Fra qualche settimana toccherà a Tony Blair salire sul banco degli imputati, nell’ambito dell’inchiesta sull’intervento militare in Iraq attualmente in corso in Gran Bretagna.
Tutto era iniziato con la famosa dichiarazione di Blair che “l’Iraq disponesse di armi di distruzione di massa (ADM) che avrebbero potuto raggiungere l’Europa entro 45 minuti da un ordine di Saddam”.
In una nazione che ricorda ancora l’incubo delle V-2 – i razzi tedeschi che piovevano all’improvviso dal cielo, distruggendo interi quartieri della città – l’idea che Saddam potesse svegliarsi ubriaco una notte e lanciare l’ordine fatale contro di loro fu sufficiente a convincere la popolazione a supportare compatta l’intervento militare in Iraq.
E quando un certo David Kelly – ex-ispettore dell’ONU per la Gran Bretagna in Iraq – fece sapere al mondo che Saddam non aveva nessuna ADM, fu ritrovato suicida qualche giorno dopo nella boscaglia vicino a casa sua.
Tony Blair, che al momento del suicidio si trovava convenientemente in Giappone, …
… fu accusato pubblicamente di “avere le mani sporche di sangue”, ma nell’arco di pochi giorni riuscì a capovolgere la situazione, facendo licenziare Andrew Gilligan (il giornalista della BBC che aveva riportato le dichiarazioni di Kelly) per aver diffuso notizie non vere, mentre accusava pubblicamente la BBC di non aver saputo verificare adeguatamente le proprie fonti, prima di pubblicare una notizia di tale importanza.
La BBC tenne botta e rimase sulle sue posizioni, senza mai scusarsi ufficialmente con il pubblico, ma una successiva inchiesta governativa, guidata da Lord Hutton, stabilì definitivamente che Kelly si era suicidato per propria volontà, e che i servizi inglesi non avevano nulla a che vedere con il fatto. “Probabilmente – suggeriva Lord Hutton – il Dott. Kelly si è ucciso per una grave perdita di autostima [dovuta allo scandalo in corso] e vedeva la sua immagine pubblica rovinata per sempre”.
Lord Hutton dava cioè implicitamente per scontato che Kelly avesse mentito, e che quindi si fosse suicidato per la vergogna dovuta alle conseguenze disastrose della sua menzogna. Due piccioni con una fava.
Peccato che una volta riconosciuto da tutti che le armi di distruzione di massa non erano mai esistite, nessuno si sia domandato perché mai si fosse suicidato un uomo che invece sapeva benissimo di aver detto la verità sin dal primo giorno.
Diciamo che sono le contraddizioni della vita.
Nel 2005 infatti emerse il cosiddetto “Downing Street memo”, il documento segreto dell’ MI6 nel quale il capo dei servizi inglesi dichiarava che “gli americani vogliono invadere l’Iraq, e stanno manipolando le informazioni di intelligence per giustificare l’intervento militare”, ed ammetteva che anche “Tony Blair è a favore dell’intervento militare, ma non ha validi argomenti per sostenerlo”.
Il memo era datato 3 luglio 2002, ed è quindi evidente che Blair sapesse di mentire quando, nel settembre successivo, fece la famosa dichiarazione dei “45 minuti”.
E’ di questa che sarà chiamato a rispondere fra qualche settimana, nell’ambito dell’inchiesta che il nuovo governo ha istituito sulle responsabilità per l’intervento militare in Iraq.
Premuroso e disponibile come sempre, Blair ha già fatto sapere che “secondo lui era giusto in ogni caso rimuovere Saddam”, il quale “rappresentava un pericolo per gli altri stati della zona”.
Ma sappiamo tutti bene che anche questa inchiesta finirà comunque con il solito “whitewash”, nel quale nessuno è responsabile.
C’è stata una guerra, ma nessuno ha deciso di andarci.
Ma il vero problema non sta nella classica ipocrisia rappresentata da queste commissioni-farsa, il cui unico scopo è di mettere un sigillo di verità ufficiale alla sospettata bugia (esattamente come la Commissione 9/11), ma sta nel fatto che tutti in Inghilterra sapessero benissimo perchè si fosse andati in guerra, ma nessuno abbia detto nulla.
Già dalla fine del 2003 era diventato evidente per chiunque che le ADM non fossero mai esistite, ma l’idea di essere là a procurarci il petrolio che tanto ci serve bene o male deve aver tenuto sopite le coscienze popolari di fronte all’eccidio in corso.
E ora che lo sterminio è concluso, il petrolio catturato, resta solo da ripulirsi la coscienza con una splendida commissione indipendente, che stabilisca una volta per tutte che non è stata colpa di nessuno.
Altrimenti come possiamo tornare a godere in santa pace dei nostri maledetti privilegi?
Kelly: ormai è suicidio. E la colpa è tutta della BBC
Le recenti dichiarazioni di Blair sul caso Iraq (Articolo BBC).