Secondo il presente studio condotto su pazienti sottoposti a trapianto d’organo, in particolare il cuore, non è insolito che memorie, comportamenti, preferenze ed abitudini del donatore si trasferiscano al ricevente.
di Paul Pearsall, PhD, Gary E. Schwartz, PhD, e Linda G. Russek, PhD
Se volete inficiare la legge secondo cui tutti i corvi sono neri… vi basterà dimostrare l’esistenza di un solo corvo bianco.
— William James, MD
Introduzione
In genere si pensa che l’apprendimento coinvolga primariamente il sistema nervoso e, secondariamente, il sistema immunitario. Di conseguenza i pazienti sottoposti a trapianto di organi periferici non dovrebbero sperimentare cambiamenti di personalità che equivalgano a quelle di donatori che non hanno mai conosciuto. Quando si sono osservati cambiamenti di personalità seguiti a trapianti, il genere di spiegazioni addotte comprende gli effetti dei farmaci immunosoppressivi, dello stress psicosociale e di preesistenti psicopatologie dei riceventi. (1-3)
Comunque sia, la teoria dei sistemi viventi postula esplicitamente che tutte le cellule viventi dispongono al loro interno di sottosistemi funzionali di “decisione” e di “memoria”. (4) Per di più, la recente integrazione della teoria dei sistemi al concetto di energia (denominata teoria dei sistemi di energia dinamica) comporta una logica schiacciante che conduce alla previsione che tutti i sistemi dinamici preservano in varia misura energia ed informazioni. (5-7) Il meccanismo della memoria sistemica fornisce una plausibile spiegazione all’evoluzione di emergenti (nuove) proprietà sistemiche attraverso interazioni di feedback ricorrente (vale a dire la circolazione non lineare di informazioni ed energia che riflette le interazioni in corso fra i componenti di una complessa rete dinamica).
Circuiti di feedback ricorrente esistono in tutti i sistemi atomici, molecolari e cellulari; di conseguenza in tali sistemi si dovrebbero trovare riscontri di memoria sistemica atomica, memoria sistemica molecolare e memoria sistemica cellulare.
Il meccanismo della memoria sistemica è stato applicato ad una varietà di controverse ed apparentemente anomale osservazioni di medicina complementare ed alternativa, fra cui l’omeopatia; (8) consente inoltre previsioni di nuovo tipo e, fra queste, vi è quella secondo cui i soggetti particolarmente sensibili che hanno ricevuto organi trapiantati possono sperimentare aspetti della storia personale del donatore conservati nei tessuti trapiantati.
Nel 1997 è stato pubblicato un libro dal titolo A Change of Heart, nel quale si descrivevano gli evidenti cambi di personalità sperimentati da Claire Sylvia, (9) alla quale nel 1988 furono trapiantati cuore e polmoni presso lo Yale-New Haven Hospital. Sylvia riferì di aver notato che in seguito al trapianto cambiarono vari atteggiamenti, gusti ed abitudini; inspiegabilmente, desiderava ardentemente cibi che in precedenza detestava; per esempio, pur essendo un’avveduta ballerina e coreografa, una volta lasciato l’ospedale avvertì l’incontrollabile desiderio di recarsi presso un fast-food della Kentucky Fried Chicken e di ordinare pepite di pollo, un piatto che non aveva mai mangiato prima. Sylvia si sentì attratta dai colori pastello e non indossò più gli abiti di colore rosso vivo e arancione che prediligeva in precedenza. Iniziò a comportarsi in modo aggressivo ed impulsivo, non confacente al suo carattere ma più in linea con la personalità del suo donatore. Curiosamente, quando fu ucciso, nella giacca del giovane (il suo donatore) furono trovate pepite di pollo della Kentucky Fried Chicken non ancora consumate.
William Novak, coautore del suddetto libro, ha esaminato varie opinioni relative alla plausibilità della memoria cellulare. Pearsall ha avanzato l’ipotesi che i farmaci immunosoppressivi in teoria potrebbero abbassare nei pazienti la soglia entro la quale essi potenzialmente registrano le memorie cellulari preservate negli organi trapiantati [citato in (9), trattato più dettagliatamente in (10)]. Schwartz e Russek hanno a loro volta avanzato l’ipotesi che il fenomeno del rigetto potrebbe non solo riflettere il rifiuto del materiale comprendente le cellule ma anche le informazioni sistemiche e l’energia accumulata nelle cellule stesse [citato in (9), trattato più dettagliatamente in (7, 8)].
Sylvia rappresentava un caso unico, poiché aveva ricevuto un rilevante quantitativo di nuovo tessuto (cuore e polmoni), aveva un atteggiamento salutista ed un carattere emotivamente aperto e sensibile. Schwartz e Russek hanno ipotizzato che Claire Sylvia potrebbe rappresentare il “corvo bianco” della memoria cellulare sistemica. (7)
Il presente articolo riporta 10 casi rappresentativi di individui che hanno subìto trapianti e che si sono resi disponibili a rendere pubblici i cambiamenti personali seguiti alle loro operazioni, cambiamenti coerenti con le previsioni della memoria sistemica. Al fine di tutelare la privacy delle famiglie dei donatori, quella dei trapiantati e delle loro famiglie, nonché medici ed ospedali, trapiantati e donatori vengono indicati da numeri, salvo quando nelle trascrizioni i loro nomi vengono menzionati da amici o familiari. Tutti i trapiantati e i familiari o amici dei donatori sono stati intervistati da Pearsall e registrati su nastro; Schwartz e Russek hanno esaminato e selezionato le trascrizioni inserite nel presente rapporto.
Ciascuno dei 10 casi comprende il rapporto di un familiare (o equivalente) del donatore, il rapporto di un ricevente (o equivalente) e il rapporto di un familiare o di un amico del ricevente. I familiari del donatore, i trapiantati e i familiari o amici di questi ultimi sono citati direttamente in base alle trascrizioni. Ciascun caso comprende da due a cinque confronti campione fra i donatori e i cambiamenti osservati nei riceventi dopo il trapianto.
