Nel 1984 Joe McMoneagle, osservatore a distanza per conto dell’intelligence militare statunitense, si concentrò su una serie di coordinate geografiche di Marte e rimase sbalordito da ciò che vide. Di recente ha riflettuto sulle sue esperienze durante questa e altre sessioni di spionaggio psichico.
Le spie psichiche del progetto Star Gate
Quando la talpa Ed Snowden rivelò che i servizi segreti statunitensi spiavano i loro alleati, lo scandalo fu di portata internazionale. Figuriamoci cosa sarebbe successo se avesse aggiunto che dei sensitivi al servizio della CIA e dell’esercito americano avevano spiato degli alieni. Infatti, uno di questi remote viewer aveva descritto una razza di antichi alieni scoperta su Marte mentre lavorava al progetto Star Gate.
Nel 1970, la Prentice Hall pubblicò Psychic Discoveries Behind the Iron Curtain di Sheila Ostrander e Lynn Schroeder. Il libro sembrò suscitare un tale scompiglio all’interno delle agenzie di intelligence che fu necessario adottare alcune misure. Secondo Remoteviewed.com, alla Rand Corporation fu affidato il compito di stabilire se i fenomeni paranormali fossero reali e di confrontare le applicazioni e le indagini russe con gli sforzi investigativi americani. Il risultato fu una relazione di 33 pagine, datata gennaio 1973, che costituisce una lettura davvero interessante [si veda http://tinyurl.com/6ror9y] ed esamina la natura dei fenomeni paranormali, le possibili applicazioni in campo militare, le differenze tra la ricerca sovietica e quella statunitense, i centri di ricerca sul paranormale in Unione Sovietica e negli Stati Uniti e gli investimenti in entrambi i paesi. Lo studio si concludeva con questa riflessione:
“Se questi fenomeni paranormali esistono, il progetto di ricerca sovietico sembra avere maggiori probabilità di condurre alla loro spiegazione, controllo e applicazione rispetto a quello statunitense.”
Dal 1972 al 1995, oltre 20 milioni di dollari sono stati versati nel programma di spionaggio psichico del governo statunitense, chiamato Star Gate, in cui erano coinvolti anche l’esercito e varie agenzie di intelligence come l’FBI, la CIA e la DIA. Sul sito Remoteviewed.com è possibile leggere le trascrizioni in formato PDF delle effettive sessioni di osservazione a distanza (remote viewing) di alcune delle più eminenti spie psichiche: Joe McMoneagle, Lyn Buchanan, David Morehouse, Angela Thompson Smith, Paul H. Smith e Ed Dames. C’è persino una sessione di addestramento in cui Linda A. cerca di descrivere Uri Geller, la cui foto era stata sigillata in una busta. Anche a chi non sa nulla degli studi condotti dagli Stati Uniti sulle facoltà paranormali, queste testimonianze appariranno più che convincenti.
Di solito gli obiettivi di queste sessioni riguardavano la difesa e la sicurezza nazionale, e prevedevano lo spionaggio psichico dei nemici. Tuttavia, in alcune rare occasioni, gli obiettivi erano letteralmente “fuori dal mondo”. Una delle sessioni più affascinanti riguarda Joe McMoneagle, denominato “Remote Viewer #001”. La sessione ebbe luogo il 22 maggio 1984 e le trascrizioni furono rese note l’8 agosto del 2000 [si veda http://tinyurl.com/l2orw46]. L’obiettivo della sessione era il seguente:
Metodo di acquisizione del sito:
busta sigillata contenente le coordinate geografiche.
La busta sigillata è stata consegnata al soggetto immediatamente prima dell’intervista. La busta è stata aperta solo dopo l’intervista. La busta conteneva una scheda 3 X 5 con le seguenti informazioni:
Il pianeta Marte.
Lasso temporale di interesse approssimativamente un milione di anni a.C.
Coordinate geografiche selezionate, fornite dalle parti richiedenti l’informazione, sono state verbalmente comunicate al soggetto durante l’intervista.
