È chiaramente in atto una Psyop, una “operazione psicologica”, ma anche sociale e culturale per depenalizzare e rendere moralmente accettabile la pedofilia! Medesima strategia usata per l’omosessualità, ma in questo caso, dal più efferato atto criminale che un uomo possa concepire, vogliono trasformarla in una semplicissima “scelta sessuale”!
Anche in questo caso la psichiatria ha la sua enorme responsabilità. Attendiamo infatti l’uscita il prossimo mese (maggio 2013) dell’ultima edizione del D.S.M., il Manuale Statistico e Diagnostico della psichiatria, per avere ulteriori tasselli che comporranno definitivamente il quadro generale.
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Ed i radicali italiani hanno una posizione simile…
www.nocensura.com/2013/04/olanda-sentenza-shock-i-club-pedofili.html?spref=fb
Di Maria Chiara Prete
Proprio l’altro giorno, il 2 Aprile 2013, si è verificato qualcosa di assurdo quanto di inaspettato che è passato troppo presto in secondo, se non in terzo, piano. “I club pedofili hanno il diritto di esistere”, frase che riassume la sentenza shock della Corte d’Appello olandese. Ebbene si, avete letto bene, in Olanda si è dato il via libera alle fondazioni che promuovono la pedofilia nonostante, oltre a foto e testi presenti sul sito web, ci siano alcuni membri che sono stati condannati per reati sessuali. Questo (mis)fatto andrebbe contro i valori del più libertario d’Occidente (l’Olanda) ma, nonostante ciò, i giudici hanno sentenziato che la società olandese è abbastanza “resistente” per affrontare “le dichiarazioni indesiderabili ed il comportamento aberrante” della fondazione pro-pedofilia in questione (lo “Stitching Martij”). Sarà la società olandese a dover sottostare a una simile nefandezza e non il club pedofilo ad essere, una volta per tutte, abolito.
In Italia, paese considerato tra i paesi più “primitivi” e “conservatori” d’Europa, non è accaduto niente di tutto ciò. Ma il fiore, se pronto, non ci mette molto a sbocciare. E il paragone con il fiore per quanto causale è anche inappropriato. Un bel po’ di anni fa, parliamo del 1998, a Bologna ci fu un convegno nel quale i radicali sostenevano che la pedofilia come gusto sessuale è lecita, basta che non diventi un azione criminale. E ancora “Contestare le forme di una crociata antipedofila non significa riconoscere il ‘buon diritto’ di qualcuno a intrattenere relazioni sessuali con bambini in tenera età, ma si tratta di difendere il ‘buon diritto’ di ciascuno a non essere giudicato e condannato solo sulla base della riprovazione morale suscitata da proprie preferenze sessuali”.
Insomma, i radicali sostengono che l’essere pedofilo sia una consapevole e giusta presa di coscienza riguardo la propria preferenza sessuale. A me piacciono i bambini, li amo, perché non posso soddisfare il mio desiderio amorevole? Questo è il ragionamento. Tutto ciò è assurdo, tutto ciò è pericoloso. Ciò è assurdo perché la pedofilia viene messa sullo stesso piano di qualsiasi altra preferenza sessuale, qualsiasi essa sia. Ciò è pericoloso perché i radicali pensano veramente che la “cultura della pedofilia” sia scindibile dalle terribili azioni pedofile. Cosi era il discorso di Maurizio Turco volto a giustificare ancora una volta la pedofilia come un “orientamento sessuale”. “Premesso che i fatti di oggetto delle cronache di questi anni non sono episodi di ‘pedofilia’ ma di pura violenza e criminalità (come se ci fosse differenza tra le due cose, ndr), e come tali devono essere considerati e perseguiti, voglio aggiungere che è del tutto inaccettabile la criminalizzazione di un orientamento sessuale in quanto tale, di un modo di ‘essere’, di uno ‘stato’…si tratta di affermare il diritto di tutti e di ciascuno a non essere condannati sulla base della riprovazione morale che altri possono provare nei confronti delle loro preferenze sessuali. Criminalizzare i ‘pedofili’ in quanto tali, al contrario, non serve a ‘tutelare i minori’, ma solo a creare un clima incivile, né umano, né cristiano”.
(tratto da http://www.maurizioturco.it/rassegna_stampa/2002_04_28_libero_-_pedofil.html)
Per i radicali, ormai è chiaro, esiste un “modo di essere”, uno “stato” di pedofilia indipendente dalla volontà del soggetto. Siamo di fronte allo sdoganamento della pedofilia come scelta di vita. Siamo di fronte alla comprensione e quasi alla sensibilizzazione nei confronti dei pedofili e di chi si dichiara tale.
Ormai, oggi, si tende ad assecondare qualsiasi cosa, qualsiasi capriccio, qualsiasi desiderio. “Perché vietarlo?” questa è la domanda che si pongono coloro che sono, è assurdo dirlo, pro-pedofili. La risposta è semplice: in gioco non c’è il proprio “egoismo”, la tua voglia di “assecondare tutto e istituire assurdi diritti”, la tua brama assurda di esaudire i desideri perversi di gente perversa. In gioco c’è anche la sicurezza, la protezione ma, soprattutto, la dignità di un bambino che, li per li, può non comprendere ma che quell’esperienza, quello schock se lo porterà avanti per tutta la vita. Perché commettere tali assurdità? Perché legittimare azioni e culture che, né in cielo e né in terra, potranno mai essere legittimate?