Caso 1
Donatore: un diciottenne, rimasto ucciso in un incidente stradale. Ricevente: una diciottenne, cui era stata diagnosticata una endocardite e il conseguente scompenso cardiaco.
Racconto del padre del donatore, psichiatra:
“Mio figlio amava scrivere poesie. Dopo la sua scomparsa, avevamo atteso più di un anno prima di riordinare la sua stanza. Abbiamo trovato un quaderno di poesie che non ci aveva mai mostrato e del quale non abbiamo parlato a nessuno. Una delle poesie ci ha scosso tanto sotto il profilo spirituale quanto sotto quello emotivo; narrava della sua visione della propria improvvisa morte. Mio figlio era anche un musicista ed abbiamo trovato una canzone dal titolo “Danny, il mio cuore è per te” – il cui testo descriveva come mio figlio fosse destinato a morire e a donare il suo cuore a qualcuno. Aveva preso la decisione di donare gli organi all’età di dodici anni; pensammo che fosse una decisione difficile, ma eravamo convinti che ne avessero discusso a scuola. Quando abbiamo conosciuto la ricevente eravamo così… non riuscivamo a capire. Né ce ne rendiamo conto adesso. No, davvero.”
Racconto della ricevente:
“Quando mi hanno fatto vedere le foto del figlio, l’ho riconosciuto subito. L’avrei riconosciuto ovunque. Egli è in me; so che è dentro di me e che mi ama, mio amante da sempre, forse in un altro tempo e in un altro luogo. Come faceva a sapere, con vari anni di anticipo, che sarebbe morto e che mi avrebbe donato il suo cuore? Come faceva a sapere che il mio nome è Danny? Poi, quando mi hanno fatto ascoltare alcune sue canzoni, ero capace di completarne le frasi. Prima non sapevo suonare alcuno strumento, ma dopo il trapianto ho iniziato ad amare a musica; la sentivo nel cuore, il mio cuore doveva suonarla. Ho detto a mia madre che desideravo prendere lezioni di chitarra — lo stesso strumento suonato da Paul [il donatore]. La sua canzone è dentro di me; di notte la percepisco spesso ed è come se Paul mi facesse una serenata.”
Racconto del padre della ricevente:
“Mia figlia era quella che definireste…una piantagrane. Sino a quando non si ammalò – dicono a causa di un dentista — era turbolenta. Poi si è calmata. Penso che fosse a causa della malattia, ma lei ha detto che percepiva più energia e non meno, che voleva suonare uno strumento e cantare; la prima canzone scritta di suo pugno riguardava il suo cuore nuovo, ovvero il cuore del suo amante. Danny raccontava che il suo amante era venuto a salvarle la vita.”
Caso 2
Donatore: un bambino di 16 mesi, annegato in una vasca. Ricevente: un bambino di sette mesi, cui era stata diagnosticata una tetralogia di Fallot (un foro nel setto interventricolare con dislocazione dell’aorta, stenosi polmonare ed ispessimento del ventricolo destro).
Osservazioni della madre del donatore, medico:
“La prima cosa è che non mi limitavo ad udire il cuore di Jerry [il donatore]; riuscivo a percepirlo in me. Quando Carter [il ricevente] mi ha visto per la prima volta, si è precipitato verso di me, ha premuto il naso contro di me, strofinandolo con insistenza. Esattamente come faceva Jerry. Adesso il cuore di Jerry e di Carter ha cinque anni, ma gli occhi di Carter erano quelli di Jerry. Quando Carter mi abbracciava, riuscivo a percepire mio figlio, e non intendo simbolicamente; era lì, percepivo la sua energia.
“Sono un medico. Sono addestrata ad essere una perspicace osservatrice e sono sempre stata scettica di natura. Ma il fenomeno era reale. So che alcuni diranno che provo la necessità di credere che lo spirito di mio figlio è vivo, e forse le cose stanno in questi termini. Ma l’ho percepito. Mio marito e mio padre l’hanno percepito, e vi giuro — potete chiederlo a mia madre — che Carter adoperava lo stesso linguaggio infantile di Jerry. Carter ha sei anni, ma usava lo stesso linguaggio di Jerry e giocherellava con il mio naso esattamente come faceva Jerry.
“Quella notte… restammo con la… [famiglia del ricevente]. A notte fonda Carter venne a chiedermi di dormire assieme a me e a mio marito; si accoccolò fra di noi proprio come faceva Jerry e noi iniziammo a piangere. Carter ci disse di non farlo, poiché Jerry diceva che era tutto a posto. Io e mio marito, i nostri genitori e tutti coloro che hanno conosciuto a fondo Jerry non hanno dubbi. Il cuore di nostro figlio contiene molto di lui e batte nel petto di Carter. A qualche livello, nostro figlio è ancora vivo.”
Racconto della madre del ricevente:
“Ho visto Carter andare da lei [la madre del donatore], cosa che non fa mai; è timidissimo, ma è andato da lei nello stesso modo in cui era solito correre da me quando era più piccolo. Quando le ha sussurrato ‘Va tutto bene, mamma’, sono crollata; l’ha chiamata ‘Mamma’, o forse era il cuore di Jerry a parlare. Un’altra cosa. Parlando con la madre di Jerry abbiamo scoperto che il bambino presentava una leggera paralisi cerebrale, perlopiù sul lato sinistro; Carter presenta una certa rigidità e qualche tremore sul medesimo lato, disturbo di cui non soffriva da piccolo e che si è manifestato solo dopo il trapianto. I medici dicono che si tratta di qualcosa che probabilmente ha a che fare con la sua condizione medica, tuttavia sono davvero convinta che ci sia ben altro.