L’osservazione a distanza di Marte di Joe McMoneagle
Dopo aver visionato il materiale, ci venne spontaneo chiederci chi all’interno del governo avesse avanzato una richiesta così esotica. A quel punto, contattammo Joe McMoneagle e gli chiedemmo di quella particolare sessione. Ci disse che l’obiettivo e le coordinate furono fornite dal Jet Propulsion Laboratory, un istituto di ricerca e sviluppo federale, associato alla Nasa. Il supervisore della sessione di McMoneagle era il ricercatore sulla coscienza umana e scrittore, Robert Monroe.
Sopra: Joe McMoneagle (a sinistra), Robert Monroe (a destra)
Considerando che a McMoneagle fu richiesto di descrivere le informazioni contenute in una scheda sigillata in una busta, la sua visione fu sbalorditiva. Al primo gruppo di coordinate, N 40° 89’ e O 9° 55’, descrisse delle enormi tempeste di sabbia, forme piramidali, acquedotti e rifugi sotterranei. A un certo punto, disse di vedere una “densa nuvolosità, come [una] tempesta di sabbia” che era “la conseguenza di un fenomeno geologico importante”. Raccontò di “montagne di terra” che apparivano e scomparivano, “enormi superfici piatte” e strutture “megalitiche”.
Monroe, il suo supervisore, gli chiese poi di andare indietro nel tempo prima dello sconvolgimento geologico e di raccontargli qualunque attività fosse riuscito a vedere. Joe vide delle persone molto alte e magre:
“…Vedo solo delle ombre, come se fossero esistiti, ma ora non lo siano più.”
Monroe gli chiese allora di risalire indietro nel tempo al periodo in cui queste persone erano vive. All’inizio, McMoneagle incontrò delle interferenze, come “una linea disturbata”, poi la connessione divenne frammentaria e si interruppe. Il suo supervisore gli consigliò di trascrivere i dati così com’erano, senza cercare di mettere assieme i pezzi.
“Continuo solo a vedere persone molto grandi”, disse McMoneagle. “Sembrano magre e alte, ma sono molto grandi. Ah… indossano degli strani abiti.”
A questo punto, Monroe gli disse di rimanere nello stesso periodo temporale, ma di spostarsi a un’altra posizione fisica, poi dette a McMoneagle una nuova serie di coordinate geografiche: N 46° 45’ e E 353° 22’. Le nuove coordinate fornirono altre informazioni.
McMoneagle si ritrovò nelle profondità di quella che aveva creduto una grotta, ma che disse era più come un canyon. Vide una parete scoscesa che sembrava non finire mai.
“È come se la parete del canyon stesso sia stata scavata. Di nuovo, vedo… strutture molto grandi, no… molto intricate, enormi segmenti di pietra liscia.”
Il suo supervisore gli chiese se le strutture che vedeva avessero interni ed esterni. McMoneagle disse di sì e che gli interni erano enormi, ma tortuosi come la tana di un coniglio.
“Il soffitto è molto alto, le pareti molto ampie.”
Monroe disse a McMoneagle di spostarsi ancora, sempre nello stesso periodo temporale: N 45° 86’ e E 354° 1’. A queste coordinate, McMoneagle descrisse la fine di una grande strada e “un oggetto molto grande che potrebbe sovrapporsi al monumento di Washington, è come un… obelisco”.
Poi, ancora una volta, Monroe fornì una nuova serie di coordinate: N 35° 26’ e E 213° 24’. McMoneagle descrisse delle “montagne molto, molto frastagliate” che circondavano “un grande bacino circolare” dove si trovava. Tutto era “molto grande” e l’unica altra cosa che poté vedere fu come un “angolo retto”.
Con le coordinate successive, N 34° 6’ e E 213° 09’, McMoneagle raccontò di vedere un “gruppo di piazze sopra e sotto” che erano “come rasenti al suolo”.
“…È come se fossero collegate… poi c’è qualcosa di molto bianco che riflette la luce.”
Monroe gli chiese quale fosse la sua posizione quando guardava questi oggetti che riflettevano la luce. McMoneagle rispose che era a un “angolo sinistro obliquo” e che il Sole era “strano”.
Il sesto gruppo di coordinate era vicino a dove si trovava McMoneagle: N 34° 57’ e E 212° 22’.
