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"In un'intervista rilasciata qualche anno fa ad un B-Magazine Americano (cioé quelle riviste che si trovano nei supermercati, di regola vicino alle casse e, sempre di regola, costituenti un autentico e colossale "concentrato di gossip & stupidaggini" – rese, in un certo senso, "famose" dal bellissimo "Men in Black"), l'astronauta "Buzz" Aldrin, intervistato a proposito del Trentennale dell'Apollo 11, raccontava che, durante la permanenza sulla Luna, c'erano stati svariati momenti di tensione, se non addirittura di paura.

Noi crediamo nella buona fede del giornalista che firmò l'articolo (eravamo nel 1999) ed abbiamo anche ritenuto genuina l'intervista poiché, a quanto ci consta, non fecero seguito né smentite, né querele…

Ma di che cosa "avevano avuto paura" Aldrin ed Armstrong? Forse che qualcosa non funzionasse a dovere o che, semplicemente, qualche micro-manovra, magari minuziosamente concepita a tavolino e realizzata mille volte con il simulatore, venisse eseguita in maniera imperfetta e così via.

Noi, di certo, non facciamo fatica a credergli!

L'articoletto, sebbene brevissimo, toccò anche – proprio in "punta di penna" – il problema del Moon Hoax ed Aldrin (un personaggio già un po’ burbero di natura – ci hanno detto) reagì davvero in malo modo e disse che era troppo facile per quelli che non avevano mai smosso il…"fondoschiena" dalla Terra, dare dei bugiardi a coloro che avevano invece avuto il fegato di arrivare sino alla Luna.

Noi siamo d'accordo con "Buzz".

Due aneddoti sull'astronauta Aldrin: si dice che "Buzz" volesse essere il primo uomo a scendere sulla superficie della Luna, ma gli fu detto – forse in maniera un po’ brusca – che l'onore toccava al Comandante della Missione e che lui NON era il Comandante e che, comunque, questo tipo di problematica non era certo rilevante.

Da qui una serie di "musi lunghi", talvolta immortalati anche da indimenticabili istantanee.

Vero o non vero che sia, resta famoso anche l'episodio che, nel 1991 o nel 1992, vide sempre coinvolto "Buzz" Aldrin il quale, mentre era fermo ad un casello autostradale (in Florida o Texas), venne riconosciuto da un automobilista di passaggio.

Ebbene quest'ultimo rallentò, uscì dal suo veicolo, si avvicinò ad Aldrin ed ebbe la sventurata idea di apostrofarlo dandogli del "bugiardo".

Morale? Se la Polizia non fosse intervenuta prontamente, l'automobilista in questione – che comunque dovette farsi curare in ospedale – sarebbe anche potuto finire al Camposanto.

Noi ridiamo su queste storielle, forse vere – noi abbiamo motivo di credere che lo siano – e forse no, ma ciò su cui non ridiamo è l'atteggiamento di "Buzz".

"Buzz", a quanto ci è stato raccontato da terzi (lui era/è inavvicinabile), avrebbe voluto dire tante cose (non le solite banalità) su quello che la Missione Apollo 11 era stata nella sua cruda e splendida realtà, ma la bocca gli venne tappata.

Che cosa ci resta, allora, per far parlare "Buzz"? Ci resta un'immagine, famosissima, che venne intitolata "Men on the Moon" e che fa parte della Galleria Storica delle Missioni Apollo.

Aldrin non può parlare, ma i suoi "occhi sgranati", resi famosi da qualche (rara) intervista che abbiamo trovato negli Archivi RAI e che abbiamo visto anche su Discovery Channel, ci dicono qualcosa.

Ci dicono, forse: "Guardate BENE!"

Noi lo abbiamo fatto e, sempre seguendo i suggerimenti del Grande Amico e Ricercatore, il Prof. Richard Hoagland, abbiamo cercato ancora i dettagli. Abbiamo cercato ancora i riflessi e… abbiamo trovato questo dettaglio.

Al di là di ogni speculazione in ordine alla migliore maniera per esaminare le fotografie Apollo (noi, comunque, abbiamo sposato l'approccio "Hoaglandiano", che cerca la "pagliuzza" e non la "trave"…), questa immagine – oltre al suo immenso valore storico – rimane una pietra miliare anche nella bacheca dei Ricercatori di Anomalie.

Ma qual è l'Anomalia che si nasconde nel frame AS 11-40-5903?

Guardate: perfettamente visibile, nel visore di "Buzz" Aldrin, appena alla Sn dell'Osservatore, c'è una Luce Bianca, di forma sferica e luminosissima la quale, per svariati ordini di motivi (abbiamo analizzato anche il frame originale non compresso), NON può essere una stella.

L'Anomalìa – che si chiama, in gergo, "Star-like Object", ossìa "Oggetto simil-Stella" – è grande, evidente e difficile da mettere in discussione.

Ma che cos'è e che cosa rappresenta, in sostanza, questo Star-Like Object?

È un UFO a bassa quota che sta studiando le mosse di Armstrong ed Aldrin?

È Sirio?

È una lampadina dimenticata accesa sul fondale nero che, secondo alcuni, era stato costruito ad Hollywood per creare le "sequenze lunari" sulla Terra?

Be’, scherzi a parte, la Verità sullo Star-Like Object dovrebbero dircela Armstrong e, soprattutto, Aldrin, che quell'oggetto lo stava guardando molto attentamente proprio mentre Neil (guarda caso…) immortalava il visore del compagno: una coincidenza?

Secondo noi no.

Secondo noi questo era, se ci pensate bene, l'unico modo possibile per aggirare la censura militare (allora ancora caratterizzata dalle "maglie larghe") e "gettare" allo scoperto (senza far troppo rumore e contando sulla sagacia degli Analisti delle immagini) un micro-frammento della Verità.

E forse non serve neppure andare a disturbare il Grande "Buzz" per scoprire la Verità: lui ci dice tutto quando, a fronte di domande "indiscrete", non risponde ma… "sgrana i suoi grandi occhi" e, in fondo, sembra invitarci a fare la stessa cosa!

 Articolo di Paolo C. Fienga

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