
4. Nel Libro delle Rivelazioni l’Anticristo viene definito un uomo: Carlo deriva da “ceorl”, uomo libero in inglese antico;
5. Il nome dell’Anticristo è 666: in una interpretazione gematrica “Charles Prince of Wales” corrisponde a 666;
6. L’Anticristo sarà associato agli imperatori romani: i reali inglesi hanno tra gli antenati Carlomagno;
7. Nel Libro di Daniele l’Anticristo è associato al re di Grecia: il padre di Carlo apparteneva alla famiglia reale della Grecia moderna;
8. Sempre secondo Daniele, l’equivalente di Babilonia negli “ultimi tempi” è l’Inghilterra, quindi il re di Babilonia si riferisce al re d’Inghilterra;
9. L’Anticristo riceve la sua autorità da tutti i popoli e tutte le nazioni del mondo: Carlo proviene da una famiglia “al vertice della massoneria luciferica e ha promosso un piano degli Illuminati di Baviera per stabilire un unico governo globale, un’economia globale e una religione globale sotto la corona inglese”.
Tra gli altri punti ancora: la presunta discendenza dal lignaggio di Maometto, la tecnologia RFID intesa come “marchio della bestia”, la possibilità di parlare a tutto il mondo attraverso la propria immagine (altra tecnologia moderna), il drago rosso del Libro delle Rivelazioni che corrisponde al drago rosso dello stemma del Galles.
Per concludere, possiamo constatare che la metodologia adoperata consiste sostanzialmente in un’analisi testuale comparata corredata di una elencazione, talvolta azzardata, di episodi di storia e di cronaca. Se gli antichi profeti si esprimevano attraverso l’afflato dell’ispirazione più o meno divina, gli interpreti moderni si devono affidare ad una interpretazione, tra il logico e l’intuitivo, dei testi scritti giunti a noi tra innumerevoli peripezie e, nel caso biblico, di traduzioni irte di errori e di malintese.
Se da una parte si raccolgono molte evidenze sulle origini di Carlo d’Inghilterra e del simbolismo insito nell’araldica e nelle narrazioni storico-genealogiche, Tuominen trova la via spianata per l’interpretazione dispensazionalista proprio nelle numerose dichiarazioni di Carlo sull’apertura verso le altre religioni come l’Islam e il Buddhismo, indice, secondo l’autore, dell’appartenenza agli Illuminati ed ai nemici di Dio.
Si tratta comunque di un tentativo audace nel suo genere, e l’autore, magari peccando di ingenuità, denunciando un certo tipo di società segreta come lo strumento dell’Anticristo, trascura il fatto che nel mondo “evangelico” statunitense l’adesione a varie forme massoniche è assai diffusa.
Le “cattive compagnie” in ambito globalista di Carlo d’Inghilterra e la sua promozione della truffa del “cambiamento climatico” al servizio delle élite finanziarie, costituiscono ipso facto la qualifica di Anticristo prossimo ventura? Al lettore l’arduo giudizio.
Note:
1. Sul sito https://samueltuominen.com/2018/05/23/27-independent-reasons-why-i-believe-prince-charles-is-the-biblical-antichrist/.