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Valutazione incidenza attività umana sul surriscaldamento terrestre

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Premessa

In questa trattazione si vuole dimostrare che il riscaldamento climatico non è causato dall’uomo. Prescindendo dal fatto che sia un errore o una menzogna, questa errata conclusione sta diventando motivo di forti disagi o pericolose speculazioni a carico del genere umano. Qualora fosse una menzogna portata avanti per secondi fini, ci troveremo come per il Covid di fronte ad una pesante propaganda, una forte censura, intimidazioni e punizioni, è pertanto fondamentale portare al più presto tutti a conoscenza di quanto contenuto in questa pagina.

Introduzione

Questo documento vuole essere un riferimento per chi vuole fare emergere la verità, sarà aperto a considerazioni, suggerimenti, aggiunte e critiche. Sarà reso disponibile anche in formato PDF e sarà progressivamente aggiornato ed arricchito. Ad ogni modifica servirà una emissione in revisione progressiva che sarà descritta in calce.

Abstract

In questo lavoro si dimostra, con dati, ragionamenti e calcoli che il riscaldamento terrestre non può essere attribuito alla attività umana se non in una percentuale del tutto trascurabile. Il lavoro sarà composto da tre sezioni. Nella prima sezione sarà quantificata  l’incidenza dell’effetto serra sull’equilibrio termico del pianeta Terra. Nella seconda parte si valuterà l’incidenza dell’attività umana sull’effetto serra. Nella terza parte si evidenzierà come, secondo quanto calcolato nelle sezioni precedenti, l’attività umana non può incidere in modo significativo sul bilancio termico anche tenendo conto del contributo energetico direttamente aggiunto con combustione di carburanti fossili. La trattazione esclude eventuali alterazioni conseguenti alla geoingegneria climatica in quanto tali attività non sono rese note. In conclusione saranno comuque riportate delle considerazioni riguardo l’impatto che potrebbero avere tali attività sulla base delle poche informazioni disponibili.

Quantificazione dell’apporto termico direttamente riconducibile all’effetto serra

L’effetto serra, così chiamato per via di una erronea analogia con le serre usate in agricoltura, è in relazione all’attitudine di alcuni gas di assorbire, e quindi trattenere e riemettere, la componente infrarossa dello spettro delle onde elettromagnetiche.

In figura si riporta lo spettro di emissione del sole, ovvero l’emissione solare che raggiunge la terra.

Figura 1

Nell’immagine sono evidenziate le sezioni relative a visibile, infrarosso ed ultravioletto. Con le due diverse curve si raffronta il contenuto dello spettro in arrivo dal sole con quello che effettivamente raggiunge la superficie terrestre dopo aver attraversato l’atmosfera. La differenza tra le due curve rappresenta quindi la componente dell’energia trattenuta dall’atmosfera; questo fenomeno è alla base dell’effetto serra. Già da questo grafico si può notare come la maggior parte di assorbimento è dovuto al vapore acqueo (H2O). L’energia assorbita sarà accumula sotto forma di calore e sarà riemessa sotto forma di luce infrarossa. Da notare che in questa analisi si sta trascurando l’effetto riflessivo dell’atmosfera, in particolare si trascura la riflessione delle nuvole; questo aspetto sarà fondamentale nelle note conclusive relative alla geoingegneria. In ogni caso eventuali riflessioni giocano a favore di una riduzione del riscaldamento terrestre, quindi sono a maggiore supporto della trattazione.

È fondamentale per l’analisi in oggetto osservare che l’emissione dell’energia, successiva all’assorbimento da parte dell’atmosfera, avviene in entrambe le direzioni, verso il sole e verso lo spazio, in quanto si tratta di irradiazione termica. Questo aspetto fa sì che complessivamente l’apporto termico complessivo dovuto dall’atmosfera in relazione a questo fenomeno sia quasi ininfluente. Cerchiamo di chiarire bene questo aspetto. In termini probabilistici, una volta che l’energia è stata assorbita dal gas verrà riemessa in egual misura verso lo spazio e verso il suolo. Di per se quindi l’atmosfera riduce l’incidenza dell’energia nella misura di metà dell’energia assorbita. Quando però la parte di energia inviata verso il suolo viene da questo riemessa, sarà soggetta ad un ulteriore assorbimento e successiva riflessione; anche in questo caso, la parte riemessa ulteriormente verso il suolo sarà pari alla metà. Questo si traduce in contributi di volta in volta dimezzati che danno vita ad una serie che converge ad 1:

Secondo questo ragionamento, l’atmosfera non riduce né aumenta significativamente l’energia che il sole irradia sulla terra in quanto la quantità di energia che è stata bloccata e riemessa verso lo spazio è compensata dal “rimbalzo” della parte emessa verso il suolo.

L’effetto serra quindi non incide sull’irradiazione assorbita direttamente dall’atmosfera. Per capire su cosa agisce fattivamente, dobbiamo analizzare la componente di energia nel visibile che non viene interessata dall’assorbimento da parte dell’atmosfera e che raggiunge il suolo. Una parte di questa energia sarà riflessa subito dagli oggetti che incontra raggiungendo la crosta terrestre, la colorazione degli oggetti è infatti in relazione alla luce riflessa. Una parte invece sarà assorbita e riscalderà gli oggetti, ovvero diventa calore. Quando il corpo si riscalda, l’energia assorbita viene riemessa come infrarosso. Questa emissione di infrarosso risponderà alla logica di “rimbalzamento” sopra descritta. Una parte di questa sarà rimandata verso terra più volte e ad ogni riflessione mediamente dimezzata. In pratica, riferendoci alla precedente serie geometrica, la parte di luce che diventa calore inciderà per due volte sul bilancio termico della terra, per cui la parte addizionale è pari alla quantità incidente. In definitiva, l’energia entrata come luce visibile e diventata infrarosso, anziché essere riemessa totalmente subito, sarà assorbita e riemessa dall’atmosfera secondo la logica pocanzi descritta, sarà quindi in qualche modo trattenuta. Questo è l’unico contributo energetico, ovvero termico, realmente riconducibile all’effetto serra.

Figura 2

Nell’immagine precedente si vede il dettaglio delle bande di assorbimento dei diversi gas; si può notare come quasi tutta a banda dell’emissione solare è interessata da assorbimento nell’atmosfera e solo la parte nel visibile ed una parte dell’ultravioletto passano quasi indisturbati, ed è solo questa parte quindi che risente dell’effetto serra.

Per quantificare quanto sia in percentuale, rispetto all’energia solare incidente, il contributo dell’effetto serra sul riscaldamento terrestre, analizziamo lo spettro della radiazione solare. Riportiamo per comodità l’immagine già proposta sopra:

Figura 1

Il grafico rappresenta il contributo energetico in relazione alla frequenza della radiazione solare. L’area sottesa dalla curva indica l’energia complessiva.

Come si può vedere la componente visibile, in riferimento alla curva blu che è l’effettiva incidenza della radiazione solare sul suolo, includendo anche la parte di ultravioletto fino a 300nm, rappresenta indicativamente un 35% dell’intera area. La luce visibile e l’ultravioletto vengono poi in parte riflessi dai corpi, come spiegato sopra. Non siamo in grado di stimare la percentuale di riflessione né siamo al corrente di studi in materia; al fine però di una analisi indicativa, potremmo supporre che la riflessione sia circa la metà, ma per metterci in una condizione ancora più cautelativa, ipotizziamo un 40%. Concludendo quindi questo ragionamento, l’effetto serra inciderà per il 35% del 60% della radiazione incidente, ovvero per il 21%.

