Réseau International 21 giugno 2013
Non ci si sbaglia mai. O siamo irrimediabilmente stupidi, o dobbiamo ammettere che le nostre reazioni a determinati eventi non possono che provenire da un riflesso condizionato. Da decenni ci viene servito lo stesso piatto e non abbiamo ancora imparato a riconoscerlo e identificarlo. Quanti movimenti “popolari” vi sono stati negli ultimi 30 anni? Mucchi. Quanti di questi movimenti erano manipolati? Quasi tutti. Tutto ciò dovrebbe farci riflettere davanti a un qualsiasi nuovo movimento, giusto? Invece, tutti si precipitano a sostenerlo, anche senza sapere quel che dicono i loro slogan, con idee acchiappatutto tipo: le persone sono ancora oppresse, la rabbia popolare per l’ingiustizia, il 99% contro l’1%, ecc. Nessuno dice che quando un milione di brasiliani scende in piazza arrivando a far saltare il potere, è l’1% di Wall Street che si frega le mani, perché sarà in grado di recuperare tutto ciò che Chavez e Lula avevano messo al riparo. Due testi narrano ciò che accade in Brasile in modo leggermente diverso da quel che si legge ovunque in occidente, anche sui cosiddetti media alternativi.
Avic
Gli eventi in Brasile, sono una “rivoluzione colorata”
Zebra Station Polaire
1 – I dimostranti ora cercano di rovesciare il potere presidenziale e alcuni governatori con degli slogan [in inglese] come “Si tratta molto di più di 20 centesimi“
2 – Il processo è chiaramente fazioso in quanto mira a prendere con la forza i centri di potere, come il Congresso, sul modello degli assalti contro i parlamenti georgiano e moldavo.
3 – Si appoggia principalmente su SP, RJ, BR e BH, l’autoproclamata “elite bianca urbana” globalizzata. I manifestanti, sono per la stragrande maggioranza giovani laureati, studenti e professionisti bianchi. Inoltre, molti di loro possiedono una macchina e non usano i mezzi pubblici, inviano i loro figli nelle scuole private e hanno una previdenza privata. Il carattere maggioritariamente “bianco” delle manifestazioni è molto interessante, essendo il Brasile una nazione meticcia, come dichiarato nell’ultimo censimento. Invece, i tutori dell’ordine sono di carnagione scura, apparendo più colorati dei manifestanti e appartenendo a classi sociali meno privilegiate. I sostenitori dei manifestanti nella diaspora [Berlino, Boston, Roma, Parigi,…] sono la caricatura borderline di una caricatura: uno degli organizzatori a Roma della mobilitazione in Francia è uno studente in scienze della comunicazione… di 32 anni. Questa diaspora è, come ho potuto vedere sul profilo FB solo “bianca”! Quindi, vi è un aspetto razziale di questa “rivolta popolare” che non si dovrebbe eludere, anche se l’uso di questo termine è negato dai nostri legislatori! Il sostegno pavloviano, primordiale, di una parte della sinistra francese verso tali manifestazioni, è ancora più delizioso da gustare.
4 – In questo gruppo principale si agglutinano i tradizionali teppisti costituiti da gruppi e partiti come i trotskisti del Psol. Sono loro responsabili degli “eccessi” perfettamente pianificati. Un rapporto dei servizi segreti, la sezione P2 della Policia Militar della SP, dimostra che i militanti del PSOL reclutano “punkabbestia” per saccheggiare negozi e incendiare veicoli. A questi si uniscono membri delle fazioni suprematiste bianche [a Rio la scorsa notte]. Ancora una volta è sorprendente la coesistenza pacifica tra trotzkisti e teppisti suprematisti bianchi! I manifestanti arrestati a Brasilia hanno ammesso di aver ricevuto da 30 a 250 real per portare pneumatici da incendiare.
5 – Il movimento “popolare” è ora supportato dal PIG – Partido da Imprensa golpista, come Veja. E’ la stampa che supporta l’allineamento liberale (in economia) e atlantista (in politica estera) del Brasile. Questi attacchi della stampa brasiliana coincidono con un’ondata di articoli ostili verso la politica economica del governo brasiliano nella stampa occidentale, come FT, con Beyhond BRICS, The Economist e LeMonde.
