Un anno fa, Marc Zao-Sanders pubblicò su Harvard Business review un’analisi sull’utilizzo reale dell’intelligenza artificiale generativa da parte del pubblico, dopo la sua diffusione generale. Rilevò in tale occasione che l’uso si divideva quasi equamente tra esigenze personali e aziendali, e circa la metà degli utenti la utilizzavano per entrambi i contesti.
Da allora l’interesse degli utenti è raddoppiato e gli investimenti nell’IA stanno crescendo a dismisura, i governi stanno assumendo posizioni più enfatiche ed esplicite e la posta in gioco è altissima, addirittura il futuro dell’umanità, secondo alcuni. Ed ecco che è arrivato l’aggiornamento di quell’analisi con la comparazione di cosa è accaduto rispetto al 2024.
OpenAI ha lanciato numerosi nuovi modelli (con la promessa di consolidarli tutti in un’unica interfaccia unificata). Il ragionamento a catena di pensieri, in cui l’IA sacrifica la velocità per ottenere risposte più approfondite e accurate, condividendo con l’utente i passaggi intermedi del ragionamento prima di arrivare a una risposta finale, è diventato più diffuso. I comandi vocali consentono interazioni più numerose e diverse, i costi si sono notevolmente ridotti e l’accesso si è ampliato.
“Ho adottato la stessa metodologia dell’anno scorso – precisa Marc Zao-Sanders – ma ho setacciato una quantità maggiore di dati”.
Cosa emerge dall’analisi? Ci sono 38 nuove voci tra i 100 motivi di uso più frequenti, e i primi 10 motivi indicano uno spostamento dalle applicazioni tecniche a quelle emotive e, in particolare in aree come la terapia, la produttività e lo sviluppo personale.
Gli utenti usano l’Intelligenza Artificiale Generativa per applicazioni emotive ed intrinsecamente più umane
Terapia e compagnia sono ora il principale motivo di uso dell’IA. Tre vantaggi della terapia basata sull’IA sono emersi chiaramente: è disponibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7, è relativamente poco costosa (anche gratuita in alcuni casi) e non comporta il rischio di essere giudicati da un altro essere umano. Il fenomeno dell’IA per la terapia è stato osservato anche in Cina. E sebbene il dibattito sul pieno potenziale della terapia computerizzata sia ancora in corso, ricerche recenti offrono una prospettiva rassicurante: gli interventi terapeutici forniti dall’IA hanno raggiunto un livello di sofisticazione tale da essere indistinguibili dalle risposte terapeutiche scritte da esseri umani.
“Organizzare la mia vita” è il motivo al secondo posto, una sorta di assistente personale per ottimizzare abitudini, azioni e a volte anche prestazioni professionali.
“Trovare uno scopo” al terzo posto. Determinare e definire i propri valori, superare gli ostacoli e intraprendere passi per l’auto-sviluppo (ad esempio, consigliare cosa fare dopo, riformulare un problema, aiutare a rimanere concentrati) ora compaiono frequentemente sotto questo titolo.
C’erano altre voci più in basso nell’elenco per le quali vediamo l’IA che ci aiuta con il lato più delicato dell’essere umano. Stiamo usando l’IA per aumentare la nostra fiducia, per avere conversazioni profonde e significative e persino per cercare di interagire con i defunti.
La maggior parte degli esperti si aspettava che l’IA si affermasse prima e soprattutto nelle aree tecniche, quindi l’elemento intrinsecamente umano è un po’ una sorpresa.