Va fatta un’ulteriore precisazione: l’assorbimento delle radiazioni nell’infrarosso non è totale, è parziale e riguarda solo alcune bande, come visibile nella figura 1. Quante delle radiazioni siano realmente assorbite non è facile da calcolare o misurare, visto che l’emissione dell’infrarosso è anche in relazione alla temperatura oltre che ai materiali interessati. Volendo fare una approssimazione pessimistica, vista anche la forma della linea di assorbimento e ipotizzando che in alcune bande l’assorbimento sia totale (ma non è così), è ragionevole ipotizzare che sia assorbita metà dell’energia. Il valore di 21% precedente diventa quindi 10,5%.

In definitiva l’effetto serra, in una approssimazione molto cautelativa, incrementa solo del 10,5% l’incidenza della radiazione solare nel bilancio termico terrestre.

Incidenza dell’attività umana sull’effetto serra

Abbiamo visto che la parte di effetto serra che contribuisce al riscaldamento è quella relativa alla promozione di radiazione nel visibile che diventa infrarosso. Analizziamo ora l’effetto serra rispetto ai gas che lo causano. Riportiamo per comodità la seconda figura proposta sopra.

Figura 2

Dall’immagine si può vedere come intervengono, in termini di banda interessata, i vari componenti l’atmosfera terrestre.

Il vapore acqueo, sulla base di vari studi in letteratura, incide per una percentuale che va dal 95 al 98% di tutto l’effetto serra; per questa trattazione consideriamo cautelativamente una percentuale del 95% (John Houghton’s ‘The Physics of Atmospheres, 3rd edition,’ Cambridge University Press, 2002.). Questo valore è facilmente comprensibile se si osserva l’estensione dell’assorbimento riconducibile al vapore acqueo nei grafici precedenti, e se si tiene conto del fatto che il vapore acqueo è presente in una percentuale che va dall’1 al 4% nella composizione dell’atmosfera, ovvero circa cento volte di più della CO2.

Il secondo contributo in termini di importanza è quello dell’anidride carbonica (CO2), 3,6%, i restanti contributi sono solo l’1,4%.

La presenza del vapore acqueo non si può attribuire alla attività umana se non in una misura trascurabile. Non è infatti neanche ipotizzabile che l’uomo produca una quantità di vapore tale da incidere significativamente sulla quantità complessiva, visto che questa è ottenuta dall’evaporazione da oceani e terre emerse, dovuta alla incidenza del sole che è pressoché continua su mezzo globo terrestre.

Per quanto riguarda la CO2, è un gas presente in quantità importanti indipendentemente dalla attività umana in quanto parte di processi vitali di tutti gli esseri viventi animali e vegetali. La CO2 è anche prodotta da incendi, da reazioni chimiche naturali e dai vulcani. La stima ufficiale della quantità di CO2 direttamente riconducibile alla attività umana, ad esempio alla combustione di idrocarburi, è pari ad un terzo del totale della CO2 presente nell’atmosfera. Ipotizziamo per semplificare che complessivamente l’uomo incida per un terzo su tutti i gas serra escluso il vapore acqueo: l’incidenza dell’uomo sarà per un terzo del 5%, ovvero l’1,65%.

Valutazione incidenza attività umana sul riscaldamento terreste.

Riprendendo quanto esposto nei paragrafi precedenti, possiamo stimare quanto sia il contributo dell’attività umana sul riscaldamento climatico. Secondo le analisi precedenti l’uomo incide per l’1,65% percento sull’effetto serra, l’effetto serra incide per il 10,5%  percento sul riscaldamento, rispetto alla radiazione solare, complessivamente quindi l’uomo incide per lo 0,17325% percento sul riscaldamento terrestre.

A questo contributo strettamente inerente l’effetto serra sulla radiazione solare andrebbe aggiunto il contributo che l’effetto serra ha sulla radiazione del calore creato direttamente sulla terra dall’uomo e dalla attività geotermica terrestre. L’energia che arriva dal sole è però diecimila volte superiore a quella prodotta dall’uomo (https://www.energy.gov/articles/top-6-things-you-didnt-know-about-solar-energy), quella prodotta dell’uomo è quindi in una quantità certamente trascurabile in questa trattazione. Anche l’energia geotermica è trascurabile, basta infatti considerare che senza il sole la terra congelerebbe in pochi giorni.

Considerazioni sulla geoingegneria

Come espresso nella premessa, non si hanno informazioni dettagliate o sufficienti per poter valutare il reale effetto sul clima della geoingegneria, con particolare riferimento ad irrorazione dei cieli ed inseminazione delle nubi. A parte i dubbi sulle possibili conseguenze dell’inseminazione delle nuvole che potrebbe forse causare le così dette “bombe d’acqua”, e che comunque mette a rischio la fertilità dei terreni, nonché i dubbi sui danni a piante ed animali, uomo incluso, derivanti dalla riduzione dell’incidenza del sole causata dalle così dette “scie chimiche”, ed anche in questo caso è messa a rischio la fertilità dei terreni. In riferimento all’equilibrio termico, quella che desta più preoccupazione è l’attività di irrorazione atta ad evitare la formazione delle nuvole per scopi militari e di telecomunicazioni. Evitare la formazione delle nuvole riduce drasticamente le riflessioni dell’irradiazione solare con incremento immediato della temperatura terrestre. Le nuvole, che aumentano in quantità all’aumentare dell’incidenza del sole e della temperatura in quanto aumenta l’evaporazione, diventano un mezzo per regolare il flusso di energia solare, il sistema in sé tende ad autoregolarsi. Ostacolare la formazione delle nuvole significa creare un forte squilibrio nel sistema che potrebbe essere la vera causa del surriscaldamento e della siccità.

Sarebbe anche importante attenzionare la questione nuvole in riferimento a possibili attività umane che involontariamente causino la loro riduzione. Dei ricercatori indipendenti pare abbiano trovato sostanze igroscopiche, che potrebbero quindi ostacolare la formazione delle nuvole, nel carburante degli aerei, anche aerei di linea. Considerando che il traffico aereo è ormai intenso ed interessa una buona parte della superficie terrestre, tra l’altro concentrata per lo più nella fascia più calda e con maggiore incidenza solare, una tale ipotesi potrebbe pesantemente influire sul bilancio termico terrestre.

Conclusioni

Dalla analisi fatta si evince che l’effetto serra da solo non può giustificare il problema del riscaldamento terrestre e soprattutto che l’attività umana incide sull’effetto serra e sul riscaldamento in modo trascurabile: questa incide infatti solo per lo 0,17%, in nessun modo quindi l’uomo può essere la causa del surriscaldamento del pianeta. Con buone probabilità, per non dire certamente, il pianeta subisce variazioni nel suo equilibrio termico in seguito alla variazione della quantità di energia che arriva dal sole. Tale variazione può essere dovuta a cambiamenti di orbita o di inclinazione terrestri, che avvengono verosimilmente ciclicamente nei secoli, simili come principio ai cambiamenti che determinano le stagioni. Si può anche ipotizzare che cambi l’energia emessa dal sole in seguito a variazioni dell’attività solare stessa. Attribuire all’attività umana il surriscaldamento terrestre, perdendo viceversa di vista le possibili vere cause e le giuste soluzioni, porterà ad inutili sofferenze per la gente e ad un possibile peggioramento drammatico della situazione, anche dovuto ad azioni di geoingegneria sbagliate.

Essendoci anche la possibilità che sia tutta una montatura propagandistica per giustificare disegni loschi e criminali, è opportuno che ciascuno si attivi da subito ad informarsi e ad informare, perché il popolo, inclusi inconsapevoli scienziati e funzionari di stato, non cadano nel tranello.

Note sullo stato della pubblicazione

Versione preliminare aggiornata al 14/11/2022

Emissione PDF italiano: in progress

Emissione PDF inglese: in progress

Fonte: https://www.alessandroratti.com/valutazione-incidenza-attivita-umana-sul-surriscaldamento-terrestre/

In collaborazionecol canale Telegram”I Guardiani del cielo” @iguardianidelcielo
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