Chi controlla il passato, controlla il futuro”
G. Orwell – “1984”
La Missione si chiamava ‘Clementine’.
Pochi sanno, probabilmente, che questa Missione venne organizzata e gestita direttamente dalla Marina Militare degli Stati Uniti ed infatti il (comunque scarsissimo) materiale rilasciato al Pubblico lo potete trovare sul Sito della US Navy – Naval Research Laboratory .
Beh, onestamente noi non ne abbiamo idea, ma non è questo il punto.
Il punto è la “qualità” – nel senso più ampio della parola – del materiale messo a disposizione dai nostri Amici che vestono l’uniforme bianca.
Una qualità che noi, nel nostro piccolo, non esitiamo a definire “oscena”.
La Luna ripresa dalla Sonda Clementine, in accordo a quello che ci viene mostrato, è poco più di un Blob di dimensioni planetarie.
I Mari della Luna sono piallati (immagine “piallata” significa, in parole semplici, un’immagine dalla bassissima definizione), i crateri sono per la stragrande maggioranza irriconoscibili ed i maggiori rilievi risultano ardui o addirittura impossibili da identificare.
Un disastro? Si, ma non solo dal punto di vista dell’immagine.
Il disastro che il materiale Clementine ci mette davanti agli occhi coinvolge ed investe anche il più generale, ma certo non meno importante, aspetto della “credibilità” di uno Space Programme che ha visto la sua alba con la Missione Skylab (metà degli Anni ’70), subito dopo il tramonto della cosiddetta “Era Spaziale” (culminata con il Moon landing dell’Apollo 11 nel 1969 e terminata nel 1972 con la Missione Apollo 17).
Le parole, in casi come questi, servono a poco: guardate Voi stessi questo esempio di Mare della Tranquillità così come visto dalla Sonda Clementine.
Che ne dite? E’ o non è veramente inguardabile?
Come inguardabile è il Grande Cratere Copernico, o Tycho o tutti gli altri rilievi maggiori della Luna.
Ma non basta: dulcis in fundo – anzi, in Polo…Nord, per l’esattezza e perdonateci la battuta –, una terribile “cancellatura” in forma di “patch” o pezza: ossìa un frammento di paesaggio incollato su un altro pezzo di paesaggio, quasi fosse un rattoppo
ed una serie di strutture verticali (tipo le Lunar Spires del Dr Blair, conosciute anche come le ‘Blair Cuspids’) cancellate con l’aerografo.
Sconcertante, vero? Ma non è tutto qui.
Questo sistema di cancellature ed abrasioni in digitale sembra che ora – anzi, da tempo, ma noi ce ne siamo accorti da poco… – venga adottato anche per Marte.
Guardate questo frame, ad esempio, e prestate attenzione alle colline che si vedono sullo sfondo, in prevalenza sulla Vostra Sx.
Non è possibile non notare il fatto che i dettagli delle colline sono stati totalmente “lavati via”: come mai?
Vi sconsigliamo di pensare alla cosiddetta Opacità Atmosferica (un modo complicato per dire che l’atmosfera di Marte, sebbene molto sottile, è così ricca di polveri ultra-sottili in stato di perenne sospensione che dovrebbe apparire quasi costantemente ‘nebbiosa’ – dato peraltro smentito da un innumerevole quantitativo di fotografie dal suolo ed orbitali) o ad un vizio di messa a fuoco di una delle fotocamere del Rover Spirit (ci sono migliaia di immagini analoghe a questa ed in cui i dettagli sullo sfondo appaiono chiari e limpidi al pari dei dettagli in primo piano).
E allora?
E allora la vecchia abitudine di “cancellare, offuscare e confondere”, di Orwelliana memoria e tipica dei Sistemi Politici terrorizzati dall’idea di cadere e perciò arroccati su loro stessi, disposti su posizione estremisticamente totalitarie e fondati sul postulato del ‘controllo totale dell’informazione’, si sta manifestando ancora una volta in tutta la sua oscura chiarezza.