Ci siamo chiesti come vengano calcolate le coordinate geografiche su Marte e con un ricerca su Google abbiamo ottenuto la risposta. Secondo SunlightAndTime.com, il sistema per calcolare la latitudine e la longitudine su Marte è simile al sistema geografico usato sulla Terra. Gli scienziati planetari usano due diversi sistemi di coordinate marziane: planetografiche e planetocentriche. In entrambi i sistemi, la latitudine è misurata in gradi a nord e sud dell’equatore marziano. Con il sistema planetografico, che fu probabilmente quello usato nel 1984 quando McMoneagle fece l’esperimento, la longitudine si misura da 0 a 360 gradi verso ovest. Con le coordinate planetocentriche, la longitudine è misurata da 0 a 360 gradi verso est.
Con le nuove coordinate, McMoneagle descrisse “una specie di figura a raggi”, come delle strade che s’intersecavano in una valle. “Sono come dei canali nettamente definiti, molto profondi, è come se la strada sia sprofondata.”
Monroe notò che McMoneagle aveva “sfasato un po’” e lo incoraggiò a riconcentrarsi. McMoneagle rispose che era difficile, le informazioni erano “molto sporadiche”. Un commento simile a quello fatto circa l’interferenza della connessione.
Quando McMoneagle riuscì a riconcentrarsi, Monroe gli dette un’altra serie di coordinate: N 15° e E 198°. McMoneagle disse di vedere acquedotti e fondi stradali che assomigliavano a dei canali scavati. L’orizzonte era “curioso e insolito… confuso, come se fosse molto lontano”.
Ancora una volta, il suo supervisore gli fornì una nuova serie di coordinate: S 80° e E 64°. Qui, McMoneagle disse di vedere delle piramidi gigantesche, “come dei rifugi contro le tempeste”.
Monroe gli chiese di entrare in una delle piramidi e di raccontare cosa vedesse.
“Ci sono diverse stanze, ma sono praticamente spoglie, è come se fosse un luogo strettamente usato per dormire… ma non è esattamente questo… come delle camere di ibernazione… Le immagini sono molto confuse, vedo delle tempeste molto forti, ed è come se stessero dormendo.”
Monroe gli chiese di descrivere le persone che vedeva dormire.
“Sono anche loro molto alti, ma magri, sembrano magri per via della loro altezza e sono abbigliati con una specie di seta leggera, ma non sono abiti ampi, è come se li avessero cuciti addosso.”
Monroe lo invitò poi ad avvicinarsi a una di queste entità e di chiedere informazioni sulla loro razza. Qui la cosa iniziò a farsi molto interessante.
“Si tratta di un popolo antico. Stanno morendo, il loro tempo o epoca è finito… erano molto filosofici in proposito. Cercano un… modo per sopravvivere ma non lo trovano. Attendono che qualcuno ritorni o che qualcosa dia loro la risposta.”
Quando Monroe chiese che cosa stessero aspettando, McMoneagle disse che un piccolo gruppo era partito per cercare un nuovo posto in cui vivere.
“È come se ricevessi le informazioni sconvolgenti della… distruzione del loro ambiente. Sta svanendo rapidamente, e questo gruppo sembra andato da qualche parte, molto lontano, per cercare un altro luogo da abitare.”
Monroe chiese cosa avesse causato il disastro ambientale ed è chiaro dalla trascrizione che McMoneagle stava raccogliendo dati molto confusi che era difficile decifrare.
“Vedo una sfera, come un globo che attraversa la coda di una cometa o… un fiume di qualcosa, ma qualcosa di cosmico. Sono come delle immagini dello spazio.”
Quando Monroe gli chiese come aveva fatto il gruppo a lasciare il pianeta, McMoneagle rispose che aveva avuto l’impressione di vedere “l’interno di una grande nave” con “pareti arrotondate di metallo lucente”.
Monroe suggerì a McMoneagle di seguire il gruppo nel loro viaggio. La descrizione che fornì è inquietante: “Un luogo pazzesco con vulcani e sacche di gas e strane piante.” McMoneagle lo descrisse come “un luogo molto instabile… come finire dalla padella nella brace”, ma affermò che qui c’era più vegetazione rispetto al luogo completamente spoglio dove si trovava prima.
Ci siamo chiesti se la loro destinazione fosse stata la Terra nei suoi primi anni di formazione, anche se l’epoca non coincideva con il milione di anni a.C. della data stabilita durante il remote viewing.
