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Venti di morte

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Basandosi sulle ultime notizie provenienti dalla Gran Bretagna, che ben poca risonanza hanno trovato presso i media nostrani, in tutt’altre faccende affaccendati, è difficile non giungere alla conclusione che sia in atto un deliberato genocidio nei confronti del genere umano. Se vi sembrano affermazioni esagerate, se ancora non bastavano le quotidiane immissioni di aerosol nella nostra atmosfera da parte di innumerevoli aerei non identificati tramite le ormai tristemente note “scie chimiche”, in palese violazione del nostro spazio aereo e della nostra sovranità nazionale (ammesso che sia mai esistita, e ammesso pure che le nostre autorità siano totalmente all’oscuro di queste operazioni, il che è assolutamente inverosimile) o tutte le controversie legate alle vaccinazioni di massa, all’immissione di alimenti modificati geneticamente all’interno della nostra catena alimentare, alle continue restrizioni legiferate nei confronti di vitamine, integratori alimentari, omeopatia, etc., le notizie delle quali ora vi metterò a conoscenza dovrebbero farci riflettere seriamente sulla credibilità delle istituzioni “democratiche” alle quali abbiamo delegato la tutela delle nostre esistenze. L’edizione online del Sunday Times del 19 febbraio 2006 riferiva degli esiti di uno sconvolgente studio eseguito da due scienziati britannici, il Dr. Chris Busby e Saoirse Morgan, in base al quale, stando ai rilevamenti dell’Atomic Weapons Establishment (AWE), una cospicua quantità di polveri di uranio impoverito è stata trasportata sopra la Gran Bretagna dalle correnti in quota provenienti dal Medio Oriente e dall’Asia Centrale, con particolare riguardo a quelle rilasciate nel corso dei bombardamenti presso Tora Bora in Afghanistan nel 2001 e durante la campagna “Shock & Awe” in Iraq nel 2003. Questi fatti sono stati considerati di tale rilevanza da non poter essere ignorati a livello politico. Va ricordato che esistono prove irrefutabili dell’utilizzo di questo genere di munizionamento illegale, da parte delle forze armate USA, durante il conflitto iracheno nel 2003 e nel 2004 (per non parlare di quelli precedenti…): l’uranio impoverito rientra infatti nella definizione di Arma di Distruzione di Massa (WMD) in due categorie su tre del Codice militare statunitense Titolo 50, Capitolo 40, Sezione 2302, e gli Stati Uniti sono firmatari delle Convenzioni di Ginevra e dell’Aia, nonché del Protocollo sui Gas stilato nel 1925 a Ginevra. Sia quel che sia, i dati sono allarmanti: le sottili polveri di uranio impoverito, trasportate dai venti, si spostano velocemente e su grandi distanze e qualcuno comincia a incrociare queste evidenze con un allarmante aumento globale nel tasso di diabete fra la popolazione, il quale sarebbe un indicatore dell’esposizione interna a uranio impoverito. Finora nessuna fonte ufficiale si è fatta avanti per cercare di smentire o ridimensionare questo sconvolgente rapporto, tuttavia questi fatti sono assai allarmanti alla luce dei possibili rischi di esposizione a radiazioni di basso livello: tanto per darvi un’idea della portata di questo autentico crimine contro l’umanità, il Dr. Katsuma Yagasaki, un fisico giapponese dell’università di Ryukyus a Okinawa, ha stimato che a partire dal 1991, l’utilizzo di munizioni all’uranio impoverito avrebbe rilasciato nell’atmosfera globale l’equivalente di atomicità di almeno 400.000 bombe nucleari del tipo di quella che distrusse Nagasaki. Un dato interessante è il coinvolgimento della famiglia reale britannica in questo autentico incubo, dato che l’entità dei suoi investimenti privati nelle miniere di uranio della Rio Tinto Mines in Australia e in Africa ammontano a oltre 6 miliardi di dollari e, come se non bastasse, sembra sia in programma l’estrazione dell’equivalente di 36 miliardi di dollari in uranio dalle miniere australiane nell’arco dei prossimi sei anni… Vi consiglio vivamente di leggere l’eccellente ed esaustivo articolo che Maurizio Blondet ha redatto sull’argomento Intanto negli USA girano strane voci inerenti ad un imminente cataclisma che potrebbe colpire gli stati nord-occidentali degli Stati Uniti, innescato da una campagna bellica basata sull’utilizzo di “tecnologia elettronica con onde tettoniche scalari”. Si fa riferimento all’eruzione del Vulcano Augustine in Alaska, attualmente in corso, nel quale si riscontrano scosse sismiche particolarmente insolite, dato che avvengono precisamente ogni dodici ore e durano esattamente cinquanta secondi ognuna (http://www.avo.alaska.edu/webicorders/about.php), tuttavia vengono prese in considerazione numerose altre località interessate da anomalie analoghe. Val la pena citare l’ex ministro della difesa USA William Cohen che, nell’aprile 1997, disse che “…altri sono impegnati persino in una specie di terrorismo ecologico, laddove possono alterare il clima, innescare terremoti ed eruzioni vulcaniche a distanza tramite l’utilizzo di onde elettromagnetiche.” Perbacco, sembra quasi che stia descrivendo il tristemente noto sistema HAARP… (a proposito, siamo proprio sicuri che non vi sia alcun nesso con i recenti terremoti che hanno colpito proprio l’Iran?) Un’altra notizia interessante è quella secondo la quale, in base a un nuovo modello basato sui più recenti rilevamenti e apparentemente in grado di inlcudere quanto accade al di sotto della superficie del sole, il prossimo ciclo undecennale delle macchie solari potrebbe essere più forte del 50%, a partire da quest’anno o al più tardi nel 2008. Non occorre spiegare cosa questo potrebbe significare per linee elettriche e di comunicazione, satelliti, etc. E poi c’è la questione della cosiddetta “oscillazione di Chandler”, una naturale oscillazione dell’asse terrestre, entrata in “pausa” intorno all’8 gennaio di quest’anno senza più riprendere il suo corso normale nelle cinque settimane successive. Cosa questo voglia dire nessuno lo sa, ma è un altro indicatore significativo che qualcosa di importante sta per verificarsi, in particolare per quanto concerne l’attività tettonica e il vulcanismo. Per maggiori informazioni, vi rimando all’articolo di Michael Mandeville (in inglese): Per finire, grazie all’inestimabile contributo di Lorenzo Rossi (www.criptozoo.com), è possibile fare il punto della situazione sulle misteriose creature giganti di cui mi sono occupato nei miei precedenti interventi: “Il sito "Giantology" ha raccolto informazioni a dir poco improvvise di enormi presunti resti di gigantesche creature negli angoli più disparati del globo. Queste creature sono: 1) Una carcassa non meglio identificabile spiaggiatasi in India dopo lo tsunami. 2) Un dragone ritrovato in Iran. 3) Il "Sunken Giant", che da quel poco che si vede sembra una creatura serpentina di immani dimensioni. 4) Una carcassa ritrovata in Siberia. 5) Delle incisioni antiche ritrovate in Sud America e raffiguranti quelli che sembrano enormi robot. I siti che parlano di queste scoperte sono indipendenti l'uno dall'altro, ma tutti sono stati "scoperti" e linkati da "giantology" in un brevissimo lasso di tempo. Il fatto che uno o più colossi di questi siti siano falsi non implica necessariamente che lo siano anche i restanti, ma lo ritengo comunque un dato molto rivelante. Ritorniamo a qualcuno di essi elaborando i dati con l'unico indizio che, fondato o meno che sia, possediamo: il videogioco "Shadow of the colossus". Iniziamo con il mostro numero 2, il drago Iraniano. Nel sito dello scienziato che ha compiuto questa scoperta è riportato uno schizzo della testa di questa creatura, definita come una grande lucertola dotata di ali, che riporto di seguito:

