La manipolazione di massa e la guerra cognitiva
È in atto una guerra occulta antropologico – cognitiva per spersonalizzare l’essere umano e meglio controllarlo. Ti sei mai chiesto quanto le tue scelte e i tuoi pensieri siano davvero “tuoi”? Su Nexus New Times n. 169, Roberto Pecchioli ci sbatte in faccia una scomoda verità: viviamo in una società plasmata dalla manipolazione sistematica delle masse, una scienza che affonda le radici negli scritti di Edward Bernays, il nipote di Sigmund Freud e inventore della propaganda moderna.
Bernays, con brutale sincerità, definiva la manipolazione “un elemento fondamentale della società democratica”, dove un “governo occulto” dirige le nostre menti, crea i nostri gusti e suggerisce le nostre idee. Non è complottismo, avverte Pecchioli, ma la logica conseguenza di un’organizzazione sociale che, dall’inizio del XX secolo, ha elevato la menzogna organizzata a pilastro, soprattutto attraverso la pubblicità.
La guerra cognitiva: il tuo cervello è il campo di battaglia
Il vero fulcro dell’articolo è la guerra cognitiva, una violenza psicologica costante teorizzata e apertamente utilizzata dalla NATO dal 2020. Non è una metafora: il suo obiettivo è conquistare la nostra mente, penetrare le coscienze per modificarle e dominarle. Come un moderno Gulag mentale, questa guerra sfrutta la potenza inaudita dei mezzi contemporanei – dalle neuroscienze alla PNL, dalla profilazione digitale alla pubblicità onnipresente – per convincerci di agire liberamente, mentre in realtà siamo prigionieri di una “libertà artificiale”.
La pubblicità, lungi dall’essere solo un mezzo per vendere prodotti, è il vettore principale della propaganda delle idee dominanti. Essa crea bisogni, plasma comportamenti, impone modelli sociali e familiari. Pecchioli ci sfida a riflettere: avete notato come ogni messaggio pubblicitario dal 2020 proponga una società multietnica? Non è casuale, ma una propaganda sottile per imporre ideologie allineate con gli interessi delle oligarchie.
Gli “stregoni della notizia” e il trionfo dell’irreale
Citando Marcello Foa, Pecchioli parla degli “stregoni della notizia”, manipolatori professionisti che dominano la comunicazione. La loro arma principale è il frame, la “cornice” che delimita ciò che percepiamo come reale. Come un’immagine ritagliata che cambia significato, così la nostra mente accetta il mondo attraverso gli “occhiali cognitivi” che ci vengono imposti. La verità non conta; conta l’irreale, l’irrilevante, la distrazione perpetua che ci tiene lontani dal pensare criticamente.
Il sogno dostoevskijano e la nuova schiavitù
L’articolo chiude con un richiamo potente alla filosofia di Dostoevskij e al racconto del Grande Inquisitore, una metafora del potere che, per “sfamare” gli uomini e liberarli dal fardello della libertà, li inganna e li rende obbedienti. Siamo destinati a una vita “eterodiretta”, come profetizzava Aldous Huxley, dove “ingegneri sociali altamente qualificati” ci irreggimentano senza dolore. Le “armi psicosociali” agiscono gradualmente, intrappolandoci in una ragnatela che immobilizza il nostro libero arbitrio.
La guerra è in atto, e il bersaglio sei tu, siamo tutti noi. Ma la consapevolezza è il primo passo per la resistenza.
Se vuoi capire come la tua mente viene plasmata e come puoi difenderti da questa guerra occulta cognitiva, non perdere l’articolo completo di Roberto Pecchioli su Nexus New Times n. 169.