Sopra: un'enigmatica struttura su Marte, da alcuni ritenuta di origine artificiale
Recenti scoperte scientifiche su Marte
Questa visione degli antichi alieni su Marte risale a circa trent’anni fa. Da allora, la nostra conoscenza del pianeta rosso è aumentata.
Quando la sonda Curiosity è atterrata su Marte un anno fa, ha iniziato a trasmettere dati alla Terra.
“Quando Marte divenne un pianeta e il suo magma si solidificava, si verificò un degassamento catastrofico e numerose sostanze volatili furono veicolate dall’impatto di comete e altri corpi più piccoli,”
spiega il Dr. Chris Webster del Jet Propulsion Laboratory della NASA a Pasadena, autore principale di uno degli studi sui dati della sonda [si veda http://tinyurl.com/mj9bf2m].
Il Dr. Webster e la sua équipe ritengono che un evento catastrofico abbia distrutto l’atmosfera di Marte circa 4 miliardi di anni fa.
È possibile che McMoneagle stesse osservando la distruzione dell’atmosfera marziana dopo che il pianeta aveva subito l’incontro fatale con una cometa o qualche altro corpo spaziale. Alla luce di quanto detto, le creature alte e magre che aveva visto si erano sottoposte a ibernazione nella speranza di sopravvivere fino a quando il gruppo di ricerca fosse tornato.
McMoneagle riconosce che la sua descrizione di eventi catastrofici, accaduti un milione di anni fa, non coincide con la visione moderna della scienza secondo la quale l’atmosfera di Marte è scomparsa ben quattro miliardi di anni fa. Quando abbiamo parlato con lui, ci disse chiaramente cosa ne pensava:
“Loro [quelli del Jet Propulsion Laboratory] non riescono a stabilire con certezza che sia successo quattro miliardi di anni fa, proprio come io non posso essere sicuro che sia avvenuto circa un milione di anni fa.”
Inoltre, ci disse che un paio di campioni di terreno analizzati dalla sonda su Marte non costituivano una prova sufficiente a stabilirlo. “La mia ipotesi può essere valida tanto quanto la loro,” concluse.
Il 12 marzo 2013, NewScientist.com annunciò che la sonda Curiosity della NASA aveva fornito la prova definitiva che su Marte un tempo era stata possibile la vita [si veda http://tinyurl.com/m5e3pey], ritrovando della polvere grigia estratta dalla roccia marziana in un antico letto di un fiume vicino alla Yellowknife Bay.
“Questo è probabilmente l’unico ambiente definitivamente abitabile che abbiamo descritto e registrato,”
disse David Blake, il principale ricercatore del CheMin, lo strumento a bordo del robot usato per analizzare i minerali.
I ricercatori stavano cercando tre cose che, combinate insieme, avrebbero confermato l’abitabilità di Marte:
“…un ambiente non acido; acqua sufficiente ai batteri per prosperare e minerali che potevano agire come batterie, permettendo agli elettroni di scorrere e portare energia a ogni potenziale organismo. Li trovarono tutti e tre.”
Il campione di polvere grigia indicò la presenza di smectite, un minerale argilloso che si forma in presenza di acqua. Il CheMin rilevò anche minerali che suggerivano che l’acqua avesse un pH neutro e contenesse sostanze capaci di rifornire i microbi di energia.
“Abbiamo trovato un ambiente abitabile così favorevole e adatto alla vita che molto probabilmente se un umano si fosse trovato sul pianeta quando c’era l’acqua avrebbe potuto berla,”
afferma John Grotzinger, responsabile del progetto Curiosity.
La sessione di Marte riesaminata
Mentre la missione di Curiosity era quella di analizzare le particelle di polvere, la visione di McMoneagle mostrava gli abitanti di Marte. Sembra fantascienza, ma allora perché qualcuno all’interno della NASA avrebbe dato simili coordinate? Ci siamo anche chiesti se McMoneagle avesse effettuato osservazioni a distanza anche su altri obiettivi alieni durante i suoi anni al progetto Star Gate o successivamente.
Queste erano alcune delle domande che ci incuriosivano di più quando abbiamo contattato l’ex sensitivo del governo, che ora si occupa di remote viewing per clienti privati. Nonostante siano passati molti anni, McMoneagle ricorda ancora chiaramente il giorno in cui gli vennero fornite le coordinate su Marte. Di seguito, riportiamo parte dell’intervista avvenuta nel luglio del 2013.
D: Abbiamo trovato la trascrizione di una sua sessione di visione a distanza del 1984 davvero affascinante. Le fu consegnata una busta sigillata contenente una scheda con l’obiettivo che avrebbe dovuto individuare. Lei non ha visionato la scheda e la busta è stata aperta solo alla fine della sessione. Sulla scheda c’era scritto: “Il pianeta Marte. Lasso temporale di interesse approssimativamente un milione di anni a.C.” Il suo supervisore le dette delle coordinate geografiche, due alla volta. Che cosa può dirci della sua visione? Si ricorda cosa provò allora di fronte a ciò che osservava? In che modo aveva ottenuto queste coordinate il suo supervisore? Come mai erano così tante?
R: All’epoca, stavo lavorando nel laboratorio di Bob Monroe nei fine settimana. Era stata una decisione dell’esercito nella speranza di ridurre i miei periodi di ‘raffreddamento’ ed ampliare le mie abilità psichiche. Iniziavo ad essere molto stressato dalle richieste relative al progetto Star Gate. Verso la metà del 1982 fino al primo settembre del 1984, ero l’unico osservatore a distanza rimasto dell’unità e quindi dovevo sopportare tutto il carico sulle mie spalle. La cosa stava iniziando a diventare logorante. Così, Bob lavorava con me nel suo laboratorio per cercare di ridurre lo stress e aumentare la mia abilità. Durante questo periodo di lavoro con Bob, di tanto in tanto mi facevano fare dei test per vedere come stavo andando. Il target poteva essere importante oppure semplicemente utilizzato per testare le mie capacità.
In questa specifica occasione, stavo facendo un sonnellino durante la pausa pranzo, nella camera di isolamento sorvegliata del laboratorio, quando Bob mi svegliò dicendo che aveva un obiettivo per me. Il Tenente [Skip] Atwater gli aveva portato una scheda con otto serie di coordinate e una busta sigillata. Bob mi disse che aveva la busta con l’obiettivo nella tasca della sua camicia e che mi avrebbe letto le coordinate, una serie alla volta. Avrei dovuto descrivere cosa vedevo ad ogni coppia di coordinate. Acconsentii.
Ricordo che al primo gruppo di coordinate mi apparve un’enorme piramide, non avevo mai visto niente di simile prima. Gli chiesi se era una nuova scoperta, perché sembrava più grande di quella di Giza, in Egitto. Mi rispose che non lo sapeva. Le uniche informazioni in suo possesso erano le coordinate e la busta sigillata. Avrei quindi dovuto descrivere tutto per lui.
Poi mi dette delle nuove coordinate e vidi ciò che sembravano delle antiche rovine. E così via. Ricordo che a un certo punto il sole mi sembrò molto strano e lo dissi a Bob: “Il sole sembra davvero strano.” Mi rispose: “Non mi interessa il sole. Voglio sapere cosa c’è a queste coordinate.” Alla fine della sessione, né io né lui riuscimmo a capire cosa fosse questo obiettivo. Vedevo soprattutto rovine, alcune forme piramidali, e la sensazione che l’intera cosa avesse a che fare con la preservazione della vita, con il bisogno di tramandare un gran numero di informazioni.
Iniziai a vedere una razza di persone che erano simili a noi, ma molto più alte, enormemente più alte, oltre i tre metri di altezza. Queste persone stavano lottando per sopravvivere, stavano costruendo camere di ibernazione dentro le piramidi e conservando informazioni per quelli che sarebbero potuti venire dopo di loro, per metterli al corrente di cosa fosse andato storto.
Ad ogni modo, alla fine della sessione Skip Atwater chiese a Bob di aprire la busta e di leggere cosa c’era scritto. La scheda all’interno della busta diceva “Marte, un milione di anni a.C.”; rimanemmo entrambi a bocca aperta. Le coordinate erano dei luoghi specifici in alcune aree di Marte, che includevano quelle che sembravano rovine e parecchie piramidi dalle forme e strutture diverse. Chiesi a Skip da dove venissero le coordinate. Rispose che era stato il Jet Propulsion Laboratory a fornirgliele.