Attenti perché i pedofili esistono ma esiste anche questa forte cultura pro-pedofilia veicolata quasi liberamente. Ecco “il progresso”. Eccolo; e proviene da gente che al primo caso di pedofilia nella Chiesa urlava allo scandalo. Stiamo attenti e alziamo la voce.
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Croazia: educazione sessuale dai pedofili legati a Soros
Visto su http://dadietroilsipario.blogspot.it/2013/04/croazia-educazione-sessuale-dai.html
Fonte “La nuova Bussola quotidiana” – Italian Irib
di Josip Horvaticek.
I programmi di educazione sessuale per i bambini recentemente imposti in Croazia, ma già attuati in molti paesi secondo il metodo Kinsey, sono stati redatti da pedofili.
E’ quanto sostiene la studiosa americana Judith Reisman che, invitata recentemente in Croazia per una serie di incontri e conferenze legate alla recente introduzione di (sconvolgenti) corsi di educazione sessuale, ha anche dimostrato i legami di questa lobby con la Fondazione Soros.
Judith Reisman, in passato consulente dell’FBI nonché del Parlamento e di diversi ministeri statunitensi, è uno dei maggiori esperti mondiali sul malfamato Kinsey Institute e il suo fondatore, Alfred Kinsey. La dottoressa Reisman ha dolorosamente vissuto in prima persona gli effetti della diffusione delle teorie di Kinsey: una figlia di dieci anni è stata stuprata da un violentatore seriale tredicenne, accanito lettore di Playboy. Dopo avere constatato come molte persone giustificassero questo atto affermando che forse la figlia era stata consenziente poiché i bambini sarebbero esseri sessuali, cioè desidererebbero il sesso, fin dalla nascita – una delle teorie di Kinsey -, la Reisman ha iniziato a studiare gli effetti di queste teorie, constatando come esse abbiano provocato nel secondo dopoguerra una diffusione esponenziale della pornografia e della pedofilia.
Considerate queste premesse, non sorprende che, una volta appreso dell’arrivo di Judith Reisman, i media croati di sinistra e laicisti, che appoggiano il governo nel suo programma di educazione sessuale, abbiano allestito una vera e propria propaganda di guerra nei confronti della scienziata americana, fatta di menzogne, insulti personali e diffamazioni, tra le quali quella di essere una «negatrice dell’Olocausto», il che, detto di un’ebrea americana che ha perso la maggior parte del ramo europeo della sua famiglia nei campi di concentramento nazisti, ha rappresentato un segno di inciviltà e arretratezza culturale veramente deprecabili.
I toni non sono scesi neppure durante la sua permanenza in Croazia.
Al termine della lezione tenuta presso la Facoltà di Scienze Politiche, la dottoressa Reisman è stata aggredita verbalmente dal preside della medesima Facoltà, Nenad Zakošek. Alcune forze politiche di governo hanno cercato di impedire una conferenza della studiosa americana nel Parlamento croato, mentre il previsto dibattito alla Facoltà di Filosofia tra la dottoressa Reisman e il prof. Aleksandar Štulhofer, discepolo di Kinsey e ideatore del programma di educazione sessuale adottato dal Ministero croato per l’istruzione, è stato sospeso per ‘motivi di ordine pubblico’ a causa della ressa, creata ad arte dai gruppi appartenenti alla galassia omosessuale, che si è creata nell’aula dove il dibattito si sarebbe dovuto tenere.
Un improvviso ‘problema tecnico’ ha interrotto subito dopo l’inizio la proiezione del documentario su Kinsey del giornalista britannico Timothy Tate, collaboratore della dottoressa Reisman, in uno dei più grandi e moderni cinema di Zagabria alla presenza dell’autore e di circa 800 persone (tale problema non si era presentato nella proiezione di prova del DVD né a un successivo tentativo a porte chiuse compiuto in un altro locale). Un altro guasto, questa volta al sistema di amplificazione, ha poi impedito alla dottoressa Reisman e a Tate di tenere un’improvvisata conferenza dal palco del cinema che sostituisse la proiezione del film.
Questi avvenimenti hanno peraltro provocato la durissima reazione della sezione croata del Comitato di Helsinki.
