È di oggi la notizia riportata dai quotidiani italiani delle dichiarazioni del presidente ucraino Petro Poroshenko, che parlando di "offensiva" dei separatisti filorussi delle regioni orientali del suo Paese, aiutati secondo lui dall'Esercito russo che avrebbe inviato nell'Est Ucraina soldati senza divisa (seppure ad oggi non siano state fornite prove), ha addirittura detto di essere pronto alla "guerra totale" contro la Russia, sicuro di essere sostenuto "dall'intero mondo". Non è dato sapere quali mondi accorreranno in aiuto di Poroshenko (o di Putin), sicuramente quello a cui appartiene il Presidente del Consiglio Europeo Tusk, che sempre in queste ore afferma che a causa del conflitto ucraino "l'atmosfera per la Russia sta peggiorando"… ne deve essere ben consapevole, dato il sostegno fornito ai militanti nazisti autori del golpe contro Viktor Yanukovich nel febbraio di quest'anno e autori del genocidio contro la popolazione russa ed ortodossa dell'Ucraina dell'Est, mercenari che il governo polacco da lui presieduto fino a pochi mesi fa ha addestrato ben prima dell'inizio delle proteste a Kiev nel novembre 2013. Non lo stesso, mondo, forse, del vice-cancelliere tedesco, Ministro dell'Economia e leader del partito socialdemocratrico SPD, Sigmar Gabriel, secondo cui sarebbe un errore la "costante dimostrazione di forza da parte della Nato vicino ai confini russi", aggiungendo a proposito delle sanzioni UE contro Mosca che la politica di quest'ultima "non cambierà solo per alcune ulteriori sanzioni" (la notizia è stata riportata dalla Voce della Russia e dalle principali agenzie di stampa internazionali). Chi quindi sta alimentando il fuoco della guerra?
Di ieri, invece, la notizia della protesta che alcuni cittadini di Bratislava, capitale della Slovacchia, hanno tenuto proprio contro il presidente ucraino Poroshenko, recatovisi per commemorare il 25° anniversario della fine del Socialismo. Slovacchi con bandiere della Novorossija l'hanno accolto al grido di "fascista, fascista!" e con gi slogan: "La Repubblica Ceca e la Slovacchia sono con te, Novorossija!" e "Salvate il Donbass dall’esercito ucraino!" (riporteranno la notizia i notiziari italiani?).
Di seguito una notizia da l'Antidiplomatico che testimonia la gravità della situazione in Novorossija. [Redazione Nexus]
Sospesa la Convenzione europea dei diritti dell'uomo nelle aree controllate dai separatisti
In quello che i separatisti filo-russi chiamano "un atto di genocidio", il presidente ucraino Petro Poroshenko ha firmato venerdì 14 novembre un decreto che porrà fine al sostegno statale a favore delle regioni orientali entro un mese.
Il decreto prevede il blocco dei conti correnti da parte della Banca Centrale delle imprese e della popolazione nelle regioni dell'Ucraina orientale controllate dai separatisti, il trasferimento dei prigionieri (i detenuti per reati minori saranno rilasciati), e aspetto più preoccupante in vista dell’inizio dell’inverno, la sospensione di tutti i servizi pubblici, compresi quelli cruciali, come scuole, ospedali e servizi di emergenza ; e le centrali elettriche locali saranno oggetto di nuove leggi che potrebbero comportare il taglio delle forniture di energia alle strutture che non pagano.
Il leader di Luhansk ha definito, "il blocco socio-economico totale del Donbass un atto di genocidio e di devastazione del nostro popolo" e come le immagini di AFP dimostrano, le corse agli sportelli sono già cominciate in tutta la regione.
Come si legge su RT, “probabilmente la parte più controversa del decreto è la sospensione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo nelle aree controllate dai ribelli. L’art 15 della Convenzione prevede “la sospensione di alcuni diritti fondamentali nel caso in cui, in tempo di guerra o di pubblica emergenza, la vita della nazione sia a rischio” .
Kiev ha insistito che la campagna militare che ha lanciato contro le province separatiste non è una guerra, ma una "operazione anti-terrorismo."
A quanto pare l'operazione minaccia la vita dell’Ucraina, che ora osserva solo le disposizioni della Convenzione che non possono essere derogate in alcun caso. In particolare, il diritto alla vita, il divieto di tortura, il divieto di schiavitù o servitù, il principio della riserva di legge in materia penale".
Fonte: lantidiplomatico.it
Di Ucraina (e non solo) si parla anche nell'articolo Frammentazione e Realtà. Perché una guerra in Europa nel XXI secolo? a firma di Jacopo Castellini, pubblicato sull'ultimo imperdibile numero di PuntoZero: