Göbekli Tepe era un osservatorio astronomico per monitorare fenomeni celesti potenzialmente catastrofici.

Göbekli Tepe racconta le catastrofi astronomiche, anzi, probabilmente fu proprio costruito come “memento” per un evento specifico, un impatto con uno sciame meteorico che freddò il pianeta per più di mille anni e che potrebbe ripetersi.
Il più antico santuario megalitio finora scoperto (e ancora non del tutto) era un vero e proprio osservatorio astronomico utilizzato per monitorare a lungo termine fenomeni celesti, con una particolare attenzione agli eventi potenzialmente catastrofici. È la conclusione a cui sono giunti Martin B. Sweatman e Dimitrios Tsikritsis, dell’Università di Edimburgo, con un loro studio pubblicato su Mediterranean Archaeology and Archaeometry (https://www.maajournal.com/index.php/maa/article/view/686/613). Analizzando le rappresentazioni simboliche che compaiono sul pilastro 43 (Pietra dell’avvoltoio) e sui pilastri 2, 38 e 18 di Göbekli Tepe, e interpretandole in chiave astronomica, gli scozzesi hanno trovato non solo una precisa corrispondenza con come le stelle apparivano nel cielo nel 9.530 a.C. ma anche la registrazione di un evento astronomico catastrofico avvenuto nel 10.950 a.C. (± 250 anni). Una data che corrisponde all’evento del Dryas recente.
Il Dryas recente fu un periodo geologicamente breve di clima molto freddo (durato approssimativamente 1.300 ± 70 anni) avvenuto tra 12.800 e 11.500 anni fa. Una delle teorie per spiegarne la causa è l’impatto cosmico del Dryas recente (anche detta ipotesi della cometa di Clovis), che prevede ci sia stata una grande esplosione nell’atmosfera terrestre, o un impatto di uno o più oggetti provenienti dallo spazio esterno, come uno sciame di condriti carbonacee o di comete.
Il simbolismo di Göbekli Tepe conferma la teoria dell’evento del Dryas recente.
L’analisi si concentra sul Pilastro 43 (“Pietra dell’Avvoltoio”), i cui simboli vengono interpretati come una datazione astronomica specifica corrispondente al solstizio d’estate del 10.950 a.C. ± 250 anni, coincidente sia con le datazioni del sito ottenute con il radiocarbonio, sia con la data stimata per l’evento Dryas recente.

Il Pilastro 43 contiene simboli da interpretare come costellazioni e asterismi: il Sole, Libra, Lupus, Ofiuco e Sagittario. Altri simboli, come le “borse”, sono interpretati come indicatori dei solstizi ed equinozi. I simboli a “H” come indicatori di Vega e/o Deneb, antiche stelle polari. L’omino senza testa come riferimento alle vittime di una catastrofe.
I Pilastri 2 e 38, mostrano sequenze di tre animali. Considerando la precessione degli equinozi, queste sequenze sono rappresentazioni delle traiettorie degli sciami meteorici delle Tauridi, che furono visibili nella zona della costellazione dei Pesci nel 9530 a.C.

La fibbia sul Pilastro 18 simboleggia l’onda d’urto di un bolide. Tutti questi elementi suggeriscono un focus sulle comete e i loro sciami meteorici, in particolare provenienti dalle Tauridi.

La fibbia sul Pilastro 18 simboleggia l’onda d’urto di un bolide.


Tutti questi elementi suggeriscono un focus sulle comete e i loro sciami meteorici, in particolare provenienti dalle Tauridi.
Questa interpretazione, supportata da un’analisi statistica che riduce la probabilità di coincidenza a meno di uno su cinque milioni, indica che Göbekli Tepe era un osservatorio per monitorare eventi celesti a lungo termine, con particolare attenzione a quelli potenzialmente catastrofici e “ricorrenti”. Sweatman e Tsikritsis suggeriscono che l’intento che portò alla costruzione del santuario megalitico di Göbekli Tepe fu quello di erigere una memoriale dell’impatto astronomico che diede il via al Dryas recente.

Un’interpretazione in linea con la teoria del “catastrofismo coerente” degli astronomi Victor Clube e William Napier, secondo la quale ciclicamente delle comete entrano nel sistema solare e mettono in circolazione sciami di detriti. In tale prospettiva, i due sciami meteorici dei Tauridi e oggetti asteroidali e cometari con orbite simili – tra i quali, per esempio, figurano la cometa di Encke e gli asteroidi Oljato, Heracles, Jason e Poseidon – sarebbero proprio i residui di un simile episodio verificatosi tra i 20 e 30 mila anni fa.
Per approfondire:
https://martinsweatman.blogspot.com/2020/10/gobekli-tepes-pillars.html