In ogni caso la Reisman ha avuto modo di stupire i suoi ascoltatori non solo illuminando la figura di Alfred Kinsey (in Parlamento, davanti agli attoniti parlamentari del centro-destra che l’avevano invitata, lo ha definito il «pedofilo che ha cambiato il mondo» e uno «psicopatico sessuale che ha contaminato le nostre famiglie, la nostra cultura, le nostre leggi»), ma soprattutto ricostruendo l’origine dei programmi di educazione sessuale imposti alla Croazia. La studiosa americana ha rivelato come il professor Štulhofer abbia scritto un libro con lo studioso olandese pedofilo Theo Sandford, attualmente professore presso la Columbia University. Va notato che Sandford non è un esimio professore universitario con inconfessabili vizi privati, bensì un pedofilo dichiarato, co-fondatore e redattore della rivista olandese in lingua inglese di pedofili dichiarati Paidika, nonché autore di uno studio che si può trovare anche in rete dal titolo Boys on their contacts with men: a study of sexually expressed friendships (I ragazzi maschi nei contatti con gli uomini adulti: uno studio di amicizie espresse sessualmente), che non si limita a compiere un’indagine sulla pedofilia, ma esprime sulla stessa una chiara valutazione positiva.
In una successiva conferenza stampa, il giornalista inglese Timothy Tate ha poi affermato come Štulhofer abbia avuto non solamente uno, bensì tre collaboratori pedofili dichiarati e propagandisti della liceità della pedofilia, e cioè – oltre a Sandford – il sessuologo americano Vern Bullough, scomparso nel 2006, e il sessuologo tedesco Erwin J. Haeberle.
Bullough è stato, come Sandford, cofondatore e redattore di Paidika. Nella dichiarazione di intenti relativa a questa pubblicazione, egli afferma: «Il punto di partenza di Paidika è necessariamente la coscienza del nostro essere pedofili. Consideriamo la pedofilia come un rapporto sessuale consenziente tra persone di generazioni diverse».
In un’intervista concessa nel 1978 alla rivista pornografica americana Hustler, Haeberle ha invece affermato che è del tutto normale avere rapporti sessuali con bambini, i quali dovrebbero avere libero accesso ai libri per adulti – cioè pornografici – ed essere liberi di scegliere i propri partner sessuali, ivi inclusi gli adulti. Questo pedofilo dichiarato è stato membro dal 1977 al 1988 dell’Institute for Advanced Study of Human Sexuality, che ha redatto la maggior parte dei programmi di educazione sessuale nel mondo, corredato di fotografie pornografiche anche di bambini in seguito vendute a Hustler.
Una prova della stretta collaborazione tra Štulhofer e questi colleghi sessuologi pedofili è l’avere fatto parte tutti e quattro del comitato organizzatore di un convegno internazionale di sessuologi tenutosi a Dubrovnik, in Croazia, nel 2001 e finanziato dalla fondazione Soros.
Della stessa tendenza è un altro collaboratore di Štulhofer, il sessuologo tedesco Gunther Schmidt, il quale ha scritto la prefazione al libro di Sandford Male Intergenerational Intimacy (trad.: Intimità intergenerazionale tra maschi), affermando tra l’altro: «La minaccia che tutti gli atti di pedofilia vengano puniti dalla legge molto difficilmente potrebbe essere considerata un’azione degna di una società civile … Ciò rappresenta una discriminazione e la persecuzione di una minoranza, e quindi tali disposizioni di legge andrebbero abrogate».
Judith Reisman ha quindi provato che il programma di educazione sessuale imposto in Croazia, preparato secondo il metodo Kinsey dal prof. Štulhofer, è simile, quanto ai suoi tre scopi principali, a quasi tutti i programmi di educazione sessuale adottati a livello mondiale. Si tratta cioè del tentativo di sessualizzare i bambini e fornire ‘carne fresca’ per le voglie malsane di adulti perversi, di sdoganare l’omosessualità e altri gravi disordini della personalità come normali manifestazioni della sessualità umana, nonché di rendere i giovani dipendenti dal sesso a tutto vantaggio dell’industria della pornografia e dei preservativi, e ciò con il pretesto della lotta alle malattie trasmissibili sessualmente.
La presenza della dottoressa Reisman in Croazia ha provocato un terremoto che ha fatto vacillare i palazzi della politica, e ha indotto il governo a muoversi anche per vie diplomatiche. Secondo quanto rivelano fonti della Curia romana, l’ambasciatore croato presso la Santa Sede, Filip Vu?ak, avrebbe avuto un incontro con il segretario per i rapporti con gli Stati, mons. Dominique Mamberti, allo scopo di ammorbidire la posizione della Chiesa sulla questione, ricevendo un netto rifiuto da parte del suo interlocutore vaticano.
In un Paese democratico, la presentazione delle prove inconfutabili degli stretti legami di collaborazione tra l’ideatore di questo programma e i circoli pedofili, oltre a conseguenze di natura penale per l’interessato, avrebbe portato alle immediate dimissioni di Štulhofer e di tutti i funzionari del Ministero dell’Istruzione coinvolti nell’elaborazione del programma, ivi incluso lo stesso ministro. Non così nella Croazia di oggi che si appresta a entrare nell’Unione Europea. Anzi, passato il “terremoto” Reisman, i media di regime hanno fatto calare il silenzio sulla vicenda, e Štulhofer viene spesso chiamato in televisione a pontificare su questioni di sessualità, specialmente infantile (!) e giovanile, mentre nelle scuole elementari vengono proposti ai bambini di dieci anni temi di ‘lingua croata’ in cui si rappresentano situazioni esplicitamente sessuali.
Fonte: disinformazione.it