Durante tutta la sessione, provai una sensazione di grande tristezza. Quelle persone stavano perdendo il loro mondo, e un gruppo di volontari si era offerto di rimanere per cercare di raccogliere dei messaggi da lasciare a quelli che sarebbero potuti venire dopo di loro. Ebbi la netta sensazione che le piramidi fossero state costruite per essere usate come camere di ibernazione, e che a un certo punto, in un prossimo futuro, qualcuno alla fine li avrebbe trovati e avrebbe capito cosa avevano fatto per salvare la loro gente. Provai una grande commozione. Non credo mi aspettassi una reazione così potente da una visione a distanza.
UFO, “crash-site” ed ET
D: Le furono dati altri obiettivi che avevano a che fare con alieni o UFO quando lavorava al programma Star Gate?
R: Ci fu solo un “incarico formale” di un UFO nell’ambito del progetto Star Gate, tra il 1981 e il 1982. Si trattava di un oggetto fotografato sul luogo di un altro obiettivo. L’agenzia in possesso della fotografia mi incaricò di descrivere l’effettivo luogo dell’obiettivo sperando che individuassi anche l’oggetto, cosa che riuscii a fare. Era largo all’incirca 300 piedi [~ 91,5 metri] e viaggiava a circa 3.900 miglia orarie [~ 6.276 km/h], aveva appena eseguito una perfetta virata di 90 gradi a destra. Era alto quasi 30 piedi [~ 9,15 m] dal centro, fino ad appiattirsi completamente ai bordi, e procedeva a circa 13,500 piedi [~ 4.115 m] di altitudine.
Alla fine appurarono che le mie indicazioni erano corrette, ma mi dissero che si trattava in realtà di un pallone meteorologico ad alta quota, appiattito dai venti di alta quota, che si muoveva più velocemente nella stratosfera. Tutte cavolate. La mia sensazione era che fosse pilotato a distanza e non ci fosse nessuna entità a bordo. C’erano molti dettagli su un sistema di guida, ma non ricordo bene perché era molto confuso dall’inizio alla fine e non riuscii mai a dargli un senso. Quando finii, ero in uno stato alterato. Con gli UFO è così… lasciano senza fiato chiunque li veda o li studi, a prescindere che si tratti di un comune cittadino o del governo. In tutti gli anni in cui abbiamo raccolto foto e informazioni su di loro, oserei dire che nessuno ne sa di più oggi di quanto si sapeva quando gli avvistamenti sono iniziati centinaia di anni fa. Gli UFO sono delle macchine connesse alle multi-realtà, costruite per attraversare lo spazio e il tempo e per andare in tutte le direzioni.
D: Ha mai condotto una osservazione sul presunto incidente vicino a Roswell, in New Mexico, nel 1947? Se sì, che cosa ha scoperto?
R: Sì, ho effettuato una osservazione a distanza sul presunto incidente di Roswell, ma non mentre lavoravo al programma Star Gate. Non credo sia mai avvenuto. Credo che il vero incidente sia avvenuto in due parti a Socorro, in New Mexico, a circa 170 miglia [~274 chilometri] a ovest-nordovest di Roswell. In effetti, è quasi in direzione ovest, proprio a sud di Albuquerque, e proprio a nord di Truth or Consequences. C’è stato uno schianto lì di cui non si sa quasi nulla. Se qualcuno menziona l’incidente di Socorro, quasi senza eccezione Roswell diventa la notizia da prima pagina. Secondo me, usano Roswell come distrazione, per distogliere l’attenzione della gente dal luogo dell’incidente di Socorro, che credo sia molto più importante.
C’è ancora una grande quantità di materiale che può essere trovata nel sito dell’incidente di Socorro e nell’area circostante, mentre non è lo stesso nei pressi di Roswell. Roswell è una copertura o una distrazione. È stato accertato che i materiali trovati nel sito di Socorro provengono da un impatto ad alta intensità e temperatura. Il calore creatosi a Socorro in certi punti ha superato probabilmente i 1.800 gradi Fahrenheit [~ 982 gradi centigradi], subito dopo l’incidente. Credo anche che ci siano stati almeno due impatti a Socorro, che si sono verificati esattamente a distanza di 20 anni. E c’è un motivo. Il sito di Socorro rappresenta una porta di entrata-uscita dal nostro spazio-tempo locale, un requisito necessario collegato alla loro modalità di viaggiare da una stella all’altra.