Vi è un’altra questione che mi piacerebbe approfondire. Quando ci siamo recati assieme in chiesa, Carter non aveva ancora conosciuto il padre di Jerry; siamo arrivati tardi e quest’ultimo era seduto con un gruppo di persone in mezzo ai fedeli. Carter ha lasciato la mia mano e si è diretto proprio verso quell’uomo, gli si è arrampicato in grembo, lo ha abbracciato e ha detto ‘Papà’. Noi eravamo sbalorditi. Come poteva conoscerlo? Non si era mai comportato così; mai e poi mai avrebbe lasciato la mia mano e men che meno si sarebbe diretto verso un estraneo. Quando gli chiesi perché lo avesse fatto, rispose che non era stato lui, aggiungendo che era stato Jerry e che lui gli era andato appresso.”
Caso 3
Donatrice: una ventiquattrenne, vittima di un incidente stradale. Ricevente: uno studente universitario venticinquenne affetto da fibrosi cistica, sottoposto a trapianto di cuore-polmoni.
Racconto della sorella della donatrice:
“Mia sorella era una persona assai voluttuosa, appassionata di pittura. Era in procinto di allestire la sua prima personale presso una piccola galleria d’arte, quando un ubriaco le piombò addosso. Il locale è un laboratorio artistico lesbico che appoggia gli artisti gay. Mia sorella non era propriamente una lesbica ‘dichiarata’, tuttavia era omosessuale; diceva che in realtà i suoi paesaggi erano rappresentazioni della figura materna o femminile. Era solita osservare una modella nuda e in base ad essa dipingere un paesaggio! Riuscite a immaginarlo? Aveva talento.”
Racconto del ricevente:
“Al principio non l’avevo mai detto a nessuno, ma pensavo che il fatto di avere il cuore di una donna mi avrebbe trasformato in un gay. Da quando sono stato sottoposto all’intervento sono più eccitato che mai e le donne mi sembrano ancor più erotiche e sensuali, quindi ho pensato che forse avevo subìto un intervento chirurgico transessuale interno. Il mio medico mi ha detto che era solo la mia rinnovata energia e le mie nuove prospettive di vita che mi facevano sentire così, ma io sono diverso. So che sono diverso. Faccio l’amore come se sapessi esattamente quello che il corpo di una donna percepisce e come reagisce — quasi come se si trattasse del mio corpo. Ho lo stesso corpo, tuttavia sono convinto che ora penso al sesso come fa una donna.”
Racconto della compagna del ricevente:
“Adesso è un amante di gran lunga migliore. Naturalmente prima era più debole, ma si è ripreso. Intendo dire che è come se conoscesse il mio corpo come lo conosco io. Vuole indulgere in coccole, fare le cose con calma e dedicarci molto tempo. Prima era un valido amante, ma certo non così. Le cose sono diverse. Vuole abbracciarmi in continuazione e andare per negozi. Mio Dio, non voleva mai andarci! E sa che cosa, adesso porta una borsa, la sua borsa! Se la porta in spalla e la chiama il suo sacco, ma è una borsa. Odia che io glielo dica, ma andare al centro commerciale con lui è come andarci con una delle mie amiche. Come se non bastasse, gli piace visitare i musei; prima non lo avrebbe mai fatto, nemmeno per sogno, mentre adesso ci andrebbe una volta alla settimana. A volte si ferma alcuni minuti a rimirare dei quadri senza aprire bocca; predilige i paesaggi e se ne sta lì a contemplarli. A volte lo lascio lì e ritorno dopo un po’ di tempo.”
Caso 4
Donatore: uno studente diciassettenne di colore, vittima casuale di una sparatoria. Ricevente: un quarantasettenne bianco, operaio di fonderia, cui era stata diagnosticata una stenosi aortica.
Racconto della madre del donatore:
“Nostro figlio fu colpito mentre si stava recando a lezione di violino; nessuno sa da dove sia arrivato il proiettile, che tuttavia lo colpì in pieno. Cadde a terra e morì lì, sul selciato, abbracciato alla custodia del suo strumento. Amava la musica e i suoi insegnanti dicevano che vi era molto portato; ascoltava i brani musicali e li seguiva suonandoci sopra, e penso che un giorno sarebbe arrivato a suonare alla Carnegie Hall, anche se gli altri suoi coetanei schernivano sempre il genere di musica che gli piaceva.”
Racconto del ricevente:
“Sono davvero dispiaciuto per il ragazzo che è deceduto e mi ha donato il suo cuore, tuttavia il fatto che fosse di colore mi sta procurando seri problemi. Tenete presente che non sono razzista, nemmeno per idea; i miei amici della fonderia sono in maggioranza di colore, nondimeno l’idea del cuore di un nero nell’organismo di un bianco sembra davvero…be’, non saprei dire. Ho detto a mia moglie che pensavo che il mio pene potesse crescere sino alle dimensioni di quello di un nero. Dicono che i neri abbiano peni più grossi, ma non lo so per certo. Dopo che abbiamo atto l’amore, a volte mi sento in colpa perché un nero lo ha fatto con mia moglie, comunque non prendo questa idea in seria considerazione.
“Comunque posso dirvi una cosa. Prima odiavo la musica classica, mentre adesso mi piace; quindi so che non dipende dal mio nuovo cuore, perché un ragazzo di colore proveniente dalla teppaglia non ne sarebbe affascinato. Ora rasserena il mio cuore. La suono in continuazione, ed è qualcosa di più del puro piacere dell’ascolto. Non ho detto a nessuno dei miei colleghi di lavoro che ho il cuore di un nero, tuttavia ci penso parecchio.”
Racconto della moglie del ricevente:
“Quando ha sentito che si trattava del cuore di un nero era ben più che preoccupato; in effetti mi ha domandato se poteva chiedere al dottore di avere il cuore di un bianco, allorquando fosse stato disponibile. Non è Archie Bunker (taxista rozzo e razzista, personaggio di una fortunata sit-com, ndt), ma ci si avvicina. E mi ucciderebbe se sapesse che vi ho raccontato tutto questo, tuttavia per la prima volta ha invitato i suoi colleghi di colore dopo il lavoro; è come se non badasse più al colore della loro pelle, anche se a volte ne parla ancora. Sembra che sia più a suo agio con quei ragazzi di colore, ma non se ne rende conto.
