I giornali italiani vi stanno rifilando una grossa, gigantesca PALLA. Vi stanno raccontando una palla perche’ vi raccontano che i 40 miliardi appena stanziati con un atto inutile per un processo di ordinaria amministrazione andranno alle aziende. Se infatti leggeste bene la legge, scoprireste che: Quei soldi finiranno in un fondo gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti, cioe’ una entita’ che – ma andro’ dopo nei dettagli – e’ partecipata dalle principali banche italiane.
Adesso voi direte che quei soldi dopo andranno alle aziende, ma le cose non stanno cosi’: perche’ le imprese possano ricevere i soldi occorre che le amministrazioni locali inizino un complicato processo di compartecipazione alla CDP , che innanzitutto non e’ obbligatorio, e in secondo luogo le indebita inibendo l’arrivo di nuovi fondi.
Poiche’ le amministrazioni dovrebbero farlo usando il nuovo sistema informatico costruito ad hoc per fare questo, e solo 2000 amministrazioni si sono iscritte su 22.000, alla fine il processo di distribuzione dei soldi iniziera’, forse, verso settembre.
Il problema e’ che per iniziare questa compartecipazione le amministrazioni locali DEVONO avere i soldi in cassa, e i soldi in cassa disponibili sono 14 miliardi in due anni.
Questa e’ la cifra REALE che potrete vedere: 7 miliardi l’anno. Lo sblocco sara’ esecutivo il 15 maggio, poi i comuni dovranno iniziare le procedure – ma non sono obbligati – e se gli va di buttare soldi nella CDP potranno comparteciparvi, avendo cosi’ i soldi in cassa per pagare – senza sforare i patto di stabilita’.
Su 100 miliardi di debiti alle imprese, ne erano stati ottenuti 40 che dovranno essere presi dal mercato, facendo altro debito. Di questi 40, pero’, nei prossimi due anni non ne arriveranno – realisticamente – piu’ di 14.
Che fine faranno i rimanenti 26? E dico 26, ma in realta’ saranno probabilmente di piu? Ufficialmente , rimarranno in un fondo gestito dalla CDP, cioe’ dalla cassa depositi e prestiti. Allora direte : ma allora rimangono allo stato? No, perche’ la CDP, attraverso alcuni giochi di scatole cinesi, e’ compartecipata da tutte le banche italiane, sia “direttamente” che attraverso le rispettive fondazioni.
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