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Ora riporto un frame del tredicesimo colosso del videogioco in questione, la testa è innegabilmente uguale, così come la descrizione generale che si trova sul sito della presunta scoperta.

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Credo che si possa affermare con sufficiente sicurezza che almeno il sito della scoperta in Iran è un falso pubblicitario. Passiamo ora al mostro numero 5, che apparirebbe in questi antichi graffiti presenti sul sito "Giantology":

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esiste anche questo filmato che mostra il presunto colosso o una presunta rappresentazione di esso, e che ritengo molto più esplicativo dei graffiti: http://familysayre.net/Giant_Inca_Statue.mov Ora confrontiamo questo gigante con uno dei colossi del videogioco:

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Penso che anche su questo i ragionevoli dubbi possano a questo punto essere ben pochi. Almeno due dei siti presenti hanno forte patente di fraudolenza. Passiamo al ritrovamento in Siberia… ecco che Giantology presenta un video della ricostruzione computerizzata eseguita tramite onde sonore: http://www.stop-polarneft.com/arkady/mammothscan.mov Somiglia vagamente ad un titanico "toro". Ecco un altro colosso del videogioco, assolutamente uguale all'essere presente nel filmato.

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Mancano due mostri all'appello… la creatura indiana e quella marina… Per il momento sono convinto che anche quei due siano dei falsi riconducibili al videogioco. Circa la spesa per realizzare questa campagna pubblicitaria, credo che sia stata molto minore del previsto, i filmati sono di qualità così bassa che non deve essere stato difficile inserire scene in computer grafica per renderli più spettacolari. Se e quando riuscirò a reperire maggiori informazioni lo farò presente, ma ad ogni modo, legati o meno al videogioco, questi esseri sarebbero comunque troppo grandi per potere esistere o essere esistiti sulla Terra.

Una creatura vertebrata lunga centinaia di metri è un'impossibilità biologica e biomeccanica.”

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