“Dovrei aggiungere un’altra cosa. Mi sta facendo impazzire con la musica classica. Non conosce il titolo di un solo brano e prima non la ascoltava mai. Adesso se ne sta seduto ad ascoltarla per ore e fischietta pezzi di musica classica che non può aver mai conosciuto. Come fa a conoscerli? Verrebbe da pensare che, visto che ha il cuore di un nero, gli dovrebbe piacere il rap o roba del genere.
Caso 5
Donatrice: una diciannovenne, vittima di un incidente stradale. Ricevente: una ventinovenne, cui era stata diagnosticata una cardio-miopatia derivata da endocardite.
Racconto della madre della donatrice:
“La mia Sara era una ragazza affettuosissima. Possedeva e gestiva un ristorante biologico e mi rimproverava sempre perché non ero vegetariana. Era una ragazza fantastica, ribelle ma fantastica. Sosteneva il libero amore e cambiava compagno ogni pochi mesi; le piacevano molto gli uomini sin da quando era una ragazzina ed è sempre stata così anche in seguito. Mentre stava morendo è riuscita a scrivermi alcune note; ormai ne era fuori, ma continuava a dire come poteva avvertire l’impatto della vettura che la colpiva, che la poteva sentire mentre passava attraverso il suo corpo.”
Racconto della ricevente:
“Se lo desiderate potete raccontare questa vicenda, ma vi prenderanno per pazzi. Quando ho ricevuto questo cuore nuovo, mi sono successe due cose. Inizialmente quasi ogni notte, e talvolta ancora adesso, avverto l’incidente di cui è stata vittima la mia donatrice, riesco a sentire l’impatto della vettura nel mio torace; si scaraventa dentro di me, ma il mio medico ha detto che sembra tutto a posto. Tra l’altro ora odio la carne; non riesco a tollerarla. Ero una delle principali clienti di McDonald’s, e adesso la carne mi fa rivoltare lo stomaco. In effetti, al solo sentirne l’odore, il mio cuore inizia a palpitare freneticamente. Questo comunque non è il problema principale; il mio medico ha detto che è dovuto alle medicine che prendo.
“Non sono riuscita a dirlo al mio compagno, ma quello che mi turba davvero è che ora mi sono impegnata a sposarlo. Lui è un tipo meraviglioso e ci amiamo. Fare sesso assieme è fantastico. Il problema è che sono omosessuale; o, almeno, pensavo di essere tale. Dopo il trapianto, non sono…non penso, comunque…sono una specie di omosessuale a metà, o confusa. Le donne mi attraggono ancora, ma il mio ragazzo mi attizza; le donne no. Penso di aver subìto un trapianto di genere.”
Racconto del fratello della ricevente:
“Susie adesso è a posto. Dico sul serio. Era gay, e adesso il suo cuore l’ha rimessa in carreggiata. Si è liberata di tutti i suoi libri e del materiale sulla questione omosessuale; non ne parla più, mentre prima era una fervente militante. Accarezza e abbraccia Steven, proprio come la mia ragazza fa con me; parla con lei di cose da donne, mentre prima le avrebbe tenuto un comizio sui mali provocati dai maschi sessisti. Poi mia sorella, che era la regina del Big Mac, odia la carne; non la vuole nemmeno vedere in casa.”
Due Universi di Franco Farina
Caso 6
Donatrice: una quattordicenne, che aveva subìto lesioni in un incidente ginnico. Ricevente: un quarantasettenne, cui era stato diagnosticato un mixoma e una cardiomiopatia.
Racconto della madre della donatrice:
“Guardatela [mostra una fotografia]. Mia figlia era il ritratto della salute. Non aveva un grammo di grasso, era una ginnasta ed il suo allenatore riusciva a sollevarla sopra la testa con una sola mano; era piena di vita e saltava qua e là in continuazione come una gattina. Tuttavia aveva qualche problema con l’alimentazione; saltava i pasti e per un certo periodo si liberava. Penso che la considerassero leggermente anoressica. Per questo problema la sottoponemmo ad una terapia, ma lei non aveva un gran rapporto col cibo. Quando poi si sentiva in imbarazzo, reagiva con una sciocca risatina, che assomigliava al verso di un uccellino.”
Racconto del ricevente:
“Mi sento un uomo nuovo, come fossi un adolescente, con la stessa spensieratezza. So che si tratta dell’energia del cuore nuovo, ma mi sento più giovane in tutti i sensi, non solo sotto il profilo fisico. Guardo il mondo con occhio giovanile e mi sento intimamente tale. Ho una seccante tendenza a ridacchiare, il che manda mia moglie fuori dai gangheri. Poi c’è qualcosa riguardo al cibo. Non so di cosa si tratti; mi viene fame, ma dopo aver mangiato avverto una certa nausea e mi sentirei meglio se riuscissi a vomitare.”
Racconto del fratello del ricevente:
“Gus è un adolescente. Senza alcun dubbio. È un ragazzo, o almeno pensa di esserlo. Persino quando giochiamo a bowling, strepita e salta di qua e di là come un matto. Ora ha questa risatina balorda, tipica di una ragazza; noi glielo facciamo notare, ma lui non se ne preoccupa. Dopo l’intervento non ha più recuperato l’appetito e avverte quasi sempre un senso di nausea. Dopo la cena del Ringraziamento — che ha molto apprezzato — è andato di sopra a vomitare. L’abbiamo portato al pronto soccorso, ma la questione non aveva nulla a che fare con il suo nuovo cuore; i medici hanno detto che probabilmente si trattava di una reazione a qualcosa presente nel cibo, però nessun altro familiare si è sentito male. Gus dovrà tenere la situazione sotto controllo; il suo medico è allarmato dal suo peso corporeo.”
Caso 7
Donatrice: una bambina di tre anni, annegata nella piscina di casa. Ricevente: un bambino di nove anni, cui era stata diagnosticata miocardite e difetto del setto.