D: Oltre alle entità alte e magre che ha visto su Marte, ha mai osservato altre entità aliene o l’interno di un UFO?
R: Sì. Sto lavorando a due o tre casi di incidenti che credo coinvolgano veramente degli UFO e non i nostri velivoli. Quando ho iniziato ad osservare a distanza questi obiettivi, continuavo sempre a vedere qualcosa di simile al simbolo della pace degli hippie: un’enorme “Y” equilaterale, ma non racchiusa in un cerchio, con angoli e linee tutti della stessa lunghezza. Non sono riuscito a venirne a capo per molti mesi, poi alla fine, un pomeriggio, ho avuto l’illuminazione.
La “Y” è l’angolo interno o esterno di una scatola vuota. Capii immediatamente che, chiunque essi fossero, mi avevano dato un obiettivo così semplice da sfuggire quasi a qualunque descrizione o comprensione. Non appena me ne resi conto, l’obiettivo man mano diventava sempre più chiaro e potevo vedere le scatole nella loro interezza. Spesso erano riusciti a bloccarmi, ma spesso non significa sempre. Ogni tanto sono riuscito a sbirciare dietro le scatole e a vedere cose che sono sicuro non si aspettavano vedessi, come i loro sistemi di controllo per metà biologici e per metà fisici. Le loro navi spaziali sono dei sistemi ibridi composti da materiali sviluppati all’interno della struttura materiale, e comunicano con esse in modo assimilabile alla telepatia.
Ho visto anche ciò che chiamo le loro “tute di pelle”, cioè delle tute ambientali che devono indossare quando sono esposti alla nostra atmosfera. Sono molto vulnerabili ai nostri sistemi biologici. Sono terribilmente spaventati da molti virus e agenti biologici che ospitiamo dentro i nostri corpi e che sono presenti nella nostra aria, acqua e nei nostri animali, nelle piante e nel suolo, e verso i quali il loro sistema immunitario non può proteggerli. Così, indossano tute protettive che chiamo “tute di pelle”. Inoltre, per difendersi dagli agenti esterni, devono immergersi per debellarli quando ritornano sulle loro navi.
Le tute di pelle nascondono le loro sembianze e li fanno sembrare tutti uguali. I grandi occhi di cui raccontano i testimoni sono le lenti protettive che usano per riparare gli occhi.
Inoltre le tute di pelle li proteggono anche da noi. Infatti, se si manifestassero nel loro aspetto naturale, le nostre reazioni sarebbero istantanee e violente. Capiscono che siamo una specie violenta e reattiva, e questa è una delle ragioni per le quali non entrano in contatto con noi apertamente, ma lo fanno solo quando le circostanze sono favorevoli e ne hanno il pieno controllo.
Pensiamo di essere al loro livello, ma è semplice arroganza. Sono avanti rispetto a noi di mezzo milione di anni. Viaggiano da una stella all’altra senza problemi, e vivono secondo antiche regole che trascendono di gran lunga la nostra comprensione di come funzioni il mondo. Abbiamo stupidamente sottostimato le loro abilità e riusciamo a capire solo in modo ancora primitivo i loro limiti e le loro capacità. E anche se il loro aspetto potrebbe risultarci ripugnante, loro ci considerano mezzo passo indietro rispetto a quello di uno scimpanzé.
Continuo a cercare di osservare l’interno del loro velivolo e di vedere ciò che essi ovviamente non vogliono che veda. A volte, ho l’impressione che mi lascino vedere ciò che pensano io riesca a gestire, e poco alla volta sto sviluppando una visione leggermente migliore di chi siano e di quale possa essere il loro intento. Ho l’impressione che sarebbe seriamente un errore credere che abbiamo un tipo di intelligenza uguale alla loro realtà. Ma una cosa mi appare chiara: credono in una forma più grande o in un Creatore, ma non ha nulla a che vedere con il nostro. Il loro Dio non è il Dio dei nostri padri, né è un Dio che aspira a conoscerci meglio o che noi aspiriamo a capire. È un Dio di regole chiaramente affermate e comprese. Secondo queste regole, se comprendi, sopravvivi, altrimenti, muori.