Due osservazioni:
5 – Dilma Rousseff ha dimostrato una cecità politica insolita sconfessando il suo ministro dello sport sulla necessità di reprimere le proteste con la forza, se necessario.
6 – elementi dell’esercito sono intervenuti ieri a Brasilia per proteggere la residenza presidenziale [Planalto] mentre dei rivoltosi investivano il Congresso. E’ piuttosto divertente conoscendo il passato di Dilma Rousseff e i processi della “memoria” in Brasile, che denigrano le istituzioni militari assieme agli “eventi” negli anni 1964-1984. Gli ordini che saranno consegnati dal generale José Elito Carvalho Siqueira se vi saranno ulteriori disordini a Brasilia, determineranno il futuro politico del Brasile e la sopravvivenza politica di Dilma Rousseff. A Belo Horizonte, l’esercito è sceso in piazza per garantire la sicurezza degli impianti sportivi e il successo della Confederations Cup.
In ogni caso, Dilma Rousseff non deve rimpiangere i suoi commenti elogiativi per l’azione delle forze armate del 19 aprile!
Punkabbestia arruolati dal PSOL per le manifestazioni
Gli eventi in corso in Brasile, in alcune principali città brasiliane, tra cui San Paolo, contro l’aumento delle tariffe per il trasporto pubblico, non sarebbero così “spontanee”, soprattutto negli scontri con la polizia, nella distruzione di negozi e negli incendi di veicoli. Secondo un rapporto dei servizi segreti, o “Informazioni Generali” P2, della Policia Militar, il PSOL – Partido Socialismo e Liberdade, una scissione “a sinistra” del PT, avrebbe reclutato “punkabbestia” per creare incidenti durante le manifestazioni, radicalizzando i manifestanti e destabilizzano il sindaco del PT Fernando Haddad e il governatore del PSDB Geraldo Alckmin.
Queste azioni violente sono inoltre volte a trascinare le forze di sicurezza brasiliane nella repressione urbana. Gli agenti infiltrati nelle fazioni sovversive dalla sezione P2, indicano che il PSOL non agirebbe come un partito, ma che questa sovversione sia il prodotto di attivisti che agiscono liberamente. Il rapporto parla di azioni da “guerriglia urbana” e collega punk ultra-violenti e anarchici brasiliani alle strategie dei black-bloc attivi in Europa. Il rapporto della polizia separa queste azioni violente dei gruppi estremisti dal movimento cittadino Movimento Passe Livre che rivendica la riduzione della tariffa dei trasporti da 3,20 a 3 real. La relazione rileva che “l’intento [del movimento] è sincero“, ma essendo che questo movimento rifiuta qualsiasi dirigenza, permette queste violenze. Va notato qui che il PSOL ha aderito, in questi ultimi anni, ad attività sovversive contro la promulgazione del Codice forestale e, in particolare, in azioni di forza contro la costruzione della centrale idroelettrica di Belo Monte. Nel secondo caso, l’ABIN (Agência Brasileira de Inteligencia), ha evidenziato la presenza, nel finanziamento delle organizzazioni che si oppongono alla diga, di soggetti stranieri [Relatório di Inteligencia no. 251/82260, 9 maggio 2011]
E’ quindi del tutto legittimo porsi ora la questione di un possibile legame tra certe potenze occidentali e le violenze segnalate nelle manifestazioni contro l’aumento delle tariffe del trasporto urbano in Brasile. Si noteranno anche che gli stessi manifestanti “pacifici” lanciano slogan in inglese, vale a dire al mainstream globale e non alla popolazione di San Paolo…* Il movimento gode del sostegno della diaspora brasiliana che non nasconde la sua natura politica, anche nel contesto di un programma di cambiamento di regime sostenendo le violenze. Quindi rientrando in una strategia globale per destabilizzare la candidatura di Dilma Rousseff nel 2014.
