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E se Yossi Gurvitz non avesse esagerato?

Esiste una coerenza molto inquietante tra le azioni di Israele a Gaza, in particolare il controllo degli aiuti e i numerosi casi in cui si è sparato e si continua a sparare sui civili in fila per riceverli, e le interpretazioni considerate estreme del sionismo e del giudaismo rabbinico-talmudico di Yossi Gurvitz, un giornalista ed ex ebreo ortodosso diventato ateo. Gurvitz, deceduto nel 2023, è uno degli israeliani dissidenti che

si è battuto coraggiosamente per i diritti del popolo palestinese.

La sua è una critica radicale del giudaismo rabbinico-talmudico e del sionismo, basata su quella che lui definisce essere la “vera essenza” di queste dottrine, interpretando in modo letterale specifici passaggi del Talmud (il testo più sacro, secondo solo alla Bibbia) e di Maimonide, uno dei più grandi e rispettati filosofi del giudaismo, le cui opere sono considerate un caposaldo della letteratura rabbinica.
Vediamo i punti salienti della critica di Gurvitz:
  • Il Talmud è la vera fonte del Giudaismo: Contro la percezione comune che la Bibbia sia la fonte principale, è il Talmud il fondamento del giudaismo rabbinico moderno, una forma di ebraismo che ha “cancellato” le precedenti espressioni della fede. Questa tradizione rabbinica, nata dai Farisei, ha modificato la storia religiosa per affermare la propria supremazia.
  • Deumanizzazione dei Non-Ebrei (Goyim): il giudaismo rabbinico, fin dalle origini farisaiche, è intrinsecamente misantropico e vede solo gli ebrei che aderiscono al Talmud come “esseri umani” a pieno titolo, mentre tutti gli altri sono “inferiori” e devono essere “respinti, discriminati e, in casi estremi, distrutti”.
  • Leggi discriminatorie:
    • Impunità per l’uccisione di un Non-Ebreo: pur vietando formalmente l’omicidio di un non-ebreo, la legge rabbinica non prevede una punizione legale per un ebreo che commette tale atto, lasciando la pena a Dio. Testi successivi come lo Shulchan Aruch legittimano esplicitamente l’uccisione di “idolatri” (un termine cifrato per i non-ebrei) in determinate circostanze.
    • Rapporti sessuali: passaggi di Maimonide (nel suo Mishneh Torah) indicano o implicano come “lecito” avere rapporti sessuali con bambine di tre anni (perché l’atto non è legalmente considerato “rapporto sessuale” con tutte le sue implicazioni penali). Una bambina non ebrea violentata da un ebreo deve essere giustiziata per aver “indotto” il peccato, mentre l’aggressore ebreo viene risparmiato.
  • “Darkhei Shalom”: Le “Darkhei Shalom” (Vie della Pace) sono una strategia rabbinica per evitare sommosse popolari contro gli ebrei e mantenere la discrezione. Le leggi misantropiche del giudaismo non vengono applicate apertamente solo perché e finché gli ebrei sono in una posizione di debolezza.
  • Il Sionismo al potere: La situazione cambia “quando Israele è potente”, a quel punto è libero di applicare le leggi talmudiche alla lettera, senza più bisogno delle “vie della pace”. Questo include il desiderio di purificare la Terra d’Israele dai non-ebrei e di accelerare l’arrivo del Messia attraverso la conquista e la sottomissione delle altre nazioni, rifacendosi a un’interpretazione di Maimonide.
  • Conseguenze per Non-Ebrei: Gurvitz prevede un futuro difficile per i non-ebrei sotto il dominio del sionismo religioso. Il libro Torat Hamelech (La Torah del Re), permette di uccidere bambini non-ebrei se considerati una potenziale minaccia futura.

In sintesi, Gurvitz dipinge un quadro in cui il giudaismo rabbinico-talmudico è intrinsecamente basato su un odio per l’umanità non-ebrea, e il sionismo religioso, con l’acquisizione di potere da parte di Israele, sta ora realizzando questa agenda suprematista, portando a conseguenze potenzialmente devastanti per i non-ebrei, specialmente cristiani e palestinesi.

Come sono considerate le opinioni di Yossi Gurvitz?

Yossi Gurvitz è considerato dal consesso rabbinico tradizionale come un critico radicale, apostata e non autorevole. Le sue interpretazioni del giudaismo rabbinico e del Talmud sono viste come estremamente distorte, decontestualizzate e quindi fuorvianti dalla stragrande maggioranza (ma non dalla totalità) delle autorità rabbiniche e degli accademici. Ci sono gruppi ebraici anti-sionisti (cioè contrari allo stato di Israele nella sua patria storica sia sul piano legale, per la lesione dei diritti dei palestinesi, sia su quello religioso, perché il regno promesso deve coincidere con l’arrivo del Messia) che concordano nella critica al sionismo e al giudaismo rabbinico, anche se con argomentazioni diverse. Ci sono anche accademici che studiando i testi ebraici riscontrano aspetti controversi simili a quelli segnalati da Gurvitz e ci sono anche sfumature al’interno delle varie correnti rabbiniche che non considererebbero così lontane dal vero alcune delle segnalazioni del controverso giornalista.

L’inquietante coerenza con quello che accade a Gaza

Esiste una coerenza inquietante tra le azioni di Israele a Gaza, in particolare il controllo degli aiuti e i ripetuti casi in cui si spara sui civili in fila, e le interpretazioni estreme del sionismo e del giudaismo rabbinico-talmudico viste attraverso la lente di Yossi Gurvitz.

Il filo Conduttore: deumanizzazione e controllo
Gurvitz sostiene che alcune interpretazioni del giudaismo talmudico considerino i non-ebrei come “inferiori” e che il concetto di “Darkhei Shalom” (vie della pace) sia solo una strategia temporanea, da abbandonare quando Israele raggiunge una posizione di forza. Se si accetta questa premessa, allora:

Deumanizzazione dell’altro: La prospettiva che vede i non-ebrei come “inferiori” o “idolatri” è coerente con la percezione delle loro vite come meno degne di protezione. Sparare su civili disarmati, in fila per cibo e acqua, può essere una manifestazione pratica di questa deumanizzazione, dove la sopravvivenza e i bisogni fondamentali del “nemico” (o dell'”altro”) non sono prioritari o addirittura sono attivamente soppressi.

Monopolio e controllo degli aiuti: La restrizione degli aiuti umanitari, il blocco quasi totale di Gaza e il controllo ferreo su ciò che entra e su come viene distribuito, si allineano con l’idea di una supremazia ebraica che non si sente vincolata a provvedere al benessere degli altri popoli quando si trova in una posizione di potere. Se l’obiettivo ultimo è la “purificazione” o il controllo totale della Terra d’Israele da parte degli ebrei, allora la privazione delle risorse essenziali ai palestinesi è un mezzo per raggiungere tale fine, rendendo loro la vita insostenibile per spingerli altrove o sterminarli.

Gurvitz dice: “Quando Israele è indipendente, quando Israele è potente, tutto il gioco cambia. Israele può permettersi di essere spietato, di fare esattamente ciò che vuole” una frase che risuona sinistramente con la situazione attuale. Lo Stato di Israele, con la sua superiorità militare schiacciante, spalleggiato e finanziato dagli USA e dai loro alleati, esercita un controllo quasi totale su Gaza. In questo contesto di potere, le azioni che mettono in pericolo la vita dei civili palestinesi, come sparare durante le distribuzioni di aiuti, possono essere interpretate come la piena applicazione di quella “spietatezza” teorizzata da Gurvitz.



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