Racconto della madre del ricevente:
“Egli [il ricevente] non sa chi fosse la sua donatrice né come sia morta. Noi sì: è annegata in casa del compagno della madre. I due l’avevano lasciata con una babysitter adolescente che, al momento della tragedia, era al telefono. Non ho mai conosciuto il padre, ma la madre mi ha riferito che essi avevano affrontato un divorzio assai drammatico e che il padre non aveva mai visto la figlia; ha inoltre detto che lei lavorava molto e che desiderava aver trascorso più tempo con la bambina. Penso che si senta al- quanto in colpa riguardo a tutta la vicenda…sa come vanno queste cose, è come se entrambi i genitori non avessero apprezzato la propria figlia sino a quando non era stato troppo tardi.”
Racconto del ricevente, che ha dichiarato di non sapere chi fosse la donatrice:
“Talvolta le parlo. Avverto la sua presenza. Sembra davvero triste e spaventata. Io le dico che va tutto bene, ma lei è molto spaventata. Dice di desiderare che i genitori non si liberino dei loro bambini; non so per quale motivo dica questo.”
Racconto della madre del ricevente a proposito di quest’ultimo:
“Be’, l’aspetto che noto maggiormente è che ora Jimmy è spaventato a morte dall’acqua, mentre prima gli piaceva. Viviamo in prossimità di un lago e Jimmy non va mai in cortile; tiene chiusa a chiave la porta sul retro. Dice di temere l’acqua ma di non sapere perché. Non gli va di parlarne.”
Caso 8
Donatrice: una diciannovenne, la quale si è rotta il collo durante una lezione di danza. Ricevente: una diciannovenne, cui era stata diagnosticata una cardiomiopatia.
Racconto della madre della donatrice:
“Abbiamo conosciuto Angela [la ricevente] ed è il ritratto di nostra figlia [Stacy]. Potevano quasi essere gemelle, entrambe ragazze brillanti; intendo dire che anche mia figlia era brillante. Voleva fare l’attrice, ma noi pensavamo che avesse un potenziale intellettuale troppo elevato per una carriera di quel tipo; il padre è un medico e desiderava ardentemente che lei seguisse le sue orme.”
Racconto del padre della donatrice:
“Stacy era estremamente brillante. Che tragedia. Sarebbe stata un medico eccellente, ma desiderava cantare e danzare; è così che è morta, cadendo durante una lezione di danza. Discutevamo sempre in modo pacato su quanto sarei stato contrariato se, invece che ad Harvard, fosse andata a Hollywood. Spero che sapesse che quello che desideravo era solo la sua felicità.”
Racconto della ricevente:
“Penso a lei come a una sorella. Sono convinta che in una vita precedente dobbiamo essere state sorelle. So che la mia donatrice aveva la mia età, ma c’è qualcosa d’altro. Parlo con lei la notte o quando sono triste; sento che mi risponde. Riesco a sentirlo nel mio petto, vi appoggio la mano sinistra e la premo con la destra; è come se riuscissi a connettermi con lei. A volte sembra triste. Penso che desiderasse fare l’infermiera o qualcosa del genere, ma altre volte è come se avesse voluto lavorare a Broadway. Ritengo che le sue preferenze andassero alla seconda opzione. Io voglio fare l’infermiera, ma potrei anche diventare medico. Spero che lei ne sia felice, perché sarà sempre il mio angelo, la sorella nel mio petto; porto il mio angelo con me dappertutto.”
Racconto della madre della ricevente:
“A volte la sentiamo conversare con il suo cuore, come una specie di ‘Caro diario’. Appoggia la mano sul petto e parla con quella che pensa sia la sua donatrice. Una volta l’abbiamo vista mentre impugnava uno stetoscopio posizionato sul petto e cercava di ascoltare il suo nuovo cuore; credo che talvolta lo faccia ancora. L’unica altra cosa è che adesso vuole davvero frequentare una scuola di medicina; prima non ne aveva mai voluto sapere, ma credo che il motivo sia che non pensava di vivere a lungo. Ha già cambiato il corso di studi.”
Caso 9
Donatore: un bambino di tre anni, caduto dalla finestra di un appartamento. Ricevente: un bambino di cinque anni, affetto da cardiomiopatia e difetto del setto.
Racconto della madre del donatore:
“Una cosa straordinaria. Quando ho conosciuto Daryl [il ricevente] e la sua famiglia all’incontro sui trapianti, sono scoppiata in lacrime. Poi siamo andati all’albero delle donazioni, dove si consegna una moneta che simboleggia il vostro donatore. Stavo già piangendo, allorquando mio marito mi ha detto di guardare il tavolo a fianco del quale stavamo passando; era la famiglia del ricevente e Daryl era seduto lì. Me ne sono resa conto all’istante. Daryl mi sorrideva nello stesso modo in cui faceva Timmy [il donatore]. Dopo aver parlato per alcune ore con i genitori di Daryl ci siamo sentiti confortati; dopo un po’ in qualche modo la cosa non sembrava affatto strana. Quando abbiamo saputo che Daryl aveva inventato il nome Timmy e indovinato la sua età, abbiamo iniziato a piangere; però erano lacrime di sollievo, perché sapevamo che lo spirito di Timmy era vivo.”
Racconto del ricevente:
“Ho dato un nome al bambino. È più giovane di me e lo chiamo ‘Timmy’; è proprio come un bimbo, un fratello minore che ha circa la metà dei miei anni. Quando è caduto si è fatto molto male. Gli piacciono molto i Power Rangers, credo, come piace- vano a me, anche se ora non mi piacciono più. Mi piace Tim Allen di Tool Time, così l’ho chiamato Tim. Mi chiedo anche dov’è finito il mio vecchio cuore, in qualche modo mi manca. Si è rotto, ma si è preso cura di me per un certo periodo.”