Anche le informazioni raccolte ‘Nel Nome dell’Umanità’ (ma non fatevi impressionare da questa dizione: sono solo chiacchiere, niente altro che vuote parole e sterili dichiarazioni di principio), prima durante l’Apollo-Moon Programme e poi nel corso del Mars Programme, con le Sonde Viking 1 e 2, Pathfinder, Spirit, Mars Polar Lander, Mars Global Surveyor, 2001 Mars Odyssey, Opportunity etc. stanno rapidamente scivolando verso le gallerie (sotterranee?) di qualche laboratorio costruito in Antartide o, chissà, sotto il deserto del Sahara o nella giungla Amazzonica (ma si, ottime idee: siamo stanchi di guardare verso il Nevada e l’Area 51…).
Ora, tralasciando la completa assurdità (e l'occasionale cattivo gusto…) dei nomi dati dai Tecnici NASA alle rocce ed alle formazioni più interessanti che vengono quotidianamente riprese dai MER (Mars Exploration Rovers) Spirit ed Opportunity (a proposito, per quanto attiene i nomi delle rocce, si tratta di nomi in codice o di espressioni tangibili di una colossale presa in giro?!?), c’è un commento che dobbiamo fare e che, una volta tanto, non attiene il merito specifico di un frame o di una serie di frames, bensì l'intera Filosofia Ispiratrice di queste e di altre simili (presenti e future) Missioni Spaziali.
Nel 'Warning' che appare ben visibile sulla Main Page del Sito Lunar Explorer Italia, è scritto a chiarissime lettere che noi, Ricercatori Lun-Ex-It, abbiamo dei pesantissimi dubbi sulla autenticità-genuinità di alcune (a dire il vero parecchie…) immagini Spirit ed Opportunity.
E non solo.
A ben guardare, quante immagini della Luna (e non solo la Luna di Clementine) sono state 'edulcorate' (per usare un'espressione carina e per non dire “massacrate”!), così da non turbare le monolitiche certezze degli Scienziati, dei Cultori della Scienza, dei Ricercatori ed anche dei semplici Curiosi che amano dare uno sguardo “oltre il cortile di casa”?
Allora, dato ed acquisito che gli elementi in nostro possesso ci stanno guidando sempre di più verso l’accettazione di un semplice (sebbene terrificante) fatto – e cioè che un'ampia maggioranza delle “Istantanee provenienti dallo Spazio” sono alterate, in tutto od in parte – noi, sempre più spesso, quando mostriamo un frame e lo commentiamo, ci chiediamo: ma CHE COSA esattamente stiamo commentando?
Parliamo e diciamo “noi”, come Lunar Explorer Italia, ma ci riferiamo anche a tutti gli altri Ricercatori, membri delle innumerevoli Associazioni Scientifiche Amatoriali e/o Professionali, Italiane e non, che si trovano a spendere migliaia di ore di lavoro ogni anno sui frames NASA ed ESA, alla ricerca di qualche elemento capace di sostanziare o di confutare le teorie che ognuna di queste Istituzioni, Pubblica o Privata che sia, ha posto alla base del proprio lavoro e di quello dei propri Associati.
Le Teorie che costituiscono, nel bene o nel male, le vere ed uniche fondamenta della propria missione.
Che cosa stiamo commentando, dunque?
I frammenti (cioè le immagini) che studiamo, che cosa rappresentano?
Forse dei frammenti della Luna e di Marte “veri e reali”, magari talvolta scalfiti da qualche “piccola alterazione” (operata solo per non turbare i sogni dei poveri Terrestri con qualche Anomalia così eclatante ed indiscutibile da farli sobbalzare dalle proprie poltrone e scrivanie e quindi farli rabbrividire per il resto dei loro giorni…), ma che restano comunque dei frammenti sostanzialmente genuini?
O invece si tratta di frammenti ormai totalmente vuoti, falsi e strafalsi, frutto del lavoro di uno scienziato psicopatico il quale ha speso i migliori anni della sua vita per inventare un software capace di utilizzare le immagini reali solo come 'spunti' per poi ricreare, su di esse, una “realtà virtuale” completamente diversa (e cioè FALSA), ma del tutto rassicurante ed agevolmente digeribile?