Il PSOL è il vettore principale di una sovversiva politica LGBT in Brasile, fino a rivendicare l’assunzione da parte dello Stato delle spesse per le operazioni per il cambiamento di sesso e del riconoscimento della transessualità.
*Os Protestos na saida indietro Estadios seriam Ainda ma interessante osso torcedores Estrangeiros (che è l’e tem algum estrangeiro assistindo ESSA mini copa no Estádio) o Mídia dee países recebessem panfletos na língua das seleções che acabaram di Jogar, Contendo osso explicações sobrio Protestos. [Commento di un attivista parigino]
Cambio di Regime in Brasile
Aangirfan
Saman Mohammadi su The Excavator ha scritto: Non si tratta di 20 centesimi, ma di un cambio di regime voluto dagli USA, 22 giugno 2013
1. Gli USA vogliono controllare il petrolio del Brasile? “No Obama Love Affair“
2. “Irritando Washington, il Brasile non l’ha supportato su questioni come l’intervento in Libia nel 2011, dove Brasilia pensava che le potenze occidentali stessero tirando fuori le pistole e abusassero del mandato delle Nazioni Unite perseguendo un cambiamento di regime.”
3. “Il Brasile è stato infastidito dal mancato sostegno degli Stati Uniti nella sua vecchia ambizione di avere un seggio permanente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.”
4. “Washington, tradizionalmente il principale fornitore di armi del Brasile, non ha ignorato la visita a febbraio del Primo ministro russo Dmitrij Medvedev in Brasile, per firmare un accordo sulla vendita di equipaggiamenti per la difesa aerea con la Presidentessa Rousseff.”
5. “Il più grave disaccordo tra i due è stato il tentativo del Brasile, insieme alla Turchia, di rompere la situazione di stallo tra l’Iran e l’occidente sul programma nucleare di Teheran. L’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva si era recato in Iran con il Primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan, nel maggio 2010, per firmare un accordo con il Presidente Mahmoud Ahmadinejad per inviare l’uranio arricchito iraniano all’estero per il ritrattamento, che quindi non avrebbe potuto essere usato nel programma degli armamenti. Gli Stati Uniti respinsero immediatamente l’accordo. L’allora segretaria di Stato Hillary Clinton accusò il Brasile e la Turchia di rendere il mondo ‘un posto più pericoloso’. L’allora ministro degli Esteri Celso Amorim insistette che gli Stati Uniti fossero al corrente dei negoziati; quando gli si chiese, ad una conferenza sulla sicurezza internazionale in quell’anno, perché gli Stati Uniti avevano respinto l’accordo, rispose: ‘Alcune persone non accettano un ‘sì’ come risposta.’ Suggeriva che gli statunitensi fossero felici di portare avanti l’iniziativa perché pensavano che sarebbe fallita, ma quando riuscì, se la presero con Brasilia. L’accordo era essenzialmente lo stesso proposto all’Iran dalle cinque potenze permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU, più la Germania, che firmarono otto mesi prima a Ginevra; un altro motivo per cui il Brasile fu preso alla sprovvista dalla condanna degli Stati Uniti. Diplomatici e analisti statunitensi ritengono che il Brasile sia spesso inutile, sembrando indicare che non sempre supporta la politica degli Stati Uniti. Da parte loro, i brasiliani dicono che gli Stati Uniti non vogliono accettare che il mondo sia cambiato, e Washington non può accettare che debba fare i conti con le economie emergenti su un piano di parità.”
6. “Il Paese ha anche avuto la sua parte di controversie commerciali dal succo di arancia ai prodotti di cotone, mentre gli Stati Uniti hanno cercato di limitare l’accesso ai loro mercati ai prodotti brasiliani. Dal crollo del 2008, il Brasile ha accusato gli USA di manipolare la valuta utilizzando il quantitative easing per svalutare il dollaro.”
Brazil balks at serving as junior partner to the US, di Alistair Burnett (13 giugno 2013)
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
Fonte: aurorasito.wordpress.com