Racconto del padre del ricevente:
“Daryl non ha mai saputo il nome né l’età del suo donatore. Sino a non molto tempo fa nemmeno noi ne eravamo a conoscenza, sapevamo soltanto che il bambino deceduto era caduto da una finestra. Solo adesso sappiamo quanti anni aveva. Daryl l’ha saputo quasi subito. Probabilmente un’ipotesi azzeccata, o qualcosa del genere, tuttavia l’ha indovinato. Quello che comunque è inquietante è che non solo si è fatto qualche idea sulle circostanze della morte del bimbo, ma ne ha indovinato anche l’età e il nome; era Thomas, ma per qualche ragione i suoi parenti stretti lo chiamavano ‘Tim’.”
Racconto della madre del ricevente:
“Gli racconterete il reale aspetto inquietante della vicenda? Timmy è precipitato cercando di recuperare un pupazzetto dei Power Rangers che era caduto sul davanzale della finestra. Daryl non toccherà mai più i suoi Power Rangers…”
Caso 10
Donatore: un agente di polizia trentaquattrenne, colpito a morte mentre cercava di arrestare uno spacciatore di droga. Ricevente: un docente universitario cinquantaseienne, cui era stata diagnosticata arteriosclerosi e cardiopatia ischemica.
Racconto della moglie del donatore:
“Quando ho conosciuto Ben [il ricevente] e Casey [sua moglie] ho quasi avuto un collasso. Innanzitutto la straordinaria sensazione determinata dal vedere l’uomo che aveva in petto il cuore di mio marito; credo di essere quasi riuscita a vedere Carl [il donatore] negli occhi di Ben. Quando ho chiesto a Ben come stava, credo che in realtà stessi cercando di chiedere come stava a Carl. Non lo direi a loro due, ma vorrei aver toccato il petto di Ben ed aver parlato al cuore di mio marito.
“Quello che comunque mi turba è il fatto che Casey abbia detto con disinvoltura che l’unico effetto collaterale dell’intervento di Ben erano dei lampi di luce sulla faccia. Questo è esattamente il modo in cui Carl è morto. Quel bastardo gli sparato proprio in faccia; come ultima cosa Carl deve aver visto un terribile lampo. Non hanno mai catturato l’assassino, tuttavia pensano di sapere di chi si tratta. Ho visto l’identikit del suo volto: capelli lunghi, occhi profondi, barba e un aspetto molto tranquillo; in qualche modo assomiglia ad alcune raffigurazioni di Gesù.”
Racconto del ricevente:
“Se promette di non rivelare a nessuno il mio nome, le racconterò qualcosa che non ho riferito a nessuno dei miei medici; solo mia moglie ne è a conoscenza. L’unica cosa che sapevo era che il mio donatore era un trentaquattrenne in ottima salute. Alcune settimane dopo il trapianto ho iniziato a fare dei sogni. Vedevo un lampo di luce proprio davanti agli occhi e il mio volto diventava caldo, molto caldo, di fatto bruciava. Un attimo prima di quell’evento mi appariva di sfuggita Gesù. Dal momento del- l’intervento faccio questo genere di sogni e, attualmente, anche sogni ad occhi aperti: Gesù e poi un lampo di luce. A parte il fatto di sentirmi davvero bene per la prima volta in vita mia, questa è l’unica cosa che posso definire in quanto diversa dal solito.”
Racconto della moglie del ricevente:
“Sono davvero contenta che lei mi abbia chiesto del trapianto. Riguardo ai lampi di luce Ben è molto più turbato di quanto vi potrà mai confessare. Dice di vedere Gesù e poi un bagliore accecante. Ai medici ha riferito di quest’ultimo fenomeno, ma non di Gesù; costoro hanno detto che probabilmente si tratta di un effetto collaterale delle medicazioni, ma vorremmo che avessero termine”.
Discussione
I casi qui riportati, esaminati da Pearsall nell’arco degli ultimi dieci anni, sono rappresentativi di oltre 74 pazienti sottoposti a trapianto, 23 dei quali hanno ricevuto un cuore. Dal momento che i casi in oggetto sono stati selezionati sporadicamente e clinicamente, non è possibile desumere la percentuale di pazienti che hanno manifestato vari gradi di cambiamenti rivelatisi più o meno conformi alle personalità dei rispettivi donatori. Il presente rapporto fornisce una giustificazione teorica ed empirica alla conduzione di un esauriente studio controllato.
Storicamente i trapiantati si sono dimostrati riluttanti a condividere queste esperienze con i rispettivi medici (e, in molti casi, persino con familiari e amici). Per di più, la convinzione prevalente che i ricordi siano immagazzinati primariamente nel sistema nervoso (e secondariamente in quello immunitario) ha in primo luogo diminuito la probabilità che i trapiantati siano pronti ad accettare come possibili le memorie cellulari derivanti dagli organi ricevuti. La medesima convinzione ha diminuito la probabilità che familiari ed amici, nonché chirurghi e personale sanitario in generale, siano disposti a dar credito ai trapiantati sulla questione, per l’appunto, delle memorie cellulari. Di conseguenza non è possibile determinare quale sia l’effettiva percentuale di cambiamenti della personalità; una scarsa rilevazione dei dati sembra essere la regola piuttosto che l’eccezione.
Il Caso 4 illustra esplicitamente il punto in questione. Quando ricevette il cuore dello studente diciassettenne di colore, il quarantasettenne operaio di fonderia presupponeva che i giovani di colore prediligessero la musica “rap”, di conseguenza scartò l’idea che la sua inedita radicale preferenza per la musica classica derivasse dal cuore del suo donatore. Ad ogni modo, all’insaputa del ricevente, in realtà il donatore amava la musica classica ed è morto “abbracciato alla custodia del suo strumento” mentre si stava recando a lezione di violino.
Dopo l’ultimazione del presente documento, Schwartz e Russek hanno intervistato un paziente del Dr. Copeland il quale, sottoposto a trapianto di cuore, ha sperimentato un’ampio ventaglio di cambiamenti della personalità. Costui ha ricevuto il cuore di una donna e fra i suoi molti cambiamenti si annoverano una forte preferenza per il colore rosa (colore che prima dell’intervento detestava) e per i profumi (che prima dell’intervento non tollera- va, tanto che impediva alla moglie di usarli); adesso usa essenze e sali da bagno femminili.