Che cosa stiamo guardando, quando apriamo i files dell’Apollo Moon Atlas o dei Raw Frames inseriti nel Mars Exploration Rover Mission Home-Page o nella Cassini-Huygens Mission to Saturn Home-Page?
La Verità, una porzione della Verità oppure solo le “Fantasie Creative di un SuperSoftware”?
Noi, Lunar Explorer, siamo sempre più convinti che la terza opzione sia quella che più si avvicina a quanto sta da tempo succedendo e, se avessimo ragione (anche se speriamo di no), che cosa dovremmo fare?
Le possibilità che abbiamo, davanti a questo scempio, in fondo, sono solo 2: starcene buoni e zitti e dormire sonni tranquilli.
Continuare a comprare quello che ci viene detto di comprare; continuare a fare ed a dire ciò che ci viene detto di fare e dire, rinunciando e/o perdendo definitivamente tutte le nostre capacità di critica e di autocritica; a prendere per buono tutto quello che ci viene propinato, non importa quanto esso sia assurdo, mal fatto e sempre più palesemente mendace oppure…
Oppure si può provare ad alzare la voce ed a dire che non siamo ancora del tutto rincretiniti, schiavi di un Mondo fatto di stereotipi, di arretratezza culturale e scientifica, di ipocrisia diffusa, di violenta banalità e di questa stucchevole ed imperante “Cultura dell'Ignoranza”, il vero elemento comune del Villaggio Globale.
Già, la Cultura dell’Ignoranza, ovvero il “dark-side” di questo Medio-Evo pseudo-tecnologico iniziato verso la fine degli Anni ’80, nel quale ci illudiamo di crescere, vivere e prosperare, ma nel quale ci limitiamo invece a vegetare, sempre più gretti e sterili; sempre più ottusi e soli.
La Cultura dell’Ignoranza: un brodo primordiale che viene cucinato e servito, sempre più spesso e con intensità e capacità intrusive ed invasive degne del Big Brother di ‘1984’, sotto forma di un 'Credo' cieco e pigramente fideistico nella ‘buona fede’ di sempre più ambigue ed amorfe Entità Terrene, che chiamiamo Istituzioni, Società e Governi.
L’alternativa? E’ nel ‘Credo’, anch’esso cieco e pigramente fideistico, in un'Entità Astratta – idealmente meravigliosa e salvifica, ma in pratica sempre più tristemente antropomorfa e scarsamente credibile – che chiamiamo, sia pure con diversi nomi e sfumature, Dio.
Scusate la divagazione e torniamo a noi.
Il Pranzo è Servito, dunque: miliardi di Euro-Dollari per “arrivare là dove nessuno è mai giunto prima” (ricordate Star-Trek’?!?), per vedere le cose che nessuno ha mai visto e poi, alla resa dei conti, ci ritroviamo con tonnellate di immagini che sembrano disegnate con i carboncini e che, a dispetto della loro – talvolta – struggente bellezza, si rivelano, anche ad un esame semplice e superficiale, nella loro orrenda realtà di “falsi digitali”.
Talvolta molto belli, frequentemente assai complessi e difficili da valutare, ma SEMPRE falsi.
Cerchiamo risposte nella Scienza e nella Spiritualità ed invece ci ritroviamo, ormai immersi fino al collo (o anche di più…), in questa Cultura dell'Ignoranza che, con il tacito – e perciò sempre più colpevole – assenso delle Masse, viene servita alle nostre Menti ed ai nostri Cuori sotto forma di immagini rassicuranti e di facce sorridenti che ci dicono “Tranquilli: è tutto normale. E’ tutto sotto controllo. Sempre”.
Mi sembra di ricordare un vecchio professore di Scienze Naturali che diceva “Venite: al Banchetto della Scienza e della Conoscenza siamo tutti invitati”.
Oggi, ripensandoci, dobbiamo constatare che in quel “banchetto”, ammesso che possa definirsi ancora tale, le pietanze servite sono tutte virtuali, però i condimenti, fatti a base di Razionalità e Fede – a seconda dei gusti e delle tendenze – non mancano davvero mai…
Articolo di Paolo C. Fienga