Visioni del futuro e del passato
D: Qual è il punto più distante nel passato in cui ha effettuato una osservazione a distanza? E quale quello più lontano nel futuro?
R: Il punto più distante nel passato è stato l’inizio della vita sul pianeta Terra. Si parla di centinaia di milioni di anni fa, e risale a un tempo in cui i pianeti avevano orbite differenti e posizioni diverse all’interno del sistema solare. Marte era all’interno dell’orbita della Terra, ed entrambe le loro orbite erano al di fuori di quelle di Saturno e Venere.
Da allora sono cambiate molte cose, per esempio un pianeta è esploso diventando una cintura di asteroidi. Saturno ha molte lune, ma ora ha un’orbita molto più grande, fuori dalla nostra, e i suoi anelli sono i resti di tre lune che ruotavano attorno al pianeta. Ci siamo scambiati di posto con Marte circa due milioni di anni fa, e questo è risultato nella fine della vita su di esso. Ci sono stati molti cambiamenti.
Il punto più distante nel futuro è la morte della nostra stella e di conseguenza la fine del nostro mondo. Questo accadrà in un periodo di decine di migliaia di anni. Accadrà in diverse fasi; prima la Terra si congelerà, e poi si riscalderà al punto tale da dissolversi ed essere risucchiata dal nucleo del nostro Sole. Molto tempo prima che questo accada, ci trasferiremo su un altro pianeta, avremo terraformato Marte rendendolo di nuovo abitabile, avremo trasformato gli asteroidi in navi per l’esplorazione dello spazio siderale e saremo entrati in contatto con altre forme di vita da almeno tre sistemi solari diversi.
L’insieme delle nostre leggi sarà cambiato al punto da includere quelle che ci forniscono una comprensione maggiore delle nostre origini di quanto sarebbe stato possibile con la fede in un Creatore. La comprensione umana si sarà riformata in una comprensione dell’importanza della vita in sé, del perché esistiamo, di quali sono le nostre responsabilità all’interno del nostro universo, e altre cose che non sono al momento spiegabili nella situazione attuale.
Nel programma televisivo di H2 Ancient Aliens, il narratore espone il tema degli antichi astronauti giunti sulla Terra in epoche antichissime e poi aggiunge: “E se fosse vero?”
La stessa cosa potremmo dire delle osservazioni a distanza di Joe McMoneagle di Marte. Sebbene ci sia una discrepanza nelle date degli eventi catastrofici, è straordinario come abbia centrato in pieno l’obiettivo. E per quanto riguarda ciò che ha detto… E se fosse vero? ∞
Pubblicato originariamente su NEXUS New Times n.109, Aprile – Maggio 2014
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Gli autori:
Trish MacGregor ha vinto il premio Edgar Allan Poe ed è autrice di 35 romanzi (mistero e fantascienza) e di numerosi libri sull’astrologia, i sogni e la sincronicità. Il suo libro più recente, scritto insieme al marito Rob, s’intitola The Synchronicity Highway: Exploring Coincidences, the Paranormal & Alien Contact (Crossroad Press, 2013). Il suo sito internet è http://www.trishjmacgregor.com/.
Rob MacGregor è autore di numerosi romanzi e opere divulgative, e ha collaborato con il regista George Lucas e lo scrittore Peter Benchley. Ha vinto il premio Edgar per il mistero ed è meglio noto per l’adattamento in versione romanzo della serie di Indiana Jones. È coautore, con Bruce Gernon, di The Fog: A Never Before Published Theory of the Bermuda Triangle Phenomenon (Llewellyn, 2005). Con la moglie Trish, ha scritto quattro libri sulla sincronicità. Il suo sito è http://www.robmacgregor.net/.
Nota dell’editore:
Questo articolo è stato tratto e adattato dal libro di Trish e Rob MacGregor, The Synchronicity Highway. Si veda NEXUS n.104 per il loro articolo Incontri ravvicinati nel triangolo delle Bermuda, tratto dal libro Aliens in the Backyard (Crossroads, 2013).
Potete scrivere agli autori all’indirizzo [email protected]. Per ulteriori informazioni, visitate il loro sito web http://www.synchrosecrets.com/.