Le figlie lo prendono in giro ed egli ha paura di mettere i suoi medici a parte di queste esperienze; lo ha fatto con Schwartz e Russek perché è venuto a sapere che erano di larghe vedute in proposito e che l’avrebbero aiutato a scoprire se tali cambiamenti fossero correlati alla donatrice (attualmente sono in corso iniziative per contattare la famiglia della donatrice stessa). Il suo caso è interessante in quanto, prima del trapianto, è stato dichiarato morto e rianimato due volte; secondo il paziente e la moglie, egli ha avuto un’esperienza di quasi morte, che lo ha trasformato e reso un individuo più aperto.
La predisposizione a ricevere informazioni cellulari, nonché la lucidità nello sperimentare e nel riferire i cambiamenti, può variare a seconda dei riceventi.
Un revisore del manoscritto ha posto il seguente quesito: “I riceventi hanno un qualche controllo sulla questione? Se tutti i riceventi fossero predisposti, la sperimenterebbero tutti quanti?”. Si tratta di un quesito importante, alla cui soluzione potranno indirizzarsi le ricerche future. In linea teorica più soggetti dovrebbero essere in grado di recuperare informazioni cellulari se incoraggiati ad aprirsi e a riceverle; si potrebbe considerare l’ipnosi un possibile strumento di ricerca clinica.
I casi qui riportati sono insoliti (ma non unici) per il fatto che gli evidenti cambiamenti percepiti dai riceventi sono stati successivamente verificati dai rispettivi familiari o amici. Per di più, in ciascun caso i cambiamenti osservati nei riceventi hanno preceduto qualsiasi contatto con i familiari o gli amici del donatore.
I riceventi qui riportati non hanno avuto diagnosi di tipo psichiatrico; non soffrivano di grave depressione o ansia, sebbene alcuni abbiano riportato una certa ansia in relazione alle loro esperienze. Il Caso 10 illustra esplicitamente il punto in questione. Un docente universitario cinquantaseienne ha sperimentato in sogno non solo lampi bianchi davanti al suo volto ma a volte, appena prima di essi, gli “appariva di sfuggita Gesù”. Impaurito da questa potenziale allucinazione e dalla sua possibile rilevanza diagnostica, il soggetto non ha comunicato questa esperienza ai medici (sebbene li abbia informati dei lampi). Il donatore era un agente di polizia trentaquattrenne, colpito a morte in faccia mentre cercava di arrestare uno spacciatore di droga. Secondo la moglie del donatore: “Non hanno mai catturato l’assassino, tuttavia pensano di sapere di chi si tratta. Ho visto l’identikit del suo volto: capelli lunghi, occhi profondi, barba e un aspetto molto tranquillo; in qualche modo assomiglia ad alcune raffigurazioni di Gesù.”
Si possono spiegare questi rapporti come coincidenze statistiche? Le equivalenze dei nomi riportate nei casi 1, 8 e 9 potrebbero essere potenzialmente spiegate come tali. Nel caso 9, ad esempio, la scelta del nome Tim operata dal giovane ricevente (per il donatore che non ha mai conosciuto), potrebbe aver avuto a che fare con la sua preferenza personale.
Il ricevente ha dichiarato: “Mi piace Tim Allen di Tool Time, così l’ho chiamato Tim.” Ad ogni modo, la spiegazione della coincidenza statistica è distorta dall’osservazione della seguente percezione del ricevente:
“Gli [al donatore] piacciono molto i Power Rangers, credo, come piacevano a me, anche se ora non mi piacciono più.”
Secondo le cronache il donatore è morto “cercando di recuperare un pupazzetto dei Power Rangers che era caduto sul davanzale della finestra”. I dati rilevati nei 10 casi sembrano troppo coincidenti per essere accidentali (l’ipotesi della coincidenza statistica).
Per esaminare in modo sistematico il fenomeno della coincidenza donatore-ricevente necessitano ulteriori ricerche; una di queste è attualmente in corso presso la University of Arizona, riguarda un campione di oltre 300 trapiantati e, con l’ausilio di interviste semistrutturate e domande sistematiche, si propone di valutare l’incidenza di tali coincidenze.
Inoltre si sta monitorando fisiologicamente un sottogruppo di trapiantati allo scopo di esaminare misurazioni biologiche di sincronia cuore-cervello. (11)
La ricerca sta verificando le previsioni desunte dalla teoria dei sistemi ad energia dinamica applicata al cuore. L’ipotesi di partenza, denominata “cardiologia energetica”, postula che fra cuore e cervello le informazioni e l’energia si trasmettano elettromagneticamente e che, attraverso la risonanza elettromagnetica, il cervello sia in grado di elaborare le informazioni derivanti dal cuore del donatore. (12) Sono plausibili anche altre forme di comunicazione energetica, che dovrebbero essere prese in considerazione nella ricerca a venire. (13)
Pearsall ha osservato in modo informale che, oltre ai cardio trapiantati, anche coloro che sono stati sottoposti a trapianto di reni, fegato e di altri organi hanno manifestato cambiamenti nell’odorato, nelle preferenze alimentari e nei fattori emotivi. Ad ogni modo, tali cambiamenti erano solitamente temporanei e potevano essere associati alle medicazioni e ad altri fattori inerenti al trapianto. (10)
Le scoperte relative ai trapianti di cuore sembrano più fondate e sono risultate strettamente associate alla storia del donatore. Se le ricerche a venire confermeranno tale osservazione, le implicazioni inerenti alla fisiologia di base ed alla medicina clinica potranno rivelarsi consistenti.
