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Relazioni pericolose di Tom bosco

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sangue dall’esercito per ordine del presidente Islam Karimov, un ex
dirigente del partito comunista centrale al potere sin dalla
dichiarazione di indipendenza dall’URSS, nel 1991. Pare che questo
personaggio non sia molto incline a tollerare il dissenso (in
Uzbekistan sembra siano detenuti almeno 6.000 prigionieri politici e
religiosi) e che goda di ampi poteri; il fatto poi che
l’amministrazione statunitense abbia giustificato la violenta
repressione tirando in ballo ‘gruppi terroristici’ presumibilmente
implicati nelle sommosse ha suscitato le sdegnate reazioni di numerosi
movimenti per i diritti civili, che puntano il dito sui due pesi e due
misure adottati dagli USA in merito a questioni come i diritti umani,
la democrazia e la “libertà”. I critici sottolineano come questi ultimi
siano pronti ad appoggiare le rivolte a favore della democrazia in
certi paesi ma a condannarle in altri, a seconda del loro tornaconto.

Pare che l’Uzbekistan, un alleato degli USA nella “guerra al
terrorismo”, sia uno di quei paesi dove la CIA deporta i sospetti
terroristi in base a un programma atto a poter usare la tortura a
piacimento e senza conseguenze giuridiche nel corso degli
interrogatori. Altri paesi includono l’Egitto, l’Arabia Saudita, la
Giordania, la Siria e il Marocco.

Personalmente trovo alcuni fatti concernenti l’Uzbekistan piuttosto
interessanti: possiede vasti giacimenti di petrolio e gas naturale
(tanto da essere energeticamente autosufficiente), è fra i primi dieci
produttori mondiali di oro e il quinto nella produzione di cotone;
inoltre ospita una importante base aerea statunitense. Tuttavia, la
presenza di rigidi regolamenti statali e la mancanza di riforme
economiche hanno fatto sprofondare il potere d’acquisto della
popolazione, il cui reddito medio mensile è pari a 30 dollari, e
ridurre al minimo la presenza del Fondo Monetario Internazionale.
Nel frattempo in Iraq la situazione, contrariamente alle ottimistiche
aspettative delle truppe della “coalizione”, è ben lungi dall’essere
sotto controllo e anzi sta sfociando in una vera e propria guerra
civile. Come non bastasse, salta fuori che le letali tecniche di
guerriglia così efficacemente adoperate dagli insorti sono il risultato
dell’applicazione pratica degli insegnamenti pubblicati negli anni ‘80
su un manuale redatto dall’esercito iracheno, il quale a sua volta era
ripreso pari pari da un’analoga pubblicazione statunitense, risalente
al 1965 e alla guerra in Vietnam. In altre parole, si tratta di un
lascito dei bei tempi in cui Saddam Hussein e Stati Uniti andavano a
braccetto, e le forze armate del primo avevano accesso alle tecniche
militari e alla tecnologia bellica dei secondi. Nel caso del manuale in
questione, il Field Manual 5-31 detto anche “Boobytraps”, probabilmente
è stato tradotto in patria da quegli allievi ufficiali iracheni che
sino al 1967 (anno della guerra arabo-israeliana) frequentavano le
rinomate scuole militari statunitensi.

Sono curioso di vedere quali sviluppi avrà la richiesta avanzata dal
deputato John Conyers, democratico del Michigan, e firmata da 88 membri
del Congresso USA, affinché il presidente Bush risponda ad alcune
domande in merito all’accordo segreto stipulato nel 2002 tra il governo
statunitense e quello britannico per attaccare l’Iraq, prima che una
autorizzazione in tal senso fosse richiesta al Congresso stesso.
Certamente saprete che fu proprio in quella occasione che fu stabilito
di falsificare o fabbricare le informazioni dell’intelligence per
costruire la “minaccia irachena” e poter così detronizzare Saddam
Hussein, con tutto quel che ne è conseguito. Stupefacente, ma neanche
tanto, è che negli Stati Uniti questa notizia sia virtualmente passata
sotto il silenzio dei media.

Per concludere, un’interessante segnalazione proveniente dal Texas,
dove un cacciatore che si è trovato ad osservare un UFO triangolare in
volo lentissimo (tale da escludere che si trattasse di un velivolo
tradizionale), nel momento in cui quest’ultimo gli è passato sopra a
circa 250 metri di altezza lo ha inquadrato col sofisticato
cannocchiale “Leupold” montato sul suo fucile Remington 700, ed è
rimasto sbalordito nell’osservare distintamente sulla fusoliera una
scritta bianca profilata in nero su un rettangolo rosso che puntava ad
una specie di struttura rettangolare. Le parole erano “EMERGENCY
RELEASE” (maniglia di emergenza) e “RESCUE” (salvataggio); vi erano
altre parole più sfocate, che potevano essere “PULL FOR…” (tirare per){mosimage}
Insomma, l’ennesima conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che in certi
ambienti militari sono state sviluppate tecnologie che in ambito civile
potrebbero avere ricadute rivoluzionarie sul sistema dei trasporti e in
chissà quanti altri… ma chissà quando!

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