Il fatto che Pearsall abbia preso in considerazione la possibilità della memoria cellulare nei trapiantati è dovuto in parte al trapianto di midollo osseo da lui subìto nel 1987 ma, in secondo luogo, anche alle sue ascendenze hawaiane, la cui tradizione culturale ha sempre considerato il cuore in quanto “organo pensante, senziente, comunicante e spirituale”. (10)
Schwartz e Russek hanno preso in considerazione la possibilità della memoria cellulare da una parte tramite la scoperta della logica della memoria sistemica, ad opera di Schwartz agli inizi degli anni ’80, allorquando era docente di psicologia e psichiatria presso la Yale University, (5-7) e dall’altra attraverso l’evoluzione della teoria dei sistemi ad energia dinamica della metà degli anni ’90, applicata al cuore dagli stessi Russek e Schwartz. (12,14)
Ad ogni modo, la memoria sistemica è solo uno dei possibili meccanismi della memoria cellulare. Si dovrebbero prendere in considerazione altri meccanismi (ad esempio la memoria dei microtubuli, che potrebbe coinvolgere anche il processo della memoria sistemica). (15)
Se i documenti di ricerca del prossimo futuro evidenzieranno la memoria cellulare nei trapiantati, le implicazioni teoriche, cliniche ed etiche saranno di ampia portata. (16)
Le attuali scoperte vengono riportate nella speranza che stimolino le prossime ricerche ad considerare seriamente l’ipotesi in questione.
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Ringraziamenti degli Autori
I 10 casi di trapianti di cuore qui riportati derivano da un campione complessivo di 74 pazienti sottoposti a trapianto (23 dei quali erano trapianti di cuore), i quali hanno manifestato tutti vari gradi di cambiamenti rivelatisi conformi alle personalità dei rispettivi donatori. Ringraziamo gli anonimi revisori di questo manoscritto per il loro feedback costruttivo. Dedichiamo il presente documento alla memoria dei donatori e di Frank Pearsall, Howard Schwartz e Henry I. Russel, MD — i nostri padri.
A proposito degli Autori
- Paul Pearsall, PhD, è Professore Clinico presso il Department of Nursing, University of Hawaii, nonché autore di oltre 200 articoli professionali e di 15 libri di successo internazionale, fra cui The Heart’s Code (Broadway Books, 1998).
- Gary E. Schwartz, PhD, è Docente di Psicologia, Chirurgia, Medicina, Neurologia e Psichiatria presso la University of Arizona, nonché Direttore del Center for Frontier Medicine in Biofield Science e dello Human Energy Systems Laboratory, entrambi siti presso la suddetta università. Gary è coautore (con Linda Russek) di The Living Energy Universe (Hampton Roads Publishing, 1999, di prossima ripubblicazione) e (con William L. Simon) di The Afterlife Experiments (Pocket Books, 2002) e di The G.O.D. Experiments (Atria Books, 2006).
- Linda G. Russek, PhD, è Ricercatrice Clinica di Medicina presso la University of Arizona nonché Direttrice di “The Heart Science Laboratory” della “The Heart Science Foundation” di Tucson, Arizona. Linda è coautrice di oltre 40 documenti, nonché di The Living Energy Universe (con il Dr. Gary Schwartz; vedi sopra).
Nota della Redazione
Per ulteriori informazioni connesse all’articolo, contattare il Dr. Gary E. Schwartz, Professor of Pshycology, Department of Psychology, University of Arizona, Box 210068, Tucson, AZ 85721-0068, USA, tel. (520) 318 0286, email [email protected]. Vedere inoltre i siti web http://www.biofield.arizona.edu, http://www.veritas.arizona.edu e http://www.openmindsciences-.com.
Note degli Autori
1. Lunde DT. “Psychiatric complications of heart transplants”. Am J Psychiatry 1967; 124:1190-1195.
2. Kuhn WF et al. “Psychopathology in heart transplant candidates”. J Heart Transplants 1988; 7:223-226.
3. Mai FM. “Graft and donor denial in heart transplant recipients”. Am J Psychiatry 1986; 143:1159-1161.
4. Miller JG. Living Systems. New York, NY: McGraw-Hill, 1978.
5. Schwartz GE, Russek LG. “Dynamical energy systems and modern physics: Fostering the science and spirit of complimentary and alternative medicine”. Alter Therapies Health Med 1997; 3(3):46-56.
6. Schwartz GE, Russek LG. “Do all dynamical systems have memory? Implications of the systemic memory hypothesis for science and society”. In KH Pribram (ed.). Brain and Values: Is a Biological Science of Values Possible? Hillsdale, NJ: Lawrence Erlbaum Associates, 1998.
7. Schwartz GER, Russek LGS. “The origin of holism and memory in nature: The systemic memory hypothesis”. Frontier Perspectives 1998; 7(2):23-30.
8. Schwartz GER, Russek LGS. “The plausibility of homeopathy: The systemic memory mechanism”. Integrative Med 1998; 1(2):53-60.
9. Sylvia C, con Novak W. A Change of Heart. New York, NY: Little, Brown, 1997.
10. Pearsall P. The Heart’s Code. New York, NY: Broadway Books, 1998.
11. Song LZYX, Schwartz GER, Russek LGS. “Heart-focused attention and heart-brain synchronization: Energetic and physiological mechanisms”. Alter Therapies Health Med 1998; 4(5):44-63.
12. Russek LG, Schwartz GE. “Energy cardiology: A dynamical energy systems approach for integrating conventional and alternative medicine. Advances”. J Mind-Body Health 1996; 12(4):4-24.
13. Tiller WA. Science and Human Transformation: Subtle Energies, Intentionality and Consciousness. Walnut Creek, CA: Pavior, 1997.
14. Russek LR, Schwartz GE. “Interpersonal heart-brain registration and the perception of parental love: A 42-year follow-up of the Harvard Mastery of Stress study”. Subtle Energies 1994; 5(3):195-208.
15. Hameroff SR, Penrose R. “Orchestrated reduction of quantum coherence in brain microtubules: A model for consciousness”. In SR Hameroff, AW Kaszniak, AC Scott (ed.i).